8.12.11

I piaceri e le croci della vita


Stamattina, teoricamente giorno di chiusura, sono qui in libreria a chiedermi quanto la crisi in atto peserà sugli acquisti degli italiani. 
A giudicare dalla scarsa animazione, molto, temo. 
Mi chiedo anche che accidenti ha in mente di fare il nostro bocconiano preferito, oltre ad aver genialmente aumentato il prezzo della benzina - un'iniziativa tanto geniale e innovativa che sicuramente deve a qualcuno, chessò, un portinaio o un parcheggiatore. 
Intanto dalla vetrina scruto i pochi passanti, nella speranza di riconoscere nei loro occhi la scintilla di un desiderio di lettura. 
Ecco, mentre sono qui con pensieri che vanno dal viola leggero al nero abisso, mi arriva una notizia che riesce ad accendermi un sorriso. 
Su L'Indice on line, il blog di recente creazione che, come è accaduto per LN, sta pubblicando brevi articoli, «recensioni, rubriche, segnalazioni e tutte le novità di ogni numero de l'Indice» è comparsa, a firma di Franco Pezzini, la segnalazione del romanzo breve di Silvia Treves, «Sarà ieri» e quella della mia antologia, «In controtempo»
Non sono libri nuovi, particolarmente il mio, uscito in un'altra epoca - nel 2007, l'ultimo anno prima della crisi - ma Pezzini ha ritenuto meritassero di essere ricordati. 
Non posso che ringraziarlo, in qualità di editore con la «e» minuscola e sperare che qualcuno abbia notato il suo articolo. 
Per quanto riguarda la mia «opera», comunque, la lettura del suo articolo mi ha ricordato che dall'antologia sono nati a suo tempo nati due romanzi, molo diversi tra loro. Il primo terminato - una buffa, malinconica storia urbana - e già inviato per il mondo a farsi bocciare a due o tre concorsi. Il secondo un'ucronia temo politicamente sospetta, riscritta più o meno sei volte e tuttora non finita. Una delle versioni intermedie - la seconda o la terza - è riuscita a farsi bocciare malamente anche dal premio Calvino, sostanzialmente per un qui pro quo di natura politica - io non sono fascista, infatti. 
L'editore, che condivide con me il corpo anche se non i pensieri, mi ha già ripetuto fino alla nausea - tanto che adesso non ne parla proprio più - che il romanzo si potrebbe anche pubblicare se soltanto lo finissi. 
Ecco, la recensione di Pezzini può avere questo curioso, imprevedibile effetto. Può forse spingermi a ripensare per la settima - o ennesima - volta la chiusura del romanzo.
E questo, caro Pezzini, può essere davvero un bel regalo di natale. 
In ogni caso qui di seguito potete trovare l'articolo, datato 7 dicembre.



7 commenti:

SdP ha detto...

Un romanzo con un'ucronia politicamente scorretta?
Ti prego prova a terminarlo...ora la curiosità mi uccide!
Domanda: l'editore vuole solo che lo completi o vuole anche qualche correzione che lo renda più digeribile?

Mmmm le bocciature "illustri" di cui parli non mi stupiscono, ultimamente i concorsi sono diventati roba molto molto manipolata e la qualità si vede raramente.
Io stessa ho cominciato a diffidare della dicitura "vincitore del concorso tal dei tali".
Un po' come agli oscar. Un film con troppi oscar mi puzza un po' di "promosso d'ufficio".
Il film che magari porta quei 2 oscar a casa di solito promette meglio.
Per non parlare del fatto che Kubrick non ha mai vinto un oscar.

Cily

cily ha detto...

Ops...Ho postato il commento precedente con il profilo di mio marito...vabbe!
Mi era già successo pure su Nocturnia...
Vedi che succede a condividere il PC?

Cily

Nick Parisi. ha detto...

Concrdo in toto con Cily.
Per quello che riguarda la crisi temo che siamo solo all'inizio. :(

Massimo Citi ha detto...

Condivido con moglie e figlia il pc principale di casa. Il problema diventa delicato quanto si parla di FB. Gli interventi attribuiti all'ultimo che ha maneggiato il pc non si contano. Quindi non preoccuparti.
Il romanzo è basato sulla possibilità che il fascismo in Italia sia sopravvissuto. La Germania non è mai diventata nazista e il totalitarismo in Italia sopravvive come in Spagna è sopravvissuto il franchismo. Tanto basta perché il lettore del premio Calvino lasciasse intendere nella scheda che il romanzo era schierato a dx. Poi trovava innumerevoli altri errori, ma nati, io credo, dalla convinzione che io fossi né più né meno un fascio perso.
Sospetto che il soggetto non sia nemmeno riuscito a capire di che cosa parlasse il romanzo. Lo si desumeva dalla scheda di lettura. Ci rimasi parecchio male all'epoca. Feci scene delle quali ora mi vergogno e girai con la luna storta per una settimana. Poi lo riscrissi. Ma non ne feci più nulla. Ultimamente l'ho mandato all'ottimo Alex Defilippi, autore Einaudi, che mi ha detto «Molto buono. Ha solo bisogno di un finale». In quanto al mio editore non ha dichiaratamente idee. «Sono l'editore, io. La idee deve farsele venire l'autore. Altrimenti si fa confusione»
Come tutti gli editori del mondo.
Se vuoi leggerlo - e magari consigliarmi un finale - scrivimi, te lo mando quando vuoi.

Massimo Citi ha detto...

Ciao Nick. Concordo. Temo che l'occidente sia nei guai ma che non voglia rendersene conto. Tutto ciò rende i miei personali problemi abbastanza trascurabili. Il che, da un certo punto di vista, è consolante. Poi mi ricordo che in mezzo ci sono io e famiglia. E con me qualche milione di famiglie. Ecco, le crisi si possono vedere al cinema o leggerle in un libro. Viverle è tutt'un altro paio di maniche..

cily ha detto...

VOLENTIERISSIMO!
Lo sai che mi piace come scrivi! :)
Ci sentiamo per mail allora!
Magari per il finale non avrò chissà che idee ma mi piace molto fare il lettore beta. (lo facevo anche per un mio amico scrittore che dopo una serie di casini con Fanucci ha mollato!SIGH!)

Cily

Massimo Citi ha detto...

Grazie, Cily. Ne approfitterò ben volentieri. Aspetto un pochino a inviarti il tutto, se non altro per non autoinflazionare la mia presenza narrativa a casa tua.
Comunque chiarisco. Non è che UKR - questo è il titolo del romanzotto - non abbia un finale, ma quello che gli manca (o difetta) è l'agnizione finale, ovvero la comprensione definitiva della realtà che i personaggi hanno finora intuito solo vagamente. Ciò che ti fa dire: «ah, ma allora era così che...». Un processo essenziale per qualunque romanzo. Ma che per UKR è particolamente ostico.
Ottimo avere un lettore beta, perdinci!