Sempre ammesso che qualcuno se ne sia accorto.
Niente da fare, il mio rapporto con il blog sembra essersi appannato senza, al momento, speranza di riprendere.
Ma ho anche un motivo che in parte può spiegare questa situazione. Infatti sto scrivendo un romanzo...
«Sai che novità.»
Beh, è vero. Non è un fatto nuovo. Mi è già successo più volte di scrivere qualcosa, per ALIA o per il re di Prussia, senza scomparire dai radar.
Probabilmente è qualcos'altro a bloccarmi.
La sensazione di scrivere inutilmente? Ovvero di affermare male cose che altri affermano con sicumera e indiscutibile assenso generale? O generale riprovazione, che poi, come insegna Vespasiano Gonzaga «Sive bonum, sive malum, fama est». Temo di sì.
È un problema che ho la sensazione di cogliere, scorrendo i blog dei quali tengo memoria nella colonna a dx del mio blog. Pochi quelli che sono aggiornati, molti quelli che accumulano polvere virtuale, con da «4 settimane fa» fino a «un anno fa». Ma, d'altro canto, chi ha voglia di parlare di attualità o di politica, di questi tempi. E voi, pochi o tanti che siate, avete già deciso se votare? E per chi votare? Lasciamo perdere, via. Tanto temo che sull'argomento ritornerò prima del 4 marzo.
Parliamo d'altro.
Sto leggendo il quarto volume della serie di Canopus di Doris Lessing, «Un luogo senza tempo». Ho letteralmente divorato i precedenti due volumi, «Un pacifico matrimonio» e «Una donna armata». Avete idea di che cosa significa leggere della buona fantascienza – lo so, la Lessing la definiva Space Fiction, ma si tratta di buona, vecchia sf – senza dover subire un pessimo italiano e storie vecchie anche quando si svolgono in un futuro più o vicino? La mia benamata Lessing scrive bene, cribbio, ed è riuscita a creare un universo credibile con personaggi spessi e vitali. Dio mio, come mi mancava un autore come lei… Piccolo dolore, l'edizione del quinto volume non è mai uscita in italiano, il che comporterebbe la necessità di leggerlo in lingua originale. Leggere in inglese è possibile, certo, ma con un cambio di velocità netto rispetto all'italiano… ma ci penserò a suo tempo.
Ovviamente una volta digerito il grosso boccone ne parlerò diffusamente qui e/o su http://librinuovi.net/.
Altri libri altrettanto succulenti non ne ho letti, a essere sincero, se si esclude «Specchi neri» di Arno Schmidt che sto centellinando per la paura di consumarlo troppo presto. Ho tentato di leggere l'ultimo Greg Egan pubblicato, «Un razzo a orologeria» ma ho gettato la spugna prima di arrivare alla parola «fine». Orrendo? No, sinceramente non posso dirlo, ma se ho voglia di fare un veloce ripasso della fisica studiata in quinto liceo prendo il mio vecchio manuale di fisica e me lo ristudio da capo. Indubbiamente la possibilità di studiare una fisica diversa, nella quale la luce non abbia una velocità costante ma presenti diversa velocità in rapporto allo spettro cromatico, è molto suggestivo ma il problema è quello di renderlo efficacemente attraverso lo strumento narrativo e non attraverso un addendum alla fisica studiata a scuola. D'altro canto se Egan riuscisse a scrivere insieme una relazione su una fisica di un universo parallelo e contemporaneamente i moti dell'animo di alieni abitanti di quell'universo sarebbe – come dire – troppo bravo per il metro umano e incarnerebbe alla perfezione un'Intelligenza Artificiale prossima a conquistare il mondo.
Sono abituato agli alti e bassi della narrativa di Egan e non mancherò di acquistare anche il prossimo libro, nonostante tutto. E non è detto che prima o poi non riprenda mano il manuale di fisica e lo rilegga, in compagnia del libro di Egan.
Ho anche altri libri che mi ronzano dalle parti della scrivania, tra cui i due testi scritti da Davide Mana – grazie Davide! – e sei o sette testi che mi aspettano per una lettura non casuale ma in vista di eventuali recensioni o per un'eventuale pubblicazione in ALIA Arcipelago. Temo che se ne riparlerà nel periodo di ferie (ferie?!?) in montagna. Senza contare che sto accarezzando l'idea di far uscire in e-book cinque racconti appartenenti al ciclo della Corrente, a suo tempo usciti sui vecchi ALIA o su Fata Morgana e dovrei fare qualcosa di più che sbatterli tutti in una cartella informatica e episodicamente guardarli.
La vera novità è che mia moglie, Silvia Treves, ha presentato la domanda per la pensione e se non sorgono problemi con l'autunno del 2018 dovrebbe smettere di lavorare. A scuola. Ciò che la fanciulla non ignora è che da quel momento sarà mio ostaggio per tutto ciò che riguarda il lavoro per ALIA e per LN.
Altra novità è che con l'anno nuovo partirà il lavoro per ALIA Evo 3.0 in forma stampata. Ma di questo penso riparleremo presto. Intanto posso mostrare al pubblico la bozza (è una bozza… non cercate di capire che cosa c'è scritto).
Per il momento comincio a fare i miei migliori auguri di buone feste e di un 2018 almeno un po' migliore dell'anno in corso. In fondo non ci vorrebbe molto.
Ovviamente se riappaio qui vi ribeccherete gli auguri un'altra volta.
Niente da fare, il mio rapporto con il blog sembra essersi appannato senza, al momento, speranza di riprendere.
Ma ho anche un motivo che in parte può spiegare questa situazione. Infatti sto scrivendo un romanzo...
«Sai che novità.»
Beh, è vero. Non è un fatto nuovo. Mi è già successo più volte di scrivere qualcosa, per ALIA o per il re di Prussia, senza scomparire dai radar.
Probabilmente è qualcos'altro a bloccarmi.
La sensazione di scrivere inutilmente? Ovvero di affermare male cose che altri affermano con sicumera e indiscutibile assenso generale? O generale riprovazione, che poi, come insegna Vespasiano Gonzaga «Sive bonum, sive malum, fama est». Temo di sì.
È un problema che ho la sensazione di cogliere, scorrendo i blog dei quali tengo memoria nella colonna a dx del mio blog. Pochi quelli che sono aggiornati, molti quelli che accumulano polvere virtuale, con da «4 settimane fa» fino a «un anno fa». Ma, d'altro canto, chi ha voglia di parlare di attualità o di politica, di questi tempi. E voi, pochi o tanti che siate, avete già deciso se votare? E per chi votare? Lasciamo perdere, via. Tanto temo che sull'argomento ritornerò prima del 4 marzo.
Parliamo d'altro.
Sto leggendo il quarto volume della serie di Canopus di Doris Lessing, «Un luogo senza tempo». Ho letteralmente divorato i precedenti due volumi, «Un pacifico matrimonio» e «Una donna armata». Avete idea di che cosa significa leggere della buona fantascienza – lo so, la Lessing la definiva Space Fiction, ma si tratta di buona, vecchia sf – senza dover subire un pessimo italiano e storie vecchie anche quando si svolgono in un futuro più o vicino? La mia benamata Lessing scrive bene, cribbio, ed è riuscita a creare un universo credibile con personaggi spessi e vitali. Dio mio, come mi mancava un autore come lei… Piccolo dolore, l'edizione del quinto volume non è mai uscita in italiano, il che comporterebbe la necessità di leggerlo in lingua originale. Leggere in inglese è possibile, certo, ma con un cambio di velocità netto rispetto all'italiano… ma ci penserò a suo tempo.
Ovviamente una volta digerito il grosso boccone ne parlerò diffusamente qui e/o su http://librinuovi.net/.
Altri libri altrettanto succulenti non ne ho letti, a essere sincero, se si esclude «Specchi neri» di Arno Schmidt che sto centellinando per la paura di consumarlo troppo presto. Ho tentato di leggere l'ultimo Greg Egan pubblicato, «Un razzo a orologeria» ma ho gettato la spugna prima di arrivare alla parola «fine». Orrendo? No, sinceramente non posso dirlo, ma se ho voglia di fare un veloce ripasso della fisica studiata in quinto liceo prendo il mio vecchio manuale di fisica e me lo ristudio da capo. Indubbiamente la possibilità di studiare una fisica diversa, nella quale la luce non abbia una velocità costante ma presenti diversa velocità in rapporto allo spettro cromatico, è molto suggestivo ma il problema è quello di renderlo efficacemente attraverso lo strumento narrativo e non attraverso un addendum alla fisica studiata a scuola. D'altro canto se Egan riuscisse a scrivere insieme una relazione su una fisica di un universo parallelo e contemporaneamente i moti dell'animo di alieni abitanti di quell'universo sarebbe – come dire – troppo bravo per il metro umano e incarnerebbe alla perfezione un'Intelligenza Artificiale prossima a conquistare il mondo.
Sono abituato agli alti e bassi della narrativa di Egan e non mancherò di acquistare anche il prossimo libro, nonostante tutto. E non è detto che prima o poi non riprenda mano il manuale di fisica e lo rilegga, in compagnia del libro di Egan.
Ho anche altri libri che mi ronzano dalle parti della scrivania, tra cui i due testi scritti da Davide Mana – grazie Davide! – e sei o sette testi che mi aspettano per una lettura non casuale ma in vista di eventuali recensioni o per un'eventuale pubblicazione in ALIA Arcipelago. Temo che se ne riparlerà nel periodo di ferie (ferie?!?) in montagna. Senza contare che sto accarezzando l'idea di far uscire in e-book cinque racconti appartenenti al ciclo della Corrente, a suo tempo usciti sui vecchi ALIA o su Fata Morgana e dovrei fare qualcosa di più che sbatterli tutti in una cartella informatica e episodicamente guardarli.
La vera novità è che mia moglie, Silvia Treves, ha presentato la domanda per la pensione e se non sorgono problemi con l'autunno del 2018 dovrebbe smettere di lavorare. A scuola. Ciò che la fanciulla non ignora è che da quel momento sarà mio ostaggio per tutto ciò che riguarda il lavoro per ALIA e per LN.
Altra novità è che con l'anno nuovo partirà il lavoro per ALIA Evo 3.0 in forma stampata. Ma di questo penso riparleremo presto. Intanto posso mostrare al pubblico la bozza (è una bozza… non cercate di capire che cosa c'è scritto).
Per il momento comincio a fare i miei migliori auguri di buone feste e di un 2018 almeno un po' migliore dell'anno in corso. In fondo non ci vorrebbe molto.
Ovviamente se riappaio qui vi ribeccherete gli auguri un'altra volta.
8 commenti:
Grazie a te!
E buona lettura!
@Davide: è stato un piacere e lo sarà anche di più leggere i tuoi racconti *_*
I lettori non ti mancano, Max, pure nel maremagnum di parole che ci sommerge (e il peggio sono quelle interessanti, impossibili da seguire tutte). Ricorda che sei una di quelle voci che è rassicurante e gratificante ascoltare...
Fà
@Fà: a me bastano pochi lettori, come forse mi è capitato di dirti. Non perché gli eventualissimi soldi mi provochino conati di vomito, ma semplicemente perché scrivendo seguo strade interamente mie e non posso pretendere che siano moltissimi quelli a cui piace seguirle. Tu e qualcun altro siete esattamente il pubblico che mi piace avere, pazienti e tolleranti. Un abbraccio.
Io continuo a capitare qui, sempre volentieri, per vedere se c'è qualcosa di nuovo e quando c'è sono contento.
Buon tutto caro Massimo e a presto!
Tanti auguri a te e alla tua famiglia Max!
Ci sentiamo con calma.
@Orlando: mi dispiace che capita raramente di poter trovare qualcosa di nuovo, ma sono comunque molto contento del tuo passaggio. Tantissimi auguri a te e al tuo compagno da parte di tutti e tre!
@Nick: grazie degli auguri che contraccambio volentieri: tantissimi auguri a te e a Venusia di buone feste e di un 2018 un po' più ricco di speranze di quest'anno amarissimo. A risentirci presto.
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