3.2.16

Family end


Su questa interminabile storia delle coppie, gay o non gay, se n'è discusso già abbastanza, penso. Come se ci fosse motivo per discutere o contestare il sacrosanto diritto di ognuno di vivere con qualcun altro, uomo, donna, gatta o delfino. 
Sono stufo già da tempo di sentire i cristiani minacciare la fine della famiglia, come se meritasse tenerla in piedi, la famiglia. Ho passato i primi trent'anni della mia vita e detestare la famiglia — l'istituzione, non i poveretti che componevano la mia — e gli anni successivi a viverla cercando di non ripetere gli stessi errori [*]. Ci sono riuscito? Onestamente ne dubito, ma questo non è strano. Vivere in un gruppetto disperato fatto di mammà-papà-bambino(i) è un modo per moltiplicare le frustrazioni e gli errori, continuando a riflettere l'uno sull'altro i fatali equivoci. Ma esiste un modo per salvare la famiglia? Onestamente non penso. Credo che la famiglia sia un contenitore statualmente  prefissato e una fonte costante di sofferenze a basso — e talvolta ad alto — voltaggio. Una struttura tra le meno naturali tra quante esistono, un prodotto della società borghese nata dopo la rivoluzione francese per renderci tutti, indistintamente, vittime di una situazione data. 


La famiglia un tempo era spesso un insieme confuso che raccoglieva sotto lo stesso tetto uomini, donne, bambini legittimi e bambini di incerta provenienza, animali, verginelle e giovanotti dediti a rapporti impuri — purché lasciassero intatto l'imene —, nonni di qualcuno scomparso anni prima e di cui nessuno sapeva più l'origine e zii ritornati non si sa da dove, un'entità che nelle famiglie nobili veniva etichettata come casata mentre tra i contadini non godeva di un tale appellativo, pur funzionando all'incirca nello stesso modo. Poi l'inurbazione, il costo crescente delle case, la necessità dovuta all'ordine pubblico di dire che A era sposato con B ed entrambi erano genitori di C — che fosse vero o meno non importava a nessuno tranne che ad A, più che altro per il parere dei vicini di casa —, ha reso la famiglia mononucleare una unica, formidabile fabbrica di nevrosi. «Ciò che è storico viene spesso spacciato per naturale», diceva Friedrich Engels e direi che la famiglia, così come la intendiamo attualmente — in un quartiere di città, fatta di papà, mamma e due bimbi, XX e XY — rientra perfettamente in questa definizione. La famiglia non ha nulla di naturale e molto di storico. Pensate alla famiglia dell'antica Grecia (presente Sparta?), alle gentes romane, alle famiglie medievali, alle famiglie del Rinascimento, alla famiglie dell'Ottocento... riuscite a definire un esempio assoluto e definito di famiglia immutabile nel tempo, indipendentemente dal ceto sociale e dalla situazione geopolitica? 
E guardando al futuro? 


Lo sapete che il numero di single è in aumento, parallelamente alla diminuzione delle nascite? 
Che per il capitalismo contemporaneo, per i signori del Silicio — come li definisce Morozov —, un single ha maggiori capacità (e voglia) di acquisto di una famiglia mononucleare?
E, guardando appena più in là, fuori dalla Terra, su Marte o su Titano o dove preferite voi, sono concepibili famiglie mononucleari o sarebbero preferibili comunità più ampie, fatte di locali comuni e meno spazio — e meno acqua e ossigeno — da sprecare per far sopravvivere in uno spazio personale la nostra famigliola XY+XX+xy+xx... [**]
La famiglia non ha nulla di naturale, più o meno come la Chiesa, l'apericena e il sadomasochismo. 
Con qualche dubbio su quest'ultimo. 
Non solo, la famiglia si organizza e si struttura in rapporto alle esigenze di produzione. 
È l'economia, stupido.
La famiglia per i gay e le lesbiche... ma dobbiamo ancora perdere tempo a discuterne? È assolutamente ovvio che chi convive per un tempo prolungato con un'altra creatura ha tutto il diritto di lasciargli i propri beni, ha diritto ad assisterlo ed esserne assistito, di condividerne le proprietà, di allevare insieme i figli, propri, altrui o di terzi. Che la famiglia nell'età della borghesia non sia il meglio possibile è evidente, ma chi vuole provare ha tutto il diritto di farlo.   


E i credenti? 
Beh, nessuno li obbliga ad accoppiarsi con gli omosessuali né è automatico che i loro pueri e puelle diventino gay. 
Come fosse una maledizione, detto per inciso. 
La famiglia non è alla base della società, se non, spesso, come maledizione. Il loro ragionamento, — la famiglia è sacra e fa parte del nostro modo di vivere — è falso in partenza. La famiglia può essere un coacervo di esigenze personali create da esigenze disparate — soldi, casa, figli, raramente il sesso — o una prigione di infelicità per i suoi componenti, ma ha cambiato faccia e composizione nel corso del tempo e li cambierà ancora. 
Purtroppo non mancheranno i vecchi vergini (teoricamente) che tuonano contro la gioventù e il piacere di vivere, ma noi possiamo resistere. In ogni caso le cose cambieranno.
Persino in Italia.

[*] A suo tempo progettavo di vivere in una comune, come un fricchettone o un simpatizzante della RAF. A bloccarmi è stata la difficoltà di trovare una casa di dimensioni adeguate in città e la mia assoluta incapacità a livello agricolo e zootecnico.    

[**] Nella Corrente, la mia personale fissazione narrativa, non esistono famiglie ma "dimore" che riuniscono — anche temporaneamente — persone unite o meno da legami affettivi. Un contratto lega chiunque a una "dimora" ma può essere rescisso. I figli talvolta si sa di chi sono, in altri casi non si sa, in ogni caso tutti devono prendersene cura. 
Pochi i pedofili: la Chiesa è un ricordo del passato.

12 commenti:

consolata ha detto...

Oh quanto sono d'accordo. Ma d'altra parte io la famiglia la temo e la patisco da tempo e ne ho sempre parlato, e scritto, in questo senso. La famiglia, secondo me, in questo momento storico è essenzialmente il capro espiatorio della scomparsa di qualsiasi tipo di comunità, e ne fa le spese sia in termini economici che di nevrosi, dolore, distorsioni ecc ecc.
Ma de hoc satis. Non se ne può più. La malafede e l'acrimonia che saltano fuori nei discorsi sulla famiglia di questi tempi disgraziati sono difficilmente sopportabili. Qualche pensiero razionale di tanto in tanto mi attraversa il cervello e forse riuscirei a articolare un discorso coerente in proposito, ma veramente non ho più la forza. Di fronte agli sventolamenti di fedi religiose e difesa dei nostri valori, poi, vedo rosso. In senso proprio e metaforico.
Massimo, meno male che tu sei capace di pensiero e parole che sottoscrivo in tutto e che faccio mie.

Orlando Furioso ha detto...

Spero non ti spiaccia: ho condiviso il tuo articolo sul mio blog.
Saluti!
Orli

Nick Parisi. ha detto...

Sinceramente faccio sempre più fatica a comprendere tutto questo accanimento sull'argomento, io ritengo che l'amore sia amore in tutte le forme e che due persone che si amano abbiano diritto a vedere tutelato il loro rapporto. Adesso sono sposato con una donna che amo, insomma vivo quello che i difensori del Family Day definirebbero una "sana e normale" famiglia eppure anni fa ho convissuto con una donna (era un'altro tempo, un altro amore ed io ero un'altra persona). Non è durata, però penso a tutte quelle persone che convivono, magari a coloro che passano tutta una vita assieme. Non avrebbero diritto ad avere una legge che li tuteli? Dei diritti che vengano riconosciuti in caso di bisogno? Non riconoscere tutto questo non è solo anacronistico.
E' stupido.

Il Menestrello ha detto...

L'irrazionalità di simili pretese (quelle del family day) è alquanto preoccupante, perché lede la libertà dell'individuo e la sua evoluzione sociale. Purtroppo stanno facendo tanta confusione e per una volta che forse il governo cerca di tirare fuori una legge decente (non buona, almeno decente!), oltretutto

Massimo Citi ha detto...

@Consolata: sinceramente non avevo molta voglia di dire la mia in un caso simile. Troppa nausea per l'educata ipocrisia di chi cerca di fare una legge come si può senza rompere con i catto-dem e i senzadio della Legs e di FI che per semplici motivi di voti si oppongono a una legge pretesa dall'UE. E non faccio commenti sulla UE e sulla sua situazione. Oggi ho letto qualcosa che mi ha spinto a buttare giù alcune osservazioni sulla legge sulle coppie di fatto e più in generale sui c...oni e i babbei che sostengono ferocemente una struttura che credono di aver scelto. Per non parlare dalla infinita stupidità di chi si batte contro «il gender» senza nemmeno sapere che cos'è. Ne ho le scatole piene di tutto e tutti e tendo a esplodere facilmente. Contentissimo, comunque, che tu sottoscriva le mie poche righe.

Recenso ha detto...

Il matrimonio è un contratto, una transazione d'affari, quindi è giusto che chiunque possa usufruirne. L'amore finisce spesso in secondo piano, purtroppo. Basta ricordare che solo fino a qualche decade fa c'erano i matrimoni riparatori che obbligavano le donne a sposare i loro stupratori per non disonorare la famiglia... Le donne portavano la dote, e quando sono nata io al sud ancora c'era l'usanza, difatti mia mamma me ne ha preparato una, essenzialmente parure di lenzuoli (tutti matrimoniali) asciugamani e pure il vestiario per la prima notte di nozze. Mai usata.
Sono felicemente single, niente figli, a parte il gatto.
Sono allergica all'idea della coppia, del dover figliare per dimostrare di essere mature e inserite nella società, e non mi sono mai sentita meno donna per questo, anche se, come tanti single, ho ricevuto spesso "esortazioni".
Ricordo, per esempio, quando i parenti e gli amici, ai matrimoni altrui, mi chiedevano: "E tu, quando metti la testa a posto?"
C'è anche da dire che ho l'innamoramento difficile, o meglio, coltivo un concetto di famiglia allargata, ma capisco chi voglia codificare un legame specifico con una o più persone.

Massimo Citi ha detto...

@Orlando: per carità, non c'è problema. Sono convinto che il mio post sia tutto sommato riduttivo rispetto al dibattito in corso, ma d'altro canto sono certo di averlo, se non altro, affrontato da un punto di vista personale.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: stupido è la parola giusta per definire la gente come Adinolfi, Giovanardi o Gasparri, stupidi ma con la giusta dose di ipocrisia, tipica di chi difende lo scheletro di una famiglia immateriale e fuori dalla storia - e che non li riguarda personalmente - nel nome della commedia di una fede intesa nel senso più oscurantista. Tutto ciò ignorando le storie personali di milioni di persone, che possono o meno rientrare nella benedizione di una famiglia regolare, indipendentemente dalle loro intenzioni. Io sono sposato unicamente in comune, quindi vivo abitualmente nel peccato, e questo dopo una dozzina di anni vissuti come semplice coppia. Ci siamo sposati proprio perché i figli di coppie di fatto nel 1990 avrebbero avuto un sacco di noie. Adesso non ho certo voglia di fingere un divorzio, anche se, da un certo punto di vista, sarebbe appena appena giusto :-)

Massimo Citi ha detto...

@Menestrello: nessuna fiducia nell'essere umano, soltanto regole da accettare con bovina letizia e fatale rassegnazione. C'è chi dice che la morale cattolica impedisce all'umanità di sgozzarsi, stuprarsi, rapinarsi e derubarsi. Personalmente sono convinto che se finalmente accettassimo di avere soltanto questa vita avremmo molta più cura di noi stessi, degli altri, degli animali e delle cose.

Massimo Citi ha detto...

@Valeria: esiste una famiglia di affetti, che non ha bisogno di regole, e La Famiglia come atomo sociale. Ciò di cui stiamo discutendo è la seconda delle due. Io sono convinto che non abbia alcuna rilevanza civile il matrimonio in chiesa (o nella moschea, nel tempio, in sinagoga) e che sposarsi davanti a un sacerdote sia una personale fissazione, come portare un berretto a luglio o tenere le finestre aperte in febbraio. Con tutto ciò io non mi sogno di togliere il berretto a qualcuno né corro a chiudere le finestre del mio vicino di casa. In ultima analisi, comunque, esiste l'individuo che vive con se stesso, che sa accettarsi, che qualche volta si critica e qualche altra volta si apprezza. Una precondizione alla convivenza o a qualsiasi altro rapporto approfondito.
Ho un'idea delle "esortazioni" che qualcuno dispensa a chi vive solo e mi sembrano sottilmente insultanti. Ma d'altro canto per chi non sa immaginare un'altra vita l'empatia è un'utopia. Pardon per l'assonanza ;-)

Glò ha detto...

La storia della famiglia (come quella del matrimonio, per dire...) è uno di quei temi che solo gli storici, esseri noiosi e strani, conoscono. Come quella degli immigrati: presente i mongoli, barbari, visigoti in Marocco, Normanni fino al sud dell'italia, Arabi, Albanesi...??? Uff...
Conoscere la propria storia e le origini (proprie XD o di tutti?) è pericoloso, fa pensare, tende a far scomparire le differenze, il razzismo, le buie idee (che non chiamo medievali, erano assai più illuminate e giustificabili allora), le paure irrazionali... E mica vorremmo rendere tutti consapevoli e liberi, indi meno controllabili? Amen - ci sta bene no?
Unioni civili=diritto inalienabile a mio avviso.

Massimo Citi ha detto...

@Giò: conoscere la storia, anche a grandi linee, è una caratteristica essenziale per chiunque voglia un minimo ragionare sul presente. Ed è verissimo che a conoscere il passato - proprio e di altri popoli - si evitano razzismi, semplificazioni, intolleranze, luoghi comuni e altre pericolose banalità. Da piccolo - sui 10-11 anni - leggevo romanzi e saggi storici non per la scuola ma per semplicissima, benedetta curiosità. Forse, tra l'altro, per scoprire che altrove si era creato qualcosa di diverso dalla sacra famiglia, formata - ma questo l'ho scoperto dopo - da una fanciulla dodicenne, da un falegname quarantenne e da un bambino nato non si sa da chi. E seguito da un certo numero di fratelli. Questo è il modello di famiglia ideale per i cattolici? Va bene, nessun problema, ma lasciate che ognuno scelga ciò che preferisce, senza rompergli i cosiddetti. Molto giusto che nel medioevo erano probabilmente più intelligenti e aperti di tanti idioti che sopravvivono in questo mondo, con pochissime idee ma un iphone con tipa scosciata sul display e una grosso SUV pagato a rate che sputa corpuscolato. E il cerchio si chiude, non trovi?