Dallo scorso mercoledì sono - anzi siamo, contando anche mia moglie - qui in montagna, intorno ai 1300 metri d'altezza.
Non è la prima estate che passo quassù, anzi a essere sincero, dev'essere più o meno dal 1990 che vengo almeno una settimana o due qui a Montoso, frazione di Bagnolo Piemonte. Qui abbiamo condotto dal '93 in avanti la nostra unica figlia che, sorprendentemente, non appena ha avuto età, occasione e compagnia si è fiondata quassù a camminare tra le cave e i mirtilli, gli strapiombi e i lamponi.
Non avrei accettato scommesse in proposito.
Mia figlia ha avuto qualche difficoltà da bambina nel rapporto con gli altri villeggianti della sua età.
Nulla di che: soltanto qualche antipatia a pelle, dileggi più o meno evidenti, mormorii e commenti malevoli qualche volta dichiarati ad alta voce. Il tutto perché Morgana non è battezzata - né per la verità intende esserlo - ha la mamma ebrea, non va a messa la domenica e non sa a memoria le preghiere. Anzi, che non la sa nemmeno un po'.
A 8-9 anni non è il massimo della vita, ammettiamolo.
Eppure la passione per la montagna è stata più forte anche dell'idiozia di grandi e piccini. Mia figlia viene sù con il suo attuale "fidanzato" (tipo, compagno, amico: fate voi) cammina, gira, raccoglie frutta di bosco, prepara eccellenti marmellate. Nei suoi vagabondaggi cerca di spiare uccelli e altri vertebrati e esce persino quando piove, cosa che in montagna accade, ovviamente, con una certa frequenza.
La casetta di montagna, di proprietà dei nonni, è diventato negli ultimi anni, una sorta di allenamento per lei alla vita in comune, ossia a una vita more uxorio, come dicevano e probabilmente dicono e scrivono tuttora gli appuntati e i brigadieri.
Noi genitori, essendo due senzadio, un'appartente al popolo degli assassini del Salvatore più il suo livido complice, due ex-comunisti - e sull'ex non sono poi troppo sicuro - due radical-chic, due libertari panteisti e blasfemi, due disgraziati, due sciagurati, due... fate voi, non ci preoccupiamo minimamente della morale comune, con questo attirandoci, giustamente, la disapprovazione di alcuni tra i vicini di casa che deprecano - ma beninteso senza mai accennarne - la vita da fidanzatini di Peynet dei due giovani quando vengono quassù.
Siamo in provincia di Cuneo, per chi non fosse piemontese, ovvero nella piccola Vandea regionale. Una delle poche città dove l'UDC - l'UDC, santo Giobbe, - ha vinto le ultime lezioni locali.
Non sottovaluto la disapprovazione, comunque, non abbiamo visto per nulla qualche decina di film ambientati nella Bible Belt americana. La semplice, stupida antipatia, se condivisa può evolvere in un odio inatteso e assurdo. Evitiamo, perlomeno, di menare vanto per come siamo e come la pensiamo, limitandoci a una certa riservatezza, in fondo normale per due torinesi.
In ogni caso, in cuor nostro noi genitori - che saremmo tutto ciò che scrivevo prima e anche di più - ce ne freghiamo allegramente e salutiamo la popolazione temporanea del luogo. Dopo agosto saranno ben pochi quelli che verrann0 e il luogo ritornerà metaforicamente nostro.
Quando verremo sù, nei brevi giorni autunnali, noi e la montagna potremo tranquillamente ricominciare a darci del tu. E mia figlia, che ha trovato una propria lingua per comunicare, potrà fare altrettanto.
5 commenti:
Sto usando il tuo PC e non ho voglia di rientrare come me, quindi niente icona. Condivido fino all'ultima riga del post, anche se non riesco a immaginare come si possa imputare il deicidio a una agnostica... Ma gli umani riescono a fare questi funambolismi. La cosa che trovo davvero singolare è che, avendo noi mandato nostra figlia, da piccola, all'estate ragazzi locale, pomeridiana, gestita da giovani educatori cattolici (senza però farla fermare per la messa delle 18, tutte le sante sere) abbiamo intrattenuto rapporti cordiali (offerte e iscrizione alle attività e gite comprese) con questa propaggine oratoriale e con il prete che celebrava messa. Se capita ci salutiamo ancora adesso, com'è accaduto proprio questa mattina. Non è un po' buffo che gli addetti ai lavori siano più tolleranti dei locali "praticanti"?
Forse perchè gli addetti ai lavori sono spesso migliori della popolazione locale, magri sono a conoscenza dei pregi e difetti di tutti gli altri.
Sui "praticanti", la mia presonale teoria è che, non sempre ma spesso, si tratti solo di piccoli frustrati, magari ecco degli "addetti ai livori" e niente altro.
@Nick: bello "addetti ai livori". Rende bene la misura morale al di sotto della media di una parte della popolazione locale. C'è qualcosa di "francese" nella popolazione locale, di quel provincialismo tipico di certi romanzi di Simenon. Provincialismo che può anche significare però anche dedizione e sostegno, disponibilità e cura. Uno dei problemi di vivere in provincia è questo. Il brutto e il bello sono altrove, rispetto al vivere in città. La gente può spesso esasperarti e talvolta aiutarti, in maniera imprevista. Non riuscirei a sopravvivere qui, dove una conversazione sul tempo può prolungarsi per una mezz'ora. Ma non posso far a meno di interrogarmi in proposito.
Qualcuno lì per caso suona il banjo?
(Strumento rispettabilissimo, a scanso di equivoci!)
@Salomon: sinceramente ne dubito. C'è un po' di tanfo leghista ma nulla di più. Del clima da "Deep South" mancano giusto le cose migliori.
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