19.11.11

Stravaganze


Lo so, avevo promesso di riprendere i temi accennati nel corso dell'ultimo post, ma la vita scorre ugualmente al di qua e al di là dello schermo e sono sempre possibili i cambi di programma, le interruzioni, le esitazioni, le frenate e le inversioni. 
Qualche giorno fa, erano passati un paio di giorni al massimo dal post dedicato al rapporto con i lettori, quando in libreria, più o meno sul limite della chiusura, si è palesata una signora. Ben vestita, fresca di parrucchiere, sessant'anni portati con noncuranza. Mi scusi, mi scusi... riesce ancora a vendermi un libro? Annuisco, professionalmente cortese ma nulla di più. Siamo aperti più o meno nove ore al giorno per tre giorni la settimana (e otto ore gli altri tre) e siamo un po' nervosi sul problema dell'orario. 
Certo, mi dica. 

È che sono cooooosì incerta, avrei proprio bisogno di un consiglio.

Buonanotte, qui ne avrò perlomeno per una ventina di minuti. Scegliere il regalo e confezionarlo, magari madame è anche un tipo difficile... 

Riprende, garrula come un annuncio radiofonico: allora, cosa c'è di nuovo? Poi sorride meditabonda. E mi spiega.
La persona che deve ricevere il regalo è un forte lettore... in questo momento è malato, ma ho pensato che un libro sarebbe stato l'ideale... perché normalmente me la cavo con un buona bottiglia... La persona non è di sinistra, per carità... glielo dico così potrà orientarsi nella scelta... Come me, del resto... so che ha letto x, y, z, eta, theta, kappa, lambda, tizio, caio, sempronio, tale e talaltro... ha letto anche Saviano, anche se come me non condivide affatto le sue idee...
Lo so, viene voglia di chiedere: condivide quelle della camorra, allora? Ma siamo professionisti, si resiste e si sorride a una temperatura vicino alla temperatura di Saturno. Capisco, si mastica e si rimane lì, incappottati e tempestosi ad attendere che madame termini la sua tirata. 
 Avrei potuto prendergli una bottiglia, ma è proprietario di un ristorante... Così devo ripiegare su un libro...
Ripiegare su un libro. Il tipo di commento che mi sarei aspettato da un sottopiffero di Goebbels. Già, ma madame è di destra, tra una cosa e l'altra me l'ha già ripetuto tre o quattro volte. E io sono un commerciante, quindi tendenzialmente un destrorso, uno che non ha pazienza nei confronti dei poveretti e in fondo in fondo pensa che la camorra esista perchè la gente del sud non ha coraggio, anzi magari in fondo li ammira. 
Tiro fuori alcune novità. Volutamente ambiguo. C'è questo libro di Hertha Muller... Chi è?... Ah, soltanto un premio Nobel... non lo conoscevo... Oppure c'è l'ultimo libro di Orhan Pamuk... E chi è?... Come non lo conosce? Ah, guarda la combinazione è anche lui un premio Nobel... Ma c'è anche Christa Wolfe, come non la conosce? Un'importante autrice tedesca... ma dell'Est, forse non è adatta... Potremmo andare su Un fallimento del capitalismo, di Richard Posner, una nota personalità di destra americana, questa volta molto critico nei confronti del mondo degli affari americano... Oppure su...
Ha qualcosa della Maraini?

Lo trovo, commenta favorevolmente il fatto che è stampato in caratteri grandi - evidentemente il baluardo della destra italica dev'essere un po' miope - glielo vendo, sconto zero perché non hai la tessera da socio. E poi perché un pensiero di destra coerente dev'essere rispettoso del lavoro e dell'utile altrui. 
Se ne va dopo una ventina di minuti, mormorando qualcosa sul fatto che il libro è un po' poco e che una bottiglia... e custodendo nella borsa un'autrice da sempre presentata come poco meno rossa di Rosa Luxemburg.
...
Dubito che madame si riveda ancora - anche se non è affatto detto, le madame hanno sempre qualcosa di masochista - ma non sono particolarmente contento del lavoro fatto. Aver giocato sulla definizione di destra-sinistra e aver esibito la mia migliore preparazione non mi inorgoglisce. 
In fondo averle mostrato che prefissare uno schieramento politico per un autore, un saggio, un titolo è sostanzialmente idiota. 
E che la sua esibizione di cultura poteva facilmente essere smontata. 
E, infine, che presentarsi in libreria sperando di trovarvi gli autori già divisi secondo le opinioni politiche era piuttosto stravagante.
Madame, come tutti rischiamo costantemente di fare, ha in realtà filtrato i libri letti - pochi o tanti non importa - secondo la sua personale concezione del mondo, ritenendone soltanto ciò che veniva approvato dal suo superIo politicamente schierato. 
Ho avuto molti amici che ragionavano nello stesso modo. Che apprezzavano Marquez per il suo essere sudamericano come il golpe cileno e come lui decine e decine di autori, più o meno bravi, accomunati dalla convinzione palesata nel corso di incontri, presentazioni, dichiarazioni di credere anche loro nel sol dell'avvenir.
In realtà estrarre un significato schiettamente politico da un buon romanzo è un esercizio piuttosto assurdo. E schierare gli autori - Chesterton è di destra, Mark Twain è di sinistra - potrà avere un senso da un punto di vista storico ma non da un punto di vista letterario. 
Sarà la storia a definire la posizione di Celine e quella di Marquez. Ma non stupitevi di preferire il primo al secondo.



6 commenti:

cily ha detto...

Hai scritto questo post magnificamente!
Mentre lo leggevo vedevo tutta la scena e sghignazzavo davanti al PC come una matta.
ahhh sono stata vittima del tuo show don't tell! ;)

La tua amarissima conclusione però mi ha riportato alla dura realtà.
Pirandello è considerato uno scrittore di destra e a scuola mi hanno ammorbato con questa cosa, ma onestamente quando lo ho letto (e ho letto quasi tutta la sua produzione!) tutta 'sta destra non ce la ho trovata.
O meglio ci ho trovato anche tanta sinistra.
Io credo che questa mania di schedare gli scrittori destra e sinistra venga proprio dalla scuola, ma un conto è la vita di uno scrittore e un conto è quello che scrive.
In un'opera ricca e profonda probabilmente c'è molto di più che non lo schieramento. Specie quando poi parli di adesione ai regimi.

Mia mamma si lamenta ancora oggi di molti libri che non ha potuto leggere da studentessa nel 68 perchè erano mal visti e che ha letto poi.
Continua a dirmi che tutto quel fervore contro alcuni autori proprio non lo capisce ancora oggi.
Eppoi è amareggiata perchè molti libri che all'epoca avrebbe apprezzato perchè adatti a quel momento della vita, quando li ha letti successivamente avevano perso parte del fascino.

E' vero che ci sono libri che letti in alcuni momenti della vita sono fulminanti e letti dopo non fanno lo stesso effetto. Ne percepisci la portata ma è come se fossi troppe tappe avanti per lasciarti coinvolgere pienamente.

Io spesso prima leggo il libro eppoi cerco di capire chi è l'autore e difficilmente l'autore per quello che lui è mi influenza.
Ma del resto non leggo manco i libri di calciatori e vips, perchè non mi interessa chi scrive, ma cosa scrive!

Cily

Massimo Citi ha detto...

Oooops, ho scoperto di aver dimenticato parte della risposta al tuo precedente intervento. Mi rifaccio qui, se non ti dispiace. Allora, i libri "consigliati dai librai" sono nè più né meno libri sui quali i librai in oggetto ricevono un sovrasconto. Io conto troppo poco per entrare nel club. Comunque come Chico Marx dichiaro solennemente che non sono disposto a entrare in un club che accetta soci come me :)
...
Distinguere tra il proprio essere politico e il proprio gusto letterario è quasi impossibile. D'altro canto leggere è raccogliere esperienze altrui. Non puoi dire "questa è fascista / comunista / retriva / estremista". Devi conservarla (se genuina, ovviamente) e misurarti con essa. Altrimenti affermare la propria posizione politica è un esercizio sterile.

Lucrezia Simmons ha detto...

Commenterei con una canzone dei Modena City Ramblers la perfomance di Madame:

"Del resto mia cara, di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c'è più morale Contessa...".

Leggere per orientamentamento politico è riduttivo. E poi manca il confronto, ma forse certe persone è proprio questo che temono.
Che un libro diverso dalla loro mentalità secolarmente imbalsamata possain qualche modo destabilizzarli e costringerli a cambiare idea su qualcosa.

Massimo Citi ha detto...

Siamo in tanti, temo, a non voler cambiare punto di vista. Io faccio talvolta l'esercizio di riflettere sulle categorie che non mi sono familiari. Provo a immaginare di essere una madame innamorata di Berlusconi o un proletario che spera di poter partecipare al Grande Fratello. Ne ottengo, talvolta, qualche riflessione non poi così banale, anche se, sinceramente, non riesco a cambiare idea. C'è una differenza di atteggiamento - di delega, di cieca fiducia - che permea chi si schiera a destra che non riesco minimamente ad accettare...
La canzone che citi è in realtà il remake di una canzone del 1966 di Paolo Pietrangeli, canzone che mi ha accompagnato durante la mia gioventù. Ed è anche il principale motivo per il quale un pochino mi ci sono affezionato.

SteamDave ha detto...

Mi fa un po' ridere l'idea di entrare in una libreria e chiedere consigli sulla base dello schieramento politico.
A questo punto, dico io, i libri da leggere fatteli consigliare dal Partito, direttamente...

Io passo in libreria a dare un'occhiata alla divulgazione scientifica, ma prima mi faccio un'idea sulla sezione recensioni di Le Scienze...
Non so se il paragone regga.

Un libro per uno malato di destra...
No, nel senso di destra, e malato...
Ah, inutile - comunque la giri suona male.

Comunque ci leggo una terrificante insicurezza, come l'idea che decine, centinaia di feroci libri comunisti, arrivati di contrabbando su una bananiera cubana, si acquattino sugli scaffali, silenziosi e infidi, in attesa che una povera anima di destra allunghi la mano, zac!, per morderla ed infettarla col testo de "L'Internazionale"...
È paura, paura vera, quella dell'ignoto (come diceva HPL), quella alimentata da ciò che non si conosce, alimentata dall'ignoranza.
La stessa ignoranza che portava un vicino di tavolo, in pizzeria, anni addietro, a bollate The Economist come giornale comunista perché osava criticare il nostro Caballero.
Avvilentissimo.

Massimo Citi ha detto...

@SteamDave: avvilentissimo, sono d'accordo, ma anche diffuso. La cosa interessante - e forse allarmante - è che i lettori schierati a sinistra si scandalizzano delle scelte destroidi, ma poi scelgono sulla base di un decalogo non scritto. Leggere Mishima, Celine, Chesterton - tre autori che amo molto - o anche soltanto Aloysius Lafferty comporta brontolii, osservazioni incerte, sguardi perplessi.
Leggere è un altro campo. Non puoi misurare l'umidità dell'aria con un anemometro. Ma non importa. Siamo più sicuri se di qua c'è la dx e di là la sn. O il contrario.