... devo mantenere la parola data, ovvero rispondere ai due Liebster Award che mi sono stati mollati negli ultimi giorni.
E qui farò esattamente questo: risponderò alle domande ma non indicherò altri blog per non allungare inutilmente una catena che rischia di allungarsi troppo.
«Hai qualcosa contro il Liebster Award?».
No, no. Il problema, probabilmente del tutto personale, è che frequento sempre meno il mondo dei blogger.
Oddio, l'ho detto, e adesso?
Adesso niente, il problema è fatto da alcuni elementi che ne coinvolgono altri che ne tirano in ballo altri ancora.
Il numero dei blog è in calo, da qualche tempo in qua, inutile girarci intorno, come è in aumento l'età media dei blogger. È il calo il numero dei blog autodiretti, condotti da un individuo e non da un'associazione, un club, una fondazione, un caffè, un gruppo di fan di qualcosa o qualcuno o quello che preferite.
Non basta. Molti dei blogger ancora in pista si lamentano in pratica tutti i giorni della difficoltà di scrivere e della necessità di informarsi, prima di annotare anche poche righe. Tutti lamentano il poco tempo disponibile e il fatto che i blog a scarso traffico – io ho 52 follower, per dire, il che fa di me un poveretto – costano fatica e non rendono nulla.
Il risultato definitivo di questa situazione è che non pochi abbandonano il blog, in qualche caso passando su FB [*], in altri cessando di esistere da un punto di vista telematico.
Il che è, intuitivamente, un problema.
Il che è, intuitivamente, un problema.
C'è stato un tempo nel quale era possibile pensare che si sarebbe passati dal blog al giornalismo – e in qualche caso è accaduto – ma adesso temo non sia più così e che la porta sia, se non serrata, molto vicina alla chiusura. Il blog privato e personale rischia di essere sempre più un prodotto residuale, una inforiserva indiana dove è possibile in qualche caso incontrare i propri amici anche se non con la frequenza di quanto li si incontra su FB o altrove e rigorosamente, il più delle volte, non si parla di attualità, raramente si prende posizione su ciò che accade, non si dedica tempo a riflettere sullo stato delle cose e, men che meno, si prende vigorosamente posizione o partito.
Ovviamente parlo solo per impressione personale, il che può dare a chiunque dotato di qualche dato l'autorizzazione a deridermi [**]. In ogni caso conosco e apprezzo alcuni blogger che insistono, si danno da fare, recensiscono, intervistano, intervengono, commentano ma spesso lo fanno in solitudine o al massimo collaborando con altri blogger, ma non più di uno o due. È possibile, per dire, che nessuno abbia parlato delle prossime elezioni amministrative? Lo so, non ne ho parlato nemmeno io, anche perché parlare di Fassino rende tutto e tutti più tristi, ma sono stupito che le cose in Italia cambino con una velocità allarmante e dal mondo dei blog vengano solo mugugni o inviti a parlar d'altro.
Si viaggia in solitudine, direi, e questo ci rende tutti più deboli. Oltre che, fatalmente, vecchi. Restano soltanto le catene, ovvero, per citare, storpiandolo, Karl Marx: «ci restano soltanto le nostre catene», che cosa ne dite?.
Diciamo che ho gettato una pietra nel pozzo.
Vediamo che cosa accade.
...
Sarò in montagna fino a lunedì, per la cronaca, e quindi non sto a ripetere ciò che sapete già. Cercherò di rispondere, se gli dei della Rete mi aiutano, ma se non mi sentite non organizzate spedizioni di soccorso. Lunedì, puntuale come il boia di Londra, ritornerò al mio posto.
...
Ed ecco qui, finalmente, le risposte alle domande. Cominciamo dalla banda de La nostra libreria:
[*] FB è un social network curioso, che permette di allineare una quantità rimarchevole di idiozie ma anche qualcosa di pregevole. Il suo difetto è quello di non permettere interventi lunghi ma, essendo presenti con sufficiente continuità, permette di allineare qualche riflessione rapida e incisiva e qualche video interessante.
Si viaggia in solitudine, direi, e questo ci rende tutti più deboli. Oltre che, fatalmente, vecchi. Restano soltanto le catene, ovvero, per citare, storpiandolo, Karl Marx: «ci restano soltanto le nostre catene», che cosa ne dite?.
Diciamo che ho gettato una pietra nel pozzo.
Vediamo che cosa accade.
...
Sarò in montagna fino a lunedì, per la cronaca, e quindi non sto a ripetere ciò che sapete già. Cercherò di rispondere, se gli dei della Rete mi aiutano, ma se non mi sentite non organizzate spedizioni di soccorso. Lunedì, puntuale come il boia di Londra, ritornerò al mio posto.
...
Ed ecco qui, finalmente, le risposte alle domande. Cominciamo dalla banda de La nostra libreria:
1) cosa
vorresti simpaticamente "rubare" a la
nostra Libreria?
Lo stile vivace, allegro, assai poco dottorale delle vostre recensioni. Da coordinatore di LN-LibriNuovi prendo nota e imparo.
2) una
curiosità che non hai mai osato chiedere a 1 blogger a scelta?
(ovviamente vogliamo sapere il nome in questione!)
Domanda non facile, soprattutto tenendo conto che io sono curioso come una gazza e nel contempo patologicamente timido. Diciamo che chiederei al blogger di Obsidian Mirror dove va a pescare i temi, in genere curiosi e inconsueti dei suoi post.
3) una
citazione per te significativa tratta da un libro?
Da Morozov, Silicon Valley: i signori del silicio: «Parlare di tecnologia oggi significa appoggiare, senza nemmeno acorgersene, alcuni degli aspetti peggiori dell'ideologia neoliberista». Se volete maggiori chiarimenti comprate il libro.
4) consigli
per gli acquisti: qual è un buon rapporto XXX/prezzo quando fai
compere libresche? (specificare l'XXX :P)
Sinceramente non mi pongo il problema. So come gli editori stabiliscono il prezzo di un libro ed è molto raro trovare un prezzo inadeguato. In ogni caso se un libro mi piace sono disposto a sacrifici di ogni genere per possederlo. Se comincio a ragionare sul prezzo vuol dire che, in fondo, posso anche farne a meno. Esempio: Embassytown di China Mieville o Cime Abissali di Aleksandr Zinov'ev, acquistati senza nemmeno guardare il prezzo di copertina.
5) parliamo
dei generi come categorie convenzionali attribuite ai libri: sono un
aiuto o una limitazione?
Sono un maledetto inciampo. Per me esistono due categorie: i libri che voglio leggere e quelli che possono rimanere dove si trovano.
6) animazione:
perché viene molto spesso considerata adatta ad un pubblico molto
giovane?
Bisognerebbe fare una storia del cinema e dell'editoria per spiegare il perché. Diciamo che chi si scandalizza perché si vedono film come Persepolis dovrebbe ritornare alla prima elementare per manifesta immaturità. Senza passare dal via.
7) sulla
"solita" isola deserta: 1 libro, 1 disco, 1 cibo e 1 sogno
da realizzare a cui non rinunceresti?
Mi lascerei morire di fame, probabilmente, per non provare una noia sovrumana. Non mi bastano 1 libro eccetera. In alternativa mi darei all'osservazione dei pesci e cercherei di scrivere un libro sul tema. Per inciso, quello sarebbe il mio sogno da realizzare. Sul momento.
8) cosa
ti fa venire voglia di lanciare fuori dalla finestra il pc mentre
stai navigando?
Un articolo, un racconto, una poesia, qualsiasi cosa scritta per suscitare ammirazione per l'autore piuttosto che riflessione o empatia.
9) "dura
lex sed lex": che cosa ne pensi? Quale valore potrebbe avere la
massima di Socrate oggi?
Bisognerebbe cominciare col riflettere su quale legge, emanata da chi, sulla base di quale visione ecc. Non credo a leggi "naturali" né a un Dio che graziosamente dispensa a pochi individui la Legge. No, non credo di possa fare un discorso generale sull'argomento.
10) Quale
superpotere vorresti avere?
Quello di essere presente non visto. Non tanto per poter spiare i miei supposti nemici ma per poter stare tranquillo e in solitudine. Sono fatto così, abbiate pazienza.
11) cosa
vorresti ci fosse scritto sul tuo epitaffio?
Dimenticatemi pure, io non mi offendo.
passiamo alle domande di Derek Zoo, del blog Senzapre7ese.
1) Hai
mai letto un libro con avanti-veloce (TM)?
Certo, lo faccio spesso, nel caso ritorno indietro e rileggo.
2) Hai
vinto un viaggio sulla DeLorean: in quale epoca vorresti tornare?
Verso l'inizio del '700, quando erano in vita diversi tra i principali compositori classici.
3) C'è
qualcosa che fai nello stesso modo fin da quando eri bambino/a
(rifare il letto, la pettinatura, un rituale prima di andare a
dormire...)
Leggere, l'ho fatto da quando ero piccolo.
4) Una
cosa che hai giurato di fare da bambino e hai realizzato.
Vendere libri è accettabile?
5) Righe
o quadretti?
Pois no? Se proprio devo decidere direi comunque righe, avete presente come sta addosso una camicia a quadrettini?
6) Il
più bel concerto a cui hai assistito...
King Crimson nel '75. Lo so, lo so, sono paleolitico.
7) In
quale film vorresti andare a vivere?
Dersu Uzala di Akira Kurosawa. O Ran, sempre di Kurosawa, anche se in questo caso temo avrei vita breve.
8) Quale
personaggio famoso o storico vorresti che fosse il tuo migliore
amico?
Charles Darwin, senza alcun dubbio. Anche se fatalmente mi ritroverei a fare la parte di Thomas Huxley,
9) Una
brutta figura che a distanza di tempo, se ci pensi, ancora ti fa
vergognare.
Uhm, direi una volta che ho concesso la mia amicizia a un poveretto bersagliato dai compagni di classe perchè miope e poco sveglio, solo per potermi impadronire delle sue figurine. Il giorno dopo averle avute ho smesso di difenderlo. Dio, che vergogna. Ma facevo le elementari, ci tengo a dirlo.
10) C'è
un collega che proprio non sopporti perché...
C'era una collega che non sopportavo perché era una maledetta sotuttoio. Sapiente, noiosa, esibizionista ma anche pronta a chinarsi di fronte a qualcuno appena più potente. Ma era una povera, donna, tutto sommato. e l'ho perdonata.
11) Quella
volta in cui ero convinto di sapere di cosa si stava parlando. E
invece no...
Mi succede tuttora. Grazie a Dio parlo poco, a voce troppo bassa e in genere riesco a recuperare...
E con ciò ho finito.
E oggi pomeriggio parto.
A lunedì!
[*] FB è un social network curioso, che permette di allineare una quantità rimarchevole di idiozie ma anche qualcosa di pregevole. Il suo difetto è quello di non permettere interventi lunghi ma, essendo presenti con sufficiente continuità, permette di allineare qualche riflessione rapida e incisiva e qualche video interessante.
[**] Consigliabile la lettura del volume: The blog up, Storia sociale dei blog in Italia di Elisabetta Locatelli, Franco Angeli, 2014.
12 commenti:
Mi chiedo quanto ancora perdurerà questa piaga del Liebster...
"Si viaggia in solitudine e questo ci rende tutti più deboli". Direi che hai sintetizzato perfettamente il nostro essere ostinatamente dei blogger oggi, nel 2016. Non ci sono mezze misure, così come non ci sono più mezze stagioni (oddio, ho scritto davvero questa cosa... già sento distintamente Lapalisse che si sta ribaltando nella tomba). Il mondo di distingue ormai in irriducibili cinquantenni da una parte, illusi o disillusi che siano, e una moltitudine di smartphone-dipendenti che nel tempo in cui mi soffio il naso, riescono a inviare quattro tweet, otto like, dodici +1 e, già che hanno tre microsecondi che gli avanzano, a mostrare le chiappe su Periscope. Il blogger non ha tempo né voglia di stare dietro alle mode e, ti dirò, penso che faccia bene. E fanculo se qualcuno ci guarda come animali in via di estinzione. Un giorno qualche paleontologo troverà le nostre ossa, le confronterà con la batteria scarica di un aifon e ci darà ragione.
Quasi mi dimenticavo... i miei temi curiosi e inconsueti.. ma davvero sono curiosi e inconsueti? Oddio per me sono quasi la normalità... se mi guardo intorno in questo momento tutto parla lo stesso linguaggio del blog... quello sono io.
La premessa che fai in questo post è interessante: ogni volta che appare il Liebster (o chi per esso) la blogosfera pare agitarsi.
Per come la vedo io, si tratta di uno spreco di energie che sarebbe bene convogliare in modo costruttivo - che si decida di aderire o meno.
Perché a me il meme piace, non mi sento obbligata a partecipare, se non è il momento giusto spiego a chi mi ha scelto/nominato che non riesco ad adempiere ai "doveri", senza problemi.
Ora, io sono una sostenitrice del "scegli per te stesso", senza polemizzare, per cui mi stupisco abbastanza delle invettive che mi capita di leggere a proposito della questione: il meme è il Male, la catena :O, il lecchinaggio, se lo pratichi sei un perverito XD
Io me la rido, perché valuto chi afferma, il tono usato, il contesto in cui si fa outing, a volte di puro divertimento.
Ecco, mi piacerebbe che si pensasse al blog come a un'opportunità, per ciascuno.
Come si fa a giudicare chi è degno di essere blogger e impugnare la bandiera dell'orgoglio dell'indipendenza? Come si fa...
Sulla questione strettamente "politica", penso che non necessariamente parlando delle amministrative si possa comunque contribuire in questo senso. Non sto a spiegare le linee decise per il blog, ma posso dire che ci metto onestà in quel che faccio.
Passando alle tue risposte, ti ringrazio a nome del team ^_^
Ci hai fatto un complimento enorme *__* a proposito delle recensioni, sia perché detto da te ha un discreto peso eh :D sia perché l'intento nostro è proprio quello di non fare "recensioni", ciò che lasciamo agli esperti. Non sto ironizzando: penso che ci siano siti, blog e altri strumenti, in caso di necessità di recensione degna di questo nome.
Bella la risposta a proposito dei generi (già lo dichiarato altrove, ma mi piacerebbe scrivere un post sull'argomento)!
I punti 10 e 11 son mitici e li sento anche un po' miei XD
Buona montagna e a rileggerci presto ^_^
Caro Max, sulla questione blog: penso che il blog abbia ancora qualcosa da dare. Certo le porte si sono chiuse, non ci sono più quelle possibilità (e quella visibilità) che lo strumento dava fino a pochi anni fa. Ci sono anche molti blogger che non fanno altro che lamentarsi (spesso a sproposito) ed è anche vero che i social stanno togliendo spazio, però io credo (e spero e mi auguro)che si sia ancora tanto da fare e che come strumento di comunicazione sia tuttora valido.
Intendiamoci, non si è parlato molto di cose come la campagna elettorale probabilmente è perché ognuno di noi è ormai talmente stufo di promesse non mantenute. parolai, voltagabbana e poi parliamoci chiaro: è l'eredità del ventennio berlusconiano e ci vorrà tanta ma tanta pazienza nonché il doppio dell'impegno per ricostruire le macerie.
Un abbraccio e buona vacanza.
Caro Massimo,
come sempre lanci stimoli interessanti che io posso vedere e leggere (e conseguentemente rifletterci su) perché ti leggo QUI, su QUESTO TUO BLOG.
Francamente, non mi frega nulla di fb o di altri "social", ci sono stato, li ho frequentati, ci ho perso ore preziose di vita, non ne ho ricavato NULLA, e non perché il mondo è crudele o perché sono tutti piciu tranne me, ma perché i "social" sono fatti e strutturati per altro che non sia lo scalmio, l'informazione, la condivisione, lo stimolo a pensare.
Sono anch'io un vecchio, certo, e allora? Devo far finta di essere altro da quello che sono? Perché? Mi piacciono i blog, alcuni dei quali hanno decine e decine di "follower" altri ne hanno 56: e dunque? I numeri fanno la qualità? Cambiano qualcosa? E discutere della amministrative cambierebbe qualcosa?
Invece cambia qualcosa - realmente - nella MIA vita leggendo i blog, il tuo, quello di Obsidian Mirror, quello di Nick Parisi, quello di Glò, di Marco Lazzara, di ...
Ci passo i pomeriggi, alle volte, sui blog e non è MAI tempo sprecato perché IMPARO COSE, faccio nuove letture e soprattutto nuovi pensieri.
Hai voglia! Avercene! Evviva i blog, ma per tutta la vita!!!
Ti abbraccio (virtualmente, sono timido anch'io) me perdonami la veemenza, ma è perché quanto hai scritto mi ha smosso cose dentro. E ciò è SEMPRE positivo.
Orlando
p.s. non posso nemmeno parlare di politica - men che meno delle amministrative in una città governata da uno come fassino! - perché, e non sto scherzando, se dicessi veramente cosa penso, commetterei una dozzina di reati...
@Marco Lazzara: in fondo liebster award è un modo di parlare di se stessi senza dar troppo nell'occhio. E dare la possibilità di farlo ad altri. Può essere considerato una jattura se è troppo frequente. Detto di passata: mi ha fatto piacere incontrarti lo scorso sabato e mi dispiace di essere in apparenza fuggito, ma in realtà sono stato cooptato - come hai visto. Spero avremo altre occasioni per incontrarci.
@Obsidian: bella immagine, la tua. Posso dire di essere d'accordo con te, anche se mi viene spontaneo chiedermi se i social-giovinotti abbiano poi tutti i torti. In fondo, e sto parlando da avvocato del diavolo, che cosa abbiamo poi ottenuto noialtri vecchiardi con i nostri blog? Abbiamo fermato B. o messo in difficoltà R.? Abbiamo affermato qualcosa di diverso dalla nostra nuda individualità, più o meno infiorettata per l'occasione? So per esperienza personale (di mia figlia) che i social hanno (anche) una funzione di coordinamento per i giovani e so che loro non cercano di ottenere dai social nulla di più di ciò che può dargli. Non si tratta di un modo diverso di mettersi in mostra? Io so di essere un Narciso come i miei coetanei e di questo me ne vergogno, ma se i giovani non se ne vergognassero affatto? Se fosse bello, per loro, mettersi disperatamente in vista? Ecco, sottolinerei con cautela questo "disperatamente" perché temo sia un modo per comprendere in tempo nel quale viviamo, giovani e meno giovani. Con tutto ciò, viva i blog e i blogger, fino all'ultima riga.
@Giò: commentare un blog che spesso e volentieri parla di libri è appcena normale, per me. Non vorrei correre il rischio di ripetermi ma esiste un modo particolare per accostarsi ai libri, un misto di umiltà e di impegno, uno sguardo acuto ma talvolta pietoso - fa un po' ridere ma non trovo altro modo per definirlo. La combinazione di questi elementi permette di parlare di libri dignitosamente, non dico da recensori professionisti (categoria che esiste - se esiste - soltanto con migliaia di libri letti alle spalle) ma da onesti lettori, ciò che un altro lettore spera di incontrare. Quanto al discorso sui liebster award non ripeterò ciò che ho scritto a Marco Lazzara: un po' di autopromozione può far bene e divertire il lettore casuale. Sempre se si risponde con un 70-80% di sincerità *_*
N.B.: una percentuale più alta puà essere letale, come un'atmosfera di puro ossigeno.
@Nick: è vero, i blog hanno dato molto all'infosfera e al momento mi sembrano quantomeno disorientati. I blogger sono stati attivissimi in altri tempi,sia pure recenti, ma in Italia ho la sensazione non sono mai saliti alla ribalta, soffocati o nascosti dalla troppa comunicazione trash nata per un pubblico essenzialmente semianalfabeta. È un runore di fondo che ci accompagna da anni e che credo abbia impedito l'affermazione di blogger davvero valorosi, intelligenti e sempre aggiornati. D'altro canto, se pensi a come vengono composti e organizzati gli articoli e i giornali contemporanei - un'infelice combinazione di meschina disponibilità verso la proprietà, di clientelismo e di autocratica sicumera -, capisci perché non ci sia stato posto per molti blogger, soprattutto indipendenti.
Noi coninueremo, ovviamente, convinti che qualcuno, giunto sulle nostre pagine, veda la differenza e sperando che le lamentazioni non superino il livello di guardia. Ci vuole più che coraggio, testardaggine, ma noi siamo qui per questo.
@Orlando: stasera non riesco a rispondere al tuo intervento, ma domani ti rispondo, giurin giuretta.
@Orlando: eccomi qua, come promesso. Ho riletto il tuo intervento e onestamente non posso commentarlo se non dandoti, in linea di massima, ragione. È vero, la lettura dei blog può essere spesso realmente preziosa, in qualche caso insostituibile. Non sarei così tranchant nei confronti dei social network, se non altro per motivi di rapidità e tempestività dell'informazione, anche se ammetto che non pochi degli utenti di FB spesso si fanno prendere la mano dal medium (o dalla propria ignoranza) e credono agli alieni nascosti tra noi, ai fantasmi della porta accanto o, peggio, ai gatti massacrati dagli immigrati. Il lato positivo dei social network è spesso anche il suo lato oscuro e credo tu abbia ragione quando fai notare che frequentarli può essere pericoloso, se non altro per il tempo sprecato a inseguire una polemica o una discussione, già sapendo che a mezzo FB non è possibile giungere ad alcuna conclusione ragionevole. In ogni caso io ho intenzione di continuare a scrivere qui, anche se - onestamente - spesso mi chiedo che diavolo trovino i miei lettori nelle mie lunghe e discutibili tirate. Ma confido ogni volta che qualcuno me lo spieghi. In ogni caso ricambio molto volentieri l'abbraccio e a rileggerci presto.
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