Dopo un piacevole e inaspettato soggiorno nell'antica foresteria dei Gu'hijirr bruni, Kwister, Usif-Lizhi e gli altri giungono fino a Ulfa, ma una brutta sorpresa li attende. |
Un raffinato gioco di contrappesi permette di far scorrere nello stesso modo anche le finestre. La luce pallida del tramonto illumina un vasto ambiente circolare, vuoto e pulito. Lungo un segmento della circonferenza c'è un ampio caminetto e nel centro della sala una scala conduce al piano superiore.
–
Non male, non male davvero. – Commenta Harvaiun, tuttora
eccitatissimo per aver indovinato il segreto dei Bruni.
–
Cristallo. Vero cristallo. – Noro Eban accarezza con la punta
delle dita le finestre del loro asilo. – Anche a Dancemarare non
saranno più di una trentina i palazzi che hanno veri cristalli alle
finestre.
–
Invece i bruni lo usavano anche per il semplice rifugio di una
piccola guarnigione. Impressionante. Dovevano essere immensamente
ricchi e potenti. – Aggiunge Jay Wediliun
–
E tutti questi meccanismi? Se pensi che il re dei Gu'Hijirr va fiero
solo per aver fatto mettere una cerniera girevole al basamento del
suo trono, c'è proprio da ridere. Qui tutti i nostri artigiani
avrebbero moltissimo da imparare.
–
… e noi un sacco di soldi da fare.
–
Proprio vero.
–
Dobbiamo riuscire a tornarci.
–
Piacerebbe a tutti tornarci. Se non altro perché sarebbe la prova
che in un futuro più o meno vicino saremo ancora vivi.
–
Hai ragione, Kirzil. Sarà meglio rimandare questi progetti.
–
Già. Forse è il caso di accendere il fuoco.
–
E cucinare qualcosa.
Liberare
il tiraggio si rivela più facile del previsto e ben presto un
allegro fuoco illumina e scalda la stanza. All'esterno la tempesta è
ripresa, ma il vento e la pioggia battono inutilmente i vetri del
rifugio.
–
Coraggio! Fuori il cielo è lucido e azzurro come uno specchio e il
sole è caldo come il bacio di una donna innamorata. Muovetevi,
sbrigatevi!
Una
serie di grugniti e di imprecazioni accoglie l'ottimo umore di Kirzil
Pennarossa e la luce del giorno che scivola nella stanza dalle
finestre aperte dal gu'hijirr.
–
Su, belli. Ulfa la bella ci aspetta, con le sue focacce calde alle
olive e le sue femmine stanche dei mariti.
–
Perché sono stanche dei mariti?
Una
risata sottolinea l'imbarazzo di Kirzil, che ha dimenticato la
presenza tra loro di Moridee. La bambina spunta con il naso dalla
coperta e accanto a lei, seduto a gambe incrociate, Usif-Lizhi
sorride maliziosamente. – Allora, Kirzil dei Mappin, perché mai le
donne di Ulfa sono stanche dei loro mariti? Spiegalo a Moridee.
–
Perché i loro mariti sono sempre in giro sul Drew – A togliere
d'impaccio il gu'hijirr interviene Mahaderill. La sua voce morbida e
profonda risuona nella stanza come una carezza e per un attimo tutti
provano la medesima sensazione di abbandono e di pace di un bambino
risvegliato dalla madre. – Non si fermano mai abbastanza a casa. –
Continua la gwellyniuin – Non le guardano e non le baciano. Così
sono stufe di loro.
–
E Kirzil e gli altri vogliono baciarle?
–
Certo. Così si sentiranno meno sole.
–
Bello. – Moridee scivola completamente fuori dalla coperta e fissa
bene in volto il gu'hijirr. Sorride divertita. – Devi proprio
essere buono, Kirzil. E anche gli altri.
–
Già… – Il gu'hijirr scuote la testa e le restituisce un mezzo
sorriso perplesso. "Chissà se è giusto educare una bambina a
questo modo"
Si
lasciano alle spalle il Ghy-dunand accompagnati da un vento
fresco e profumato, dopo una colazione a base di biscotti secchi e
tisana al tiglio. La strada si incurva leggermente verso il basso,
procedendo sul fianco dei monti. Sotto di loro il corso del Drew
scivola argenteo e silenzioso, più lontano, oltre i Colli Grigi, il
Deserto Scheggiato riflette la luce del sole come una gigantesca
lastra di vetro adagiata sull'orizzonte.
–
Bello spettacolo, non è vero?
–
Devo ringraziare questo mantello magico se posso godere di queste
meraviglie. Eppure voi, Duca, forse non sapete quanto possa essere
bello il mondo illuminato dalla luce della luna, visto dalla schiena
di un ippogrifo. Gli ippogrifi possono salire fin dove l'aria è
tanto sottile e fredda che le loro grandi ali trovano appena
sostegno.
–
Fino a toccare la luna?
–
Così dicevano i poeti.
"Oyster
il bello raccolse la luna
in
seno la nascose e volò
fin
sulla schiena della nube più alta
al
centro del cielo la depositò
perché
le onde rabbiose dell'oceano
non
potessero più rapirla al mondo."
–
Questo è il Tempo Elisyum, non è vero? Il poema dei Notturni.
–
Sì. È la traduzione fatta dal bardo Bylitisan-drai per i Re della
Casa degli Odo di Dancemarare. Oyster è un nome che molti delle
terre d'Occidente conoscono.
–
In realtà la luna è un altro mondo, separato dal nostro da un
oceano di vuoto. Così almeno mi hanno insegnato nella mia Marrak. E
nessun ippogrifo o altra creatura volante potrà mai raggiungerla. Ma
si dice anche che i Notturni provengano proprio dalla luna. E che il
desiderio che provano per lei nasca dalla nostalgia.
–
Conosco questa leggenda. Bella, come molte leggende, ma altrettanto
assurda. E il sole?
–
È ancora più lontano, fortunatamente. Le sorti del nostro mondo vi
sono unite ed esso vortica come una pietra in una frombola, attorno
alla mano che la regge. E grazie al cielo si tratta di una mano
instancabile.
–
Questo lo lessi anch'io nei libri della mia famiglia. Dufigh il Nero
vi aggiungeva che il mondo si avvicina e si allontana al sole e a
questo si debbono le stagioni. Ma in questo era contraddetto da Gayun
il sottile che invece sosteneva che il mondo fosse rotondo come
un'arancia e inclinato. Le terre più lontane dalla sua luce sono le
più fredde e le stagioni sarebbero dovute al variare
dell'inclinazione del mondo nel corso del suo viaggio intorno al
sole.
–
Ingegnoso. E quale ipotesi prevalse?
–
Dufigh il Nero proveniva da una famiglia più in vista. E così nei
nostri libri la sua tesi ha più spazio. Ma ciascuna rocca fa per sé.
Nella mia la tesi di Gayun era preferita. Anche perché esistono
altri mondi che, come il nostro, ruotano intorno al sole. E il mondo
d'argento, per esempio, Urìa, si mostra periodicamente incompleta,
come se un altro mondo gli facesse ombra.
–
In questo la vostra famiglia sembra contraddire i vostri grandi
viaggiatori, che sostengono di essere giunti al limite del mondo e
aver visto le acque dell'oceano circolare, il mare obliquo, che
cadono oltre l'Orlo e, grazie alla capillarità, ritornano al centro
del mondo, alla Sorgente Ultima, a formare il grande ciclo
dell'Acqua.
–
I nostri grandi navigatori talvolta non si sono mai mossi dalle loro
rocche. Ma erano ottimi narratori.
Il
duca Kwister ride. – Siete un eccellente conversatore, cavaliere
Usif-Lizhi, anche se non mi pare abbiate sufficiente rispetto per le
vostre tradizioni.
–
Le tradizioni ci stanno uccidendo. Siamo un popolo tanto colto e
scrupoloso nel rispettare gli usi degli antenati che nessuno riesce
più neppure a soffiarsi il naso senza aver consultato una dozzina di
antichi libri. – Una punta di rabbia è penetrata nella voce del
notturno, che ha distolto lo sguardo dalla strada e fissa l'aria
davanti a sè. – Abbiamo paura di ciò che deve venire, paura delle
nuove vite, terrore dell'infanzia. La nostra ansia per la fine che si
avvicina è tale da volerla anticipare, rifiutando di dare vita a
figli e nipoti. E il nostro popolo ha ormai una mente vecchia,
timorosa, pavida.
Educatamente
Kwister preferisce tacere. Le riflessioni di quello strano notturno
risvegliano in lui l'ansia per la sua missione. A muoverlo è una
semplice profezia, versi e parole che da anni nelle marrak tutti si
ripetono abbassando la voce. "Da dove vengono venti tanto
forti da scuotere Ruthen e Lö?". E mentre Enklu ha
attraversato le coste d'occidente, fino a Prospera,
l'Isola-Continente, altri Lupi-Drago hanno percorso Uhbarr o le terre
Asciutte oltre Klezmer, Lidele e Odeser, gli ultimi castelli di
Bartsodesch, il suo compito è attraversare il sud e l'est per
trovare finalmente il nemico che da anni i Lupi-Drago attendono.
«Il
nostro nemico sta nella cinta di Dancemarare, e come un titanico
ragno assassino tesse la sua tela tra Urag, le Porte d'Oriente e il
Drew, ormai lo sappiamo. Ma anche qui, in queste terre lontane, vi è
modo di combattere contro Konstantin, ferirlo, spezzare i suoi fili e
i suoi nodi».
–
Fumo. Lo vedete? – Usimbal, il secondo della Goren indica un punto
oltre una cresta.
–
Oltre quella cresta c'è Ulfa. Circondata dai monti, abbracciata dal
fiume, come dicono a Farsoll. – Oakin fa un cenno a due suoi
marinai. – Precedeteci. Arrivate alla cresta e guardate cosa
accade.
I
due marinai accellerano il passo e ben presto scompaiono oltre l'orlo
della strada in salita.
–
Ulfa è dunque terra gu'hijirr? – Chiede Enklu.
–
Un'antica alleanza unisce la Lega delle Chiuse al regno
dell'Estuario. – Conferma Oakin, stranamente solenne. – Dovere
di ogni suddito del nostro re ("chiunque egli sia in questo
momento" sussurra Usimbal)… del nostro re, dicevo, è
difenderne le città della Lega come difenderebbero la cinta di
Farsoll.
–
I Semurgh?
–
È probabile. Hanno già preso Villa Lou. Uxsiel Flynnen è deserta
come una tomba e se cade Ulfa per la Lega non vi saranno più
speranze.
Non
è passata più di un'ora che i due gu'hijirr ricompaiono correndo.
–
I Semurgh. – Dice il primo di loro. – Hanno circondato Ulfa e
hanno grandi macchine da guerra.
–
Sono ovunque come formiche e le loro tende affollano i fianchi dei
monti come funghi. – Continua il secondo.
–
Vi sono anche le tende di cuoio degli Uhban e gli stendardi di
Tedeki. – Termina il primo.
–
Vi sono segni di resistenza sulle mura della città? – Chiede il
Duca Kwister.
Il
primo gu'hijirr annuisce. – Gli spalti sono sorvegliati e recano i
colori di Ulfa.
–
Bisogna andare a salvarli!
La
frase di Kirzil, solitamente assai poco guerresco, li prende di
sorpresa.
–
E come faremo, Kirzil dei Mappin? Siamo appena una trentina. E i
nostri nemici sono migliaia. – Risponde per tutti Noro Heban.
–
Abbiamo i nostri mezzi, non è vero Oakin?
Il
vecchio marinaio sospira e si stringe nelle spalle. – Sì. Ma
bisogna ugualmente studiarsela bene.
2 commenti:
Sempre presente! Suggerirei anche -per chi magari si affaccia adesso- un piccolo post di riassunto di quanto avvenuto in precedenza.
Nick: mi fa molto piacere di non averti ancora perso per la strada... In quanto al riassunto ci penso, magari faccio un post di solo riassunto (che comunque temo non sarà troppo breve...), tenendo comunque conto che questa prima parte terminerà tra quattro o cinque puntate. Grazie della fedeltà e a presto.
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