Davanti alle mura di Ulfa, Kwister e i suoi amici si chiedono come potranno mai liberarla dalle migliaia di assedianti. Ma Oakin ha portato con sé un tipo di arma sconosciuto ai nemici. |
– Da dove arriveranno mai, le macchine da guerra? I Semurgh sono sempre stati così rissosi che da soli non avrebbero mai inventato nemmeno il cucchiaio. – Jay Wediliun, acquattato nell'erba alta, parla a voce bassissima, lanciando frequenti occhiate intorno.
–
Non è difficile immaginarlo. Arriveranno da dove sono arrivate le
frecce di Jeghu Eshida. Direttamente dai magazzini reali di
Dancemarare. Se penso che quell'imbecille di Nyby Ornoll ha mandato i
figli delle migliori famiglie del regno a morire per i Cancelli
d'Occidente… mentre quelli ci cucinavano questo bel piattino.
–
Piano, Oakin, ci sentiranno.
–
Ma se riesco a ritornare a Farsoll…
–
Fai silenzio, vecchio rospo. I Semurgh possono essere ovunque. Anche
dietro la tua coda.
Il
comandante della Goren resiste alla tentazione di voltarsi per non
dare soddisfazione a Kirzil e scruta ostentatamente il dosso della
collina che scende dolcemente verso la città. – Vedete le mura?
Come sono scure, profonde e inclinate? Sono molto antiche: Ulfa è da
anni e anni la capitale della Lega delle Chiuse ed ha già dovuto
affrontare molti assedi. L'abitano uomini e gu'hijirr che vivono in
pace e buon accordo, dediti ai propri commerci e alle proprie
faccende. Solo da poco tempo si sono uditi profeti e arcimaghi che
predicavano la superiorità della gente nuova. Così almeno mi hanno
detto negli ultimi viaggi. Adesso comprendo chi li inviava e pagava i
loro sporchi uffici.
–
Come pensi di agire, Oakin? Quali armi formidabili ci nascondi? –
Chiede il Barone Enklu.
–
Nulla di nuovo. – Replica asciutto il gu'hijirr.
–
Ma non avrete potuto portare la granatiera fin qui…
–
La granatiera no, ma le granate sì. I miei marinai ne portano cinque
ognuno. Si spargeranno lungo il declivio a nord, uno ogni cinquanta
passi. Quando Usimbal lancerà la prima… là, la vedete barone
quella grande tenda color mostarda? Lì sicuramente sta l'Anansi di
Tedeki… quando questo avverrà gli altri marinai saranno pronti a
lanciare le proprie proprio nel mezzo delle milizie assedianti. Poi,
mi auguro che gli Ulfani siano pronti ad approfittarne.
–
Ci sarà poco lavoro per le spade, ma sicuramente è meglio così. –
Osserva il barone.
Oakin
sorride. – Non siatene certo. Quando Uhban, Semurgh e Tedeki
cominceranno a correre verso le cime della Corona ci passeranno molto
vicini. E noi potremo contribuire ad aumentare il caos.
–
E se da Ulfa non arrivasse nessun aiuto? – Chiede Harvaiun.
Oakin
sbuffa. – E se invece dei piedi avessi un paio di pinne?
Cammineresti male, non trovi? Se sarà così improvviseremo qualcosa,
ci penseremo al momento. Adesso silenzio.
Kwister
appiattito al suolo – posizione che, nonostante la necessità,
trova assai poco dignitosa – attende che gli giunga all'orecchio il
suono della prima delle esplosioni. Ha già udito il formidabile
fragore della granatiera della Goren, ma in quell'occasione il rumore
era arrivato imprevisto e quindi non l'aveva scosso più di tanto. Ma
questa volta l'attesa lo rende nervoso, molto più che nelle
precedenti attese di battaglia.
Accanto
a lui Usif-Lizhi solleva a intervalli regolari la testa sopra il
livello dell'erba, ma quanto al resto sembra tranquillo come
l'invitato a un matrimonio.
–
Chissà che disturbo sarà per voi il rumore delle granate, Marr
Usif-Lizhi. Mi dicono abbiate orecchie molto delicate.
Il
notturno per guardare il massiccio Lupo-drago non solleva la testa,
ma si appoggia su un fianco. – Non posso negarlo. Ma tutto è
preferibile a quest'attesa.
–
Non posso darvi torto. Chissà quando verrà il segnale dell'attacco.
–
Da qui i nemici si distinguono agevolmente. I mantelli rosso scuro
dei Tedeki. Dicono che vengono tinti con il sangue dei loro nemici.
–
Sangue di porco e sterco secco. Infatti puzzano. – Mormora a mezza
voce il Duca.
–
… E gli elmi con il puntale degli Uhban, con il quale si lanciano a
testa bassa contro i nemici…
–
Come stupidi montoni…
–
… e gli scudi alti di cuoio e legno dei Semurgh, che portano legati
sulla schiena.
–
Per gente abituata ad accoltellarsi alle spalle è certamente il
posto migliore per portare uno scudo.
–
Vedo che non avete molta considerazione per i nostri nemici, Duca.
–
Idioti superbi e vigliacchi. Si sentono forti perché sono tanti, ma
non si amano e se Ulfa dovesse cadere finirebbero per massacrarsi tra
loro per il bottino. Non sono un esercito ma solo una grossa banda di
tagliagole. Al primo spavento scapperanno come lepri. Quando i
Notturni dominavano il Kie non avevano neppure il coraggio di
mettere il naso fuori dalle loro tane.
–
Già. Ma ora la mia gente non si interessa più di quanto avviene nel
mondo. E comunque devono essere molto abili gli emissari di
Dancemarare a riunire in un'unica armata popoli tra loro rivali.
–
È ciò che la Lega delle Chiuse ha sempre temuto. Semurgh da Nord,
Uhban da Sud e Tedeki da Est. Deve essere costata molto denaro questa
alleanza. Speriamo che siano denari sprecati.
–
In fondo siamo qui per que…
Il
fragore della prima granata arriva molto più smorzato di quanto si
attendessero. Una fontana di terra, erba, fumo e fuoco sorge
improvvisa davanti a loro, dove fino a un istante prima sorgeva la
tenda dell'Anansi.
Al
segnale di Usimbal è la volta degli altri marinai della Goren di
lanciare le proprie granate. Si alzano in piedi, mulinano la frombola
e con un movimento secco, elegante lasciano partire piccoli oggetto
neri e opachi che superano d'un fiato la distanza che li separa
dall'accampamento degli invasori.
Kwister
e Usif-Lizhi nascondono il capo nell'erba quando la granata giunge al
suolo per risollevarlo un istante dopo, a controllare l'effetto
dell'esplosione.
Terminata
la prima serie di lanci i gu'hjirr attendono che il fumo si sia
sollevato per riprendere il tiro. Dalla nebbia grigia che avvolge le
prime tende dell'accampamento vengono urla e i nitriti terrorizzati
dei cavalli.
–
… povere bestie. – Mormora distintamente Oakin e dà a Usimbal,
ancora in piedi, il segnale per il secondo lancio.
Come
in un'innocua esercitazione le granate esplodono l'una accanto
all'altra. Il terreno brontola e l'aria ha un odore secco e pungente.
–
Ussai, Farsoll! – Gridano insieme i marinai gu'hijirr,
sollevando le frombole.
–
Le porte di Ulfa… guardate! – Sibila Harvaiun quando anche il
fumo della seconda serie di esplosioni si è sollevato.
Le
massicce porte di bronzo della città scivolano lentamente sui
cardini. Nell'ombra una fila di lancieri nella livrea azzurra e viola
della Lega delle Chiuse abbassa le lance ed esce sulla spianata al
piccolo trotto. Un silenzio innaturale domina la scena. Anche gli
invasori, paralizzati, assistono alla manovra dei temibili lancieri
Hymn come spettatori di una parata. Gli Hymn sono stati i loro nemici
per decenni e i loro colori significano morte in tutte le terre del
Kie.
Quando
il terreno rimbomba del rumore degli zoccoli dei cavalli, Usimbal
urla con tutto il fiato che ha in corpo: – Adesso! Tirate! Ussai
Farsoll!
Una
lunga fila di fiori di fuoco e fumo si accende tra i Semurgh, gli
Uhban e i Tedeki.
Nella
piana i lancieri si allargano in tre lunghe file che travolgono i
pochi guerrieri che hanno vinto il terrore delle granate per andare
ad affrontare gli Hymn. Alle loro spalle vengono correndo i piccardi
e gli arcieri di Ulfa, a terminare l'opera.
Ben
presto gli invasori abbandonano ogni parvenza di resistenza
organizzata, abbandonano le macchine d'assedio, travolgono i propri
ufficiali, gettano le armi e corrono disordinatamente verso la cima
delle montagne.
Usimbal
attende che il primo gruppo di tedeki in fuga sia a un centinaio di
metri per lanciare la quarta serie di granate.
–
Adesso! È il nostro momento!
Il
Duca Kwister non attende neppure che il fumo si sia diradato per
gettarsi giù dalla discesa, incontro ai nemici.
–
Attendete Duca Kwister! Ancora un lancio… – Grida inutilmente
Usif-Lizhi, ma il Lupo-drago nemmeno lo sente. Al notturno non resta
che alzarsi in piedi, snudare la egyri e seguirlo.
Se
la vista del massiccio Lupo-drago che scende rapidamente l'erta
mulinando la lunga spada aumenta il loro panico, vedere correre a
pochi passi da lui un uomo-di-luna incurante della luce del giorno,
con gli occhi accesi come lanterne e la grande spada ricurva che si
accende di riflessi dolorosi, li getta definitivamente nel terrore.
2 commenti:
Caro Max,un abbraccio virtuale in questi momenti strani per l'Italia e per tutti noi.
@Nick: ricambio con affetto. Teniamo duro fino alla fine!
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