Maldanea e Teardraet sono tornati a Casa Wessiun per condurre l'assedio al re deposto, Horr Vamaiun. Con loro ci sono i Syerdwin grigio-neri e i lupi-drago. La gente antica si prepara alla battaglia. |
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– Ho
visto le bandiere mentre arrivavo. Niente più bianco e vermiglio, ma
solo il grigio e nero di Teardraet e l'oro-viola di Casa Wessiun.
– Ho legato la nostra sorte a quella del vostro consorte, Maldanea.
Spero che gli antenati mi abbiano ben consigliato.
La
giovane Syerdwin si volta a guardare dall'altissima finestra della
Sala delle Acque le strade lucide di pioggia. Quanto tempo è passato
dalla furiosa discussione con il primo ministro del Re Horr Vamaiun e
la richiesta di matrimonio del Conte-Mago Teardraet? Essere
ritornata nella propria rocca non ha mitigato le sue emozioni: la
malinconia ed il senso di penosa insofferenza che ogni evento, anche
il più banale, è capace di risvegliare in lei. Il viaggio sulla più
grande nave della flotta del Conte-Mago, la "Yinnavaud", un
alto vascello a tre ponti con un equipaggio di duecento marinai e
cento soldati, se pure ha rappresentato un cambiamento rispetto le
sue tristi giornate alla Residenza di Teardraet, non è servito a
mitigare la sua solitudine.
Eppure
sa di esserne solo lei la causa. Risponde a monosillabi a Dama
Pascalina, cerca di evitare ogni incontro con il Conte-Mago e sfugge
persino Difiduanna. Attende che qualcosa o qualcuno la scuota, la
risvegli. Ha attraversato le strade del porto e quelle che salgono
verso Rocca Wessiun tra centinaia di Syerdwin che l'hanno acclamata
come una regina, ha visto Odden e Duff che l'hanno abbracciata, cinti
dall'armatura di Capitani, ha incontrato nuovamente Toro, il capo
della Guardia, pronto a partire per Dharlemhiun. Ha sorriso,
abbracciato, promesso, ringraziato e adesso, alla presenza del
Padre-Zio Conte Gast si sente svuotata, debole.
Ma
anche lui sembra ormai soltanto l'ombra di se stesso, il Cambiamento
per l'anziano Syerdwin è ormai vicino.
–
Vorrei andarmene quando ogni cosa avrà ritrovato il suo equilibrio.
– Dice il Conte Gast.
Forse
ha letto nei suoi pensieri. Dicono le leggende che all'approssimarsi
del Momento sorgono – brevi come arcobaleni – talenti divini.
–
Il vostro Id'iun salirà tra pochi giorni al Trono delle Acque e voi
sarete con lui.
Usa
una forma di cortesia con lei, il vecchio Padre-Zio, come se avesse
davanti una vera Lie e non la piccola Debah, che andava a nascondersi
nella torre più alta per chiacchierare con una civetta e che lui
andava a stanare, indignato, certo, ma in fondo divertito.
Il
tempo l'ha trascinata con sè. Maldanea ha la sensazione di
comprendere. Non può perdonare a nessuno ciò che le è accaduto.
–
E Horr Vamaiun?
–
Pochi lo difenderanno. Tutte le Rocche Syerdwin hanno perso molti dei
propri nipoti nella battaglia di Canddermyn. Coloro che si sono
salvati lo devono al Moeld ed ai Lupi-Drago. Horr Vamaiun è stato un
alleato di Konstantin e dei suoi assassini, nessuno lo perdonerà.
Maldanea
sorride. – E il suo primo ministro?
–
Liest Kaidiun ha abbandonato il Palazzo delle Acque da alcuni giorni.
Probabilmente si è rifugiato a Wentur o anche più a Nord. Corrono
voci che voglia raccogliere un'Armata.
–
E battersi per Konstantin?
Il
Conte Gast annuisce grave. – È pazzo e disperato. L'Arciduca della
Casa d'Occidente odia la Gente Antica. Sarà come abbracciare un
serpente. Sempre che qualcuno lo segua, oltre ai servi ed alle
concubine.
A
ricordarle che il tempo è passato basterebbe quel conversare piano,
sincero. Ora il Padre-Zio le parla come si deve parlare ad una Lie
che conosce il mondo, i vizi e le bassezze di gente nuova e antica.
–
Hanno posto blocchi sulla sua strada. E Vamaiun ha rinforzato la
vecchia cinta dell'Anello del Fordongiano.
Un
gruppo di armati con il mantello oro-viola di Casa Wessiun è appena
uscito dalla porta di Mare. Le danno le spalle e Maldanea non può
riconoscerli. Non si riparano dalla pioggia e camminano vicini, come
a prendere forza l'uno dalla cadenza dei passi dell'altro.
Nessun
campo di battaglia ha più visto Wessiun in armi dai tempi
dell'Assedio di Bàrdok. Il Conte Gast e chi è venuto prima di lui
ha sempre operato per la pace, più dura e meno gloriosa del gioco
sanguinoso della guerra.
–
Wessiun si è mossa.
–
Dell'armata inviata ai Cancelli d'Occidente ben pochi sono tornati.
Non vi è più nessuno nelle Terre di Mare che dorma sotto il proprio
tetto. Le vecchie Case hanno messo armi in mano a pescatori e servi e
persino i Tenathanjun delle Terre Gelate hanno mandato soldati e
denaro per abbattere Vamaiun.
–
Sono in molti con lui?
–
Non più di un migliaio tra cugini, vassalli di Casa Vamaiun,
Debitori d'Acqua. In più c'è la Fama, la Guardia Reale: trecento
cavalieri.. Molti della gente nuova e dei Lupi-Drago. Ma questi
particolari guerreschi non sono il mio forte, dovresti chiedere a
Toro Kalnediun. So che attendono il grosso dell'Armata di Teardraet
per assalire Dharlemhiun e che le strade di terra e di mare sono in
mano nostra. Tra pochi giorni è convocato il Liessthion che deporrà
ufficialmente Vamaiun per eleggere il tuo Id'Iun. E rompere il patto
con la Casa d'Occidente. – Il conte Gast la previene. –
Konstantin non si muove ancora e comunque poco gli importa di
Vamaiun. Si muoverà certamente contro Teardraet, il principe Tidly
il Testardo e la Meridiana di Therrelise. A migliaia i Soldati Uhban
stanno arrivando a Dancemarare e Konstantin sta cercando di comprare
i mercenari delle Terre d'Oriente. Non sarà una guerra breve, né
gloriosa.
–
Avremo bisogno di molti alleati.
–
Certo. Ma forse il Cambiamento la spegnerà come la pioggia spegne un
torcia. Avanza dal Nord e da Sud-Est.
Maldanea
non dimentica la promessa che si è scambiata con Teardreaet, ma a
cosa servirebbe dire al vecchio Padre-Zio che andrà con lui nel
Mondo-tra-molti-istanti? Dovranno recare un pegno e tenui ricordi per
ritrovare la strada e forse non basterà loro il coraggio per
comprendere.
Ma
la giovane Wessiun ha spezzato ogni legame con Debah, ed ora anche la
Casa risveglia in lei solo uno stupore infastidito, il desiderio di
rimanere sola. – Siete mutata, Lie Maldanea. – Non è un
commento, solo un'osservazione innocua.
–
Sì. Il tempo leviga ma apre ferite.
–
Cercherò di dimenticarvi. Non voglio Cambiare con questo ricordo di
voi.
Maldanea
ride. – I bagagli per il Cambiamento non si scelgono, Padre-Zio. Si
giunge alla forma di mare come bimbi immemori.
–
Così dicono. – Il conte Gast ride a sua volta. – Ma so che non
siete felice e non posso fare nulla per voi. Voglio dimenticare di
avervi incontrata quest'ultima volta.
Maldanea
fa sì con la testa piano piano, come se avesse paura di rompere
qualcosa. La luce chiara della pioggia rende la sua pelle chiara come
cera e dà al suo tenue sorriso la sostanza del ricordo.
Il
Lupo-Drago è alto e imponente. Lunghi peli grigi ne decorano il muso
e gli occhi sono sottili e stanchi.
Entra
nella sala, la percorre con passo quieto, meditato e depone la lunga
spada ai piedi dello scranno dove siede Teardraet.
Il
sovrano delle isole lo osserva a lungo, fissa lo sguardo in quello
del vecchio soldato e con un lento movimento del capo accetta
l'omaggio. Fa segno a Nivel'iun di rendere l'arma al visitatore.
–
Le acque sono calme oggi, Marr Ghenerik. So perché siete qui. So che
avete dovuto attraversare il ghiaccio e la pioggia e che siete
stanco. – Con un cenno Teardraet fa portare la lupo-drago cibo e
bevande caldi.
Ma
l'ospite guarda solo per un attimo i vassoi appoggiati sui tavolini
bassi. – No, Liest Teardraet. Vi ringrazio ma potrò riposare solo
dopo. Non sono soddisfatto del mio compito. – Il lupo-drago chiude
gli occhi. – Porto la mia spada e quella dei trecento cavalieri
della Fama all'ombra del vostro braccio. – Recita d'un fiato.
–
L'accolgo con gioia e riconoscenza. In questo tempo ogni vita
risparmiata è una vittoria. Tradire chi tradisce non porta disonore.
Non siete d'accordo?
Il
Lupo-Drago approva con un cenno secco. – È stato il mio unico
pensiero per tutto il viaggio da Dharlemhiun a Casa Wessiun. È il
mio solo rifugio. Ma forse avrei dovuto spezzare la spada e mandare
l'ultima parola alla Marrak.
–
Talvolta vivere ancora può essere più coraggioso, Marr Ghenerik.
–
Può essere, tutto può essere in tempi tanto brutali e folli.
Maldanea,
seduta tra Teardraet e il Padre-Zio, non può fare a meno di provare
simpatia e ammirazione per l'anziano capitano della Guardia Reale dei
Syerdwin. La Fama era l'ultima forza organizzata e addestrata
schierata con Vamaiun e ora davvero il trono delle Acque è a portata
di mano del Moeld.
–
Non vi chiederò di pugnalare l'Usurpatore alle spalle di notte, non
temete. Vi chiedo solo di condurre i vostri cavalieri fuori dalla
città al più presto. Non attenderò il resto della mia armata, tra
due giorni Nivel'Iun e Deshigu della Meridiana di Therrelise
attaccheranno. Con loro ci saranno le Case D'Acqua che hanno già
mandato i loro soldati.
–
Non sono ancora soldati addestrati, fuggiranno al primo scontro. –
È il commento del Lupo-Drago.
–
Non possiamo attendere che Konstantin rinforzi le sue file, Marr
Ghenerik. Dobbiamo prendere Dharlemhiun subito, prima che Vamaiun
termini di rinforzare il Fondongiano, e subito dopo marciare verso
Dancemarare.
–
Avrete bisogno di molti cavalieri, Liest Teardraet. E non è questo
il tipo di guerra al quale sono abituati i Syerdwin: una guerra di
terra e a cavallo.
–
Muoveremo dai mari e sulla terra. Swyerdwin e Gu'Hijirr sono creature
d'acqua ed hanno grandi flotte. Non voglio non dare neppure un minuto
a Konstantin: egli crede nelle enormi armate e nei lunghi assedi e io
voglio precederlo, colpirlo anche con deboli forze ma obbligarlo a
prendere decisioni sbagliate… Conoscete l'antico gioco del
Bianco-Nero?
–
Sì. – Il Lupo-Drago risponde quasi distrattamente, la mente
occupata a immaginare la guerra di Teardraet.
–
Bene, saprete quindi che il giocatore che ha l'iniziativa e la tiene
ha le maggiori possibilità di vincere.
–
Se ha le risorse e le forze necessarie…
–
La Gente Antica si è risvegliata, Marr Ghenerik, nulla sarà più
come prima. Nulla, mai più.
2 commenti:
Bravo Max !
@Nick: grazie. Ben contento di rivederti.
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