11.5.12

In mezzo alla tempesta


Un'impressione assolutamente superficiale ma impossibile da ignorare. Sono nello Stand dell'editore Carocci in questo momento letteralmente assediato dai lettori e con una coda - tutto sommato inverosimile - di uomini e donne ciascuno con il proprio o i propri libri da pagare. 
Una situazione perfettamente positiva, si direbbe. 
Beh, sì e no. 
Sì perché constatare tanto interesse verso la saggistica, i classici, la letteratura medievale, i titoli universitari - l'editore infatti non pubblica narrativa - è sicuramente incoraggiante anche per un purissimo mercenario come il sottoscritto. Come lo è constatare che esiste una forte curiosità, che si concretizza in domande, richieste e proposte rivolte più o meno a chiunque nello stand ostenti un pass con la dicitura «espositore», per una saggistica non alla moda, non legata a fenomeni di costume, non promossa da qualche social network ecc ecc 
Il problema vero che la situazione sottointende è che tutti i lettori che si presentano qui hanno evidentemente rinunciato a cercare i libri dell'editore presso le proprie librerie, esattamente come hanno rinunciato a chiedere informazioni e chiarimenti al più vicino libraio.
Certo, la varietà dei titoli presenti qui al salone - più o meno 3000 titoli solo per l'editore Carocci - non ha nemmeno lontanamente paragone con i 100 - 200 titoli al massimo presenti in una libreria anche medio-grande o fortemente specializzata, ma resta il fatto che di tutti i titoli non presenti in libreria rischia di non restare letteralmente memoria, né nel libraio né tra i lettori. 
I librai, in quanto categoria di morituri, non possono più tenere i libri perché i lettori ne conoscano la nascita e la disponibilità, semplicemente perché sobbarcarsi un saggio di problematica vendibilità è diventato proibitivo, mentre le librerie di catena ignorano volutamente i libri con un indice di rotazione troppo basso. 
Quindi, in definitiva, esistono molti titoli che hanno un possibile lettore - ne ho visti centinaia tra stamattina e oggi pomeriggio - ma che non trovano più posto in libreria.
Normale, quindi, che tali lettori si rovescino come un sol uomo sullo stand dell'editore alla ricerca del titolo che si sa che esiste ma non si sa dove trovare.   
Quando basta per riflettere anche su un apparente successo. 

5 commenti:

Lucrezia Simmons ha detto...

La rete amplifica i bisogni, compresi quelli dei libri.
Più il libro non lo trovi, più lo vuoi avere. E lo vuoi avere subito.
Questo è anche il problema.

Argonauta Xeno ha detto...

Una riflessione molto interessante. Una mia amica ha la passione per libri di piccoli editori e nessuna dimestichezza con il mondo informatico. La prima cosa che mi è venuto da consigliarle, è di cercare su uno store on line (anzi, l'ho fatto io per lei) oppure di andare sul sito dell'editore (se esiste).
Confesso che la mia visita (tra parentesi, domani vedo di fare un salto anche dal tuo stand!) sarà, oltre che per un'esperienza "parco di divertimenti" per cogliere qualcosa di peculiare da editori che difficilmente trovo in una libreria.
Ma non ho reali obiettivi, quindi penso che mi godrò la giornata al chiuso.
Com'è la temperatura? :)

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: la rete amplifica i desideri già esistenti ma non può inventarli. Il conflitto nasce dall'esigenza - necessità, desiderio, ansia di possedere - contrapposta all'indisponibilità per motivi meramente commerciali.
@Salomon Xeno: la temperatura all'interno è piuttosto intollerabile, nel senso di caldo-umida da foresta del sud-est asiatico. Preparati : )

Aislinn ha detto...

Il problema dell'accesso alla libreria c'è sempre stato, a strozzare gli editori era la distribuzione, non i costi di produzione in sé. Si spera che internet aiuti anche a reperire i libri (per quanto pure Amazon non ne tenga molti di potenzialmente interessanti).

Massimo Citi ha detto...

@aislinn: sacrosanto, la distribuzione è la croce e la delizia degli editori italiani. D'altro canto senza una distribuzione organizzata gli editori si troverebbero nell'impossibilità di contare su incassi sicuri e quindi tollerano di essere vessati con il 45-55% di costo sul prezzo di copertina dei libro. In quanto ad Amazon temo che il «rimedio» sia peggio del male. Scopo ultimo di Amazon è autoriprodursi e promuovere la vendita del proprio kindle.