17.5.19

Il Mare Obliquo 9

Dama Maldanea apprende il singolare passato del Conte-Mago Teardraet e ne è colpita, ma la sua famiglia pretende la sua presenza e così deve scende in compagnia di Pascalina, la sua governante per incontrarlo. Non lo sa, ma il suo futuro sta per cambiare profondamente.  
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LA STORIA DI TEARDRAET, IL NON-CAMBIATO E DI ESS TAMESIUN

«Erano altri tempi, quelli, cara Debah. Gli uomini erano pochi e vivevano nei loro piccoli villaggi nelle valli dei Monti del Branzh, oltre il Grande Dorso. La Terre interne erano dei Lupi-Drago e le coste e le isole dei Syerdwin, come era stato fin dal mattino del Mondo, dopo l'Ultima Notte degli Antichi Primi.
Regnavano in quei giorni Albe degli Ulrhin sui Lupi-Drago ed Ess Tamesiun sul popolo dei Syerdwin. Li hai almeno già sentiti questi nomi? Sì? Meno male. Non erano molti i motivi di contrasto nel mondo di allora, ma i due popoli non si amavano: troppo diversi, troppo strani gli uni per gli altri e così per farlo esplodere bastarono solo pochi pretesti. Fu una guerra lunghissima e senza pietà, combattuta in ogni angolo illuminato e nascosto dell'ampia curva del mondo, senza che nessuno ottenesse un vantaggio decisivo. I soldati ed i cavalieri di Ess Tamesiun entravano coraggiosamente nelle piane e nelle foreste dei Lupi-Drago, ma, lontani dalle loro acque soffrivano. Dal canto suo l'esercito di Albe degli Ulrhin portava la guerra fino al limite del mare e sulle isole, ma non riusciva poi a difendere le sue nuove conquiste.
Dopo anni di guerra nessuno ricordava neppure il motivo per il quale essa era cominciata, ma i due popoli, come cieche formiche, non cessavano di combattersi sulle terre e sui mari, coinvolgendo anche gli altri popoli del mondo.
In quella guerra voi syerdwin avevate uno svantaggio che non avevano i vostri avversari: il Cambiamento. I migliori generali e ufficiali, i più generosi combattenti quando Cambiavano non erano più utilizzabili per la guerra e dovevano essere sostituiti con individui senza esperienza. Tu certo saprai che gli Spettri del Acque del Crepuscolo hanno un diverso giudizio del Mondo, rispetto a voi Syerdwin e, a dirla francamente, anche allora se la ridevano dei vostri affari e della vostra guerra, come se non ci fosse il legame del Cambiamento ad unirvi.
In un momento molto grave della guerra, quando Albe era giunto a cingere d'assedio la vostra capitale: Dharlemhiun, la Corona d'Acqua, Teardraet, Conte-Mago di Baran e di Verhima, propose al re ed ai suoi ministri di fare uso del filtro da lui inventato, che impediva il Cambiamento.
Il Ministro di Casa Reale di Re Ess Tamesiun, Krenn Visadhiun, si mostrò inorridito di quell'idea e propose al Re di far arrestare l'empio, ma re Ess, duramente provato da quella guerra infinita, pur rigettando l'idea del Conte-Mago non trovò il coraggio per far arrestare Teardraet.
Questi nel frattempo sobillava i nobili di Dharlemhiun, giungendo al punto di vantarsi di essere lui stesso un Moeld, cosa che gli garantiva una vita quasi eterna ed un potere altrettanto eterno. I Lupi-Drago si accampavano da vincitori sulle vostre terre, allora, e Re Ess non poteva fare altro che guardarli dall'alto delle torri di Dharlemhiun ed ascoltare ogni giorno altre notizie sulle loro scorrerie e sulle loro vittorie.
Quando il pugnale di un sicario uccise durante la cerimonia della Marea Krenn Visadhiun, la situazione era diventata tale da permettere a Teardraet di condurre in porto i suoi piani. Divenuto il Ministro del Re al posto di Krenn spinse con la lusinga o l'inganno tutti gli ufficiali ed i nobili di Re Ess a bere il suo intruglio, trasformandoli in Moeld. Il solo re si rifiutò di bere, ma le sue condizioni di salute, che peggioravano di giorno in giorno, non gli permisero di opporsi al potere del suo nuovo Ministro.
Il popolo rumoreggiava spaventato dalle voci che circondavano la corte di Re Ess ed il Conte-Mago e gli stessi Spettri venivano sempre più spesso ad interrompere le Cerimonie della Marea per cantare le loro ragioni.
"Se noi moriremo tutti, come potrete voi sopravvivere?" Diceva loro Teardraet, ma quelli scuotevano il capo bianco e nero e cantavano altre canzoni, che nessuno dei Syerdwin aveva mai udito, canzoni che terrorizzavano la tua gente, ma non Teardraet, che come una polena di nave fissava le acque con un sorriso immobile.
Quando un giorno i Lupi-Drago, colpiti da uno strano morbo che allignava solo sulle isole, levarono l'assedio, Teardraet fece circolare la voce che il morbo che aveva sconfitto Albe ed i suoi era stato una sua creazione, molti non vi credettero e una fazione, comandata dal figlio di Re Ess, Larr Kudeliun, scacciò il Conte-Mago ed i Moeld da Darlhemhiun.
Tornato nelle sue terre, Teardraet, ricominciò a cospirare contro il legittimo Sovrano dei Syerdwin, e la sua ribellione costò molte vite e molto dolore, anche dopo che Larr Kudeliun e Albe degli Ulrhin ebbero firmato la pace eterna tra Syerdwin e Lupi-Drago.
Quella ferita non si è mai chiusa, cara Debah, e ancora adesso i Syerdwin ricordano con orrore il nome di Teardraet, il non-Cambiato, e i canti degli Spettri delle Acque del Crepuscolo, quei canti che nessuno ha più dovuto udire.» 


 
– Vuoi dirmi, Diffy, che quel Teardraet è lo stesso che è entrato mezz'ora fa nella Rocca?
– La vuoi smettere di chiamarmi con quel nome così stupido? Certo. Il Conte-Mago disse allora che rinunciare al cambiamento l'aveva reso quasi eterno e così è stato.
Debah guarda la civetta con una punta di diffidenza. – Il mio maestro non mi ha mai detto una cosa simile, Difiduanna. Non è per caso che mi stai raccontando un sacco di frottole?
L'indignazione fa gonfiare le piume della civetta che volta la testa di scatto senza ribattere.
– …Difiduanna? – La chiama dopo un minuto Dama Maldanea, ormai irrimediabilmente Debah. Nessuna risposta.
– Difiduanna, non ti sei mica offesa? – La piccola civetta si scuote con fastidio e non si volta.
– Hai un cattivo carattere, Diffy. Sei permalosa e non hai nessun pudore dei tuoi sentimenti, come dicono le mie dame di compagnia. E poi cosa sarebbe venuto a fare qui T rovesciata, sempre che sia vera tutta la storia che mi hai raccontato? Cosa può ancora combinare?
– Dama Maldanea, siete lassù?
Debah lancia uno sguardo alla porticina della torre ed ha un gesto di stizza. – Ecco, vedi, adesso mi verranno a prendere e io non so ancora come comportarmi con T rovesciata Eh, Diffy?
– Dama Maldanea, scendete, vi prego, non fatemi salire le scale. Non è una cosa per me. – Invoca la voce che l'ha chiamata.
– Diffy, maledizione, vuoi parlarmi? Difiduanna, per la miseria! –
– Non fate mostra dei vostri sentimenti, Dama Maldanea. – Le civette non possono sorridere malignamente, ma qualcosa nello sguardo del piccolo rapace notturno suggerisce quell'emozione quando finalmente Difiduanna si volta verso di lei. – Stai in guardia, questo è tutto. Io non so perché la tua famiglia lo abbia chiamato…
– Dama Maldanea, il vostro comportamento è veramente crudele!
– Ma sì, un attimo e scendo. Cosa dicevi Diffy?
– … E se sia stata la tua famiglia. Ma non perdere una sola parola né un solo gesto di Teardraet, se vuoi fare un servizio alla tua gente. E adesso vai o finiranno per sfrattarmi dalla mia torre.
Dama Maldanea fa un rapido cenno di intesa, con un'espressione scherzosamente risoluta e si alza in piedi, scuotendo i fili di paglia dal lungo abito. – Arrivederci Difiduanna, tornerò per dirti cosa accade. Vengo, Dama Pascalina, non salite, i gradini sono umidi.

 
– Maldanea…– Dama Pascalina, abbigliata con un ampio abito di velluto blu notte ed un alto turbante di color arancio fornito di due prominenze appuntite sulla cima, cosa che la rende bizzarramente simile ad un lupo-drago con la testa e le orecchie fasciate, la guarda a bocca aperta e con le braccia spalancate. – …Ma in che stato…
– Ho qualcosa di strano? – Chiede Maldanea, abituata da tempo a fingersi ingenuamente superficiale, atteggiamento che sembra sortire i migliori risultati con la testarda pignoleria delle sue dame di compagnia. Dama Pascalina non è certo la peggiore di loro, anzi, ella è forse l'unica per la quale provi affetto, come per una zia un po' intronata e di un'ineleganza quasi imbarazzante.
– Come, come? Ma ragazza mia, sembra che tu ti sia rotolata nella paglia.– L'anziana dama la guarda per un attimo con sospetto, ma Maldanea ride. – Non ho ancora un amante, Pascalina, se è questo che temi. E poi in quel caso dovrei la paglia sotto gli abiti e non…
– Nel nome delle Maree, Maldanea, sii meno sfacciata! – La Dama è arrossita, ma per un attimo un lampo di divertimento le ha attraversato gli occhi. – Vieni con me, ora, devi indossare un abito più adatto alle circostanze. Se sarai veloce e precisa non dirò nulla della tua fuga alla Famiglia.
– Che accade?
– C'è un ospite di grande riguardo, un sovrano delle Isole Lontane. È venuto il tuo Padre-Adulto in persona a cercarti nel tuo appartamento e non sai che cosa ho dovuto raccontare per spiegare la tua assenza.
– Come si chiama questo ospite, lo sai Pascalina?
La Dama scuote la testa ed apre la porta dell'appartamento facendo cenno a Maldanea di precederla.
– Devi indossare l'abito verde scuro, con la redingote nera. Ed il turbante floscio di raso nero.
– Pascalina, non sopporto la redingote. Mi sembra di essere un cavallo con il paraocchi. Ed il turbante tende a scivolarmi dalla testa appena mi muovo…
– È perché ti muovi troppo, Maldanea. Una Dama Syerdwin deve tenere il collo ben eretto e rigido per mostrarne la delicatezza ed il pallore ed insieme l'elegante curva della nuca.
– Io preferisco l'abito da caccia, cara Pascalina.
L'anziana dama la guarda inorridita. – Vuoi che il nostro ospite creda di avere a che fare con una zotica? L'abito è qui, indossalo.
– Il turbante, no, comunque. Preferisco indossare la coccarda color senape con il velo di seta.
– Ma il velo cade male sulla redingote… – Obietta Dama Pascalina.
– Hai ragione. Indosserò l'abito grigio, allora
La Dama si stringe nelle spalle e borbotta qualcosa tra sé. Nel frattempo Maldanea si spoglia completamente per indossare il sottoabito di cotone. "È un po' magra." Pensa la dama guardandola aggirarsi per la stanza vestita solo del suo braccialetto di corallo ed ambra. Maldanea le volta la schiena per aprire l'armadio ed estrarne l'abito che vuole indossare.
La pelle nera della schiena della giovane Syerdwin è lucida come seta e dà una sensazione di vigore e salute. Dama Pascalina mentalmente la confronta con la consistenza un po' dubbia della sua e scuote il capo. Il Cambiamento non deve essere troppo lontano per lei, e la cosa non la spaventa più come un tempo. E anche quello è un segno degli anni che passano. Quando solleva nuovamente lo sguardo Maldanea è di fronte a lei, pronta.
– Non mi hai detto chi è l'ospite, Pascalina.
La dama scuote il capo. – Il tuo Padre-Adulto non mi ritiene tanto importante da mettermi al corrente della politica della famiglia.– Nel tono di voce dell'anziana Syerdwin si riconosce una punta di amarezza che spinge Maldanea ad accarezzarle una spalla con un gesto quasi imbarazzato.
– Te lo dirò io, Pascalina, allora. 


 
Nella Sala dei Colloqui gli altri membri della Famiglia la attendono schierati su due ali intorno al Padre-Adulto, Conte Gast Wessiun, che assiste al suo ingresso con malcelato disappunto. – Dama Maldanea, il vostro ritardo ci ha messo in serio disagio. Il nostro ospite ha atteso finora per incontrare l'intera Famiglia.
Maldanea si inchina leggermente. – Perdonatemi, Padre-Adulto Wessiun, perdonatemi cugini e fratelli. – I volti intorno a lei hanno espressioni molto diverse. Le altre dame di compagnia ed molti membri anziani della Famiglia la guardano con sussiegosa disapprovazione, mentre i giovani, rigidi davanti a lei cercano di non sorridere.
– Come sempre Dama Maldanea è riuscita a non passare inosservata ed a far sentire molti dei presenti, me compreso, assai più vecchi e noiosi del necessario. Prendete il vostro posto, Maldanea, e cercate di non essere eccentrica come sempre. – Il conte fa un gesto verso gli altri membri della Casa in livrea azzurra e grigia, i colori della Famiglia. – Aprite le porte.
Dalla sua posizione Maldanea può vedere agevolmente chi entra dalla porta principale, ma Teardraet, un Syerdwin di bassa statura e dalla carnagione stranamente scura, non sembra, almeno fisicamente, all'altezza della sua sinistra fama.
Il Padre-Adulto lo accoglie con una cortesia fredda e cerimoniosa, che non riesce a nascondere completamente un certo impaccio. Maldanea osserva la scena con attenzione e ben presto giunge ad una conclusione singolare. Il conte Wessiun dimostra un vero e proprio disgusto fisico verso il suo ospite, sia pur mascherato da ritegno.
Gli altri membri della Famiglia sembrano altrettanto turbati e come lei osservano la scena da rispettosa distanza. In quanto a Teardraet è difficile capire se la cosa lo colpisca o meno. Egli ha modi quasi timidi, una voce sussurrata e leggermente roca e non solleva lo sguardo per guardare il Conte suo interlocutore.
– Il conte-Mago Teardret si trova qui per incontrare Re Artamiro, e la nostra ospitalità è un dovere verso il nostro re, Horr Vaiun, e verso Re Artamiro. Vi prego di ricordarlo.
Non si tratta precisamente di un benvenuto, ma evidentemente il Padre-Adulto non si preoccupa dei sentimenti del loro ospite.
Il lieve suono della campana tubolare rompe il silenzio caduto nalle sala dei Colloqui, annunciando il pranzo.


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