7.5.19

Il Mare Obliquo 6

Fuggito Klog e senza notizie dai Syerdwin inviati nella foresta di Canddermyn, il Duca Kwister di Lö incontra il re, Artamiro, cercando di trovare una soluzione. Ma la corte del Re è esattamente come la ricorda: un immondo insieme di cortigiani, mestatori, adulatori, ipocriti e ruffiani.  
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– Ci sono notizie?
Harvaiun, il syerdwin, si inchina accompagnando il movimento con un ampio cerchio del braccio. – Nessuna, mio signore.
Kwister di Lö soppesa per un secondo il volume che sta leggendo, una raccolta di odi in lode e gloria di un antenato dell'attuale Re, Artamiro, e con un gesto di stizza lo scaglia contro il messaggero. Quest'ultimo si abbassa con prontezza per evitarlo e, ancora chino, corre a recuperarlo.
– Puoi anche tenertelo quel libro, serpe. Mi sai spiegare cosa stanno facendo i tuoi compari nella Selva di Canddermyn? Raccolgono mirtilli e fragoline?
– Non ci piace la frutta di bosco. – Puntualizza il Syerdwin.
– Attento, Harvaiun, alle mie spalle c'è un'intera biblioteca…
Il Syerdwin fa un rapido cenno di assenso e inghiotte a vuoto. – Credo che abbiano incontrato qualcuno… nella selva. In fondo anche Klog il Boldhovin non sembra sia mai arrivato all'accampamento di Re Barstodesh. La magia di Sealghan è molto potente e la selva è stregata, Signore. Essa era dominio del gran Mago Kerfilluan, al cui confronto anche Tiatikenn è solo un praticante.
– La tua gente non è paurosa, vero Harvaiun?
Il syerdwin ride, producendo un lamento singhiozzante che fa aggrottare la fronte al Lupo-Drago.
– Si ritiene comunemente che siamo noi una delle principali fonti di paura nel grande cerchio del mondo. Ma anche noi siamo fatti di carne e sangue, come tutti…
Kwister si appoggia col palmo della mano aperta sullo scranno e inclina la testa. – Ho i miei dubbi. In sostanza, secondo te, eventuali staffette di re Bartsodesh sarebbero fuggite a gambe levate alla vista dei tuoi… o meglio senza neppure averli veduti, visto che che camminano in compagnia dell'Invisibile. Non vi è nulla che ti suoni strano in tutto ciò?
Harvaiun sorride, un largo sorriso aperto sulla gola nera. – Questo è vero, mio signore… Un buon mago può averli visti, non c'è dubbio, ed aver loro tolto la protezione dell'Invisibile, un mago almeno altrettanto potente di Tiatikenn, tuttavia.
Kwister ed Harvaiun lasciano che i loro sguardi si incontrino ed il Lupo-drago scopre leggermente i canini con uno sbuffo, che il Syerdwin interpreta come un tacito giudizio verso l'Arcimago.
– Come sempre parlare con voialtri non serve ad altro che a riempirsi la mente ed il cuore di presagi, dubbi senza costrutto e malanimo. – Il Duca si alza in piedi di scatto in tutta la sua statura ursina e sbadiglia. – In quanto a Klog sarà da qualche parte del bosco a zufolare, in compagnia di Fate ed Erbani. Tutto ciò dimostra solo che i brillanti piani di Tiatikenn sortiscono solo confusione ed esitazioni colpevoli. Vattene, Harvaiun, vai a mangiare il tuo pesce crudo.
Il Syerdwin non si fa ripetere l'invito due volte ed infila l'uscita della tenda dopo un ultimo, profondissimo inchino, salutato da un lieve ringhio del Duca di Lö.
Egli esita ancora per qualche minuto, cinge la sua spada, afferra il suo elmo , appartenuto al grande Orrtha, il Reggitore di Therrelise, ed esce a sua volta, diretto alla grande tenda di Re Artamiro.




– Magnifico Duca di Lö, è un immenso piacere incontrarla!
Kwister abbassa lo sguardo per scorgere l'autore di quel saluto così cortigiano e riconosce, a più di un braccio dai suoi occhi la piccola figura di Ant'Kisiel, primo Consigliere e Gran Siniscalco di Re Artamiro.
– Buongiorno a voi, Siniscalco. – Il Duca, per nulla amante delle finezze da cortigiani e cresciuto nel rarefatto silenzio della corte di Ruthen e Lö, esita lo stretto necessario per il saluto ed entra risolutamente nella tenda, seguito da presso da Ant'Kisiel.
Re Artamiro sta dedicandosi ad uno dei suoi svaghi preferiti: il duello tra animali, in qusto caso due enormi mastini tenuti alla catena da due gu'hijirr semiparalizzati dalla paura. Il suo ingresso non è neppure notato dal Re, affascinato dalla vista del sangue che sgorga copioso dalle ferite dei due animali.
Kwister di Lö si ferma al limite del cerchio formato dai cortigiani che strepitano ed incitano a gran voce i due mastini. Uno dei due, dal pelo più chiaro, con il passare dei minuti sembra avere la peggio nello scontro e reagisce con sempre minor vigore agli attacchi dell'altro, un animale dal pelo scuro come la notte, esaltato dal rumore e dalle urla dei presenti.
Il Re è un uomo sulla quarantina, dalle labbra sottili, gli zigomi fortemente sporgenti, il viso attraversato da profonde rughe che regalano al suo viso una ventina d'anni in più e racchiudono occhi nerissimi e profondamente infossati., La bocca è piegata in una perenne smorfia, ricordo del tentativo di ucciderlo del traditore Jere Enwu, una ventina di anni prima.
Egli osserva con attenzione ipnotica l'animale più vecchio che si trascina ai piedi del Gu'hijirr, costretto anch'egli a rinculare per evitare gli assalti dell'altro animale. Re Artamiro trova particolarmente soddisfacenti i suoi duelli quando qualcuno dei suoi animali, ancora in preda al furore, attacca i suoi cortigiani o un membro della servitù. Kwister si guarda intorno e nota che non vi sono uomini d'armi presenti, pronti ad intervenire e ringhia piano. Il re definisce quegli episodi "scherzi" e riempie di denaro le sue vittime o, in qualche occasione, vedove ed orfani.
Un urlo emesso da uno dei due mastini interrompe i suoi pensieri: il Gu'hijirr ha dovuto colpire con la catena l'animale scuro che l'aveva morso e che ora, acquattato e pronto al balzo, sta per attaccarlo. Paralizzato, il servo lo guarda, arretrando lentamente e trascinando con sé il corpo dell'altro mastino, che lascia sulla stuoia stesa per terra un'ampia scia di sangue. Il re sorride leggermente e fa un gesto al secondo gu'hijirr che libera l'animale dalla sua catena. Il balenare rapido dell'acciaio interrompe il volo del mastino verso la sua prossima vittima, caduta in ginocchio, con le mani incrociate sul volto. Il corpo dell'animale, decapitato, cade ai piedi del Duca Lupo-Drago, mentre la testa rotola fino ai piedi del re che la guarda con disgusto.
– Povera bestia. – Mormora Kwister, pulendo la spada nell'orlo del mantello.
– Splendido, magnifico, Duca! Voi certo avete il talento dello spettacolo con il finale a sorpresa. – Artamiro lo applaude e fa un piccolo gesto del capo, ad esprimere ammirazione ed insieme sottile scherno, applauso al quale si uniscono subito i suoi cortigiani.
– Sono un Lupo, Re Artamiro, ed non amo il sangue sparso inutilmente. – Risponde il Duca di Lö con voce cupa.
– Siete antico, caro Duca. È antica la vostra gente e sono antichi i vostri costumi. È forse questo che vi rende così tetro, così poco amante della buona compagnia e del divertimento?
Kwister si china a raccogliere la testa del mastino che un cortigiano, con un calcio, ha allontanato dai piedi del re. – In altri tempi, tempi più antichi, anche gli uomini avrebbero trovato inutilmente crudele tutto questo. – Il Lupo-drago alza fino all'altezza dei suoi occhi il cranio del mastino, lasciando che il sangue dell'animale scorra sul metallo della sua armatura. I cortigiani guardano con raccapriccio la scena, allontanandosi da lui. Il duca ride: – Non ho appetito in questo momento, signori, non temete. Voglio solo dimostrarvi che io, come tutti quelli della mia razza, non temo il sangue come voi, uomini. Esso non ha per me l'oscuro e morboso senso che ha per voi, quello che vi spinge a spargerlo per sfidare l'Ultima Notte. Se questo è il vostro divertimento, tenete: giocate! – Con un movimento improvviso il Duca di Lö getta la testa del mastino in mezzo al gruppo di cortigiani che fuggono inorriditi.
Re Artamiro osserva la scena a braccia conserte, sorridendo. Poi fa un cenno ad Ant'Kisiel che fa uscire tutti dalla tenda.
– Penso che aveste altro da dirmi , Duca, oltre ad insegnarmi l'etica dei Lupi-drago.





 

– Sì, Re Artamiro. Voglio informarvi che le spie da noi inviate nell'accampamento di re Bartsodesh non sono giunte a destinazione. Qualcosa o qualcuno ha impedito loro di uscire dalla Selva di Canddermyn.
Il re si siede sul suo alto scranno accarezzandosi una tempia con un lento movimento circolare. – Avete qualche proposta da fare per raggiungere lo stesso risultato, Duca?
– I nostri ed i loro maghi si annullano a vicenda. Ritengo di lasciarli continuare a giocare tra loro e di inviare sul luogo alcuni che abbiano buona vista e buone orecchie. Dovranno fare il giro più largo, attraversando le paludi del Defin, ma potranno mischiarsi con coloro che portano cibi e bevande all'esercito di Re Bartsodesh, provenendo da Fulleren e da Kroto.
– Avete già le persone giuste?
Kwister esita per un istante. – Ho le persone giuste per almeno due missioni. Quali devo scegliere?
– Ma è ovvio, caro Duca di Lö. Sono preferibili coloro che sanno muovere meglio un pugnale nell'ombra e con parole di miele guadagnare la fiducia degli intimi del nostro nemico. Preferiamo coloro che temono la rudezza dello scontro aperto e, veri artisti, prediligono la sottile arte dell'agguato, del tranello e dell'insidia. Gli splendidi artigiani ed orafi della lusinga e della cortese piaggeria. Non è ovvio?
Kwister inclina la testa da un lato per guardare con maggior attenzione l'autore di quella frase. – In questo caso, Siniscalco, io credo che voi dovreste essere messo a capo di tale meritevole centuria, se non altro per i meriti acquisiti presso questa corte.
Ant'Kisìel non cessa di sorridere cortesemente ma il suo sguardo si congela all'improvviso, come colpito da un incantesimo di Lungo Inverno.
Re Artamiro ride. – Servito, Ant'Kisìel. Ormai dovresti sapere che è meglio non "recare torce all'incendiario", come dice un vecchio detto di Runnegar. – Poi rivolto al Duca: – Provvedete nei modi indicati dal mio siniscalco. In fondo se Re Bartsodesh ed i suoi migliori comandanti fanno una triste fine avremo evitato una strage ed i soldati, nostri e loro, avranno motivo di rallegrarsi. Non è vero?
– Non c'è allegria senza onore. – Dice a mezza voce il Duca, dando l'impressione di parlare con se stesso e con uno scatto secco del capo si accomiata dal re.



– Ubbidirà? – Chiede con un sussurro il siniscalco di Re Artamiro, non appena sono trascorsi alcuni momenti.
– Rassicurati, Ant'Kisìel. Il duca di Lö sarebbe felice di vedere il colore delle nostre budella anche subito, ma il patto stretto dalla sua Marrak lo vincola a servirci. Non è divertente? Il senso dell'onore che lo porta ad odiarci è anche la catena che lo lega ai nostri destini.
– Orsi e lupi finiscono sempre per ribellarsi alla catena e anche quando sembrano vinti è solo per preparare le loro energie all'assalto finale. – Sentenzia il siniscalco.
Il re annuisce. – Non sono così pazzo di fidarmi solo dell'onore di Kwister, anche se questo è una garanzia quasi assoluta. Un incantesimo contenuto nel medaglione che porta al collo, il Collare di Therrelise, permette a Siah Teh, il negromante Syerdwin, di vedere ciò che vedono gli occhi del duca ed udire le parole che egli dice ed ascolta. Siah Teh ha l'ordine di guardare e riferire solo a me, nel caso vedesse o udisse qualcosa di strano. Questa doppia sicurezza mi rasserena, caro Ant'Kisìel e mi permette di prevedere il momento nel quale potrò privarmi anche dei servigi del nostro buon Duca.
Il re ride, ed alla sua risata si unisce il suo siniscalco. Chi passa in quel momento accanto alla sua tenda rabbrividisce, guarda il cielo basso ed ingombro di nubi del colore del ferro non battuto e tira dritto allungando il passo. 

 

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