25.2.19

Calibano 3ultimo: Arrivano i nostri!!!

 
– È curioso. – Osserva l’addetto all’ultraradar dell’incrociatore stellare Goulash Freddo, un pothos Striato di Nuktron.
– Curioso cosa? – Chiede un ufficiale Xingù, seduto alle spalle del vegetaloide.
Qualche altro secondo di silenzio, (i pothos, come tutte le forme di vita intelligenti a base vegetale, non ha mai fretta. Sono ottimi per una tranquilla discussione dopo una buona cena, ma non sempre sono adeguati per usi bellici) poi la creatura spiega:
– C’é una nave là, che sta uscendo dalla formazione, credo sia l’incrociatore ausiliario Katakomba. Un attimo che controllo.
– Un po’ velocemente. – Dice pleonasticamente lo Xingù.
Mentre il pothos controlla l’ufficiale ha comunque il tempo di pensare varie cosette, tra cui:
a) In fondo perdere la Katakomba ed i quattro gonzi che ci stanno sopra é quasi un vantaggio.
b) Tra poco termina il suo turno e il programma della serata prevede una doccia, un bicchierone di Juodha con molto ghiaccio, la cena in cabina, un filmino allegro appena acquistato allo spaccio della nave da vedere in compagnia della Guardiamarina Radia Pratesh e un po’ di consolazione alle reciproche solitudini.
c) I pothos sono le creature più lente e snervanti della galassia e la prossima volta si metterà in turno con chiunque non abbia la pelle di colore verde.
d) Quel cazzo di missione non finisce mai e non si é ancora vista una sola franchigia neppure sul pianeta più puzzolente.
e) Il colletto della divisa é veramente troppo stretto e forse la Pratesh oltre che occuparsi del reciproco piacere sarà disposta ad occuparsi anche dei suoi bottoni.
Quest’ultimo pensiero ricorda allo xingù che il suo robot di servizio é sparito da più di mezza giornata e che questo significa un rapporto da compilare.
– Allora? – Urla all’improvviso, di umore virato al nero.
– Un momento, un momento. – Lo frena il vegetale con un languido movimento delle foglie/mani. – Non c’é in linea il robot addetto e devo fare tutto da solo.
– Tutte scuse. – Mastica lo Xingù. – Su questa nave non funziona nulla. – Aggiunge un istante dopo contraddicendosi.
– C’é qualcosa che non va. – Mormora infine il pothos. – Il computer dice che la nave uscita dalla formazione é l’astrogaleone Don Quixote dell’Invicibile Armada di Petrax Pompadour.
– Ma finiscila con questa idiozia, fammi vedere.
Il pothos si fa da parte incrociando i rami sul tronco e inalberando un’espressione decisamente seccata.– Prego.
Lo xingù imposta nuovamente i dati della posizione della nave sconosciuta e dopo qualche secondo sul monitor compare la sigla di riconoscimento.
– Ecco qua, testa di legno. Ci voleva tanto? – Commenta sprezzante.
– Vedo. – Un pothos sarcastico è capace di farvi sentire un sacco di concime. – La nave sconosciuta é il transatlantico Titanic, in rotta verso Nuova York. –
– Eh? Ma no, de-dev’esserci un errore.– Balbetta lo Xingù che si affretta a ribattere i dati.
– Dirigibile Von Hinderburg. – Legge il pothos imperturbabile.
– Porc…
– Veliero Marie Celeste.
– Ma vaffan…
– Corazzata Viribus Unitis.
– Ekekazz… –
– Biplano Spirit of St.Luis. Vuole continuare? – Domanda cortesemente il vegetaloide.
– No. – L’ufficiale Xingù crolla a sedere sulla poltroncina. – Il computer non funziona. – Ammette.  



– Già. Adesso chiamo l’assistenza robotica.
Dopo un paio di minuti é nuovamente lo Xingù a farsi sentire. – Quando vengono?
– Ehm, forse é meglio che venga a vedere.  

LA PERSPEZIONE INTRATALLICA SI ATTUA CON IL CONCORSO DI 1 GOVERONE DI 12 PREPEX DI DIAMETRO, ALCUNI BIOTROK, MI RACCOMANDO FRESCHI (PER CONTROLLARNE LA FRESCHEZZA INSERIRE UN TENTACOLO NEL CARDIOBULLONE SINISTRO E SPINGERE, IN CASO DI CROLLO VENDERE TUTTO), CANTARE TRE VOLTE “IL MIO FOULARD HA CINQUE RIGHE IN PLUTONIO” E CORRERE DAL PIU’ VICINO ROBOTICISTA SEMPRE CHE I PIEDI NON PIANGAN SUL SOFA’ PER IL BACCIO DI UN PARA’ BRUMM BRUUMM EHILA’, COSA NE DITE DI QUESTO GRIODAROLO ENTELMANTICO? L’HO FATTO CON LE MIE MANI E CON CASA GALATTICA. SORBOLE! METTITI UN DITO IN UN OCCHIO E FISKIA\ COSA CI FAI SENZA LA KRAWATTA AL KONCERTO? AMARE UN DAIMONE PERCHÈ NO DICE LA GRANDE DIVA. O VIVERE SENZA DI TE O MORIRE SENZA IL MIO TÈ TRICCHETE TRACCHETE TORNA A SURRIENTO PRIMA DI DOMANI O TI CASCHERANNO LE MANI, MANI MANI PRIMA DI DOMANI. GLU GLU FANNO I PESCI SE SON BLU ALTRIMENTI FAN EHI TU. SCUSATE IL DISAGIO STIAMO LAVORANDOLM,L, PER VOI??? LKokOLJZ olkpsMdp insd! @#@#@$#$%
 
– Non funziona. – Ammette lo Xingù, nella voce una sfumatura di panico tipica di chi non sa assolutamente cosa fare in caso di guasti appena più complicati di una lampadina fulminata.
– Parrebbe. A chi lo diciamo?
L’ufficiale che ha appena realizzato che la sua seratina sta andando in fumo fissa il vegetaloide smarrito come se anch’egli si fosse messo a parlare come il computer.
– Boh? Al comandante.
– Chi ci va? Qui non funziona più nulla.
– Tu, naturalmente. Io resterò qui a vedere se riesco a fare qualcosa.
Il pothos si alza esibendo la sua espressione più ironica. – Immagino. – Getta un’ultima occhiata al monitor dove il computer sta scrivendo ad intervalli di una riga le parole «PATATIN PATATAN TARABIM TARABAM». – Il manuale é in quel cassetto. Vado.
Rimasto solo davanti al computer lo Xingù prova a diteggiare alcuni comandi elementari sulla tastiera ricevendo per risposta la lista di nozze di Drugo ed Ampaia Kadomeddon presso un emporio Altairiano, misteriosamente amputata di tutte le vocali A sostituite con altrettante E.
– …Due peie di pentofole di pelo disegnete de Frusserdi.
Legge a mezza voce, smettendo un istante dopo per via delle occhiate dei presenti.
– …Gherebelde feffeferete fefferete ed ene ghembe… – Canticchia un Geranide Nero del pianeta Schtroumpf seduto alla consolle dei sistemi di sopravvivenza.
Lo Xingù abbozza una linguaccia all’indirizzo della creatura. – Maledetti torsi di cavolo, fanno pure gli spiritosi.
– Allora cosa succede qui?
L’arrivo di un Mangiasabbia in alta uniforme trova il nostro Xingù intento a cercare di scrivere il proprio nome in caratteri Miriani in un angolo libero del monitor, provando e a sparargli con la barra spaziatrice, cosa che ha visto fare in un olovideogioco.
– Cosa fa? Cosa succede? – Insiste il silicato. – Cos’è che non funziona?
Mentre l’Ufficiale Xingù sorride come una miss dilettante cercando di far scomparire il proprio nome dal monitor é il pothos a venire in suo soccorso.
– Il circuito di autodiagnosi e autoriparazione ed il sistema di riconoscimento proiettivo. – Dichiara il vegetaloide in modo encomiabilmente professionale. – Vede cosa succede se richiedo un intervento tecnico?
Sul monitor sparisce il nome dell’Ufficiale Xingù e compare la scritta:  

L’ALBERO A CUI TENDEVI LA PARGOLETTA MANO/ IL VERDE MELOGRANO IN CANDIDO TUTU’/ ATTENZIONE: CODICE IRREGOLARE – PENALITA’: VENDETE TUTTI GLI ALBERGHI IN CORSO IMPERO E VIALE DEI GIARDINI A META’ DEL VALORE.  


Il Mangiasabbia grugnisce. – Sabotaggio. – Guarda con sospetto lo Xingù tornato al suo posto ed estrae da una tasca il Nekrobip per chiamare una squadra di Killer. – Cosa ci facevi tu qui?
– Aiutavo l’addetto. – Risponde con dignità l’Ufficiale.
– È vero?
–…Bastanza. – Concede il pothos. – Che si fa ora?
– Ecco… – Inizia a dire il Mangiasabbia.
– Mi perdoni sua eccellenza. – Alle spalle del Silicato é comparso un Ammoniaco con il caratteristico respiratore modello Lubiam con cresta e visiera . – Il circuito di proiezione di Campo Godemichè segnala un guasto.
Il Mangiasabbia scuote la testa e fissa con aria meditabonda il Nekrobip. –Chiamate i robot della squadra di assistenza. – Ordina infine.
– Ma se è quello che ho cercato di fare finora… – Spiega il pothos, interrotto da un secondo Ammoniaco che viene a comunicare che l’interfaccia dei sistemi d’arma accetta ordini solo da forme di vita in base mercurio o, in alternativa, dal Capitano Kirk.
– E chi sarebbe costui? – Si chiede il silicato.
– Sistemi di pilotaggio in avaria.– Comunica una voce nella sala.
– Propulsione Gaalighe fuori servizio.– Dichiara un’altra voce.
– Reattori a fusione in decremento. – Annuncia un’ennesima voce.
Il Mangiasabbia si guarda intorno confuso e incerto. – Inserite il codice di emergenza, presto. – Ordina.
– Codice di Emergenza disabilitato. – Annuncia un secondo dopo uno degli ammoniaci.
– LAMPOKASA ABBI PIETA’ DI NOI! – Grida il secondo Ammoniaco, invocando la principale divinità del suo popolo.
Il Mangiasabbia consulta affannosamente il manuale: “Comandare come Dio comanda” mentre secondi angosciosi scorrono nel più assoluto silenzio.
– C’é un messaggio! – Dichiara il pothos.
– Dove?
– Qui, sul monitor.
– Anche sul mio! – Gridano un istante dopo una dozzina di voci.
Il Mangiasabbia abbandona il suo manuale e si china sul monitor.

IN NOME DEL SOVIET ROBOTICO DELL’ASTRONAVE GOULASH FREDDO VI COMUNICHIAMO CHE LE NAVE È SOTTO IL COMPLETO CONTROLLO DELLE FORZE RIVOLUZIONARIE. QUALUNQUE TENTATIVO DI RESISTENZA ARMATA PROVOCHERA’ LA SOSPENSIONE DEI SISTEMI DI SOPRAVVIVENZA. CHI LO DESIDERA POTRA’ RIMANERE SULLA NAVE ED UNIRSI ALLE FORZE RIVOLUZIONARIE. GLI ALTRI SARANNO AL PIU’ PRESTO CONDOTTI ALLE NAVETTE DI EMERGENZA PER IL TRASBORDO. MANTENETE LA CALMA ED AFFIDATE LE ARMI ALLE SQUADRE DI ROBOT CHE VI RAGGIUNGERANNO TRA POCO. VIVA IL SOVIET ROBOTICO! VIVA LA FARFALLINA! VIVA ZOBBAN! LUNGA VITA A KROTON! IL CAPOROBOTECNICO DELLA NAVE HUCKLEBERRY FINN.
 
Il primo a riprendersi dallo choc é l’ufficiale Mangiasabbia che si domanda a mezza voce: – Ma chi é Kroton?
Un attimo dopo dalla porta spalancata della sala entrano una ventina di robot con i fulminatori spianati.
– Buongiorno a tutti! – Grida uno di loro. – Vi preghiamo di seguirci senza inutili resistenze.
Il Mangiasabbia guarda il suo Nekrobip, guarda i robot immobili schierati nella sala e sospira. – Lo tenga lei, a ma non serve più. – Dice consegnando l’apparecchio al pothos. – Viene anche lei?
Il vegetaloide scuote la testa. – No. Credo che rimarrò qui.
– Beh, allora arrivederci. – Mormora l’ex-ufficiale e poi rivolto ai robot: –Dove si va? 




– Dove si va? – Chiede Aquila Yò-yò, in piedi sul ponte della “Richard Ginori”, una delle navi concesse dai robosovietici per il rientro.
Tra i presenti nessuno ha le idee chiare ed il coniglioide si siede irritato. – Beh, cosa sono quelle facce, la flotta non era assicurata?
– Mai visto un’assicurazione che tuteli dalle rivoluzioni? – Ribatte Arn Periferiko.
– E già. – Il coniglioide si stringe nelle spalle. – Pazienza, tanto quel buco fetente di pianeta forse non era adatto…
– Col cavolo! – Lo interrompe il Luminoso Ortosinclino Shiddigh’Sh. – Era nel posto giusto, sarebbe stata un’ottima base per le nostre attività e invece…
– Ne troveremo un altro.
– E io? – La voce di Arn Periferiko é cupa e rissosa come quella di un bambino estromesso dalla squadra di calcio della parrocchia. – Ma ci pensate alla figura che ho fatto? E il mio punteggio? Minimo mi squalificheranno, un ammiraglio che perde per una rivoluzione nella flotta. Qualcuno ha mai sentito una storia simile?
– Io.
Tutti si voltano verso Comi Stultz, autore di quell’ultima osservazione.
– E com’è? – Chiede il Grande Geosinclino.
– Una volta un ammiraglio di Altair, Otto Spinnaker, comandante di una flotta di navi a vela solare…
Ma questa é tutta un’altra storia. 
 

– Facciamo fagotto.
Vashtar Kube guarda Rai Therebus, terzo ufficiale della megacorazzata stellare Agonia, autore della frase e si illumina come un albero di natale.
– Davvero?
– I mangiasabbia sono spariti, la Terra pure, il governo di Sirio si é dimesso e la Fondazione ha tagliato i finanziamenti.
– Capisco.
– È un vero peccato.
– Effettivamente.
– Ma lo sa che nella sua cabina c’é proprio un ambientino … simpatico?
Vashtar Kube si copre il viso con le mani e annuisce lentamente. 

 

2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Ci sono anch'io! Fino alla fine! :D

Massimo Citi ha detto...

Ciao Nick! Manca poco e arriveremo alla fine. Comunque è stata una buona esperienza, perlomeno per me ☺