20.11.12

Premio UNIA


Doppiamente incastrato - da Davide Mana e da Romina Tamerici e non faccio altre richieste per scoprire che altri hanno partecipato al complotto. Non posso, come s'usa dire, esimermi e vado quindi a rispondere alla sette domande di natura letterario-esistenziale.
Risponderò velocemente, meglio premetterlo, e non credo resterò particolarmente aderente alla traccia, come si diceva per i temi. Se le mie risposte non vi aggradano vi autorizzo a darmi un voto tipo: «Forma affrettata e risposte fuori tema: 3» o qualcosa del genere. Sono giorni «caldi» e fino a metà dicembre sono impegnato con gli ultimi fuochi per la chiusura fiscale e normativa della CS. Roba che è quasi meglio chiudere per fallimento fraudolento e scappare con i pochi denari alle isole Kayman. Dove trovare un impiego come vicecameriere o aiuto-sguattero.

1.      Qual è il primo libro che hai letto in assoluto?

Onestamente non me lo ricordo. Ho la netta sensazione, tuttavia, che fosse un libro di lettura per le elementari trovato a casa di mia zia. Illustratissimo e con poche parole. Mi parve carino, all'epoca (era autunno, avevo 6 anni e abitavo a Trieste), anche se un po' idiota con la fata Primavera e i suoi pischelli lanciati a risvegliar fiori. Poi non ricordo molto altro, sarà perchè ce ne siamo andati via da Trieste e come sempre i miei hanno eliminato i miei libri e i miei giocattoli per via del trasloco.

 Hai mai fatto un sogno ispirato a un libro che hai letto? Se sì, racconta.

Credo di sì, peccato che non mi ricordo un accidenti. Da quando ho il dono di saper leggere consumo N libri/mese ma in compenso non riesco a ricordare i miei sogni. Freud mi avrebbe odiato. Potrei inventare, lo so, ma barare non è previsto. Ricordo, ma non credo valga, che un sogno mi ha ispirato un racconto, titolo: «Ciò che il mare mi ha restituito». Una storia cupissima di due bambine annegate davanti a un padre impotente. E che poi ritornano (revenants, insomma), ma si sentono soltanto le loro voci. Sempre, inafferrabilmente, in un'altra stanza. Abbastanza pauroso, mi pare. Non posso pubblicarlo sul blog perché abbastanza lungo, ma se qualcuno volesse leggerlo mi scriva, glielo spedisco.

 Qual è la prima cosa che ti colpisce in un libro? La copertina, la trama o il titolo?

In generale - come credo per tutti - la copertina e il titolo. Per farmi un'idea della trama (i quarti di copertina riportano notizie inutili e/o tendenziose) dovrei quantomeno sfogliare il libro, cosa non sempre possibile. Ormai viaggio quasi soltanto di recensioni che reputo serie o della fiducia verso un autore. Esattamente come per i dischi. L'ultima volta che ho avuto fiducia in una copertina ho preso una solenne fregatura. Avrei dovuto comprare soltanto la copertina.

 Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio?

Per El Cid Campeador, per il cane del «Richiamo della foresta» e penso per altri 3 o 4 personaggi. Per D'Artagnan, Athos e Porthos (Aramis se la cavava) dal momento che mi hanno regalato «Il Visconte di Bragelonne» prima de «I tre moschettieri», per un paio di personaggi femminili dei romanzi rosa fregati a mia mamma. Piangevo ma soprattutto sentivo un vuoto dentro impossibile da colmare. Ma di nascosto, perché mia madre si adontava a vedermi commosso. 

 5.      Qual è il tuo genere preferito?

Domanda alla quale mi è letteralmente impossibile rispondere. Entrando in una libreria visito praticamente tutte le sezioni esclusa quella della parapsicologia/ufologia. Una volta anche quella. Numericamente parlando, ovvero guardando i libri presenti a casa mia, direi la fantascienza, ma escludendo le divisioni per lingua direi la narrativa mainstream. Se poi calcolo a occhio i libri letti - compresi quelli buttati per obsolescenza - direi cosmologia e astrofisica, ma se poi ripenso ai miei vent'anni direi filosofia, antropologia e psicologia, se poi... no, basta. Non ho un genere preferito. Nemmeno quando scrivo. Credo.

 6.      Hai mai incontrato uno scrittore?

Ovviamente sì. Un numero esagerato. Ma facevo il libraio e organizzavo presentazioni, quindi non faccio testo. Alcuni abitavano relativamente vicini alla libreria e quindi di loro conosco anche il loro parere sul mondo narrativo. Quanto basta a scoraggiare chiunque. 

 7.      Posta un'immagine che rappresenta cosa significa per te la lettura

Come sarebbe un'immagine?
Non sono un pittore, né mi occupo di grafica, design o arte. Onestamente no. Al massimo posso fare così:


 per rendere omaggio a un libro estremamente importante nella storia umana. 

Fine. 
Quanto alle sette possibili vittime, preferisco astenermi, giusto per non incastrare qualcun altro. 
Pensatemi nelle vostre preghiere. 

 
 


 

7 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Potresti mandare a me il tuo racconto.
Ti farò avere il mio parere. ;)

cily ha detto...

Quando ho letto:
"Una storia cupissima di due bambine annegate davanti a un padre impotente. E che poi ritornano"
Ho pensato:
"Aspetta, come ha detto che si intitola questo racconto?Lo voglio leggere"
Rileggo e...è un tuo racconto! :D
Mi piacerebbe moltissimo leggerlo anche se so che mi turberà profondamente. Diciamo che tocca un nervo scoperto...ma lo sai già avendo letto il mio racconto sugli zombi...
Me lo invieresti?
Bella la scelta di postare l'immagine dell'enceclopedia...

Massimo Citi ha detto...

@Nick & Cily: grazie per i vostri pareri e commenti. Per quanto riguarda il racconto ve lo mando a breve, specificando che qualsiasi commento anche perfidissimo e ingiusto è gradito. N.B.: il racconto è stato pubblicato in una «Fata Morgana», il numero 5, se non sbaglio. Le «onde ecc.» nel colophon del racconto si riferisce alla sua versione in stampa.

S_3ves ha detto...

Interessante. La storia del libro delle elementari con fata melensina non me l'avevi mai raccontata! E bisogna proprio che vada a rileggermi Ciò che il mare mi ha restituito. Lo ricordo, ma chissà che effetto mi farà leggerlo adesso? Fra un po', ma lo riprenderò in mano. Ehm, anche io ho pianto per il cane di London, e pure per il Cid. Athos in versione integrale. invece, è entrato più tardi nella mia vita...

Massimo Citi ha detto...

@S_3ves: è passato tanto tempo da FM5, un decennio o giù di lì. Secondo me non ricordi nemmeno che cosa hai scritto tu... Quanto alla fata Melensina, io comunque mi ero affezionato al suo abitone violetto carico di fiorellini. Ognuno ha le sue perversioni.

Romina Tamerici ha detto...

Chiedo venia per non aver commentato prima, visto anche che sono tra gli artefici della tua condanna a questo meme.

Comunque da brava futura maestra, non ti darei mai 3 per aver espresso in modo così chiaro e diretto le tue opinioni!

Massimo Citi ha detto...

@Romina: è sempre molto difficile sintetizzare il proprio passato in rapporto alle letture, tanto più tenendo conto del mio lavoro. Ho faticato a contenermi: sono essenzialmente un parolaio, costantemente cazziato dagli insegnanti per la lunghezza dei miei temi.