17.4.12

Grazie


Sono ritornato dalla montagna pensando ad alcune persone che mi hanno sostenuto in questi ultimi mesi. 
Intendiamoci, le persone che sono passate in libreria a salutarmi e ringraziarmi sono state tante e a tutte loro vorrei indirizzare un enorme GRAZIE, ma alcune, – è soltanto umano – mi hanno colpito in modo particolare. 
Diciamo che si tratta di un «One upon a time» fuori tempo massimo, dedicato a tre clienti-soci decisamente particolari. 
Mi ha colpito - e non poco - quel gentile signore più o meno sessantenne che mi ha portato un piccolo regalo e una lettera autografa per ringraziarmi per aver conosciuto «grazie a voi testi letterari e pubblicazioni molto importanti per me.». Il libro che mi ha regalato è un manuale edito il 23 dicembre 1940 dal titolo «Trattato di architettura tipografica» di Carlo Frassinelli, libro acquistato da suo padre, profugo armeno. 
È passato a lasciare libro e lettera in un momento di mia assenza e mi sono trovato il pacchetto sulla scrivania, con un breve messaggio del mio collega. Ovviamente, vista la mia patologica timidezza, non sono stato capace di ringraziare come si doveva il donatore e sono stato, probabilmente, un po' freddo o forse apparentemente distratto. Ecco, questo breve post sul blog – che il mio ex-cliente so che frequenta – è per ringraziarlo di tutto cuore. 
… ma, nulla di più? 
No, nulla di più, in fondo non a caso siamo abitati a Torino per così tanto tempo : )
Un altro socio, che ha perduto una certa somma nella chiusura della libreria – un prestito da soci, si chiamava – mi ha cercato a lungo. Io supponevo, ovviamente, che il nostro socio pretendesse, giustamente, il rimborso almeno parziale del prestito. Dal canto mio non ero in fuga, ma, semplicemente, mi capitava di non essere in libreria quando lui passava. 
Poi un giorno è passato e mi ha trovato. 
Ci siamo spostati nel mio ufficio, io lambiccandomi il cervello su come recuperare almeno una parte del suo denaro. Ho iniziato con un «Senti…», ma lui mi ha bloccato.
«Non pensare a quei soldi. Sono contento di averteli dati e non li rivoglio. Più che altro... so che vuoi continuare con l'editoria. Ecco, se ti trovassi con la necessità di un finanziamento, non preoccuparti, fammelo sapere».
Anche qui temo di non conoscere le parole necessarie per un ringraziamento degno di nota. Al massimo, posso fare ciò che sto facendo, riportare qui la notizia senza commentarla.
È importante, comunque, utilizzare questo piccolo spazio per ringraziare tutti i soci che hanno contribuito in solido alla gestione della cooperativa senza recuperare altro che una manciata di libri. Spero almeno che i libri siano stati graditi...
Ultimo caso un burbero docente di fisica, lettore fissato e con un gusto per me professionalmente pericoloso. Il tipo di lettore che liquida con un «tsé» le letture sgradite e con «poteva andare» quelle migliori. Il particolare che il soggetto fosse un docente di fisica non è secondario come può sembrare. Noi eravamo dietro l'angolo per gli studenti e il corpo docente e amministrativo di fisica e la loro presenza, la loro curiosità, la loro passione per la lettura sono stati altrettanti pilastri per la nostra attività. Chiusa la parentesi. 
Il nostro burbero lettore ha continuato a passare in libreria anche quando i libri cominciavano a mancare, chiedendomi, con un certo gusto per il paradosso, di trovargli «un buon libro».
Fino a un certo punto sono riuscito a rispondere alla sfida, ma da metà marzo in poi la libreria cominciava a essere decisamente sguarnita, soprattutto di buoni libri. 
Ma rimanevano in classici, questo sì.
Al suo terz'ultimo passaggio gli ho venduto Giro di vite, di Henry James. 
«Molto buono, davvero», è stato il commento.
Al suo passaggio successivo, intorno al 20 di marzo, un libro di Theodor Sturgeon, Un po' del tuo sangue
Al suo ultimo passaggio non sapevo letteralmente più cosa vendergli. 
Ma lui non voleva libri. Voleva soltanto ringraziarmi. E se n'è andato di corsa, dopo una stretta di mano e un abbraccio, bofonchiando un: «Non voglio commuovermi».
...
Tre lettori molto particolari, lo so. Tre pezzi della mia vita. 
Che mi dispiace non poco di aver perduto, anche adesso che vago tra un ufficio e l'altro alla ricerca di un sussidio di disoccupazione e nei momenti liberi mi preoccupo degli ultimi debiti ancora aperti. 
Qualcosa che però è importante ricordare e che spero mi dia la forza per continuare.
...
Ne approfitto, visto che si parla di ringraziamenti, per ringraziare di tutto cuore gli amici di penna del blog che sono passati in libreria o mi hanno scritto per starmi vicino. Non posso più fornire – né a loro né a nessun altro – un parere aggiornato e puntuale sui libri che sono usciti o che usciranno. Il che mi fa sentire un evirato culturale. 
Il mio tempo sembra scivolarmi di dosso e non so ancora che cosa farò, oltre che lavorare a CS_libri. 
Ma da qualche punto bisogna pur ricominciare. 
Anche se mi rendo conto ogni giorno di più che quei giorni non ritorneranno. 
...
Basta, prometto di non piangere più. 
Il prossimo post sarà un racconto, nemmeno troppo breve. 
Per ora un abbraccio collettivo. 
A chi c'era e persino a chi non c'era.

10 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

L'importante è ricominciare. ;)

Lucrezia Simmons ha detto...

Mi sono commossa pure io, ecco.
Quello che vorrei dirti è che il passato fa di te quello che sei, umanamente e professionalmente.
Ma è là,con tutte le cose che sei stato in grado di fare e le persone a cui inconsapevolmente hai dato qualcosa, tanto da esprimersi in quello che hai scritto.
E' importante, non è da tutti.
Tu sei una persona speciale, e si percepisce anche e soprattutto attraverso la timidezza garbata.
Non devi avere per forza un aggiornamento sui libri, Max, se siamo qua è per la tua umanità e per la tua letteratura, quella che scrivi tu.
Pertanto sussidio o no resta tra queste pagine, a raccontarci di te, del tuo lavoro e a regalarci (anche a pagamento, perchè no) bellissimi racconti.
Grazie a te.

Lucrezia Simmons ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Lucrezia Simmons ha detto...

PS: per la cronaca, timida pure io, dal vivo non sarei mai in grado di dire certe cose.
Mano male che le possiamo scrivere pubblicamente!

cettica ha detto...

Dissento energicamente, esattamente alla definizione di "evirato culturale". Puoi dire quello che vuoi, ma credo che proprio per niente ti si possa attaccare addosso quell'etichetta lì. Per tutto il resto... vabbè, potevamo chiamarla la banda dei timidi, e ho detto tutto
:-) ti abbraccio burbera, come mi riesce meglio.

consolata ha detto...

Tu ci hai abitato, io lo sono torinese, pensa un po'... il che non mi impedisce di ricordare, e essere molto riconoscente, al giorno lontano in cui sono arrivata alla CS per darti un libro da presentare, e ho trovato un (grande) amico, una (grande) amica, e anche una piccola che all'epoca rea piccola davvero. E poi di conseguenza molti altri amici, il Koro, e LibriNuovi, e Fata Morgana, e Alia, e via di seguito, occasioni importanti e momenti piacevoli e la coscienza di poter contare su persone che come me amavano e capivano i libri. Di tutto questo vi sono riconoscentissima ma so che anche se la CS è chiusa, tutto il resto rimane. L'amicizia rimane. Ti mando un bacione, e mi vergogno moltissimo di essermi commossa ;-)

Massimo Citi ha detto...

Scusate tutti per il ritardo inaccettabile della risposta. Ma è stata una giornata impossibile di corse tra un patronato e l'altro alla ricerca di qualcuno che mi registrasse in quanto disoccupato. Il massimo è stata una povera crista che ha tentato di vendermi una tessera della CGIL in sostituzione delle info che non mi ha dato. Vabbè non aggiungo nulla per non passare per un forzitaliuto.
@Nick: vero. A giorni leggerai.
@Lady Simmons:mi hai confuso, parlo sul serio. Non posso aggiungere nulla a ciò che mi hai scritto. Prometto di fare quanto mi chiedi. In quanto ai racconti, beh,ciò che leggerai qui sarà sempre gratuito. Non per falsa modestia o perché credo sinceramente che ciò che pubblico non meriti nulla, ma semplicemente perché mi piace ripescare vecchi racconti e ripubblicarli e in secondo luogo il parere dei miei amici è importante.
Per la timidezza hai perfettamente ragione. In questo senso un blog è davvero un piccolo diario pubblico.
@cettica: che bello ritrovarti qui! Sei brubera, hai ragione, ma sei anche tenerissima, giuro. In quanto all'evirato culturale posso anche rimangiarmelo, almeno parzialmente. Soprattutto dopo aver dato un'occhiata alle novità uscite in questi due mesi...
@consolata: sapessi la mia vergogna per aver allineato queste poche righe. Ma ho un magone dentro che non mi vuole passare e i miei amici se ne dovranno beccare almeno una piccola parte. Ecco, proprio la fine delle cose che hai elencato - FM, Alia ecc.- sono il nodo centrale della mia aongoscia. Ma penso che passerà, lavorando ancora o semplicemente smettendo di pensarci.
Comunque sono d'accordo: l'amicizia sta bene e ci saluta tutti!

S_3ves ha detto...

Leggo e (più raramente) commento i post di Massimo, passando di qui da lettrice curiosa; spesso mi sorprendo, non solo per i vostri commenti - sempre interessanti - ma anche per i post di Max, perché anche vivendo insieme non sempre troviamo il modo e il tempo di dirci compiutamente a che punto siamo con le nostre riflessioni. Oggi però vorrei ringraziare tutti voi che avete commentato i suoi ultimi post per essere riusciti a spiegargli - come io non avrei potuto e saputo fare (troppo coinvolta) che libraio apprezzabile sia stato e continui a essere.
Grazie di cuore e grazie a tutti i clienti/compagni di strada che in queste settimane ci sono stati accanto.

cily ha detto...

Davvero toccante questo tuo post...
C'è però una contraddizione di fondo.

Ci hai raccontato di un cliente che continuava a chiederti un buon libro anche se la libreria era praticamente a corto di buoni libri nuovi...
Tu gli hai proposto un buon classico...

Ecco, dico io, dato che ultimamente non è che escano più tanti buoni libri...un ottimo libraio che conosca più i buoni libri del passato che quelli del presente è ancora più prezioso.
Anche perchè i libri buoni del passato sono davvero buoni perchè resistono alla terribile prova del tempo...

Insomma non sei inutile nè un evirato culturale...

So che ti senti come se un treno ti avesse investito, ma pensa che il momento di gettare nuovi semi non è mai un momento di gioia, anzi è un momento di lacrime e di timore(come dice la Bibbia) ma poi sarà bellissimo il momento del nuovo raccolto.

Le dimostrazioni di stima e affetto in questo momento così vuoto sono un tesoro prezioso che deve farti riflettere su qunto hai fatto bene in questi anni a dispetto della conclusione.
E non solo perchè conoscevi i nuovi libri ma soprattutto perchè conoscevi quelli buoni vecchi che ti permettono di avere un senso critico invidiabile!
Tieni duro!
E scusami se commento poco, ma il tempo e la concentrazione mancano, ma ti leggo sempre!

Massimo Citi ha detto...

@silvia: sarà ridicolo risponderti qui? Dovrei farlo a casa? Beh, in tutti i casi ti ringrazio per il tuo intervento, ancora più prezioso proprio perché ci vediamo tutti i giorni e quello che hai scritto potevi dirmelo a tavola o a colazione. Uno dei curiosi risultati dei blog può forse essere questa possibilità di reinventarsi un privato imprevisto.
@cily: ben ritrovata, mi fa molto piacere rileggerti. Hai ragione, un classico è ccome dice Calvino, un libro perennemente attuale. E penso anch'io che conservare la memoria dei libri usciti sia fondamentale, proprio come in Fahrenheit 451. Però è perfettamente vero che mi sento come se vi avesse centrato un treno. Anche questa sarà una sensazione che passerà, certo, ma le vite sono fatte di giorni.
In ogni caso ti ringrazio e stai tranquilla, ho un'idea di che genere di momento stai vivendo. Ogni tua piccola nota vale il triplo.