11.12.11

Ma tu, musica niente?



Mi rendo conto.
Non ho mai postato un pezzetto - nemmeno piccolo - di musica, sul mio blog. 
Pura ignoranza? 
Sì, nel senso che non ho mai avuto la pazienza di imparare come si fa a postare un brano musicale. 
Ma non è soltanto per quello. 
Il problema - quello vero - è che ho gusti musicali contorti e assurdi. E, come per la letteratura, ciò che trovo piacevole io non è affatto detto lo sia per chiunque altro. 
Ma oggi ho deciso di rompere gli indugi e di offrire il primo dei miei contributi musicali. 
Che replicherò, se ci riesco, ogni domenica. 
In questo modo sapete dove non andare se non apprezzate - magari giustamente - le mie scelte.
...
Personalmente consiglio di sparare il volume molto alto. Anche perché è un pezzo nel quale il silenzio gioca un ruolo altrettanto fondamentale della musica.
Nota: Arvo Pärt  è uno dei miei compositori preferiti. Un minimalista pentito in senso musicale, si potrebbe definire, se non fosse che il minimalismo è profondamente rimasto nei suoi brani. Questo, «Spiegel im Spiegel», ovvero Specchio nello specchio, è esemplare. Una «voce», il pianoforte, che ripete le note di un accordo e una seconda «voce», il violino, che riproduce una melodia.
Il luogo delle riprese - che non hanno nulla a che vedere con la musica ma che risultano curiosamente perfette, è San Francisco, nel 1905.
«Spiegel im Spiegel» dura 9 minuti.  



7 commenti:

cily ha detto...

Che meraviglia!
Bellissimo il brano e terribilmente suggestive le immagini del filmato.

Non conoscevo ahimè il pezzo.
Però ti posso dire che questo è il tipo di musica che uso per rilassarmi e risvegliare tutta la mia immaginazione.

Mi serve per estraniarmi, forse perchè il mondo che ho intorno è tutto luci, suoni assordanti (ora poi con il Natale la situazione rumore qui a Roma è disastrosa) e allora questo tipo di suoni così puliti e "ordinati" ma anche pieni di espressione mi calmano e mi rimettono in contatto con la mia parte più profonda.
E' un po' come se la voce del pianoforte e del violino così garbata e suadente facessero uscir fuori tutti quei pensieri e emozioni che normalmente tengo ben blindati nella corazza che mando in giro per il mondo. Non so se riesco a spiegarmi.
Almeno per me occorre molta gentilezza per invogliarmi ad aprirmi...

Il filmato poi è una vera chicca, io sono una grande appassionata di filmati e foto d'epoca. Non tanto quelli relativi alla guerra ma quelli delle città, che ritraggono la vita di tutti i giorni mi fanno impazzire.
Vedo quei volti, quelle persone e mi chiedo cosa stiano pensando, che vita facevano al tempo del filmato e che vita hanno fatto dopo.
E anche in questo filmato non posso fare a meno di chiedermi dove vanno così di fretta, chi devono incontrare etc.

Insomma Massimo bel post!
E tu che volevi tenere tutto per te!
Hai fatto bene a condividerlo!
Grazie

Cily

Massimo Citi ha detto...

@Cily: sono molto contento che il brano ti sia piaciuto. Condivido in pratica tutto quello che hai scritto, tenendo conto che Pärt non è l'autore che ascolto scrivendo. Infatti tendo a smettere di scrivere e l'ascolto e basta.
Scrivendo ascolto cose più corrive, come Kathy Mellua, Kate Bush, i Marillion, i King Crimson ecc. ecc. che non mi disturbano e mi isolano dalla normale vita di casa.
Condivido anche le emozioni risvegliate dalle riprese. Non credo ci sia null'altro che dimostri così pienamente la breve durata del nostro passaggio sulla terra. E la malinconia della loro - e della nostra - fretta.

cily ha detto...

Hai perfettamente colto nel segno.
Questa è la musica che ascolto per davvero, nel senso che non faccio altro mentre la ascolto.

Poi c'è la musica che ascolto mentre scrivo, quella è molto più vivace e anche meno profonda, altrimenti anche io smetto di scrivere e mi fermo ad ascoltare.
Di solito sono canzoni e non brani di musica classica, l'orchestra in genere ma soprattutto il pianoforte mi ipnotizzano troppo. Per dirti, i notturni di Chopin erano completamente vietati anche quando studiavo perchè sennò altro che matematica e fisica...

Questa è proprio quella musica che serve PRIMA di scrivere, o PRIMA di fare qualsiasi cosa che richieda una certa sensibilità (ad esempio dare una brutta notizia ad un amico ).

Sulla malinconia della fretta... al solito hai detto meglio di me esattamente quello che sento.

Cily

Massimo Citi ha detto...

I notturni di Chopin erano una comune passione con una mia vecchia amica. Adesso non riuscirei più a sentirli. Troppi ricordi, e non dei più allegri.
... E poi dicono che i laureati in materie scientifiche sono freddi, insensibili, calcolatori ecc. ecc.

Roberto ha detto...

Musica semplice e dolce. Minimalista e per questo da ascoltare a basso volume; così accompagna il filmato, come un ricordo. Di musica assordante ne è pieno il mondo, dalle discoteche alle notturne piazze estive, dai concerti cittadini alle auto che scoppiano per il volume dell’autoradio sparato al massimo.
Il mio rammarico è che l'insegnamento della musica in Italia, rispetto ad altri Stati come Germania, Gran Bretagna per non parlare della Russia, lasci un'ignoranza (non nel senso offensivo della parola) nell'utilizzare termini e simboli musicali non appropriati se non errati.
Un accordo è un insieme contemporaneo di note, in questo brano è un arpeggio.
La seconda “voce”, il violino, non esegue una melodia ma un accompagnamento perché questo bel brano non ha tema in quanto utilizza solo sequenze di arpeggi; è un tappeto armonico che placa l’animo, che rilassa.
Non per ultima la foto di pentagramma e note sullo sfondo del cielo. L’autore di questa non si è preoccupato di capire quello che stava componendo; ha preso alcuni segni musicali senza saperli inserire nel giusto modo. È come far stampare “WOTTOXXHHIAAVV” su un giornale cinese e loro direbbero “bello, mi piacciono le parole italiane”.
Devo chiedervi scusa ma la mia bacchettata è rivolta a tutti quelli che nella Scuola non hanno saputo insegnare e trasmettere una giusta conoscenza di base della Musica. Non intendo l’utilizzo della musica ma l’apprezzamento cosciente nell’utilizzarla. E con la terminologia appropriata, senza il bisogno di esserne necessariamente specializzati.

Massimo Citi ha detto...

@Roberto: grazie per il gentile commento. Indubbiamente in Italia l'insegnamento della musica è profondamente decaduto, un po' come è decaduta, temo, la qualità della composizione e dell'invenzione. E anche tra noi, semplici ascoltatori, la competenza nel descrivere la musica è lacunosa o insufficiente. Speriamo basti la qualità della proposta.

Anonimo ha detto...

Dopo più di sei mesi mi riaffaccio a fronte & retro dove ero capitato per caso e vedo che Massimo Citi aveva risposto subito a quella “bacchettata” che avevo dato su terminologia e immagini improprie, nonché a suggerimenti di ascolto, per una musica di accompagnamento a un filmato.
Rileggendo quelle righe mi sono accorto che il mio approccio al blogger è stato forse un po’ rude, il tutto condito con una dose di insofferenza per la facilità con cui molte persone parlano di musica. Ringrazio Massimo di non aver risposto allo stesso modo.
Io ho vissuto tutta la vita nella musica, sono violinista presso una grande istituzione musicale lirica italiana e ho contribuito a diffondere il piacere dell’ascolto musicale anche al di fuori della mia professione (concerti-scuola, incontri di ascolto e insegnamento presso Unitre e… sempre gratuitamente); ho detto piacere dell’ascolto musicale senza precisare né classica, lirica o leggera in tutte le sue varianti, perché la musica è bella o è brutta, non vi è distinzione tra generi diversi, è musica. Se vi fa accapponare la pelle, se vi fa venire il magone o i lucciconi, o semplicemente vi dà una grande emozione, allora vuol dire che la musica ha compiuto il suo scopo.
Se poi si volesse approfondire, anche poco, il linguaggio che ha provocato queste emozioni… beh, perché no?
Roberto