29.6.11

Se diario deve essere...


Il blog è un diario. 
Un diario in pubblico.
Manco fossi Musil. O Oblomov.
Ha senso pensare che un blog sia un diario in pubblico? 
Mi è capitato ultimamente di leggere diverse considerazioni in proposito qui, considerazioni che innegabilmente mi hanno fatto riflettere.  Altre riflessioni le ho trovate poi qui, nate come risposta alle prime. Di lì nuove considerazioni, riflessioni e pensieri.
Che cosa ne penso? 
Beh, non facile provare a organizzare il proprio pensiero in proposito. 
Diciamo che tutte le riflessioni lette mi hanno condotto a pensare che, in fondo in fondo, un blog dovrebbe essere - o forse può esserlo almeno per me - una stanzetta di disimpegno nel design personale della propria vita. Un luogo dove scaricare i pensieri ancora grezzi o dove provare a organizzare o riorganizzare i pensieri incerti, un luogo dove stivare e collezionare «Osservazioni poco sistematiche e riflessioni confuse di un indeciso a tutto» come giustamente ho scritto nell'intestazione del mio blog. 
Trattandosi di «Osservazioni POCO sistematiche» e «Riflessioni CONFUSE» non mi aspetto di risvegliare chissà quale simpatia o antipatia o catalizzare ferocie e appassionate convinzioni. Infatti posso contare su ben pochi insulti, contumelie e minacce in quattro anni più o meno di funzionamento di questo blog. 
«È perché non ti legge nessuno», osserva il mio SuperIo. 
Probabilmente ha ragione. Ma sul blog è passato qualche migliaia di persone. Possibile che nessuno abbia preso in esame la possibilità di dir male, dissentire, opinare a pera, attaccare a testa bassa l'autore delle riflessioni presentate? Che nessuno troll abbia preso di mira le mie pagine?
«Ma non far ridere. È perché le tue riflessioni sono povere, confuse, pasticciate e insignificanti». Di nuovo il mio SuperIo. 
Beh, non proprio sempre. 
Talvolta ho usato - anche se un po' maliconicamente - le pagine del blog per sostenere una causa che ritenevo importante.
«Chissà quanta gente hai convinto...»
Decido di ignorare l'altra metà di me. Non è facile convivere avendo un corpo e una mente unica. Ogni tanto conviene far finta di nulla. 
Allora. 
Un blog serve a seminare dubbi, ovvero a cercare di scioglierli parlandone. 
Questo non serve, temo, a mostrare che si è dei fighi nè a dimostrare che si è dei fighi. Al massimo a suscitare in chi legge - il risultato migliore, per me - un «eh sì, è successo anche a me».
Poi mi è capitato anche di divulgare elementi del mio passato, come il (tentativo di) corso di scrittura, vantare qualcosa di scritto da me, partecipare a esperienze nate altrove - Sick building house ne è un esempio -, raccontare il mio mestiere di libraio e i suoi infiniti e infinibili problemi. Dar spazio a dubbi, lasciar emergere perplessità, titolare dilemmi. Avvisare di incontri, conferenze, convegni o dell'uscita di libri editi da noi.
E mi è capitato di usare queste pagine come semplice diario. 
Né più né meno. 
E il futuro?
Non penso di lasciar perdere il blog. 
Magari cercherò di essere un minimino più puntuale. 
E credo proprio che userò davvero queste pagine come un diario. 
«Gli ultimi giorni di un libraio senza qualità», insinua il SuperIo.
Infatti. 
Magari qualcuno le troverà interessanti.

P.S.: non ignoro che L'uomo senza qualità non è un diario. Ma nel raccontare il vuoto e il nulla di una vita ha qualcosa di profondamente, intrinsecamente legato all'esercizio di scrivere un blog...






 

5 commenti:

Kust0r ha detto...

"Non penso di lasciar perdere il blog."

E per fortuna, sarebbe un gran peccato. E comunque i visitatori li hai, le cose da dire sono parecchie (il tuo blog, insieme ad altri è una finestra interessante sul mondo dell'editoria).

P.S. bel template, semplice e leggero!

Fran ha detto...

Sono d'accordo con Kust0r, io passo di qui quasi ogni giorno, anche se non commento.

Ah, il template è cambiato, vero. L'altro giorno ho visto che hai provato altri colori... Per la leggibilità io personalmente trovo i colori scuri (e anche la versione precedente con il treno) un po' meno piacevoli per la lettura, ma è un'opinione personale!

Continua a scrivere Max!

Anonimo ha detto...

Hola.
I lettori ci sono, con buona pace del superIo, gli argomenti interessanti anche, e allora dov'è il problema?

Niente flame war, mancano i troll e quindi sono poco interessante?
Sbaglio o è [anche] questo quanto dici?
Se fosse:
tante flame-war sono inutili guerre del nulla, poi, non evocare mai niente che tu non possa rimandare indietro [lezione n°1 per gli evocatori, e non], ed evocare i troll è sempre, sempre, una pessima idea, ed averene anche uno solo tra i piedi non significa suscitare interesse, ma solo avere una gran rottura di , e basta.


Lìberi_tutti

Massimo Citi ha detto...

Grazie a chi ha commentato, innanzitutto.
@Kust0r e @Fran, grazie per i vostri gentili interventi. E per gentili intendo esattamente «gentili» dal momento che nessuno vi chiedeva di sostenermi anche quando mi vengono le paranoie. In realtà - e non l'ho scritto nel blog dal momento che non voglio muovere a pietà nessuno - scrivere mi costa una certa fatica. Sia nel battere (la mia mano sn funziona un po' così) sia nello scegliere e allineare le parole. Sembra strano dirlo, ma non sempre riesco a mantenere a lungo la concentrazione su un tema. L'ictus di un paio di anni fa non ha ancora smesso di vendicarsi...
Scrivere, da questo punto di vista, è un esercizio salutare e necessario.
@Anonimo, hai sicuramente ragione. Lungi da me l'idea di evocare la presenza di un troll o ricercare un conflitto a tutti i costi... In tutti i casi mi sforzo, se non altro, di non affermare risolutamente alcunché. Non tanto perchè manco di convinzione, ma perché non sono mai del tutto convinto di avere ragione. Questo per le meno su temi aperti e (realmente) importanti. Sulle mie convinzioni «politiche» ho un po' meno pazienza e un po' meno disponibilità : )
Sulla grafica del blog, sono contento del vostro gradimento. In realtà sono sempre alla ricerca di una combinazione colori/design che mi soddisfi. Per un po' mi fermerò qui, ma non è detto.

Anonimo ha detto...

La pensiamo quasi allo stesso modo, quanto alle convenzioni politiche... valgono meno di zero, anzi, le suggerisco anche a lei di considerarle allo stesso modo:
non ci sono buoni o cattivi, e se vuole schierarsi si scelga una squadra di calcio.
Le assicuro che tifare per dei colori è molto più "onesto"... ehm... giusto e onorevole, che tifare per una fazione politica.




Lìberi_tutti