16.5.08

Commissario alla questione ebraica. Cioé, volevo dire Rom



Il pensiero totalitario ha molte facce ma un solo fondamentale precetto, solido come la roccia. Propugnare e attuare soluzioni facili a problemi complessi. Affermare che l'immigrazione e i fenomeni di intolleranza sociale che ne derivano - più evidenti in un paese come l'Italia, dalla tradizione civile rudimentale - siano un problema ampio e complesso non credo sia opinabile. A questi problemi «il popolo» risponde con l'assalto ai campi Rom, «giustificato» da un episodio equivoco (il tentato rapimento di un neonato) che sembra nato da quell'armamentario di irrazionali pregiudizi razziali che l'occidente si trascina dietro dai tempi della caduta dell'Impero romano. La stessa palude dove è stato ripescato l'apocrifo «Protocollo dei savi anziani di Sion», per capirci. Convinzioni irrazionali, quindi solidissime. Curiose per un antropologo ma agghiaccianti quando diventano regola di condotta quotidiana. I Rom sono titolari di una colpa collettiva? Tutti ladri, rapinatori, stupratori? Più di mezzo milione di Rom sono morti nei campi di sterminio nazisti in quanto individui «asociali», criminali per diritto di nascita. La tutela dell'ordine pubblico e della tranquillità piccolo borghese fu la giustificazione agli arresti e alle deportazioni. Niente dilettanteschi roghi di campi nomadi. Un'organizzazione attenta e precisa, piuttosto, la pulizia etnica che elimina il problema eliminando prima socialmente e poi fisicamente i soggetti che lo costituiscono.
«Il popolo lo vuole».
La cattiva coscienza politica si nutre di questo genere di alibi. Si rinuncia a intervenire sul disagio - costoso e inutile, si dice - per poi urlare allo stupro sociale. Si rimuove il problema salvo stupirsi che qualcuno tra quelli che sono nati e vivono in condizioni di assoluto degrado rubino e rapinino. Qualche volta violentino e uccidano.
E la cosiddetta sinistra di questo paese (il paese dove è nato il fascismo, sarà un caso?) che si affretta a ricalcare le orme della destra. A seguirla, accompagnarla, confortarla, sostenerla. Anche quando si inventano i Commissari ai Rom, una trovata che suscita inquietudine a partire dal nome.
Ma sarebbe impopolare difendere i Rom, direbbe il nostro caro ometto, il nostro pacato Veltroni, capo dell'opposizione-ombra.
È vero. Anche criticare l'impresa d'Etiopia sarebbe stato impopolare.
E noi non vogliamo essere impopolari. Vogliamo che il popolo ci voglia bene. Ci voti, ci sostenga.
Emesso qualche ruttino e qualche borborigmo sull'intolleranza razziale che dilaga corriamo dal Cavaliere a farci dettare i suoi desideri e le sue concessioni.
Se ha ancora un senso parlare di sinistra, direi che il suo principale compito è quello di essere, in questo momento, impopolare. Controcorrente, tenacemente attaccata a qualche principio ormai vecchio e desueto. Come l'assurdità del concetto della responsabilità collettiva di un popolo. O come la necessità di creare condizioni di vita adeguate per tutti - italiani e stranieri - per prevenire fenomeni criminali.
Ma non è aria e non è tempo.
Viviamo in un paese in caduta libera da un punto di vista civile, culturale ed economico.
Spero di rileggere questo post tra qualche tempo con l'imbarazzo di chi teme di avere esagerato. Ma non è una speranza troppo viva.
La pigrizia, l'abitudine, l'età mi impediscono di prendere seriamente in considerazione la possibilità di andarmene, ma è una possibilità che da ora in poi ho ben presente.

18 commenti:

Fran ha detto...

L'intolleranza del diverso e dello straniero non è fenomeno solo italiano, ma è un esempio di chiusura ed inciviltà.
Il mio esempio svizzero preferito:
http://www.rhetorik.ch/Aktuell/07/07_16/index.html

Grazie Massimo, "la necessità di creare condizioni di vita adeguate per tutti - italiani e stranieri - per prevenire fenomeni criminali" è quello che nessuno mai dice.

Massimo Citi ha detto...

Non lo dice per non sentirsi rispondere: «perché dovrei dare i miei soldi a quei là?».
Ma se la stupidità alligna allegramente dove c'è miseria e ignoranza (e in Italia non mancano né l'una né l'altra) trovo supremamente colpevole una classe politica che suscita e permette il pogrom dei Rom per nascondere il suo fallimento.

Davide Mana ha detto...

Io continuo a ribadire su svariati forum - è l'orribile vizio che ha preso la nostra civiltà, di volere sempre e solo soluzioni semplici.

Le soluzioni semplici non esistono.

Fran ha detto...

Concordo con Davide, ma mi preoccupo ancora di più per un'altra cosa: l'Italia sta diventando un paese invivibile per le persone di cultura, con una certa apertura mentale e capaci di pensare con la propria testa.
È orribile, non ci pensate? Le persone con preparazione e cultura più elevata sono quelle che hanno più facilità a cambiare.
L'impoverimento culturale è un fenomeno che si produce in una generazione sola...

Massimo Citi ha detto...

L'impoverimento culturale viene da lontano. Da una scuola dove, come scrive Lucio Russo in «Segmenti e bastoncini», si insegna a leggere perché il futuro consumatore sappia distinguere una scatola di ananas affettato da una di pesche sciroppate o sappia riconoscere il tasto «on» di un phon. Dove si insegnano «abilità» giusto perché insegnare nozioni e dare strumenti di comprensione è diventato marginale. Le conseguenze le stiamo vedendo e ancora di più le vedremo in futuro. D'altro canto perché farsi un mazzo così per acquisire una cultura se i media ti ripetono tutti i giorni che sei perfetto così? Che anche se sei un completo imbecille potrai sempre sperare in una comparsata TV?
Certo, questo genere di pressione culturale esiste ovunque ma qui non ha sponde né alternative e procede su un livello medio di istruzione e di capacità critica molto più basso.

Anonimo ha detto...

@DavideMana: vero, soluzioni semplici non ne esistono. Esistono però scorciatoie, "Kwisatz ha-Derach", letteralmente. Come quella del muro israelo-antipalestinese...

Massimo Citi ha detto...

Ringrazio Anonimo per l'opportuna citazione da Dune che segnala un elemento importante e trascurato. Il desiderio, anzi l'ansia che sia un predestinato a tirarci fuori dai problemi. Solo che quando si comincia a ragionare in termini di uomini della provvidenza ci si trova già nell'anticamera del fascismo. Anche senza camice nere.

Anonimo ha detto...

Carissimo MaxCiti, grazie a te, anzi, per l'ospitalità che offri al viandante. Vorrei precisare una cosa circa il mio post precedente: nel far coincidere lo "Kwisatz ha-Derach" con una identità specifica e personale all'interno del contesto narrativo della sua saga, mi pare che Herbert abbia già strumentalmente applicato il principio 'economico', per così dire, dello "kwisatz ha-Derach" stesso. Non sarà forse inopportuno ricordare, a questo proposito, che la locuzione -- in ebraico pretto -- non fa originariamente riferimento ad alcuna 'figura messianica', ma semplicemente a una "via più breve", a una soluzione più semplice e sbrigativa delle altre. Così come, dal punto di vista romanzesco (e ancor più se contestualizzato all'interno dello stereotipo della Space Opera), può essere una 'soluzione più semplice e sbrigativa' delle altre identificare tale 'scorciatoia' in una classica figura di eroe o uomo-del-destino. Talvolta, però, questo può anche essere più banalmente sostituito da un piano, un espediente, una procedura più tragicamente semplice. Come dire: "loro sono i neri, noi i bianchi; loro le tenebre, noi la luce" ecc. ecc. Un malvezzo del pensiero, ahimè, che almeno in parte ha le sue radici proprio in certo esclusivismo un po' manicheo, temo ("Benedetto Colui che ha separato la luce dalla tenebra, il maschio dalla femmina, che ha fatto Noi diversi dagli altri popoli... " ecc. ecc.), e che può essere -- è stato, e lo sarà ancora -- reso orrendamente strumentale. Certo, oggi come oggi sarebbe eresia dirlo, però...

Massimo Citi ha detto...

Ami il rischio, mio caro.
Di questo passo ci ritroviamo dritti dalle parti di Nietzsche :-)
Debbo comunque ammettere la mia scarsa simpatia per certe concezioni del Divino. Quello, per intenderci, nel quale è uso ringraziarLo per non averci fatto nascere donna.
La nostra cultura quotidiana - si può ancora dire giudaico-cristiana o si scivola subito nel campo «nemico»? – d'altro canto, viene (anche) da lì , come pure il nostro modo di affrontare e tentare di risolvere i dilemmi. Come sempre problema e soluzione sono strettamente intrecciati, prima di tutto nei nostri cervelli. La convinzione di essere «speciali» ha come necessario contraltare la necessità di postulare che altri siano «ordinari» o peggio. A essere preoccupante più di tutto, penso,è il provincialismo xenofobo delle piccole patrie, frutto avvelenato di un'ignoranza reattiva che non solo diffida e e teme la cultura ma già da tempo la contrasta e si attrezza a tentare di farne a meno.

Anonimo ha detto...

Egli è vero; ma... se anche fosse? Si tratta, in definitiva, di bombe da disinnescare una volta per tutte, fantasmi che in qualche modo dovranno pur essere esorcizzati, prima o poi; e chissà che, poco per volta, non si riesca anche così a cauterizzare una piaga che -- a mio modesto avviso -- non sembra si sia rimarginata a dovere, se esiste ancora chi può innalzare certi vessilli. E c'è poi naturalmente la questione -- la variabile -- del Sacro, a complicare le cose: non si parla, non c'è 'superiorità' ma solo 'specializzazione', 'vocazione' al contatto contaminante con un quid numinoso (e dunque virtualmente pericoloso). Ed è però altrettanto vero che, dall'affermazione perentoria relativa all'esistenza di una classe (o ceto, o genere, o popolo) di 'tecnici' al postulato di una inevitabile superiorità dei 'tecnici' stessi il passo non è poi molto lungo. Di più: l'alternativa a tale riconoscimento -- ancora una volta, l'alternativa più facile, troppo facile -- è sempre il mutarlo radicalmente di segno: da 'speciale' inteso nell'accezione di 'superiore' a 'speciale' come paria, reietto, inferiore ecc. Salvo ammettere -- o sentire oscuramente -- che il paria è anche e comunque portatore di qualche privilegio ineludibile nel rapporto con il trascendente (e, come si sa, le zingare "leggono il futuro", ecc. ecc.... )

Anonimo ha detto...

max, vieni a vivere a ponticelli, dove restano (RESTIAMo) solo noi sfigati che non possiamo andarcene e poi dimmi se hai cambiato idea. Vi rendete conto che ci difende (difende per modo di dire) solo la camorra? V rendete conto a che punto siamo arrivati?
Ma tanto noi siamo terroni, che ve ne frega a voi? Solidarizzare con i rom fa tanto sinistra, solidarizzare con un terrone di ponticelli invece...
il fatto che la romania si sia liberata dei rom e che non voglia riprenderseli, non vi fa accendere una lampadina? Ma sapete che oggi in romania mancano gli operai? Io me ne vado in romania, lì non ci trovo nè i rom nè quelli che fanno politiche di sinistra sulla mia pelle, vi lascio casa mia a ponticelli.
E vi dico un'ultima cosa, anche se non ci crederete: io ho votato Walter. Ma giuro che è l'ultima volta che me lo mettete nel c...

Anonimo ha detto...

@anonimo: Anche se scrivo da tutt'altra parte sono solidale, è l'ultima volta.
Compagni, il gioco si fa peso e tetro, era ora di discorsi pratici e sensati già da mo' e nessuno se ne è fatto carico. E poiché dai comodi loft o dagli appartamenti in centro pagati quattro soldi (chissà come mai) si è continuato a predicare che tutto va bene e a intrallazzare tra banche e industriali, adesso ci si trova al governo chi parla di derattizzare certe etnie. Divertitevi, io tanto a votare non ci tornerò più.

Anonimo ha detto...

ritorno sull'argomento, per aggiungere che: in due anni non abbiamo fatto niente, tranne maturare la pensione per i politici (guarda caso, il governo è caduto giusto un paio di giorni dopo.) Ora la destra è al potere e il minimo che possiamo fare è vedere come se la cava. ma certo non possiamo pretendere che la destra affronti il problema come avrebbe fatto (e non ha fatto) la sinistra. Ma mi viene il dubbio che anche ad avere un sacco di tempo, tipo 15 anni, non riusciamo a fare un cazzo: provateci a camminare per strada a Napoli con la munnezza ovunque. Se non mi credete e non vivete qui, aprite google map.
Max, ma lo sai che proprio a Ponticelli sette giorni fa una rom di sedici anni è entrata in una casa di Ponticelli e si stava portando via un bambino di sei mesi? é uscito sui giornali locali, certo non su Repubblica. La gente di qui l'ha acchiappata e la stava linciando.
Ovviamente, erano tutti fascisti, vero?
Il fatto che poco tempo fa Le Pen è andato al ballottaggio di presidente della repubblica francese non ci insegna proprio niente? Persino un topo di fogna mozzica se lo metti nell'angolo.
Chiedo solo che in una guerra di poveri contro poveri, dove nessuno ha ragione e nessuno pienamente torto, non discriminateci solo perchè siamo bianchi. Non è colpa nostra se non siamo rom.

Massimo Citi ha detto...

Ringrazio (davvero e non solo formalmente) i due anonimi visitatori che hanno lasciato i loro interventi sul blog.
Ora cercherò di rispondere, tenendo conto che, ovviamente, non mi trovo a camminare in mezzo alla monnezza. Alcune precisazioni, comunque, tengo a farle. Non sono "buono" e non sono cristiano. Alcuni rom mi sono entrati in casa qualche anno fa e si sono fregati TV e VHS. La cosa non mi è piaciuta per nulla. Ma è anche vero che mia moglie ha tre allievi rom nella sua classe e conosce i loro genitori. Vivono come possono, alle volte sono un po' teste di k ma lavorano e cercano di migliorare le loro condizioni di vita. Di recente qualche famiglia rom ha ricevuto alloggi in affitto dal comune e il loro stile di vita è improvvisamente cambiato. Così si è scoperto che se c'è l'acqua corrente i rom si lavano (chi l'avrebbe detto?), cercano di risultare gradevoli, si interessano a ciò che accade e vanno a scuola. Alle volte basta anche solo dare una speranza perché la gente risulti migliore di come sembra.
Non vivo in un loft né in una bomboniera e non ho votato Veltroni, né mai lo voterò.
Infine, non ho nessuna simpatia per la subcultura prevalente di molti rom, chiusa e patriarcale. Non «solidarizzo» né coi rom né coi «terroni» - non è questo il punto - e non me ne potrebbe fregare di meno di presentarmi come «uno di sinistra»
Ultima cosa: sarebbe bene piantarla una volta per tutte col vittimismo, con l'esibizione di amarezza da uomo del Sud disprezzato dai nordici. Ho ottimi amici e conoscenti a Napoli che considero una città colta e affascinante, con il solo difetto di essere governata da una classe politica corrotta, incompente e pavida.
Ma non mi pare questo un problema soltanto napoletano...
Nel merito:
- Conosco la storia della sedicenne che voleva rapire il bambino. Da quanto scrivono i giornali (anche quelli del Nord) l'episodio non è ancora molto chiaro. In ogni caso, anche nell'ipotesi che reato ci sia stato, mi pare sia un problema di polizia. L'esasperazione è comprensibile, perbacco, ma resta un problema di polizia. Se poi polizia, magistratura ecc. non funzionano e tutti se ne fottono è appena normale che la gente si faccia «giustizia­» da sola. Ma normale non significa giusto. È esattamente questo che intendo dire quando affermo che si tratta di un problema di classe politica e non di rom o terroni. Classe politica che, ci piacerà poco o niente sentircelo dire, siamo NOI a scegliere (o a non scegliere non votando).
- Di nuovo un problema di classe politica che pensa soltanto ai propri interessi immediati la catastrofe, avvenuta in questi anni, di un'immigrazione non gestita né controllata. L'Italia è ormai un paese di vecchi babbioni mediamente ricchi e semianalfabeti che hanno bisogno di qualcuno che lavori al posto loro, cambi loro il pannolone ecc. ecc. La nostra necessità è l'opportunità di qualcun altro. Gli italiani hanno disperamente bisogno di immigrati ma cercano di non pagarne i costi in termini di servizi, salari decenti, diritto al voto eccetera. Zitto e lavora, magari cadendo da un'impalcatura. La sinistra ha fatto poco e male, è vero, e questa destra è andata al governo pesentando un paese allo sfascio e minacciando sfracelli e derattizzazioni. Ma il problema della delinquenza non si risolve a colpi di sommosse popolari sostenute dalla camorra. Semmai, ripeto, garantendo condizioni di vita accettabili per tutti. La malaria non si elimina sparando alle zanzare ma prosciugando gli acquitrini. Questo ha un costo, ovviamente, ma è bene capire che si tratta di un costo da pagare. In alternativa si possono assumere poliziotti, carabinieri, soldati, vigilantes eccetera. Saremo (forse) un pochino più sicuri ma a prezzo di una quota non piccola di libertà. Quella vera, non quella di Berlusconi.
Ci stanno prendendo in giro, in sostanza. Non è la prima volta. Nella Germania degli anni '30 (ma anche in Russia e in Polonia alla fine dell'Ottocento) si attribuiva la responsabilità di fame, miseria e povertà alla rapacità degli ebrei. I politici dell'epoca ne fecero la loro bandiera.Com'è andata a finire lo sappiamo tutti.

Fran ha detto...

Certo che non c'è nessuna risposta facile ad un problema del genere, eppure siamo (o dovremmo essere) tutti d'accordo sul fatto che linciare una persona sia sbagliato.

Io vivo in Svizzera, e malgrado il modo civile in cui si è trattati, vi assicuro che c'è una bella differenza tra me (italiana) e la stessa persona con lo stesso lavoro e gli stessi studi, ma svizzera, se non altro nello stipendio.
Eppure il fatto che tutti quanti possano guadagnarsi da vivere in modo onesto, ed avere uno stipendio decente, fa una grossa differenza. Io sono stata più felice qui di quanto mai in Italia, ed ho detto tutto.

Anonimo ha detto...

max, non era vittimismo. Sarei vittimista se servisse a qualcosa. Sarei qualsiasi cosa se servisse. Guarda che qui non ce ne frega nulla dei polentoni e di quello che pensano di noi. Tanto viviamo in due mondi diversi. Ed è questo che non capite e poco importa se hai amici al vomero o a posillipo.
IO STO A PONTICELLI, CAPISCI? ABITASSI AL VOMERO STAPPEREI LO CHAMPAGNE.
Qui non ci sono fascisti, non ci sono comunisti, non c'è gente di destra, nè gente di sinistra. Non siamo neppure molto democratici, magari siamo qualunquisti, ma forse nemmeno quello. Siamo solo stati lasciati SOLI.
é così difficile da capire?
Pazienza, si dice aiutati che dio si aiuta. Non aiutateci. Non vi sforzate.
ma farci la morale, bè, questo mi sembra un pò troppo.
Ci chiami vittimisti, ma dov'è nel tuo post che spendi anche solo una parola per noi?
non vogliamo speciali diritti perchè siamo italiani,dateci solo la stessa considerazione che date ai rom.
é chiedere troppo? siamo vittimisti? ma andiamo, Max, ho apprezzato davvero gli altri tuoi post, non smarrire l'intelligenza con dei pregiudizi.
I rom stanno meglio di noi, siamo noi che ne abbiamo paura, loro ci buttano sotto con le auto e poi fanno le pubblicità di jeans (vi siete scordati?)
A me il comune non ha mai offerto una casa in affitto, come la metti?
Sto con la mia ragazza da dieci anni, stiamo insieme dalle superiori, l'amo più della mia vita, lavoriamo tutti e due, lei si avvicina ai trenta e vorrebbe avere un figlio. Io che cazzo gli dico? Che non possiamo permettercelo? E tu mi vieni a parlare dei rom?
perdona i toni forti, ma credimi se ti dico che mi sto trattenendo.
Tu non hai idea di cosa c'ho dentro.

Massimo Citi ha detto...

Caro anonimo.
«Caro» davvero, non formalmente. Mi sono chiesto tante volte a che diavolo serve tenere un blog e adesso lo so. Serve a conoscere più profondamente cose delle quali ho un'idea soltanto vaga e attraverso i media.
Fatico, come hai capito perfettamente, a concepire che si possa vivere non soltanto in mezzo alla monnezza ma soprattutto senza speranze per il futuro. Ma fatico a capire anche come si possa tollerare questa situazione senza sfasciare tutto. Non mi è difficile immaginare che poi la rabbia vada a sfogarsi contro i rom - che hanno modi e abitudini spesso francamente esasperanti - mentre stento a capire perché la rabbia non si sfoghi contro chi porta la colpa della situazione. Non sono un dinamitardo né un anarcoinsurrezionalista, ma mi chiedo perché non avete assediato il palazzo della regione Campania o perché non avete organizzato lo sciopero del voto. Probabilmente perché è impossibile raggiungere un minimo di unità di intenti, un minimo di organizzazione. Se il futuro è oscuro ognuno cerca la salvezza per se stesso. Anche attraverso le organizzazioni criminali. Ma è ancora più evidente, a questo punto, che i rom sono soltanto un capro espiatorio.
Ancora più facile da colpire per modi, abitudini e tendenza al piccolo crimine di molti di loro.
Dici a me il comune non ha mai offerto una casa in affitto.
Male, ti rispondo io. Malissimo. Intollerabile, insopportabile, assurdo. Non è che il comune di Moncalieri sia così generoso, qui, ma qualcuno evidentemente, si è preoccupato che la situazione non degeneri. Che nativi e immigrati abbiano almeno la possibilità di vivere decentemente prima che comincino a volare proiettili. Quanto mi scrivi è la dimostrazione pratica di che cosa accade se si lascia che la situazione degeneri.
Voi, noi italiani, abbiamo almeno i diritti civili, comunque. Che non sono soltanto il diritto di votare (per quel che serve... mi dirai) ma anche il diritto di organizzazione e autorganizzazione e di protesta. Tempestate di telefonate, e-mail, SMS il deputato eletto nella vostra circoscrizione, anche al parlamento europeo. «Se ne fotte» mi dirai. «Ci avete provato, almeno?» ti rispondo io. Non lasciate in pace gli amministratori, i consiglieri comunali, di circoscrizione eccetera. Molestate i vigili urbani, disturbate i poliziotti. Fatevi sentire. Se vivete male, senza speranza, senza futuro siete gli unici a poter fare qualcosa. Per ciò che posso fare (postare un intervento, scriverne su LN, dirlo a chi conosco) ti sarò vicino e solidale. Il problema, comunque, non sono né i rom, né i romeni, gli albanesi, gli africani o gli eschimesi. Il problema è la gente che lasciamo che ci governi.
A voi due in particola, te e la tua ragazza, tutti i miei più affettuosi auguri. Tenete duro, è l'unica cosa che posso dirvi. E fatevi sentire.

Anonimo ha detto...

caro Max,
ti apprezzo per la capacità di stare ad ascoltare, mi sono lasciato andare e questo non aiuta il dialogo.
Nella tua torino non sono tutte rose e fiori, ci mancherebbe.
Neanch'io ho la pretesa di avere la soluzione ai problemi del mondo e purtroppo neppure ai problemi miei. Volevo solo precisare questo:
- per quanto gli zingari sono stati per noi a ponticelli davvero la ciliegina sulla torta, non è stata la gente normale ad assalire i campi nomadi. Primo, perchè non siamo gente assetata di sangue. Secondo, perchè gli zingari qui sono armati (avevano anche due kalashinof, e li esibivano. Che poi non li hanno usati, è un'altro discorso. Sono troppo furbi per volere un escalation) e noi no (per fortuna, eh, non sto mica chiedendo armi. Non ne userei mai.)
La camorra cerca consensi, ha approfittato del fattaccio del rapimento e ha assalito i campi.
Dico questo non perchè voglio lavarmi le mani e la coscienza, almeno è un problema in meno.
La camorra comunque ha già alzato il prezzo del pizzo, per "rimborso".
Dici bene ribellarsi, organizzarsi. Ma mi dici come? Qui persino se guardi una ragazza che non devi guardare ti sgommano di sangue e non gliene frega se hai tredici anni.
Assediare la regione? bè almeno quelli non ci sparano.
Sono problemi troppo più grandi del singolo.
Però è un circolo vizioso: se parliamo siamo vittimisti, se non parliamo siamo omertosi, se alziamo la voce siamo i soliti masaniello.
A tutto questo aggiungi i problemi del lavoro e della casa che hanno tutti gli italiani.
Ad esempio, io capisco il gay pride, so che sono sotto (ingiusto) attacco, e a dire il vero non mi stanno sui coglioni neppure gli zingari (almeno quando non mi derubano), mi spiace per i palestinesi e vorrei che gli israeliani non saltassero in aria quando vanno a prendersi una birra, però...

però, Max, ammettilo che c'è una discriminazione tra le cause cool e le cause non cool.
Noi a Ponticelli non siamo cool!
Persino i siciliani riscuotono più solidarietà quando fanno le fiaccolate contro la mafia.
Com'è che quando io manifesto con voi sulle cause cool (che sono tutte giuste, per carità), poi per la mia causa mi ritrovo solo?
Pensateci, una volta ogni morte di Papa, ma pensateci.
Vuol dire davvero molto per noi.