Ciò che la maggior parte dei lettori non sa è che, nella maggior parte dei casi, i libri che trovate in libreria sono scelti dai librai sulla base di informazioni scarse, inattendibili, fuorvianti e tendenziose.
Proverò ora, con qualche (lieve) esagerazione a descrivere come funziona tutto il baraccone.
Vi verrà probabilmente una frase di Karl Krauss: «Chi crede nella politica e ama le salsicce non dovrebbe mai sapere come l'una e le altre vengono fatte»
Teoricamente - molto teoricamente - la scelta dei libri, fatta con un anticipo di 3-4 mesi sulla data di uscita, avviene nel corso dell'incontro tra il buyer della libreria (che non è necessariamente il responsabile commerciale della libreria o il libraio) e il promotore editoriale. Quest'ultimo presenta le novità, illustra il loro valore commerciale, risponde alle domande, mostra le copertine, illustra, spiega e contratta le condizioni commerciali.
Molto teoricamente, dicevo, perché la mole di novità in uscita è tale che per considerare con attenzione una cedola (= gruppo di novità in uscita in un periodo X dell'anno) di un grande gruppo editoriale ci vorrebbe all'incirca il tempo di un week-end. Per un libraio medio si tratta di tempi semplicemente impensabili e improponibili. Un'ora per un editore come Piemme e un paio d'ore per tutto il gruppo RCS Rizzoli Corsera (una ventina di marchi tra i quali Adelphi, Rizzoli, Bompiani, Archinto, Etas, Fanucci ecc. ecc.) è il massimo che un libraio può ritagliare dai propri impegni.
Ma se il buyer non ha tempo, lo stesso vale per il promotore che ha come minimo settanta-ottanta punti vendita da girare in un arco di tempo che va dal mese ai due mesi, tenendo conto che è difficile riuscire a «fare» più di tre librerie al giorno e che il lavoro del promotore non è finito con «il giro» ma comporta anche l'invio delle prenotazioni al centro distributivo.
Aspettarsi poi che un promotore possa esprimere una qualche opinione sensata sui libri che propone è quantomeno illusorio. I promotori «subiscono» le presentazioni dei libri da parte di autori e responsabili commerciali nel corso di raduni aziendali più o meno fantozziani dove vengono ammaestrati a ripetere a pappagallo le colossali fanfaronate escogitate da individui (l'ufficio commerciale del gruppo editoriale) che hanno idee molto teoriche sul funzionamento di una libreria. In quanto agli incontri con gli autori se ne rileva traccia nel pallido sorriso del promotore che, giunto alla pagina del catalogo delle uscite con il libro dell'autore XY, dichiara: «XY è molto simpatico».
L'unica guida per chi acquista sono le presentazioni del catalogo delle uscite.
Un testo non molto più lungo e dettagliato di una normale quarta di copertina, con bio e foto dell'autore, occhiello molto appariscente - «Raffinato, elegante, ricco di suspense» o «Difficile indagine tra le aule di Cambridge», «Il più elegante e feroce narratore del Novecento», «Il fascino inquieto dell'adolescenza» e via vagheggiando - e un riassunto al max di una ventina di righe per un romanzo di tre o quattrocento pagine.
Nessun problema se l'autore è al terzo o al quarto romanzo. O se si tratta di un saggio.
Diverso il discorso se l'autore è alla sua prima uscita con una grossa casa editrice o un grande gruppo editoriale
Proviamo ad applicare questi criteri a un libro che conoscete bene.
Occhiello: «Un thriller a sfondo religioso nell'Italia della Controriforma»
Bio: «A. M. È stato un giovane ribelle e anticonformista e un raffinato poeta. Ora è ritenuto uno degli scrittori più interressanti e innovativi dell'Ottocento italiano. La sua è una voce inconfondibile, attenta e partecipe dei più profondi moti dell'animo umano. Ha pubblicato...»
Riassunto: «Sullo sfondo di una Lombardia colpita dalla Peste nera, un crudele feudatario terrorizza il popolo e il clero minore imponendo col sostegno degli invasori spagnoli la sua legge, una legge fatta di soprusi, rapimenti, violenze e stupri. Sarà un giovane contadino al quale l'infame signore, aiutato da una lasciva religiosa, ha rapito la promessa sposa a riunire intorno a sé le forze e le personalità capaci di fermarlo per sempre.»
Insomma, non è poi così difficile fare de «I promessi sposi» una via di mezzo tra un fantasy e un thriller morboso. Ovviamente il libraio che ha prenotato il libro sulla base di questa presentazione non sarà in grado di riconoscere il libro una volta ricevuto e se non avrà il tempo di leggerne qualche pagina - eventualità divenuta molto rara - lo sistemerà nella sezione thriller.
O in quella dedicata ai romanzi storici.
O, se in copertina appare una Lucia poco vestita e/o in catene insidiata da una specie di Porthos ghignante, nella sezione fantasy.
Ecco.
Quando parlavo di «informazioni scarse, inattendibili, fuorvianti e tendenziose» intendevo proprio questo.
Lascio ai miei gentili «venticinque lettori» qualsiasi valutazione sulle possibilità reali per un autore esordiente o sconosciuto di essere apprezzato - e acquistato - sulla base di questo genere di note di presentazione. Anche perchè dopo un po' si impara che quasi tutto quello che compare nel catalogo delle prossime uscite è attendibile quanto un numero del Volkische Beobachter o della Pravda.
E si agisce di conseguenza.
Frequentemente, com'è fatale, sbagliando.
8 commenti:
Come sempre un post molto istruttivo.
Ed un nuovo gioco di società - la presentazione in capsula di classici e relitti della nostra esperienza scolastica.
Per poterci ridere su almeno un pochino.
Concordo sul post interessante, e anche a me è piaciuta la presentazione dei promessi sposi.
Se vi piace il genere, la Parolata (www.parolata.it) fa cose del genere da anni - e fornisce parole interessanti tutti i giorni.
Presentato cosi' i P.S. diventeranno il best seller del nuovo millennio...
Mi pare che la discussione proceda benissimo anche senza di me, senonché mi sembra poco educato lasciare gli ospiti da soli.
Quindi...
A Davide: ovviamente ho dovuto essere un po' sommario trascurando di dire che gli editori seri si sforzano seriamente di informare sui libri che producono. Generalmente ci riescono, anche perché pubblicano «soltanto» dai cinquanta ai centocinquanta titoli all'anno.
I nomi... beh la faremmo un po' lunghetta. Magari un'altra volta.
A Fran (e di nuovo a Davide): la parolata è un sito piuttosto divertente, in qualche momento decisamente spassoso. Il mio giochino su Manzoni aveva uno scopo maieutico, ciò non toglie che potrebbe essere altrettanto istruttivo e divertente continuare il gioco.
Per Maz: il valore dei libri - se Dio (o altra divinità a vostra scelta) vuole - e la durata della loro vita è determinata dai lettori. Questo spiega perché il 99% di quello che ho in questo momento in libreria sarà completamente dimenticato tra una decina d'anni.
Triste, ma da un certo punto di vista anche incoraggiante.
Non c'entra proprio niente, ma visto che non so dove scriverlo faccio qui.
Come mai questo blog non ha la lista degli ultimi commenti da qualche parte? O sono io che non la vedo?
Hai ragione.
È un bel pezzo che cerco l'opzione tra quelle previste nel modello di blog che ho scelto.
Come avrai capito non l'ho trovata e comincio a dubitare che esista.
Se comunque un bel giorno vedrai una barra con la scritta: «Commenti recenti» saprai che l'ho trovata.
O che ho cambiato modello.
O che ho cambiato gestore.
Bellissimo post!
Per la barra dei commenti recenti, se cerchi qualcosa del tipo "ultimi commenti blogger" con google trovi il codice da inserire nel layout del blog. Io l'ho fatto e funziona benissimo... almeno di solito ^^.
Simone
Un post molto istruttivo. Conoscevo un pò i retroscena perchè ho lavoricchiato nella libreria di un'amica due anni fa, tra l'altro una libreria un pò particolare e molto selettiva. Comunque posso dirti che in certi, rarissimi, casi, i librari (le libraie in questo caso), spendono delle ore tentando di informarsi sugli autori e su cosa scrivono. Per esempio, nella libreria in cui ho lavorato, dopo la Setta degli Assassini, non si è più visto un libro della Troisi (chissà perchè!) e guarda che ci guadagnavano con questa roba, ma la scelta delle libraie si basa più sulla qualità: non troverai mai libri di Bruno Vespa e soggetti simili, a discapito del guadagno (infatti la libreria forse chiude).
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