13.8.13

Letture montanare


Ho scelto infine di portare con me un paio di libri, come promesso nel mio post Libri che (con)corrono. Cioé quasi due... infatti, mentre ripassavo mentalmente ciò che avevo preso e ciò che rischiavo di dimenticare, ho notato su uno scaffale un libro recuperato da poco, un piccolo BUR con copertina grigia del 1958 e, più veloce del pensiero, l'ho infilato nello zaino. 
I libri presi, quindi, sono stati tre: David contro l'Uragano di Shane Jones, La Leggenda del Mostro di Limehouse di Peter Ackroyd e, piccolo come un desiderio, I primi uomini nella Luna di H.G.Wells. Poi, mentre ero in vacanza ho inciampato in un mercatino di libri usati e... ma calma, di questo quarto ne parlerò tra un po'. 
Cominciamo con Shane Jones, autore newyorkese nato nel 1980. Daniel contro l'Uragano è il suo secondo libro, uscito nel 2013 da ISBN, successivo a Io sono Febbraio, uscito nel 2011. Confesso di averlo accostato con gioia un po' infantile ma debbo ammettere che passate le prime 10-20 pagine il mio entusiasmo si è almeno in parte ridimensionato. Sono intorno a pagina 100 su duecentoequarantaepassa e il vero problema è che non ho il minimo desiderio di continuare. Provo a spiegare perché, sperando che il semplice parlarne finisca per innescare il desiderio di continuare... 
Il protagonista è, come avrete intuito, Daniel, addetto alla costruzione di condotte petrolifere – talvolta, si suppone, immaginarie – con il colossale problema psicopatologico di immaginare che da un  momento all'altro tutto ciò che lo circonda sia spazzato via da un Uragano. Cosa che potrà anche divertire uno nato sulle rive del Mediterraneo, poco abituato agli uragani ma che si suppone non risulti poi così assurdo per un americano. Un bel tema, insomma, ma che viene condotto avanti con stanchezza, con fatica, giocando tutti i possibili giochi stilistici – il cambio di punto di vista, l'iperreale o il surreale che sostituiscono il reale, i dialoghi sospesi, le immagini ripetute, il ricorso alla poesia, al limerick, alla filastrocca, immaginando un quieto assurdo che penetra in ogni immagine e parola – con la sola conclusione possibile che il signor Shane Jones sa certo scrivere meravigliosamente ma che non abbia ancora deciso che cosa è davvero importante scrivere... 
No, non voglio liquidare l'ottimo lavoro di Shane Jones. Il suo peculiare modo di scrivere mi incanta e mi sorprende a ogni ritorno a capo, ma è inevitabile arrivare a chiedere un certo grado di tensione, un'attesa che si avverta nei dialoghi, nelle immagini, nei ricordi piuttosto che continuare ad accennare ad un Uragano inevitabile e fatale: 

L'Uragano ci gonfierà la faccia di acqua salata e morte [...] Era lui, dice un'osservatrice d'Uragano. Era l'Uragano. 

In ogni caso già stamattina ho ripreso la lettura e presto credo che apporterò i necessari cambiamenti a questa non-recensione in un post successivo. Se sarà necessario farlo, ovviamente. 


Discorso completamente diverso per il secondo libro, consigliatomi dalla mia ottima figlia: La leggenda del Mostro di Limehouse di Peter Ackroyd. 
Peter Ackroyd, per la cronaca, è un soggetto di questo genere: 


Peter Ackroyd CBE, FRSL (born 5 October 1949) is an English biographer, novelist, and critic with a particular interest in the history and culture of London. For his novels about English history and culture and his biographies of, among others, Charles Dickens, T. S. Eliot and Sir Thomas More he won the Somerset Maugham Award and two Whitbread Awards  (da wikipedia)

Il suo "mostro di Limehouse" racconta in prima persona a noi (ignari) lettori le sue abominevoli avventure nel suo «Diario del Signor John Cree», raccontandoci di qualche omicidio ai danni di prostitute nel quartiere di Limehouse – in una Londra che alla fine dell'Ottocento era piena di giovani donne che cercavano di sbarcare il lunario vendendosi agli angoli delle strade – del delitto progettato e in seguito fallito ai danni di Karl Marx, in quanto facoltoso e colto ebreo, e della strage che mr. John Cree compì sterminando un'intera famiglia e del nomignolo affibbiatogli dai parenti delle sue vittime, il Golem, a rappresentare un elemento feroce ed estraneo nella Londra di allora. 
Nel libro, accanto al diario di John Cree, compare anche il verbale degli interrogatori del processo a carico di Elizabeth Cree, accusata dell'omicidio del marito, frammenti della vita della stessa Elizabeth, divenuta attrice del varietà popolare della Londra di quegli anni e la storia di mr. Dan Leno, nano cabarettista e mito del teatro di strada. E che mr. Leno non sia un elemento così trascurabile della vicenda lo si può intuire leggendo il titolo originale dell'opera: Dan Leno and the Limehouse Golem.
Ci vuole un minimo di tempo per cominciare ad abituarsi ai frequenti cambi di punto di vista e al procedere della vicenda, ma una volta "partita", la Leggenda procede meravigliosamente, creando il desiderio di continuare la lettura anche mentre si cucina, si aspetta di uscire, si attende che arrivi il caffè eccetera, fino agli assoluti e feroci silenzio e ordine imposti dalle ultime pagine. Un ottimo finale, un colpo di scena che si può anche giungere a immaginare con un certo anticipo – è vero –, ma che giunge comunque inatteso ed efficacissimo. Un libro che consiglio per una lettura estiva ma anche per una serata immersi nelle nebbie dell'inverno o immersi nel crepuscolo autunnale o circondati dal canto primaverile degli uccelli. Insomma, un buon libro. Particolare non del tutto secondario, davvero ottimo il racconto di un Karl Marx anziano, rifugiato a Londra nell'ultima parte della sua vita.

Il terzo libro, I primi uomini nella Luna, di H.G.Wells è stato ovviamente letto per primo, ma non ne parlerò qui. Ne ho infatti steso una recensione che ho inviato alla rivista Fralerighe-Fantastico (nel link il numero 4) dove dovrebbe uscire nella prima metà di settembre. Comunque, se non una recensione, un commento qui è adeguato: un buon libro che merita non poche osservazioni e riflessioni.
Avevo parlato di un mercatino dell'usato librario, all'inizio dell'articolo. I mercatini dell'usato sono una rovina, per uno come me. E anche per mia moglie, detto di passata. Non tanto una rovina economica, quanto una rovina intellettuale. Diciamo che insieme siamo andati via con altri quattro libri, da dividere con la mia complice. Nella divisione, un po' losca e un po' affannosa mi sono trovato (provvisorio) proprietario di un romanzetto dal titolo Londra invisibile di Brian M. Stableford, ben noto autore steampunk. Qualcuno può stupirsi se ammetto di averlo letto? Tra i protagonisti di tale piccolo gioiello Nikola Tesla, Oscar Wilde, Matthew Phipps Shiel, autore della Nube Purpurea e, guarda le combinazioni, H.G.Wells. Oltre a loro un interessante individuo non esattamente umano che è anche protagonista e voce narrante della vicenda. Non posso aggiungere altro, ahimé, dal momento che la comproprietaria del volume mi ha diffidato dal parlarne pubblicamente («...che io devo ancora leggerlo!»), ma posso comunque garantire che si è trattato di una buona lettura, perfettamente all'altezza delle aspettative. Oltretutto devo ammettere che lo stile, sia pure reso attraverso le rispettive traduzioni, è curiosamente simile a quello del libro di Wells appena finito di leggere.

da www.enricobaccarini.com

Mia moglie ha invece recuperato un volumetto di H.P.Lovecraft, Le montagne della follia, scatenandomi il desiderio di rileggere L'orrore di Dunwich e Il richiamo di Chtulhu, contenuti in un'antologia che avevo proprio in montagna, Storie di fantasmi, a cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, edizioni Einaudi.
Ma comunque ho letto i racconti per ALIA e presto ne parlerò. Non ho scritto molto del mio racconto, questo è vero, ma conto di terminarlo entro il mese. E ho lungamente camminato in montagna - se qualcuno di preoccupa della mia salute - trovando in abbondanza fragole, mirtilli, lamponi e more. 

4 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Belle letture!
Attendo il finale del libro di Jones, giusto per vedere se ci sono punti in comune con Io sono Febbraio. Sempre ottimo Wells, di cui purtroppo ho letto solo i due più "ovvi". Interessante anche quello di mezzo, ma ho cercato di prestare poca attenzione dato che devo limitare gli acquisti o anche quest'anno non riuscirò a ridurre la pila dei libri in coda.

Massimo Citi ha detto...

@Sx: ti capisco, anch'io tento da anni di ridurre la pila di libri che mi attendono con l'unico risultato di vederla crescere... ho addirittura cambiato il mobile accanto al letto perché arrivasse a contenere più libri. Wells merita la lettura, ma temo che il libro che ho presentato si riesca a trovare soltanto usato o usatissimo. Quanto, infine, riguarda Shane ho sbirciato la fine e ne ho concluso che avviene esattamente ciò che si poteva immaginare fin dall'inizio. Sinceramente credo che Il mio nome è febbraio sia di gran lunga migliore, ma te ne dirò qualcosa.

cily ha detto...

Post interessante e ovviamente "Londra invisibile" mi ha piuttosto incuriosito e se la batte con "La leggenda del Mostro di Limehouse".
Vedrò cosa riesco a recuperare per primo.
Questa estate mi sono obbligata a leggere un libro un po' più nuovo piuttosto che i soliti gioielli del passato.
"The prestige",non ho visto il film e mi aveva incuriosita ma mi ha molto delusa.
E stranamente la critica che gli muovo è molto simile a quella che hai espresso tu per il libro di Jones.
Troppi punti di vista.
Idea buona ma annegata in un mare di informazioni inutili che la diluiscono e la rendono meno efficace.
Scrittura stanca e finale...non so...come fuori posto.
Mi rifarò con questi due titoli che segnli tu e vediamo un po' se riesco a riconciliarmi con la lettura.
Ora sono solo molto molto seccata del tempo perso!
Ci sentiamo presto e Buon Ferragosto!

Massimo Citi ha detto...

@Cily: temo non sia facilissimo trovarli, ma via internet tutto è possibile. Io vidi a suo tempo il film tratto da The Prestige e lo apprezzai debitamente ma ignoravo fosse tratto da un romanzo. Ma in fondo è normale, siamo o no in fondo alla classifica della produzione e del consumo di libri? Un piccolo suggerimento, comunque, aver letto un libro che non soddisfa può essere utile in altre circostanze, quando devi scegliere un altro libro, per esempio, e devi farti largo nella cortina fumogena sparsa dall'editore. Un abbraccio e alla prossima.