13.4.13

Torino, un po' meno abbandonata

Oggi, sabato, sono uscito con la macchina foto, animato dal desiderio di presentare la mia povera città un po' meno malconcia di come l'ho presentata la volta scorsa, cioè qui
Unico problema, trovare qualcosa che meritasse fotografare senza deviare troppo dal percorso previsto con mia moglie, senza passare dal centro, dove ci sono diverse cose che meritano, non c'è dubbio, ma anche molte che sollevano altri dubbi e altri problemi - e alle quali dedicherò magari un altro intervento-, e cercando qualcosa che rimanga impresso in chi osserva. Ci sono riuscito? Ovviamente non sono io a poter rispondere, diciamo che ho disposto le foto nell'ordine con cui sono state scattate e buon divertimento. 

 
 un pezzetto della Piazza d'Armi (inevitabile, a Torino, parlare d'armi e di forze armate).

Laggiù, alla fine del viale, le Alpi.
 

Nonostante l'apparenza non si tratta di risaie, ma di bizzarri stagni rettangolari ritagliati nel cemento. Bizzarri ma benefici d'estate. 

Le sculture di Tony Cragg, Punti di vista.  All'inizio mi creavano qualche perplessità, ma adesso ho imparato ad apprezzarle. 

 Dopodiché c'è il mercato di Corso Sebastopoli (il nome di una battaglia, fatalmente), dove comunque è possibile trovare qualcosa di inatteso: 
 
Sulla sinistra della foto un Toro (immancabile) e sulla destra, subito sotto le finestre, piccoli decorazioni come è relativamente facile trovarne nei fabbricati degli anni '10 e '20 dello scorso secolo. 

Questa, invece, è l'Opera per Torino di Per Kirkeby. Può apparire un po' assurda, ma entrare tra le due serie di finestre  è un'emozione curiosa, in certi giorni profondamente zen.

Poco lontano, un condominio nuovo - non ho avuto il tempo, ma con un cortile delirante, in tutto per tutto degno di De Chirico - con un frontale che ricorda, con un brivido di incipiente comico, Ming, imperatore di Mongo. 





Questo è ancora il monumento di Kirkeby. L'intruso è mia moglie, ignara e felice nel sole d'aprile. 


A bordo del pullman, sul lungopò, vista sulla collina di Torino. 
...
È una città un po' strana, Torino, ne sono ben conscio. Congelata sotto le montagne, con le strade che puntano a Ovest dove, nelle giornate serene, si ha la sensazione di poter arrivare alle montagne soltanto con un po' di buona volontà e buone scarpe. Dove i giardini sono semplici echi di una natura enigmatica e silenziosa, dove la sensazione di solitudine può diventare martellante. Ma ne parleremo ancora. 
   



10 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

La tua Torino si conferma una città magica e dotata di una sua personalità difficilmente imprigionabile da qualsivoglia clichè.
Ciao

Massimo Citi ha detto...

@Nick: già, il curioso mito della città magica... Non è questione di crederci o meno, resta il fatto che ci sono momenti nei quali si ha una sensazione "solitudine collettiva" che è difficile spiegare a qualcuno. A un Napuli, come si dice qui, per esempio ;-)
Comunque io non sono nato a Torino ma a Brescia, anche se sono qui da tanto di quel tempo che...

Lucrezia Simmons ha detto...

Belle foto! io ti consiglio di venire a fare due foto al Parco Dora, dalle mie parti. Un tempo c'erano industrie ora c'è un parco.

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: grazie, ma non mi considero un fotografo, e certo nemmeno lontanamente alla tua altezza. Uso la macchina foto per ricordarmi qualcosa, solo quello, più o meno per sapere chi sono e che cosa scrivo. Grazie per il suggerimento, passerò volentieri dalle tue parti.

Argonauta Xeno ha detto...

A me Torino piace molto! Certo, viverla è un'altra cosa. A maggio farò parecchi viaggi da quelle parte, per lavoro (formazione). E verrò al Salone del Libro. Spero proprio di riuscire a vedere qualcosa!

(Fra l'altro dal ramo materno la mia famiglia è torinese, quindi capita che si vada lì a festeggiare Natale et similia. Non sono proprio abituato a vederla con il sole!)

Massimo Citi ha detto...

@SX: penso che al Salone quanto meno ci rivedremo. Non più allo stand di Carocci, che ha deciso di risparmiare anche sul sottoscritto, ma in un altro stand o nello spazio degli editori piemontesi. Non appena definito qualcosa ne scriverò sul mio blog. Quanto al sole, beh, ieri era il primo giorno di sole da innumerevoli giorni a questa parte...

Lucrezia Simmons ha detto...

Posso proporre un incontro per un caffè?

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: quando vuoi. Potremmo vederci dove indicavi, nel parco Dora o in centro, magari, dal momento che avevo in mente un piccolo "servizio" sugli ex-negozi di Corso Amendola. Potremmo combinare l'utile e il dilettevole vedendoci per combinare in Via Michele Lessona, ad uno degli incontri di Franco Pezzini su Dracula. A disposizione, insomma.

Unknown ha detto...

"dove, nelle giornate serene, si ha la sensazione di poter arrivare alle montagne soltanto con un po' di buona volontà e buone scarpe. Dove i giardini sono semplici echi di una natura enigmatica e silenziosa, dove la sensazione di solitudine può diventare martellante".
La sensazione di solitudine che diventa martellante è un'espressione splendida, e decisamente adatta a Torino; città che amo follemente certe volte e detesto altrettanto follemente altre. Le foto, in ogni caso le rendono pienamente giustizia nei suoi momenti migliori.
P.S. Tua moglie ha dei bellissimi capelli! ;)

Massimo Citi ha detto...

@LyraNerina: tu sei una torinese completa, che io sappia, nata qui e cresciuta qui. Direi che non mi sembra strano il tuo odio/amore per la città, capita a chi ha finora ambientato tutta la propria vita nello stesso luogo.
Grazie per i commenti: sono foto tirate giù un po' come capita, infatti i capelli di mia moglie sono entrati nella foto per caso, ma, una volta vista la foto prima di impaginarla, ho deciso che hai ragione, Silvia ha dei bellissimi capelli.