Oggi, finalmente, sono andato a parlare con la banca, alla quale dobbiamo, per il fido concessoci, una tot.
Un tot a cinque cifre.
Un tot a cinque cifre.
Mi hanno chiamato, con una cortese telefonata ieri pomeriggio, per «comunicazioni sul conto presso di noi» e sono arrivato in banca ben deciso a vendere cara la pelle. Cercando di ignorare la tremarella - sia pure, in definitiva, immotivata - che mi aveva preso già da ieri.
La gentile funzionaria, addetta ai rapporti con i clienti, mi ha chiesto «Come va?» e io ho risposto brevemente, una cosa tipo «Non troppo bene». Si è meravigliata, mi ha fatto accomodare, mi ha chiesto notizie di un certo libro che vorrebbe leggere e poi, infine, ha scoperto i cannoni.
«Il problema è che la Banca ritiene di dover alzare gli interessi passivi... di un punto, non gran cosa... Il fatto è che ci sono molti clienti in sofferenza e così... lei capisce, la banca è come un'attività qualunque... non deve perderci, innanzitutto...»
Un cortese pistolotto inteso a evitare che mi incavolassi subito, pensando che 1 (uno) punto percentuale su tot euro fa più tot euro.
Ma io non ero incavolato.
Pensavo soltanto che, a fronte degli svariati miliardi di euro prestati alle banche italiane dalla BCE a un 1% di interesse annuo, le banche italiane aumentano gli interessi passivi sulle attività commerciali, manifatturiere e industriali. Un aiuto allo sviluppo, come no.
La funzionaria si è allontanata un momento lasciando accessibile la pagina del suo pc, aperta su un povero cristo che viaggiava con interessi passivi più alti di due-tre punti dei miei. Da consolarsi, per così dire.
«La sua situazione non è unica, vede...» È rientrata, senza farmi notare la mia inopportuna curiosità, «... oggi è un giorno così,. per me... dovrebbe solo firmarmi questa lettera di accettazione... »
La firmo, certo. Poi attacco la mia tirata. La banca può alzare gli interessi anche di tre o quattro punti. Con la fine del mese chiudiamo il punto vendita e i vostri soldi non ci serviranno più. Abbiamo messo in liquidazione tutto e buonanotte.
Dopo averglielo detto ha avuto una strana reazione. Mi guarda: «E lei che cosa farà?»
Curioso.
La stessa domanda che mi ha fatto qualche centinaio di soci e clienti.
Chissà se le frega davvero qualcosa?
La guardo.
È persino possibile.
In fondo è sempre una lettrice. E probabilmente ha una certa considerazione per chi lavora in una libreria.
Mi sono sempre considerato un panda, una specie in via di estinzione. Adesso, da quasi estinto, ho qualche privilegio.
Le enumero una serie di possibilità, con una leggera sensazione di irrealtà. Non devi chiedermi dei soldi? Non devi chiedermi come farò a rientrare del vostro fido? Non mi minacci di qualcosa di terribilmente giudiziario?
No, per il momento ci lasciamo con una certa grazia.
Ci salutiamo come due nobiluomini del '600. Ci rivedremo con il suo libro. Ci tiene davvero. Me ne trascrive i dati - autore, titolo, editore - su un foglietto. «Quando me lo porterà ne riparleremo».
Me ne vado, con la sensazione di essere un evaso che sgattaiola via con il pelo ritto, pronto a sentire l'inevitabile suono della sirena.
...
Un altro piccolo passo verso il tramonto.
Lo so, lo so, sembra che non abbia altro in mente.
In realtà sto facendo, contemporaneamente, altre 3 o 4 cose. Sto scrivendo una (maledettissima) recensione per LN, ne impagino altre, sto scrivendo un romanzo - sono arrivato a un punto di svolta e ho la sensazione, ora, di viaggiare in discesa - sto leggendo tre romanzi per conto di ALGA, sto imparando a impaginare testi in e-book... E non me la cavo troppo male, direi.
Ma parlarne qui non mi sembra né utile né importante.
Probabilmente ho torto.
In ogni caso aspetto tutti coloro che potranno venire il prossimo sabato, ore 18.00, in libreria.
Per il nostro personale funerale irlandese.
8 commenti:
Non potendo essere presente al funerale irlandese, sarò con voi in spirito, ma mi prenoto per una birra, appena riuscirò a mettere piede a Torino. Abbraccio Panda. cettina
@Cettica: bello sapere che sei viva. Sul serio. Considera prenotata la birra. Avvisami quando vieni. Accorrerò subito con le sei copie superstiti di «sviluppi imprevisti». Erano sette, per la verità, ma una l'ho ceduta - gratis - a un'amica matematica. Il suo essere matematica può risultare un'aggravante, probabilmente, ma ti assicuro che se la meritava. Per le tue foto, ovviamente, non certo per il mio racconto.
Viva i Panda, te lo dice un Dodo!
Grazie, dodo. Potremmo sempre fare un bell'incontro tra poveri estinti.
ciao Cet. E se insieme alla birra ci facessimo anche una farinata alla Taverna Rossa?
Questa è un prova che le banche non meritavano gli aiuti della Bce.
Mentre leggevo mi ha preso una gran malinconia.
Da una parte tu che chiudi il punto vendita, che smetti di fare quello che ti piaceva fare e che facevi bene da diversi anni.
Dall'altra la signora con dei modi gentili e asettici, che in tutto quel parlare di soldi e di situazione di crisi trova il coraggio di chiederti il parere su un libro.
Come se fosse la cosa più normale del mondo chiudere un'attività in cui si credeva e in cui si ha dato tutto il possibile e talvolta anche qualcosa che si considerava impossibile.
Boh...forse è il suo modo di difendersi dalla tristezza che sicuramente le prende tornata a casa per tutte le situazioni critiche che vede.
Un po' come certi medici che ti danno la diagnosi con la freddezza e la precisione di una macchina.
Solo che in quel caso è peggio perchè da un essere umano ti aspetti qualcosa di più.
Mentre una macchina lo sai che non può che essere anonima e asettica.
Vedrai che le cose che bollono nella tua pentola daranno un banchetto ancora più buono di quel che pensi ora cucinandole...
Cily
@Nick: le banche e le attività finanziarie ci hanno ridotti a una situazione non troppo diversa da quella della Grecia. Adesso ci dicono che per salvarci dobbiamo sostenere le banche. Come dire che contro la guerra è bene sostenere le industrie di armi.
@Cily: la signora è davvero un'amante dei libri e probabilmente io sono (ero) l'unico libraio con il conto alla sua agenzia. Per continuare a fare il suo «sporco» mestiere deve per forza inalberare un'espressione in apparenza mondana. Non mi ha stupito più che tanto, in realtà. Hai ragione, probabilmente si è mummificata in quella posizione per la quantità di problemi che deve affrontare quotidianamente.
Ti ringrazio davvero per l'augurio. Non so ancora cosa farò da grande, pardon, da vecchio, ma resisterò, lo prometto.
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