23.1.19

Calibano vier und zwanzig: Nascita e morte del Superuomo


Siccome neppure nella progreditissima Federazione Galattica sono esclusi gli errori, tanto più complessi e ricchi di sviluppi quanto più complicate ed avanzate sono le procedure, la sorte di Cilicio Benelli, prelevato in pigiama a righine azzurre e occhiali dalla montatura d’oro nella propria camera presso il «Pessimo Soggetto» di Inferno Ballabile, non sarà così liscia come l’interessato, scalzo e scarmigliato, desidera.
Trasportato a bordo di un’Astrocorvetta dell’Ispettorato Galattico di Sanità Pubblica da una dozzina di soldati Kerrabbia dopo una breve discussione nella Hall dell’Hotel e il massacro delle sue guardie del corpo, Cilicio Benelli é stato consegnato all’efficientissima assistenza sanitaria galattica impersonata da due appartenenti all’eccelsa razza dei Consenzienti.
Sdraiato a forza su un lettino da due soldati, il grande mestatore si é visto spianare un fulminatore sotto il naso al primo accenno di protesta.
– BUM! – Fa con la bocca il rettilone.
Il guaio è che non ride. Possono anche essere infantili, i Kerrabbia, persino fare scherzi, ma seri, serissimi.
– È tranquillo il paziente? – Chiede il Consenziente Dekamar Seman, una creatura fornita di una statura non troppo lontana da quella di un Kerrabbia, di un folto pelo color buccia di castagna, due orecchie rotonde da orsacchiotto di peluche, un ampio camice color pesca aperto e una voce quieta e rassicurante.
– Urgh, tranquillissimo. – Dichiara un soldato Kerrabbia, quello che non sta tenendo l’arma sotto il naso del maestro. -Prima lo era meno, ora di più. – Aggiunge pleonastico.
– Grazie. Ora potete andare.
I due soldati guardano storto Cilicio Benelli, rimettono i fulminatori a tracolla ed escono dalla stanza facendo commenti ad alta voce sullo scarso valore bellico delle guardie del corpo Mangiasabbia.

– Dottore? – Prova a dire il Savio.
Il Consenziente annuisce. – Non si agiti per favore.
– Dove mi trovo?
– Su una corvetta dell’Ispettorato di Sanità galattica, in viaggio verso una clinica per l’isolamento per disposizioni dell’Ispettore Koss Fsi. – Spiega Dekamar Seman cercando di apparire rassicurante. – Pare che lei sia portatore sano di una malattia tanto rara quanto contagiosa per gli altri umanoidi della galassia. Un periodo di osservazione é necessario.
– È questa la prassi abituale per i ricoveri? – Chiede il Savio pallido come carta velina, sollevandosi a sedere sul lettino. – Quei pazzi criminali hanno fatto una carneficina.
Il consenziente fa un gesto vago. – Sono molto efficienti.
Cilicio Benelli tornato in possesso dei suoi principali talenti, tra cui un’esagerata fissazione per i rapimenti ed i complotti, osserva con attenzione il presunto sanitario in camice da estetista e si chiede che parte abbia nella manovra ai suoi danni, in prima approssimazione ordita dal governo di Sirio. «Sono più furbi di tanti altri poveri fessi non c’é che dire», medita tra sè l’Adorabile «più furbi di molti altri governi e chiese.»
– Chi c’è dietro di lei dottore? – Spara finalmente CilicioBenelli, deciso a giocare a carte scoperte.
– Prego?
– Dietro questo complotto, dico, chi c’é? Il governo di Sirio? La Chiesa Rossa di Madrecoraggio? Jessica Vancleave e l’Intersistemi Anarchica? Batman e Robin?
Il Consenziente si gratta pensoso una guancia e chiama ad alta voce: – Singlon puoi un attimo?
Cilicio Benelli si volta di scatto e vede entrare nella cabina un secondo Consenziente, dal pelo con una sfumatura leggermente più scura ed un pronunciato accento denebiano.
– Dimmi, Dekamar.
– Vorrei che sentissi anche tu quello che dice il paziente.
Il Savio fissa i due alieni con l’espressione del topo preso in trappola, poi improvvisamente sorride.
– Potrei avere un pettine? – Chiede.
Singlon Thione apre un cassetto e glielo porge.
– Grazie.
Mentre si pettina Cilicio Benelli riflette e giunge ben presto ad una conclusione che, a giudicare dal suo mezzo sorriso, deve sembrargli particolarmente geniale. – Voi siete due Consenzienti, vero?
I megaorsacchiotti si guardano perplessi ed annuiscono.
– Il Vostro governo ha mantenuto una posizione assolutamente neutrale in tutte le contese di questi ultimi secoli, vero?
– Vero. – Concede Dekamar Seman.
– Quindi la vostra partecipazione a questa operazione può essere puramente strumentale o mercenaria, o può essere anche il sintomo di un intervento del vostro governo nelle faccende di questa parte di Galassia, giusto?
Il primo Consenziente scambia un’occhiata di incerto significato con il secondo che si massaggia pensoso il mento.
– Continui, la prego.
– Il suo compagno però l’ha chiamata, segno evidente che ha escluso la possibilità di accettare una grossa somma di denaro per lasciarmi fuggire. Mossa non troppo furba, parrebbe. – Cilicio Benelli ride. – Ho ragione?
– Sicuramente. – Approva il primo Consenziente.
– Ne desumo che voi dovete essere alti emissari del vostro governo. Ho ragione? Ora, perchè i Sistemi Associati nella Confederazione dei Consenzienti debbono fare in modo che Sirio compia la sua operazione ai danni di Foxtrot?
– Ce lo spieghi lei. – Ribatte Singlon Thione.
– È molto semplice. Una volta scomparso Foxtrot e rafforzatosi Sirio, i traffici di valuta sporca di questo settore, attualmente diretti verso Arido Meriggio, prenderebbero fatalmente altre strade visto il fallimento del progetto dei Mangiasabbia di fare di Foxtrot la sede delle proprie finanziarie.
– Questo é innegabile. – Concede Dekamar Seman.
– E non é forse vero che la più vicina potenza economica del settore é la Confederazione dei Consenzienti?
– Altrettanto innegabile. 

 
Il Savio Adorabile annuisce. – So che ora il Vostro governo ha norme severissime per quanto riguarda i traffici di valuta, ma una legge si fa presto a cambiare come pure un governo. Insomma chi volete che faccia eliminare, il primo ministro? Il segretario del partito di maggioranza? Volete che vi organizzi una serie di attentati da parte di opposte fazioni politiche per favorire un ricambio politico autoritario? Chiedete pure, é il mio mestiere.
I due consenzienti si guardano per un attimo, poi Dekamar apre un cassetto e ne estrae un piccolo oggetto.
– Abbiamo bisogno di pensarci, signor Benelli. Per il momento sarà bene che lei si rilassi un po’.
Il Savio Adorabile guarda l’oggettino nelle mani del Consenziente e aggrotta le sopracciglia. – Non facciamo scherzi, ragazzi. Io posso farvi ricchi e potenti, accopparmi sarebbe una stupidaggine.
– Nessuno ne dubita. – Dichiara il secondo Consenziente. – Ma anche noi dobbiamo prendere le nostre precauzioni.
Cilicio Benelli annuisce. – Posso capirlo. Mi farà venire il mal di testa quella roba?
– Dormirà come un cucciolo. – Lo rassicura DeKamar.


– Altro che malattia infettiva. – Simplon Thione si siede alla scrivania del piccolo studio adiacente alla stanza dove Cilicio Benelli é partito per il mondo dei Sogni. – Una classica manifestazione paranoide di un delirio di grandezza, direi. Tu cosa ne pensi?
Dekamar annuisce. – Dobbiamo far venire qui uno specialista, noi siamo due virologi. Cosa ne dici di Atem Paenion?
– Il vecchio Atem andrà benissimo. Bisognerà presentarlo come un pezzo grosso del governo, ovviamente.
– Già. È meglio avvisare l’Ispettorato. Sarà un tipo pericoloso?
– Può darsi, io non me la sento di prendermi responsabilità.– Sentiamo ancora l’opinione di Atem, ma forse il periodo di isolamento potrebbe farlo in una clinica specializzata, cosa dici?
– Poveretto. – Dekamar apre un armadietto e ne estrae una bottiglietta. – Vuoi un sorso? Dev’essere un inferno una vita così.
– Beh, lui si sente una specie di demiurgo delle sorti della galassia, una potenza segreta, un’eminenza grigia. Questo probabilmente lo rassicura anche se nessuno sembra curarsi di lui.
Dekamar si ferma un attimo e sorride. – Pensa se fosse davvero quello che dice di essere, che bello scherzo.
– Ma dai. L’hai guardato bene? Con gli occhialini con la montatura d’oro ed il pigiama azzurro? E poi i suoi ragionamenti sono così ovvi, le sue manovre così banali. Non sarebbe durato molto come eminenza grigia…
– …Senza dei complici…
– Eh?
– Nulla, nulla, mi sono fatto trasportare dalla fantasia. Dai buttiamo giù due righe per l’Ispettorato.


 
Dalla finestra della sua stanza presso la Clinica “I Glicini” Cilicio Benelli può godersi una splendida vista su morbidi poggi, coperti d’erba del colore del budino d’uva, e su alcuni anziani Consenzienti apparentemente intenti ad un gioco che sembra l’esatto contrario di una partita a golf.
Al dodicesimo anziano consenziente in pullover marinaro e pantaloni alla zuava che vede scomparire la sua pallina in una delle tante buchette aperte intorno a lui e dà subito dopo in escandescenze, il Savio Adorabile decide di averne le scatole piene e torna alla lettura del «Chi é» della Confederazione dei Consenzienti.

« MARASMIO MELLEA: Vice-Ministro della difesa della Confederazione. Nato a Dlontha nell’anno… ( qui Cilicio Benelli salta un po’ di righe)… Membro di rilievo del Partito della Spirale («Chissà se ha qualcosa a che fare con il Comunismo» si chiede, per una specie di tic)… ha fatto parte dei Gabinetti Oreade, Batshloma, Gy’L’Vud e Auranti. È felice padre di… («E chi se frega» Commenta il Cilicio)… Ha presentato numerose proposte di legge relative alla modernizzazione dell’Armata Stellare della Confederazione («Ci siamo!») perlopiù ben accolte dalla Dieta e dalla Camera Confederale («No, non ci siamo»). Correntemente stimato politico capace, probo ed incorruttibile («Non mi hai ancora incontrato, angioletto mio») é attualmente…»
L’ingresso nella stanza dei due medici, accompagnati da un altro Consenziente più anziano impedisce al Savio Adorabile di terminare la sua lettura.
– Come va, le piace la sua stanza? – S’informa Dekamar Seman. – Posso sedermi?
Cilicio Benelli annuisce.– Prego. Il signore é…
– Uinn Fain, segretario alla vicepresidenza di Marasmio Mellea, non é necessario dirle altro, vero? – Risponde Simplon Thione.
– Infatti.– Approva il Savio. – Molto piacere.
– Preco, il Piacierre é tutto mio. – Replica il funzionario con un accento molto spiccato che – se la cosa non apparisse assurda – Cilicio Benelli definirebbe teutonico.
– Al suo servizio, eccellenza. – Il Savio indica l’infolibro aperto sul letto ed alcuni video-olo-giornali accesi sulla scrivania. – Come vede sto cercando di informarmi sulla Confederazione.
– Molto pen fatto, molto pen fatto. Qvale é la sua prima impresiona?
– Non é facile capire la situazione di un sistema così esteso e potente da poche notizie e da un «Chi é». Mi sembra, comunque, che la situazione sia eccellente, calma, ricca di civiltà e di tolleranza, perfettibile, ovviamente, ma decisamente avanzata e progredita.
– È la nostrra speranza.
– Già, già. Ma non crede che questa situazione sia FIN TROPPO tranquilla? – Osserva Cilicio Benelli.
Il finto collaboratore di Mellea ha un lampo di compiacimento dietro gli occhialini rotondi privi di montatura. – Se ne é accorrto, fedo.
– Sono molti anni che mi occupo di questo genere di questioni, eccellenza, ed ho maturato un certo fiuto.
– Mi tica cosa ha fiutato allora, mein geliebt.
Il Savio Adorabile si asciuga la fronte con il fazzoletto della giacca e fissa perplesso l’autorità Consenziente. – Ha proprio uno strano accento, lei sa?
Herr Professor Atem Paenion fa un gesto vago con la mano. – Akzento di mia terra natale, molto spiazuto, Savio.
– Ma no, ma no é una sciocchezza. Solo che mi ricorda qualcosa.
– Forse qvalke film? – Il Consenziente sorride ed estrae dalla tasca del soprabito di pelle nera un portasigarette d’argento che fa scattare con un gesto secco della mano. – Zigaretta?

 
– No, grazie, non fumo.
Ach so, molto pen fatto, sighnor Penelli. Le fastitia il fumo?
– No, no.
– Pene. Cosa dicefa?
– Il fatto é che ogni società, anche la più civile racchiude in sè un elemento di instabilità, elemento che deriva dalla necessità della selezione razziale, vivo nel più profondo substrato di ogni creatura. La competizione che ogni individuo superiore deve affrontare per garantire a sè ed alla sua stirpe un degno futuro contro le forze insane e perverse che vogliono ricondurre lo stato e la razza alla condizione primitiva.
– Qvello che tice é molto, molto interresante, sighnor Penelli, continui la preco.
– Anche le società più civili ed avanzate vivono in sè questa contraddizione, e non é certo la ricchezza materiale che può risolvere questo fondamentale problema. Al contrario, la democrazia é una forma debole di governo perchè permette alle creature inferiori di vivere e prosperare mentre la ricchezza, manovrata dalla multinazionale giudaica, indebolisce e svilisce la fibra dell’individuo superiore, spingendolo alla promiscuità, alla sodomia, alle droghe, portandolo a dimenticare la scintilla divina che arde in lui, quella che lo ha portato ad evolversi sulle forme inferiori ed a dominare il creato.
– …Tominare il kreato. Molto pelle qveste frasi, sighnor Penelli, lei permette io prente apunti?
– Ma prego, prego. – Il Savio Adorabile fa un ampio gesto con le braccia e sorride beato: é dai tempi della Tripla A in Sudamerica che non si sente così compreso ed apprezzato, tanto da non notare gli sguardi che si scambiano gli altri due Consenzienti mentre ascoltano il suo comizio da camicia bruna in doppio petto.
– Ed é a questo punto che entra in scena il comunismo, lei conosce il comunismo, vero?
– Cerrto, cerrto, come potrei non conoscere ezzo? – Replica sorridendo il presunto alto funzionario. – Ezzo é mio pane qvotitiano.
– Perfetto. – «Altro che quei due bastardi di Sirio, questa sì é gente come si deve.» – Come certo saprà il comunismo, una debole filosofia da analfabeti, nata dalla mente di un giudeo, é divenuta ben presto, con l’aiuto della psicoanalisi – meglio nota come pornografia – e della fisica quantistica, la leva con la quale gli esseri inferiori tentano di scalzare l’individuo superiore dal centro del creato e dal suo destino di potenza. Mi segue?
– …Testino di potenza. Cerrto, molto interresante, kontinui preco.
– Ciò per cui io mi batto é ridare a questo individuo superiore le armi per poter combattere contro la finzione della democrazia, contro la truffa dell’eguaglianza, contro la corruzione, contro il materialismo ateo e contro la sodomia. Ho ragione? – Quasi urla infine il Savio Adorabile, giunto all’acme estatico della sua filosofia.
– No.
– Eh? – Cilicio Benelli ci mette un attimo ad afferrare la risposta. – Diceva?
– Le ho tetto che lei ha azzolutamente, incretipilmente, inconcepipilmente torto. In settant’anni ti carriera raramente ho utito tante sciocchezze quante ne ha tette lei in qvintici minuti. – Il Consenziente si volge verso gli altri due.
– Racazzi, penso che potremo far incontrare il Sighnor Penelli con qvalcuno che certo apprezza le sue teorie sulla superiorità razziale. L’altro ciorno hanno ricoferato per esaurimento nerfoso qvel viceammiraghlio, afete presente, qvello che ogni qvalche mese difenta depresso?
Un sorriso compiaciuto appare sul volto dei due virologi.
– Certo, Atem, é proprio la persona giusta. Farà anche bene al povero Viceammiraglio che é così triste quando arriva. – Approva Dekamar Seman.
– Buon difertimento, sighnor Penelli. Tra poco afrà un pubblico adeguato per le sue scemenze. Aufwiedersehn! Molto piacere aferla conosciuta. Io sono Herr Professor Atem Paenion, psichiatra e dozente in Ateneo di Hydumai mentre lei é pericoloso temente. Puonasera.
– B…buonasera – mormora basito Cilicio, passato dall’esaltazione allo stupore più paralizzante.
– Buonasera. – Il Savio Adorabile si volta verso l’autore del saluto, un Kerrabbia dall’espressione stanca ma visibilmente di buon umore.
– Sono il Vice Ammiraglio Irruo Skannagon della IV flotta stellare.Mi hanno detto che lei é molto interessato al sadomasochismo e particolarmente al ruolo di schiavo. Sono qui per accontentarla. 



 
– Cosa stai leggendo di bello, Aquila?
Il coniglioide scuote la testa, per rialzarla un secondo dopo a contemplare Tari-La appena uscita dalla doccia e intenta ad asciugarsi i capelli. – Una rivista che é arrivata al tuo vicino. – Aquila Yò-yò sorride equivoco. – Pornografica.
– Ah. E io ci sono? – Chiede distrattamente la verdalmata. – Ma come mai l’hai tu se é del vicino? – Fa un attimo dopo.
Il coniglioide muove il naso imbarazzato. – Sporgeva dalla buca e così… No, purtroppo non ci sei.
– Ah, sei così assolutamente disonesto tu, Aquilotto mio, anche nelle piccole cose. – Ride Tari-La. – E chi c’é allora?
– Beh, vediamo… «Avventure calde di un Cetroloide di Craterello», «Chiamami quando vuoi – fantasie erotiche di un computer teleimagico», «Naomi Thumida e gli Gnomi Mandrilli»… – Legge il coniglioide con accento notarile.
– Le solite menate. Non c’é niente di un po’ carino?
– Mmhh…«Grantorrone e le Pupe torride di Fahrenheit – Amore a 300 gradi.» Ridicolo. «Strano Picnic con sorpresa: divagazioni erotiche di uno Stallone Triviale.« …Grottesco. «Venerabilità umiliata e offes…»
– Beh, che ti prende?
Il Coniglioide guarda incredulo le olofoto da quattro soldi, inforca gli occhiali e torna a guardare facendo commenti a mezza voce.
– Allora? Dai fammi vedere.– Tari-La spinge Aquila, incastrandosi di fianco a lui nella poltrona. – Ehi, ma questo non é?…
– Proprio lui. Ma non era una persona seria, secondo te?
La verdalmata stringe le labbra. – Credevo che… Ma non era stato internato per nonsoquale malattia?
– Già. – Aquila Yò-yò ridacchia e indica Cilicio Benelli in tutina rosa pesca con oblò in corrispondenza del fondo schiena, frustato da un caimano ipertrofico in abito da sera. – E invece eccolo qui a fare il pirla con un Kerrabbia svitato.
– Mi dispiace, mi sono sbagliata parecchio, ma avevo sentito dire così bene di lui. – Si scusa la bella Verdalmata.
– Non ti preoccupare, amore. Ecco, vedi?– Il Coniglioide si alza ed accende il Fax intersistema. – Adesso mando al grande Geosinclino il servizio fotografico, così vedrà anche lui come se la spassa l’Adorabile Savio.
– Forse… Non é un po’ troppo… – Inizia a dire Tari-La. – Insomma un momento di debolezza può capitare…
– Una debolezza da miliardi di galattodindi, angelo mio. Comunque se i Mangiasabbia lo perdonano lo perdonerò anch’io.
Tari-La ride.

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