7.6.16

Memorie di un perdente


Sarà forse l'aver fatto parte perennemente di un'infima minoranza, ma ho sbagliato anche questa volta. 
Sono stato uno dei 10.000 e pochi che ha votato per Airaudo, qui a Torino. 
Non ridete, non è bello. 
Non è che ci credessi poi molto ad Airaudo e alla zoppa combinazione che lo sosteneva, ma l'ho comunque votato, spingendo anche la mia povera bambina a farlo. 
Due volte colpevole.
Cioè, a Torino accade una cosa discutibile ma comunque indubbiamente nuova come una grillina che prende il 30 per cento e passa dei voti e io sono ancora lì a fare il sinistro del PD che ha litigato e che ha messo il muso. 


No,  non si può andare avanti così, non lo pensate anche voi?
Adesso, per il ballottaggio dovrei votare Fassino. 
Fassino, ma ci pensate? 
L'uomo di apparato che nel 1976 girava con una logora cartella piena di documenti del Partito e interveniva nelle assemblee universitarie facendo perennemente il pieno di fischi. Quello che non capiva nulla, ma proprio nulla dei problemi dei giovani universitari, dal momento che lui giovane non è mai stato, ma solo un vampiro vegetariano divenuto paleocomunista – anzi, apparatchik di qualsiasi apparato – perennemente pronto a seguire la Struttura Di Partito in qualsiasi occasione e in qualsiasi conversione. Un uomo irraggiungibile, sempre pronto a cercare un accordo anche in casi nei quali, anche con la migliore buona volontà, era necessario opporsi e far sentire la propria voce.
Nelle scorse elezioni amministrative ho, in un certo senso, votato per Fassino, ma giusto perché SEL lo sosteneva. In quell'occasione SEL da sola ottenne il 5,5% dei voti e 22.000 elettori. Per la cronaca: che fine hanno fatto i 12.000 mancanti, tutti nei 5 stelle? Probabile, molto probabile.
Comunque questa volta non ho intenzione di farlo. 
Terzo errore, evidentemente. 
Torino è molto cambiata da quei tempi. 
Il Lingotto è diventato un centro commerciale, la Fiat Microtecnica è diventato un luogo dove si manutengono i robot, Fiat Mirafiori è dimagrita fino a poche migliaia di operai, gli uffici centrali di corso Marconi sono stati per molto tempo un luogo di appuntamento per scarrafoni e ragni... Nella Torino degli anni '70 (no, tranquilli, non intendo parlare della mia gioventù) un persona su quattro che incontravi lavorava per la FIAT o per l'indotto FIAT e i cortei operai erano massicci, potenti, impressionanti. 
Fino alla marcia dei 40.000, certo. 
Fino all'eliminazione della FIAT, divenuta FCA.
Adesso a votare per Fassino, immarcescibilmente rimasto nel Partito, ci sono i pensionati della Crocetta, i ricchi della Collina, i signori bene del centro di Torino.  
A votare per i Cinque Stelle i povericristi di Barriera Milano. 
Che cosa mi sono perso, ultimamente? 
Nel '76 votai per il consiglio comunale. 
Votai una lista di estrema sinistra denominata «Democrazia Operaia☺». Non ridete, per favore. Prese 10.000 e rotti voti, l'1,5% dei votanti e un consigliere comunale. Adesso, quarant'anni dopo, ho votato una forza che con lo stesso numero di votanti ha preso il 2,78% e un (inutile) consigliere comunale. Incoraggiante. Nel 2055  – molto improbabile che ci arrivi, ma non sarò certo io a dare suggerimenti a madre natura – con diecimila elettori arriveremo a sfiorare il 5%. 
Una progressione impressionante. 
La sinistra al governo a Torino non è mai stata per me madre, ma soltanto una matrigna, taccagna e furbetta, sempre pronta a implaccare il proprio nome su qualsiasi evento. Estremamente improbabile riuscire a organizzare qualcosa con il sostegno del comune. Ricordo in tutto un paio di convegni ai quali il comune intervenne con (poco) denaro. Il convegno del 2001 su Scienza e Fantascienza venne organizzato grazie all'intervento dell'Università e con i fondi della Fondazione CRT. 
Il comune non aveva denaro da spendere. 
O, perlomeno non ne aveva per noi. 
Poi è venuta la crisi, anzi la Crisi, e la libreria ha chiuso, sic et simpliciter, e con lei diverse attività cittadine. Il nostro uomo nel Partito non aveva tempo né, tantomeno, denaro per noi.
Torino è diventata una città turistica. Il centro è stato gentrificato e le periferie sono state dimenticate. Con una disoccupazione giovanile che raggiunge il 49%.


Ma pensate davvero che io possa votare un individuo il cui lascito, come il suo degno compare Chiamparino, sarà la santificazione dei gianduiotti e la Mole sugli schermi dei telefonini di mezza mondo?
D'altro canto non ho nessuna stima né fiducia nei 5 stelle e penso che Chiara Appendino dal giorno della sua eventuale elezione avrà al collo la meravigliosa Start-Up di Davide Casaleggio e i terrificanti pareri dei colonnelli M5S, senza contare che trovo assolutamente intollerabile che i pentastellati siano in un gruppo parlamentare in UE con i criptofascisti dell'UKIP di Nigel Farage. 
Quindi? 
Molto probabile che tapini fino al seggio giusto per annullare il voto. 
E spero di cuore che la sinistra, quella vera, prima o poi smetta di litigare inutilmente ed esca dalla catacombe con un programma accettabile e verosimile. 
Prima o poi, nei film, succede... 
 
 
  

 

8 commenti:

Glò ha detto...

Qui da me per fortuna non ci sono state le elezioni XD Sono una "perdente" da che posso votare, comunque... :D
Potrei decidere la stessa cosa che hai scritto in conclusione di post, alle prossime ;)

Massimo Citi ha detto...

@Giò: per me è quasi fatale ma non è detto debba essere così anche per chi mi legge. In realtà sono un appassionato del voto, mi dispiaccio del calo di votanti - poco meno il 50% qui a Torino tra astenuti e schede bianche o nulle, dato agghiacciante - e non rinuncerei a votare se non fosse che, onestamente, non so che cosa scegliere. Quanto all'essere una "perdente" lo si è sempre fino alla volta successiva, ma non può piovere per sempre, si dice. Ciò che è avvenuto negli anni '30 in Germania sembra dirmi il contrario, ma le idee confuse non sono necessariamente preavvisi di una posizione radicale di dx. In ogni caso teniamo duro, la notte deve passare *_-

Senzapre7ese ha detto...

Come ti dicevo, condivido ogni parola (con la differenza che io a Torino voto da pochi anni, e che Fassino prima di allora lo conoscevo come inutile e arrogante politico nazionale). Temo seriamente una vittoria cinquestelle, ma d'altra parte spero in una batosta per il PD che li convinca a smettere con le candidature per inerzia. Un doppio vincolo che può solo portarmi all'annullamento della scheda.
Non resta che aspettare altri 5 anni.

Nick Parisi. ha detto...

Caro Massimo, per come stanno andando avanti le cose non è che possiamo farci troppe illusioni per il futuro.

Massimo Citi ha detto...

@Senzapre7ese: temo anch'io che dovremo attendere altri cinque anni. O forse qualcosa in meno, tenendo conto che anche se Fassino dovesse vincere - cosa sulla quale ho qualche dubbio - sarebbe un sindaco "debole" e come tale esposto ai capricci della giunta da lui scelta. Quanto all'eventuale vittoria della Appendino sarebbe a sua volta esposta al mondo di procedere tipico dei pentastelluti, con polemiche, fughe ed espulsioni ecc. ecc. Un cattivo voto, in sostanza, al quale temo ritorneremo presto.

Massimo Citi ha detto...

@Nick:; onestamente mi auguro che finisca presto il regno di Renzi I. Questo potrebbe significare il caos, certo, ma potrebbe significare una svolta profonda nella vita politica italiana, qualcosa che al momento non riusciamo nemmeno a immaginare. Un po' come sognare la Repubblica nel 1937.

Marco L. ha detto...

C'è da ricordare che Fassino era quello che aveva detto ai tempi: "Ah sì? Grillo si faccia pure un suo partito, poi vediamo quanti voti prende." Credo che questo la dica lunga sulla lungimiranza della politica attuale.
Io sono ancora più pratico: ma santo cielo, Porta Nuova è sotto lavori da ben 4 anni! Cioè dall'intera gestione Fassino. Lavori che non solo sono stati fatti male (ogni volta che piove si forma una piscina sui marciapiedi perché non hanno previsto scoli), ma che non sono stati nemmeno terminati. E tutto questo mentre viene costruito il grattacielo della Regione.
Se ci fosse un po' di onestà politica Fassino non avrebbe nemmeno dovuto candidarsi, altro che le ciarlatanate che va raccontando nei dibattiti.

Massimo Citi ha detto...

@Marco: vero, Fassino è quel genere di pirla che disse «allora abbiamo una banca» ai tempi dello scandalo Unipol. Un'intercettazione scorretta, siamo d'accordo, ma che dà l'idea della povertà mentale e morale del suddetto, oltre che del partito...
So che è riuscito a coprirsi di ridicolo nuovamente, da vero Savio di Salamanca, attribuendo poca fortuna ai Grillini... In effetti credevo l'avrebbero reimpiegato come generatore di "ultime parole famose", viceversa gli hanno dato la possibilità di fare un'altro giro di giostra.
«Not in my name», diciamo.