13.6.13

Un banale incidente


Soltanto poche righe per una banale notizia di cronaca che mi ha colpito. 
A Roma, soltanto ieri, in seguito ad un banale incidente d'auto, un tamponamento o qualcosa del genere, probabilmente risolvibile con poche centinaia di euro, un uomo è stato eseguito sul posto con un colpo alla nuca, dopo aver ferito con un coltello il giovane alla guida dell'automezzo, figlio della guardia giurata che lo ha "giustiziato". Da aggiungere che gli infermieri del 118 sono stati aggrediti quando sono sopraggiunti sul luogo dell'assassinio dai parenti e amici dell'ucciso, l'ambulanza è stata fatta segno del lancio di pietre e uno dei volontari è stato ferito con probabile rottura della clavicola.
In apparenza nulla di particolare da segnalare. Un delitto banalmente ovvio, come ne avvengono con cadenza settimanale in un paese di perfetti imbecilli come questo. Una discussione che si fa sempre più rabbiosa, dove cominciano a volare "parole grosse" finché uno dei presenti non tira fuori il coltello. Tutto il resto viene da sé. 
Ma la cosa che mi ha colpito davvero della vicenda è stata l'ansia di risolvere la disputa facendo ricorso a categorie più o meno medievali. L'onore ferito, l'attacco alla famiglia, la necessità di reagire all'invasore, il sangue che scorre. Certo, vista l'età di uno dei contendenti non è difficile immaginare che il problema sia nato dalla crisi imprevista creatasi. Un giovane presumibilmente fresco di patente o forse privo di essa - ben che vada con il foglio rosa - un individuo ben deciso a far valere i suoi buoni diritti e un padre preoccupato fino a giungere alla completa idiozia di eliminare il "nemico". Un giovane che rischiava di veder scomparire fino a data remota la sua patente e un padre tanto terrorizzato da reagire tanto virilmente quanto asininamente. Ma no, non è possibile scuotere la testa e tirare avanti. Certo, si tratta di un fatto dannatamente quotidiano, di un vero complotto di idioti, ma sul quale merita fermarsi un attimo. Se la patente fosse stata fondamentale per il diciottenne, l'unica occasione per acchiappare un lavoro di un qualche genere? Se il suo contendente si fosse trovato nella condizione di non poter fare ricorso all'assicurazione perché aveva saltato la rata? E privo del denaro per aggiustare l'auto? In questo caso perché non minacciare, ricattare, evocare sfracelli? Ma il giovane non può fare passi indietro, non può promettere denaro per cancellaro lo sgarbo, il padre - presente - non glielo permette. Ci si intigna, si esagera, si minaccia. L'argomento del danno viene cancellato, passa in seconda linea, ora a essere messa in discussione è la propria condizione di babbuino alfa o omega. Appare un coltello - chi tra chi mi legge porta con sé un coltello in automobile? -  e la virilità sembra riconquistata. Almeno finché non salta fuori una pistola. 
I parenti del morto arrivano di corsa, lo vendicano lapidando un'ambulanza e picchiando tre uomini vestiti in arancione che non possono intervenire. 
«Saranno stati tifosi della Lazio [1]», mormora qualcuno, «Ultras fuori dallo stadio, ndranghetisti de Roma». 
Certo, è possibile. Nei prossimi giorni lo sapremo. Ma resta la sensazione che alcuni momenti, alcuni fatti, riescano ad penetrare profondamente nella realtà presentandoci una serie di fatti che possono avere la più semplice delle spiegazioni - tre idioti alla guida: un malavitoso e due imbecilli - come denunciare una situazione di crisi molto più profonda di quanto immaginiamo.

[1] Infatti i giornali hanno appena dichiarato che il morto era un "tifoso della Lazio".

6 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Qualcuno dirà anche: "Aboliamo il calcio!"

Pazzesca, questa storia. Cioè, in realtà sto ancora cercando di capire come è successo...

Nick Parisi. ha detto...

Non è che ci sia molto da capire, purtroppo siamo in piena barbarie.

Massimo Citi ha detto...

@SX: credo sia stato l'avverarsi di una specie di legge di Murphy al massimo grado. Se può andare male lo farà e nel modo peggiore. Temo che non ci sia molto altro da capire, tranne forse esitare un attimo prima di decidere che sono sciocchezze che capitano esclusivamente agli altri.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: vero. Ma il problema è come ci siamo finiti. Personalmente sono convinto che dovremmo dichiarare guerra alla Germania, perderla in una settimana e attendere che i krukki sostituiscano la nostra classe dirigenziale e politica.

Lucrezia Simmons ha detto...

Sai cosa ho notato? Che ultimamente episodi cruenti si stanno moltiplicando.
Contro le donne, contro le persone come me e te, cosiddette normali, incensurate.
Espressione di un disagio sociale, certo, ma mi allarma. Perchè se l'uunica reazione che sappiamo avere è questa allora siamo barbari nel profondo.
Il padre può aver avuto un momento di follia, ma i parenti no. E' stato il branco che ha attaccato all'impazzata, ferendo anche innocenti accorsi a raccogliere un ferito, ed oltrettutto commettendo un reato, perchè omettere un soccorso è punibile dalla legge.
Non c'entra il calcio. E' la mente delle persone che fa brutti scherzi. Non perchè malata ma perchè vergognosamente sana mentre coppie atti degeneri come questi.

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: è vero, ho avuto anch'io questa sensazione, anche se non ho dati statistici in grado di confermarlo. Certo che è agghiacciante, a pensarci, che questo genere di incidenti sia letteralmente a portata di mano per chi guida o semplicemente esce di casa. Che la patina di civiltà sia tanto sottile e così facilmente rimovibile. È come se questi tempi avessero dimostrato che a rimanere civili è inutile e che il futuro è in mano soltanto al più duro, al più forte, al gruppo più rabbioso, a chi è privo di ogni scrupolo. Le periferie sono senza speranza e cariche di rabbia.