16.7.12

I traffici di Giò Orzo


Ieri pomeriggio ho tentato, lo giuro. 
Ho sparato la mia pennuccia cercando una connessione. 
Ma ho fatto una solenne cilecca. 
Prova sia quest'unico frammento che ho conservato:
...
Qui in montagna la tecnologia è piuttosto arretrata... non so nemmeno se riuscirò a pubblicare il mio con
...
Nulla di più. 
...
John Barleycorn [must die] è ciò che viene definito un «ancient folksong», risalente nelle sue prime versioni note, alla metà del XVI secolo.  Ma è anche il titolo del disco del 1970 dei Traffic. Ovviamente esistono molte altre versioni del brano, che in seguito mi è capitato di ascoltare. Ma per me l'interpretazione dei Traffic, con la voce unica di Steve Winwood che racconta di come John Barleycorn fu eliminato, sotterrato e poi miracolosamente ritornato in vita, rimane davvero unica.


4 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Io ho trovato questa canzone in una raccolta uscita con qualche giornale, di musica suonata con chitarra acustica. Mi ha colpito fin da subito, ma lo stesso non posso dire dell'album (mi aspettavo una sfilza di canzoni dello stesso stile).

Massimo Citi ha detto...

@Salomon Xeno: hai ragione, ma io ho comprai a suo tempo l'LP proprio per le canzoni rythm'blues del resto dell'album. Così scoprii John Barleycorn, la canzone che mi è rimasta più impressa... Il bello della realtà è spesso quello di riuscire a stupirti.

cily ha detto...

Fantastica questa canzone, soprattutto in questa versione!
Mi ricordo che quando vidi Nirvana mi innamorai di questo pezzo, al punto da comprare un disco con tutti i brani tratti dai film solo per avere questo.
Il disco in sè non era male ma per un po' ho ascoltato solo questa canzone.
Io sono così, se trovo un pezzo che mi piace lo ascolto a morte con grande sdegno dei miei coinquilini...
All'epoca la vittima era mio fratello visto che condividevamo l'appartamento per frequentare l'università.

Massimo Citi ha detto...

@Cily; succede anche a me. Io oltre ad ascoltarla la fischietto, la mugolo, ne seguo il ritmo con le posate... finché non mi minacciano di rappresaglie insostenibili.