31.3.08

Fata Morgana: le regole del gioco



Davide ne ha già parlato nel suo blog Strategie evolutive, accludendo alla cronaca una mesta e lugubre fotografia di sua produzione che diffido pubblicamente dall'andare a vedere.
Anche se già so che correrete in massa a farlo.
Di mio aggiungo che alla presentazione erano presenti una dozzina degli autori coinvolti, i curatori e un manipolo di lettori affezionati. Serata gradevole - spero non solo per me - con Massimo Soumaré, autore e traduttore dei racconti giapponesi pubblicati in FM 11, giunto all'ultimo istante, giusto in tempo per mangiare qualcosa. E bere.
Della lettura dei brani si è egregiamente occupata Silvia Treves.
Di illustrare scopo, funzione e storia del progetto «Fata Morgana» il sottoscritto.
Avete già capito, immagino.
Sto per pubblicare la mia relazione/introduzione.
Tranquilli, è breve.
Non arrivo ad affermare spudoratamente che sia interessante, ma credo sia un'utile sinossi al nostro modo di lavorare. Nel caso a qualcuno venisse mai voglia di farsi pubblicare un racconto da CS_libri o anche, semplicemente, avesse voglia di discutere.

Probabilmente molti di voi hanno un'idea abbastanza precisa di che cos'è il progetto Fata Morgana, di quando è nato e perché.
Ma un piccolo ripasso o una riassunto delle puntate precedenti, soprattutto a beneficio delle new entries, può essere proficuo. Anche perché è nel passato che si trovano le radici del futuro.
Cominciamo col dire cosa non è Fata Morgana.
- Non è un'operazione commerciale.
Se questo fosse stato il nostro scopo avremmo rigorosamente evitato di accostare autori già noti a esordienti e narrative di genere alla narrativa maggiore.
Avremmo probabilmente creato una scuola di scrittura creativa ad hoc e una rivista allegra e positiva distribuita nelle Feltrinelli e avremmo intervistato il Veronesi o il Piccolo della situazione. Dopo una serie di interviste unte e scivolose avremmo avuto molto probabilmente la possibilità di pubblicare i nostri lavori preceduti dalla paterna e benevolente introduzione del grosso nome in oggetto.
Ma ci teniamo un po' troppo alla nostra indipendenza di giudizio per tentare questa strada. E LN non è una rivista allegra e positiva. Magari divertente. Probabilmente attenta e sicuramente polemica. Ma non è il tipo di rivista che si sforza di trovare interessante un autore o un libro sulla base dal calcolo delle possibili benemerenze nel mondo editoriale.
- Non è una fiera delle (piccole) vanità
Chi scrive è narciso, non si scappa.
Ma se l'esercizio di narcisismo riesce a affascinare, incuriosire, divertire e appassionare lo si può anche perdonare.
Personalmente sono convinto che una volta terminato di scrivere l'autore abbia il dovere morale di scomparire e non farsi più trovare. Ma le cose non vanno così e i lettori hanno sempre qualche domanda da fare. Va bene. Ma il narciso si perdona se ha qualcosa da raccontare e se lo sa fare. Pubblicare su FM ci illudiamo sia la prova che il testo viene sempre e comunque prima dell'autore.
- FM non è un trampolino di lancio.
Siamo all'11a edizione. Qualche autore esordiente pubblicato su FM ha trovato la strada per l'editoria maggiore e ne siamo felici. Felici anche perché, evidentemente, avevamo visto giusto. Ma l'antologia è poco nota, è distribuita soltanto attraverso le librerie on line e fatalmente sconta le antipatie accumulate dalla rivista LN nei suoi quindici anni di attività. In più raccoglie scritti brevi di diversi autori uniti dal tenue filo di un tema comune. Anatema per l'editoria italiana. Della nostra povertà tuttavia, come il barone di Sigognac, siamo orgogliosi.
Una volta definito che cosa non è FM penso che le sue caratteristiche saltino all'occhio per semplice contrasto.
È un'antologia di racconti.

Secondo noi di volta in volta curiosi, affascinanti, divertenti, appassionanti.
Raccoglie i racconti vincitori del concorso e, accanto a essi, racconti di autori stranieri, di autori già pubblicati e più o meno noti e racconti di autori che hanno almeno una volta vinto il concorso e che si sono tanto affezionati al progetto Fata Morgana da partecipare ogni anno con nuovi testi.
La gente è strana.
Dal momento che ho scritto io la prefazione all'antologia dovrei o potrei limitarmi a ripetere ciò che ho già scritto.
Una linea di condotta minimale.
Anche perché l'aspetto interessante della serata sta nella lettura dei brani e non nelle mie chiacchiere.
Però altre due parole su alcuni racconti merita dirle.
- I racconti di autore straniero.
Tre giapponesi e un cinese. Una sinergia - per usare un vocabolo caro alla new economy - con l'attività svolta per ALIA, l'antologia trilingue di narrativa fantastica da noi pubblicata e giunta alla sua quarta edizione.
Racconti ricchi di immagini impossibili da dimenticare - pensate al volo di gru del racconto di Tsujii Hitonari o alle tre donne riunite nel piccolo ristorante sul mare di Ekuni Kaori - quelli degli autori giapponesi tradotti da Massimo Soumaré, traduttore e curatore della sezione giapponese di ALIA. Leggerissimo e divertente il racconto dell'autore cinese, tradotto da Federico Madaro, titolare della libreria Mangetsu.
Ci tenevo a dirlo perché è una dimostrazione pratica del fatto che i librai sanno fare qualcosa, nella vita.
Racconti che della musica scelgono un aspetto particolare non indicato nel bando: il ritmo.
- I racconti vincitori.
Di questi mi piace sottolineare la varietà degli stili e, nella varietà di registri e soluzioni narrative, la vena divertita e paradossale che li sorregge. Quando li ho letti per la prima volta ho sinceramente avuto la sensazione di non leggere autori italiani. O perlomeno non di autori di questi anni. Niente efferati omicidi, nessuna confessione davanti allo specchio, nessun autocompiacimento stilistico o tentativo di stupire o choccare il lettore.
Racconti uniti dal piacere del gioco, a loro modo «giocosi».
Ma giocosi non significa scherzosi né tantomeno facili.
Amichevoli, piuttosto.
Un risultato, non un approccio o un modo. Davvero non poco.





5 commenti:

Massimo ha detto...

Con il vento compaio, con il vento scompaio... ovviamente dopo aver addentato qualcosa e bevuto un buon bicchiere di vino!
Per quanto mi riguarda, e' stata una piacevole serata e sono contento che i racconti degli autori giapponesi siano stati apprezzati.

Massimo Citi ha detto...

Siamo qui per questo...
E contiamo di restarci, anche se, come sai, c'è gente che intorbida le acque e si agita sul fondo :)
Gettarsi su un genere che «tira» non è un bel segnale. Si piega ai venti chi non ha anima.

Fran ha detto...

Mi tocca chiedere al mio inviato di cosa si è parlato mentre si beveva vino. La foto è piuttosto preoccupante a dire il vero :-)

Spero che prima o poi riuscirò a partecipare ad una di queste riunioni...

Piotr ha detto...

Niente paura, Max, le ho già raccontato tutto: del fatto che invece di leggere brani dei racconti abbiamo deciso di eleggere il più brutto, e che è stato eletto il suo; che siamo stati molto contenti nel constatare che l'autrice non era presente, perchè così potevamo sbeffeggiarla senza pietà; e che infine abbiamo letto tutto il suo racconto a voce alta tra insulti, frizzi e lazzi.
Già detto tutto io, non serve che lo ripeti tu...

Fran ha detto...

Pazienza, fino ad oggi Max era stato fin troppo gentile.
Comunque per il prossimo FM un altro racconto lo mando lo stesso, e mi assicuro di essere in posizione per i frizzi e lazzi nei confronti degli altri autori...
:-)