6.1.17

Incubi e mondi possibili


Come forse si sarà capito sono stato più o meno una decina di giorni in montagna dove sono tuttora. Ho contribuito poco alla vita sociale su FB e ancora meno alla vita sul blog. 
Diciamo che mi sono preso un periodo di vacanze, lavorando – per la verità – molto, molto poco e dedicando il mio tempo a cercare di non scivolare sul ghiaccio e camminando su una neve rigida ma dalla crosta fragile, che talvolta mi ingoiava la gamba e in altre occasioni ingoiava metà del mio povero cane. 
In quanto a Silvia ha minacciato millanta volte di scivolare ma senza mai cadere. Formidabile, questa donna. 
Il nuovo anno si è aperto, immancabilmente, con una strage a Istanbul [*]. Che dire? Sinceramente ho accolto la notizia con un'ombra di rassegnazione, come se sapere ogni giorno della morte di una cinquantina di persone trucidate da un sottouomo fosse ormai diventata un'abitudine. E non lo è, maledizione, non lo è.
Il principale problema della Turchia – e presumibilmente dell'Europa – è l'esistenza stessa di Erdogan, un ometto pronto a cambiare politica per salvare la sua posizione. L'aspetto fondamentale della cosa, in ogni caso, è il dato di fatto che Erdogan ha cessato di sostenere – con armi, con denaro e favorendo l'arrivo di foreign fighters l'ISIS e più in generale tutti i gruppi contrari a Bashar El Assad. Il boia, per chi non lo ricorda. E con un cambio di 180° Erdogan si è alleato con la Russia di Putin nel tentativo di mantenersi in qualche modo saldo al potere e di colpire in maniera massiccia e definitiva i Curdi.


Nel corso degli ultimi tre mesi, proprio grazie alla condizione straordinaria fornita dallo stato d'emergenza, l'esecutivo turco ha promulgato 12 decreti legge che hanno favorito il defenestramento di migliaia di dipendenti e amministratori pubblici e statali, la chiusura di numerose scuole e università e la sospensione di trasmissioni e pubblicazioni di decine di testate. E non solo. Oltre 120, tra giornalisti e operatori dei media, sono finiti in carcere con l'accusa di avere legami con l'organizzazione Feto, ispirata da Fethullah Gulen, ex imam in esilio negli Stati Uniti, ritenuto la mente del tentativo di golpe per deporre Erdogan, di cui era uno dei più fidati consiglieri.
Su questi presupposti, compreso l'arresto dei 16 deputati dell'Hdp, terza forza politica del Paese, e il tentativo di cambiare la Costituzione per garantire il presidenzialismo assoluto, è difficile credere che la Turchia riesca a mantenere la tanto auspicata unità nazionale, quanto convintamente è facile intuirlo, dal presidente turco. (da Huffington Post, blog di Antonella Napoli)

Qualcuno si stupisce se i suoi ex-alleati adesso colpiscono la Turchia? E che la colpiranno sempre più spesso e più duramente man mano che il territorio controllato dall'ISIS verrà riconquistato? O che le ali estreme delle organizzazioni Curde faranno sempre più spesso ricorso alla lotta armata?
Detto di passata, il governo turco è quello che garantisce il blocco delle immigrazioni via terra in cambio di sei miliardi di euro, un accordo con l'UE garantito in primo luogo dalla Germania. Se Erdogan finisce per cadere che ne sarà di tale accordo? L'opportunismo cinico delle democrazie occidentali che hanno sostanzialmente ignorato l'instaurazione di una dittatura in Turchia potrà continuare anche in caso di un'ulteriore stretta della situazione da parte di Erdogan o di chi verrà dopo di lui? Probabilmente sì, ma preferisco non pensare alle conseguenze di una tale scelta.

 
E Trump, grande amico di Putin, quali posizioni prenderà?
Appunto, rispetto a un anno fa la situazione si è fatta più complessa e più pericolosa. In certo momenti ho la sensazione di impersonare un tranquillo turista inglese che, in vacanza in California, il 30 agosto del 1939 dà una scorsa al giornale e scuote la testa, non arrivando nemmeno lontanamente a immaginarsi che cosa lo aspetta. 
Ovviamente si tratta solo di «certi momenti», ci tengo a dirlo, giusto perché non pensiate che io sia divenuto un povero pazzo. 
...
Nel corso di quest'ultima settimana ho ripreso in mano un mio romanzoUn problema di tempo cercando di ripulirlo, accorciarlo, tagliare dialoghi, cercando di renderlo meno parlato e più visto (show, don't tell, perbacco). Bene, sono a pagina 120 e credo di essere riuscito a tagliare in tutto una mezza pagina, mentre ho finito per aggiungere battute, descrizioni ecc. per altre tre pagine. Tenendo conto che il romanzo conta la bellezza di 300 pagine mi sono temporaneamente fermato per la paura di aggiungerne altre.  
Come credo mi sia già capitato di scrivere, ho fiducia nel Show don't tell ma solo fino a un certo punto e, d'altro, sono altresì convinto che sia necessario spiegare non poco, dal momento che questo risulta essere il romanzo «centrale» del ciclo della Corrente. E per spiegare non solo la presenza e il motivo dell'esistenza dei personaggi, ma anche il mondo nel quale si trovano a vivere, ho preferito ricorrere spesso a dialoghi nelle prime cento pagine del romanzo – senza trascurare i fatti che avvengono che sono comunque numerosi – piuttosto che ai soliti pipponi del tipo: «Come certo lei sa, professor Maddox, la conquista dello spazio è stata permessa dall'invenzione del Grande Elastico Universale che come saprà è fatto di... ecc. ecc.» 
Il risultato, tuttavia, temo sia che ogni tanto i personaggi diano l'idea di parlare un po' troppo per conto loro, lasciando al lettore il dubbio di che cosa intendano quando parlano di «ES», «Debito di vita» o «Chimere». Un difetto che, peraltro, mi è stato già rivolto parlando di altre opere. 
Posso assicurare che al termine del romanzo tutti i pezzi andranno al loro posto, anche se mi rendo conto che sto probabilmente cercando lettori fin troppo attenti in tempi nei quali c'è poco tempo per ogni cosa. In ogni caso nei prossimi giorni mi dedicherò nuovamente al romanzo ma sarei mooooooolto contento che qualcuno avesse voglia, una volta terminato, di fare da lettore beta.
Avanti, non abbiate paura, fatevi vivi...  




[*] Dopo Istanbul, Smirne.  

6 commenti:

Orlando Furioso ha detto...

Caro Massimo, tenuto conto che "non so né leggere né scrivere", ossia: se hai bisogno di un forte lettore, ma che sia tutto tranne che "specializzato" o con velleità da editor, io mi offro volentieri volontario.
Non siamo parenti, quindi garantisco giudizio sincero e naturalmente supersoggettivo (e ovviamente garantisco di non diffondere ecc. ecc.).
Nel caso decidessi: fumettidicarta(at)gmail(dot)com
Un abbraccio!
Orlando

Glò ha detto...

Quell'atmosfera pre-bellica la avverto anch'io, anche se non penso che si potrà mai arrivare agli esiti di quei tempi bui passati. Ora tutto ruota attorno all'economia: attendiamo...

Buon lavoro per la revisione del romanzo ^^

P.S.: ti invidio per il ritiro montano *_*

Massimo Citi ha detto...

@Orlando: ciò di cui ho bisogno è esattamente un lettore, attento e - nel caso - severo. Soprattutto che ammetta senza problemi di essersi annoiato o di faticare a procedere. Tu mi sembri un soggetto ideale e quindi prendo nota del tuo indirizzo. Entro quindici/ venti giorni dovrei aver finito e ti spedirò il pacco. Lettura con comodo e grazie!

Massimo Citi ha detto...

@Giò: il grosso problema è che i tempi bui sono diventati tali solo nel giudizio a posteriori... Comunque sono d'accordo con te, attendiamo. La revisione procede e ti ringrazio per l'invidia, ma puoi smettere di invidiarmi: da oggi pomeriggio sono di nuovo a Torino :-(

Il Menestrello ha detto...

Come non prenotarmi per un altro romanzo targato Citi... Avverto che sono un lettore esigente, bulimico e persino un po'saccente, se serve un lettore ci sono! (Avverto che i miei tempi potrebbero essere variabili)

Per il fatto di avere una Turchia tartassata da attentati, che viene pagata dagli europei per fare da cuscinetto e governata da un folle che fa l'equilibrista per rimanere in piedi... posso solo dire che oggi il casus belli sarebbe molto diverso da quello del 39 e probabilmente più che scontrarsi a colpi di fucile le eventuali potenze si scontrerebbero a colpi di dollari, lasciando ammazzare il famoso "popolo cojone risparmiato dal cannone" di Trilussiana memoria. E in parte (purtroppo) Curdi, Siriani e ISIS rispecchiano la definizione.

Massimo Citi ha detto...

@Menestrello: grazie di cuore. Non appena il libro sarà giudicato pronto te lo ritroverai sul PC e non preoccuparti dei tempi: l'ho scritto otto anni fa e tollera bene l'invecchiamento.
Le tue considerazioni sulla politica estera mi sembrano azzeccate e io non mi riferivo a una guerra guerreggiata ma a quella Terza Guerra Mondiale del quale ha parlato il papa - uno dei pochi capi di stato lucidi in circolazione - fatta di millanta guerricciole e di una politica economica aggressiva che non fa che peggiorare le condizioni di vita del 90% della popolazione.