12.1.16

Chi se ne va


David Bowie è morto. 
Sinceramente una notizia che, una volta smaltita la sorpresa, mi ha lasciato curiosamente freddo. Come se, in un certo senso, la morte di Bowie fosse un semplice episodio, sia pur rilevante, in una vita interminabile. 
No, non intendo dire banalità tipo «Resterà sempre con noi» o «È andato a comporre musica direttamente per Dio», ma semplicemente osservare che Bowie ci ha abituato a una tale quantità e varietà di apparizioni da suscitare il dubbio - immotivato ma impossibile da rimuovere - che egli fosse comunque "altrove" rispetto al resto del mondo. Non è affatto male per un personaggio dalle mille facce, divenuto tutt'uno con l'essere umano che lo impersonava. 
Le apparizioni di Bowie in veste di attore sono state numerose - dal marziano de L'uomo che cadde sulla Terra al re dei Goblin in Labyrinth, a Niklas Tesla in The Prestige al Maggiore in Merry Christmas mister Lawrence - ma tutto sommato non così abbondanti da lasciare un ricordo indelebile, ma in qualità di compositore e cantante ha fatto davvero di tutto o quasi. È passato da Space Oddity a The man who sold the world (un riferimento al romanzo di Cordwainer Smith, uno dei tantissimi richiami alla letteratura fantascientifica del Nostro) e Hunky Dory a Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, creando non pochi dubbi sulla sua sessualità - come si trattasse di qualcosa di realmente importante -, a Diamond Dogs e poi a Heroes e alla Berlino della fine degli anni '70.  Seguì il Bowie anni '80 di China Girl e di Blue Jean e poi l'esperienza biennale con i Tin Machine. Poi gli anni '90 aperti con Outside, disco, ancora una volta, assolutamente inatteso. E poi la parte più recente - e l'ultima - della carriera, con gli album The Next Day e Blackstar. Tutti dischi che ho quantomeno ascoltato più volte, anche se devo ammettere una particolare passione per Outside e per i Tin Machine


Ma se provate a ricostruire mentalmente le apparizioni di Bowie nei vari decenni ne avrete un ritratto complesso, ricco di sfumature e ricchissimo di influenze. Provare a stilare anche solo per sommi capi l'elenco di tutti i musicisti con i quali ha collaborato nel corso della sua vita sarebbe come stendere l'elenco telefonico di una città di media grandezza. 
Ma la sensazione di non avere ancora terminato di conoscerlo è comunque presente e questo breve e superfluo commento è soltanto l'ammissione di una felice sconfitta. David Bowie accompagnerà questo mondo ancora per bel pezzo, persino quando io non ci sarò più. 
Il che è seccante, ammettiamolo.  
...
Per chiudere tre pezzi scelti nella lunghissima carriera di Bowie. 
Il primo è Space Oddity:


Il secondo è con i Tin Machine, Under the God

 
E il terzo è tratto dall'album Outside, Hello Spaceboy, in compagnia dei Nine Inch Nails


 

6 commenti:

Obsidian M ha detto...

Quando si pensa al Bowie cinematografico in effetti non si pensa a quei film che hai citato,nè tantomeno a Labyrinth o ad Absolute Beginners, per nominarne un paio che, tra ieri e oggi, hanno nominato tutti. Si pensa più che altro a quei film dove è stata la sua musica a fare la differenza: Cat People e Christiane F su tutti. La musica, nella sua più grande forma d'espressione, è imprescindibile da Bowie, che è stato perfettamente in grado di interpretarla in tutti i suoi cambiamenti. Anzi, diciamo che è stato Bowie a far evolvere la musica attraverso i decenni. Personalmente ho smesso di seguirlo dopo l'esperimento Tin Machine e ora un po' me ne dispiace. Ma pazienza. La sua voce è sempre lì, tutt'attorno a noi.

Massimo Citi ha detto...

@Obsidian: molto vero, Bowie ha seguito un percorso personale, mutando costantemente il suo orizzonte musicale e lavorando di continuo sul suo personaggio e insieme sulla sua musica. I suoi rapporti con gli altri musicisti - pop, jazz, heavy metal - sono stati fondamentali nella sua evoluzione costante. Chapeau. Quanto al cinema ho scritto il post ascoltando Merry Christmas mister Lawrence, un brano di Ryuichi Sakamoto, ovvero di un altro musicista che ha lavorato in qualità di attore, ed è curioso come la loro presenza abbia in qualche modo aggiunto un ulteriore livello di fruizione al film. Ultima nota: dopo i Tin Machine Bowie, ha inciso un disco fondamentale come Outside, e via via fino a Blackstar che merita comunque ascoltare.

Nick Parisi. ha detto...

L'anno comincia male, a me Bowie piaceva molto.....

Massimo Citi ha detto...

Beh, l'anno scorso l'anno è cominciato con Charlie Hebdo, direi che i cattivi inizi d'anno stanno diventando un'abitudine. Cribbio.

Glò ha detto...

Amo molto la musica, è una componente quotidiana della mia vita, ascolto tutti i generi. Bowie è sempre stato presente, e, sì, ci sopravvivrà perché è stato un Artista che non si è risparmiato e penso che non si possa dire che si sia svenduto troppo. Nemmeno perfetto, ovvio, e non credo che ora sia tra le stelle, ma ben presente quaggiù e meno male, francamente!
Per me è stato un grande dispiacere, lo dico chiaramente. Il mio brano, in assoluto, ma non perché "più bello" eh :D, intendo proprio il mio, è Sound and vision ;)

Massimo Citi ha detto...

@Giò: penso che sentirò la mancanza di Bowie in futuro, quando non avrò nulla di nuovo e di suo da ascoltare. Ho avuto un rapporto molto altalenante con la sua produzione, passando dal semplice apprezzamento al tifo esagerato, ma la cosa curiosa è quella di essere riuscito a trovare tanti diversi stimoli in un solo artista. Sound and Vision è un ottimo pezzo, un manifesto all'estetica di Bowie negli anni di Heroes, altro pezzo davvero notevole.