19.5.15

Aprés l'amour, ovvero dopo il Salone

È un amore mercenario, lo so, il tipo di amore del quale si tace, per il quale si cambia discorso anche tra maschi, ma un pochino la sensazione al martedì successivo al Salone è quella di un sogno d'amore malaccorto bruscamente interrotto.
In realtà ho passato buona parte del tempo al Salone nello stand degli Editori Piemontesi.

 
Teoricamente per dare una mano a mia figlia, ovvero sostituirla affinché lei potesse prendersi un caffé, dieci minuti di pausa, fumarsi una sigaretta, farsi una doccia e sbrigare oscure pratiche universitarie: 


Ma anche per fare due chiacchiere con gli editori e perdere tempo a rimettere a posto i libri dopo il passaggio dei lettori. In questo coadiuvato da Silvia, mia moglie.


Sono persino riuscito a comprare un libro di Alga, sfuggitomi nei precedenti incontri: C'era una volta il mare di Carlo Bertolini. 
A parte questo, comunque, il principale divertimento - mio e di mia moglie - è stato quello di girare presso alcuni stand e dare un'occhiata sia ai titoli appena usciti che ai titoli di catalogo. Adelphi, Einaudi, Marcos y Marcos, Minimum Fax, Codice, Neri Pozza, il gruppo GEMS e pochi altri. Ho sulla scrivania il risultato di questo raid, un risultato preoccupante, tenendo conto che ho altri tre o quattro e-book da leggere e recensire conservati nel mio PC. D'altro canto mi è risultato sostanzialmente impossibile resistere al fascino di libri come La fisica del diavolo di Jim Al-Khalili o Ego. Gli inganni del capitalismo di Frank Schirrmacher o A con Zeta di Hakan Günday. 
Del tutto inutile, viceversa, lo spazio dedicato alla Germania. 


C'erano una cinquantina di libri in lingua originale, mal scelti e peggio presentati e altrettanti libri di autori tedeschi tradotti. Di decente ho trovato un libro di Herta Müller (rumena) e un saggio di Jean Ziegler (Svizzero) - peraltro già tradotto in italiano -, ma niente autori storici della letteratura tedesca o qualcosa di un po' eccitante per uno come me. Totale, zero acquisti.
Ho clamorosamente bucato tutti gli appuntamenti con autori, una brutta abitudine che non riesco a perdere, probabilmente dovuta alla combinazione tra la riluttanza a stare fermo per più di dieci minuti in un posto e lo scarso interesse per conoscere dal vivo un autore. In linea di massima degli autori tendo ad accontentarmi della foto e della biografia in quarta di copertina. Conoscendoli, soprattutto se li apprezzo, rischio di sentirli dire qualcosa di molto stupido - che è un prezzo logico da pagare alla sovraesposizione - inserendo così un elemento non richiesto né gradito alla lettura. 
Nello stand degli editori del Piemonte, comunque, ho avuto il bene di vedere gli attori del Docufilm su Re Arduino, prodotto da un editore del Canavese, cioé la regione che ha Ivrea come capitale: 

 
 


Con un curioso effetto fantasy in uno stand per il resto piuttosto serio. Nella prima e nella seconda foto, comunque, si può vedere l'attore - Lorenzo Marchese - che vestiva i panni del Marchese Arduino di Ivrea, Re d'Italia. 
Un vero rimpianto l'appuntamento fallito sia con Romina e Xeno che con Francesco Troccoli, in entrambi i casi mancati per un soffio. L'anno prossimo, ragazzi, ci mettiamo d'accordo prima.
...
Messo da parte il divertimento, mi è comunque capitato di parlare con alcune vecchie conoscenze del settore. E il quadro che mi hanno fatto della situazione dell'editoria italiana non è affatto consolante, com'era prevedibile.
La sensazione data dal Salone, dove in apparenza migliaia di persone si affollano per acquistare un libro - è inevitalmente una falsa visione che può illudere chi vi assiste ma non gli operatori del settore. Uno 0,7% in più, da 340.000 visitatori a 341.00, è come dire che non è successo nulla e che i Gufi, come li definisce Braccialarghe, assessore alla cultura di Torino, hanno i consueti motivi per lamentarsi, anche e soprattutto di un ceto politico pronto al selfie davanti a una torta che festeggia il Salone ma altrettanto pronti a dimenticare il libro dal martedì successivo al Salone. 
Il libro ha bisogno di aiuto, presto. 
Chi lavora nel mondo del libro altrettanto. Redattori, traduttori, collaboratori. Per farsene un'idea è sufficiente andare qui, sul sito della rivista minima & moralia
Il Salone è stato divertente, ma la situazione non lo è. 
Per niente. 

  


10 commenti:

Paolo ha detto...

Com'è che ho visto solo Morgana?

Condivido in buona parte le tue osservazioni, tranne quella sull'affluenza. In un tempo di crisi come questo non mi sembra trascurabile il fatto che tanta gente non tagli il costo del biglietto e del parcheggio (quest'anno davvero eccessivo) per una visita al Salone. C'è anche da dire che il numero complessivo dei visitatori (ormai solo la giornata iniziale si può considerare "tranquilla") è prossimo al limite fisico della struttura (rimpiango gli enormi spazi del 2011 quando era stato usato anche l'Oval) e che gli eventi in programma sono un numero esorbitante. Gli ultimi anni della gestione Picchioni-Ferrero sono stati caratterizzati da una forma di bulimia organizzativa che la prossima gestione dovrebbe forse correggere.

Massimo Citi ha detto...

@Paolo: beh, c'è anche Silvia, subito sotto Morgana. E poi Re Arduino, giù il cappello! Se invece conti di vedermi in un post debbo deluderti. Le uniche mie foto on line sono state scattate da altri, detesto i selfie.
Non è facile discutere dei dati del Salone per diversi motivi, a cominciare dalla rilevanza dei dati comunicati. Ricordo l'anno nel quale fu inserito il biglietto a pagamento per i librai e altri soggetti interni al settore: un grande successo di pubblico... Se anche vogliamo prendere per buoni i dati dell'«ente per il libro, la musica e la cultura», con a capo Picchioni, direi che rimaniamo nell'ambito del normale non troppo allegro. È comunque vero che il Salone è davvero caotico in maniera esagerata e che i visitatori sono vicini al limite di guardia. Ma non credo che qualcuno vorrà spendere in un Salone che non aumenta esponenzialmente i propri ingressi.

Nick Parisi. ha detto...

Mi dispiace non esserci stato, forse l'anno prossimo riusciremo a vederci.

Paolo ha detto...

Com'è che non ho visto te e Silvia di persona, intendevo dire... Anche se devo ammettere che soprattutto la domenica ho ciondolato fra varie sale e l'arena Bookstock.

Le carenze organizzative e una certa aria di "tirato al risparmio" quest'anno erano evidenti. Il problema delle code deve essere affrontato in qualche modo, quella per la sala gialla che talvolta arriva oltre l'ingresso del padiglione 2 è intollerabile. E i ritardi erano costanti, perché non è realistico un programma con eventi a scadenza oraria, incluso lo svuotamento della sala. Ugualmente intollerabile che gli unici spazi liberamente utilizzabili per sedersi e riprendere fiato siano in pratica l'arena Bookstock e l'Arena Piemonte, tutti gli altri sono trascurabili. Domenica mi sono accodato alla fila che entrava nella sala rossa senza nemmeno sapere chi parlasse, tanto ero stravolto e avevo bisogno di sedermi al fresco.

Ricordo l'epoca d'oro di Beniamino Placido, quando l'accesso al Centro Congressi era libero per tutta la durata del Salone... Ma se vogliamo credere ai dati ufficiali, i visitatori erano poco più della metà di oggi.

Romina Tamerici ha detto...

Un rimpianto, davvero... La prossima volta ci organizziamo assolutamente prima! Io ero convinta che tu "vivessi" in uno stand per tutto il Salone e quindi non avevo nemmeno pensato all'ipotesi che potessi non esserci in quel momento...

Massimo Citi ha detto...

@Nick: magari se ci mettiamo d'accordo entro quest'anno ci riusciamo! Spero.

Massimo Citi ha detto...

@Paolo: Siamo stati in movimento, per la verità. E domenica siamo andati a turno, io la mattina e Silvia il pomeriggio. Mi sono dimenticato di dire che uno dei problemi a partecipare agli incontri è anche quello delle code insostenibili. L'idea di passare mezz'ora in coda mi toglie anche il desiderio di incontrare San Pietro. O Satana.

Massimo Citi ha detto...

@Romina: a vivere in uno stand c'è stata mia figlia, io ho svolazzato come un vespone. Complessivamente ho passato al Salone più o meno 24 ore (non di seguito) ma non era facile imbroccarmi. Ma l'anno prossimo è probabile che torni in servizio, quindi potrò dirti: «Vieni qui e ci vediamo».

Argonauta Xeno ha detto...

Io non a caso ti avevo conosciuto "in servizio". Sarà sicuramente per una prossima occasione! :)

Massimo Citi ha detto...

@SX: puoi scommetterci.