12.2.13

Di ritorno dalle dentate e scintillanti vette...

Sì, sono tornato. Anzi, dal momento che ero asceso tra le nubi in compagnia di mia moglie e del nostro cane, al secolo Mirra, direi che siamo tornati. Un totale di quattro-giorni-quattro a temperature comprese tra i -2° e i -16° - all'esterno - e i 18° dentro casa, temperatura quasi sempre confortevole a patto di essere decentemente vestiti e non rimanere troppo a lungo fermi. Il tempo è stato ottimo nei primi due giorni e mezzo, da venerdì pomeriggio a tutta domenica, poi è stato in qualche modo ugualmente interessante

Qui una veduta dal mio balcone: io non sono né un fotografo né un reporter
Nel senso che, come abbondantemente previsto, la notte tra domenica e lunedì sono scesi più o meno trenta cm. di neve, mutando radicalmente il panorama.

Foto scattata al risveglio, intorno alle 8.00 di domenica mattina. Ha poi continuato a nevicare fino al pomeriggio
 Portare a spasso il cane è diventato un impegno considerevole, a quel punto, con un cane skizzatissimo che si lanciava a testa bassa nei mucchi di neve uscendone di forma e colore completamente mutati. 

Stesso giorno, stessa posizione, un po' più tardi. Proseguendo in discesa, la valle
Ho sempre sognato, a essere sincero, di poter scrivere davanti a una finestra che inquadrava una copiosa nevicata. Solo che, ovviamente, la cosa mi è riuscita soltanto in parte, ovvero per un paio d'ore. Il resto del tempo l'ho passato - in compagnia di mia moglie e con il cane a dormire in casa - a spargere sale, badilare neve davanti al garage, mettere le catene all'auto e fare altre centimigliaia di cosine e cosucce che è giusto, bello e doveroso fare quando cade la neve in montagna.

Ancora più tardi ma non troppo. Due dita di neve sul mancorrente del balcone.

Più in generale ho passato quattro giorni meravigliosi, che ho finito per dedicare più che alla scrittura, come mi ero ripromesso di fare, alla lettura (e ne parlerò qui, non appena finito di leggere l'ultimo libro) e alla riflessione. Una riflessione generale sul momento - l'ultima è che il nostro pastore tedesco ha deciso di cedere il papato piuttosto che tollerare ancora Bagnasco - e sul vivere on line. Sul web sono rimasto finora quasi esclusivamente con il blog, condotto in un certo modo, tenendo attentamente separati Fronte & Retro da LN-LibriNuovi out of print e da ALIA evolution (sulla quale non scrivo più da qualche mese, peraltro).  In montagna mi è venuto più che qualche dubbio su questo blog e sui progetti, a suo tempo concepiti, di creare un ulteriore blog, Opificio o Atelier o Officina, interamente dedicato alla scrittura. Se a questo aggiungo la sensazione di un pubblico in generale distratto e poco reattivo - gli unici interventi su questo blog vengono da un pugno di amici - ho il dubbio che sia bene cominciare a muoversi. Avviare una presenza maggiore su FB? Mah, sinceramente ne dubito. Più che altro sarà bene cominciare a lavorare passo passo sui tre blog, creando sinergie (siiiì, evvai, come Marchionne), provocando incroci e rimandi, postando interventi interamente dedicati al fantastico su ALIA Evolution, creando recensioni meno formali da inserire sia qui che su LN, collaborando attivamente all'ottimo blog Il futuro è tornato, insomma agitandosi non poco. Può darsi che siano soltanto idee in libertà e che qualche tempo in città me le cancelli, ma non è detto. Comunque vi prometto di essere più presente, prossimamente.  



8 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Bentornato! Quindi lo scrittore che si ritira in montagna non è solo un'invenzione narrativa?

Massimo Citi ha detto...

@SX: grazie! Probabilmente è vero, ma soltanto quando non viene giù un metro cubo di neve per cm3... In quel caso il nostro "scrittore" si trasforma in uomo di fatica.

Nick Parisi. ha detto...

E noi del Futuro è Tornato siamo felici di averti a bordo. ;)

Massimo Citi ha detto...

@Nick: mi fa molto piacere, anche se constato con una punta di delusione che la sf in forma "scritta" - ovvero come romanzi e racconti - fatica non poco a essere accettata da un pubblico sempre meno abituato a incontrarne nelle librerie e in biblioteca. Comunque io ci sono, vada come deve andare.

Marcella Andreini ha detto...

Grazie per averci fatto condividere il paesaggio nevoso (dalle mie parti non nevica quasi mai). Ma non è che dentro ogni scrittore si nasconde uno yeti? In me c'è!

Massimo Citi ha detto...

@Marcella: direi che siamo almeno in due. Sarà che in montagna c'è silenzio, sarà che la riduzione di ossigeno ci rende tutti un po' più sognanti... fatto sta qualche giorno in montagna fa bene al morale e alla fantasia.

Unknown ha detto...

Belle foto!
Sono pienamente d'accordo con il tuo ultimo commento: la montagna fa bene a tutto, dalla salute allo spirito.

Massimo Citi ha detto...

@LyraNerina: come vedi non ho ancora imparato - o forse non avevo semplicemente voglia di ricordare - come si sparano le proprie foto su FB. Ma mi sembra anche in un blog non stiano poi troppo male.
Comunque sì, hai ragione, la montagna fa bene al corpo e allo spirito. Da un certo punto di vista quasi più al corpo...