Letteralmente significa «Caduta degli dei», dal ciclo di Sigfrido: l'anello dei nibelunghi. Traduzione tedesca di Ragnarökr, «L'ultimo giorno degli uomini e degli dei» della mitologia norrena.
Categorie davvero un po' troppo grandiose per giudicare il percorso finale del nostro benamato demente. In fondo è più probabile che a tutti venga malignamente in mente soltanto «Sunset boulevard» o magari il bunker degli ultimi giorni di Hitler, con il demente che sbava, urla e minaccia mentre le granate dell'Armata Rossa martellano Berlino. Le persone più colte potranno ricordare Gibbon e la sua Decadenza e Caduta dell'Impero Romano o magari Il Tramonto dell'Occidente di Spengler, le meno colte potranno paragonare il Demente al perfido e incapace Bluto, nemico di Braccio di Ferro o a Pietro Gambadilegno. O a Cattivik. O a Filo Sganga. Tutti personaggi e situazioni che in questi ultimi tre anni mi sono venuti in mente più di una volta, passando, nel tentativo di inquadrarlo e comprenderlo, da Ragnarökr a Cattivik.
In realtà temo che il personaggio al quale il demente è - almeno per certi versi - più somigliante è quella del compianto Mario Carotenuto, insuperabile talento naturale nel portare in scena in decine e decine di film l'affarista intrallazzatore e disonesto, lubrico e guardone, capace di impersonare un talento inesistente e che sa come suggestionare gli altri, risvegliando in loro sentimenti rapaci che non sapevano, fino all'incontro con lui, esprimere.
Un piccolo satana di pessimo gusto, capace di dividere e di umiliare, di sporcare e contaminare. Ma anche un diavolo rabbioso e intollerante, cupo, vendicativo ma a tratti stupidamente allegro e volgare come riescono a essere gli uomini di potere quando sono un po' bevuti. Un Satana borghese sul modello di quello di Andreev capace di creare il male ma incapace di accorgersi della malignità del mondo che lo circonda.
Fissi sul demente - giustamente, dal momento che la sua semplice presenza e il suo agire erano intollerabili soprusi - non ci siamo accorti di cosa avveniva nel mondo. Ora che il ciclo del vecchio demente si avvicina al suo termine abbiamo la possibilità di cominciare a capire lo stato del mondo.
E di preoccuparci.
Ma purtroppo liberarsi del demente ci costerà ancora fatica. E ancora di più ci costerà fatica liberarci dei suoi sicofanti, complici, epigoni e imitatori.
Ci vorranno anni e anni.
Ma adesso, perlomeno, possiamo alzare lo sguardo.
E forse non moriremo berlusconiani.
1 commento:
Ce lo auguriamo fortemente.
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