16.4.10

Le belle donne albanesi

Fresco dall'aver letto l'ultima dichiarazione del demente sulla mafia («La mafia è più famosa - grazie a film e libri come Gomorra - che pericolosa») ricevo un'e-mail inviatami da un amico sulle donne albanesi, ovvero sulla famosa battuta del nostro sugli immigrati: «Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze».
Mi rendo conto che se ne è parlato davvero troppo poco.
Forse stiamo abituandoci alle stomachevoli battute del demente.
L'abitudine alle idiozie narcotizza.
In altri tempi si cominciava dicendo che in fondo avercela con i giudei è soltanto una stupida abitudine per poi cominciare a pensare che in fondo qualcosa quelli là dovevano averlo fatto e si terminava voltandosi quando passava il treno per i forni.
Ancora ai nostri giorni si può ricordare monsignor Babini che ha recentemente accusato gli ebrei di essere gli assassini del salvatore.
Vera propaganda nazista DOC.
Non esiste idiozia che non possa essere creduta - e ripetuta - se dichiarata un numero sufficiente di volte.
Shirer insegna.
Quindi penso che non possa fare male sentire che cosa ne pensa della battuta sulle «belle ragazze albanesi» la scrittrice Elvira Dones.

Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in
Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio. Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero. Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio. In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci. Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e azioni in cui il rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi
Merid Elvira Dones

Null'altro da aggiungere.

3 commenti:

consolata ha detto...

Sì, avevo pubblicato la lettera di Elvira Dones su fb. Hai ragione a dire che se ne è parlato troppo poco, ma come si fa a stare dietro a tutte le minchiate del nostro giovane premier? Purtroppo lungo la giornata si deve anche dormire, mangiare, fare la spesa, ritirasi al gabinetto, coltivare i rapporti di qualsiasi tipo e natura.... è proprio una questione di tempo, che non è elastico. Lui invece il tempo per aggiungerne una alla collezione lo trova sempre.

Fran ha detto...

Non ci credo. Quest'uomo è disgustoso ad un livello inenarrabile.

Faccio di tutto per evitare le notizie italiane, ogni volta si parla di lui, e di queste porcherie. E probabilmente quello che non si dice e non si racconta è ancora peggio.

Sono molto triste.

Massimo Citi ha detto...

Grazie dei vostri interventi.
Anch'io fatico a stare dietro alla terrificante mole di minchiate che spara il Nostro Amabile Leader. La cosa mi spaventa di più, però, è il silenzio assordante di chi non si preoccupa di averlo come presidente del Consiglio. È vero che le ultime regionali non gli sono andate troppo bene ma scegliere una manica di criptonazisti per fare un dispetto al demente mi fa venire in mente un proverbio sulla padella e la brace...
Purtroppo, cara Fran, noi i giornali italiani li dobbiamo leggere. Sinceramente anch'io salterei le notizie provenienti dall'Italia se fossi all'estero.