Giorno curioso, di nubi veloci che passano rapide in cielo per scomparire velocemente.
Un cielo rapido e inafferrabile, da nordeuropa.
La gente sembra tranquilla, senza fretta. Qualcuno si ferma in libreria, qualcuno chiede suggerimenti. Ha voglia di chiacchierare, di scambiare opinioni. Un momento di pace, strano e inatteso in un momento nel quale siamo tutti sul limite di qualcosa di ancora sconosciuto ma inquietante. Che ce ne rendiamo conto o meno.
Il demente ha minacciato, giurato, maledetto, digrignato i denti. Si prepara a colpire chiunque si sia posto sulla sua strada. Entro pochi giorni dal voto. È davvero pericoloso, stavolta. La rovina, la galera, il disonore lo minacciano da vicino.
Ho sempre sentito dire in casa, da mia madre, da mia nonna, da mio padre: «Ha un sacco di soldi... chissà come li è fatti...». In famiglia si ricordano ancora di chi faceva borsa nera, di chi aiutava gli ebrei facendosi strapagare - i gioielli, la casa per un passaporto falso. Di chi spogliava i morti e di chi spogliava i vivi. Tutta gente che poi, dal 26 aprile 1945 in poi, ha ripreso a circolare con una nuova dignità, in apparenza immemore di come quei soldi erano stati raggranellati.
«... Chissà come se li è fatti... il demente...?»
All'inizio con la speculazione immobiliare. Aiutato dalla chiesa, ovviamente [cfr. Giovanni Ruggeri, Mario Guarino - Berlusconi, inchiesta sul signor TV - Roma 1987 ... 7 anni prima della «discesa in campo», n.d.r.]. Pagando, corrompendo, mentendo, confondendo... Un tot di peccati e peccatucci prolificati senza risparmio negli anni successivi e che pesano sulla schiena come una maledizione. Nonostante ci si presenti come eroici e spregiudicati imprenditori.
I peccati pesano.
Confondono, rendono ansiosi, conducono a rabbie improvvise e inattese, a produrre smorfie, versi, ghigni. Il demente perde spesso la calma, ultimamente. Non appena ha di fronte qualcuno che non è un suo ossequioso e tristo sicofante. Non appena si alza una voce che nota, osserva, riflette, dubita.
Il demente avanzando con l'età si comporta esattamente come il meno amato dei miei nonni. Non replica a tono ma s'incazza. Minaccia, disprezza, pronuncia qualche scemenza sui comunisti. Si atteggia a eroe pronto ad affrontare i gulag, Stalin, la proprietà dello stato, i trattori guasti delle fabbriche del popolo. Disapprova, alza il dito e ammonisce.
Con l'altra mano, intanto, si tocca sotto per controllare se il pacco c'è ancora.
Quel poco che ne rimane.
Mio nonno questo non lo faceva. Era arterioscleroticamente anticomunista - arterioscleronista , per farla breve, ma serio. O almeno si vergognava a controllare la dotazione davanti a uomini più giovani e ancora in funzione.
Il demente quando non teme comunisti e magistrati svacca e fa il deficiente con le donne.
Le sue e le non sue.
Le sue donne non si ribellano e lo lasciano sfogare. Con quella saggezza un po' ovvia e un po' furbetta che hanno certe donne. Pensano al portafoglio del demente e pensano: «Lascialo sfogare, quel vecchio caprone. Poi gli passa. Anzi, poi passa lui».
Non è così facile dire chi è peggio tra il demente e le sue donne.
Le donne non sue, fortunatamente la maggioranza dei possessori di cromosomi XX, non sopportano i suoi terrificanti modi da tamarro avanti negli anni. Per il quale le donne si dividono in sgnacchere e cessi. Il demente fa fatica a trattenersi quando incontra una donna di una certa età che resiste al suo fascino. Vorrebbe urlarle in faccia: «Vai a fare la calza, cesso!» ma non può. Così fa il cretino con la battutina da oratorio sullo specchio alla mattina.
E un simile demente è il capo del nostro governo.
Signùr, ma ci rendiamo conto?
Come fare capo del governo il mio povero nonno.
Con tutto che...
La gente stamattina forse si sentiva un po' meglio perché è possibile che il demente stia lentamente perdendo terreno. Che le sue fissazioni si rivelino essere, in fondo, soltanto sue. Non che gli italiani - in media - siano poi tanto meglio di lui, ma come mio nonno un po' si vergognano di mostrarsi davanti a tutti.
Il potere logora.
Vero.
Soprattutto perché crea il miraggio che sia superfluo controllarsi. Che laggente ti ami così come sei. Che il governo sia come il tinellino dell'amante, quello con il televisore. Che ci si possa mettere in mutande, canotta e calzini a guardare il Milan prima di trombare.
Il miraggio.
Poi è possibile che vada comunque a finire male.
Che il demente sia premiato per il suoi modi da neo-riccodrillo.
Un modo per rendere l'Italia un paese infrequentabile.
Bondi grasso e sciocco sorridente e soddisfatto in compagnia del capo-spacciatore Cicchitto, del ministro all'offesa La Russa e dello squallido poveruomo Gasparri.
Una galleria di orrori che nemmeno Lovecraft.
Da vomito immediato.
Se va così ho paura che non resterà, col tempo, altra possibilità che una torre sul finisterrae, dalle parti di Lisbona. Come Tabucchi. O una capanna di tronchi sopra Rejkyavik. Dirimpettaio a un grande giallista come Indridasson.
Una fine un po' triste per uno che da giovane aveva sognato la rivoluzione.
...
Dopo questa prometto di non parlare più del demente per un po'.
Frase un po' assurda a pensarci bene.
Come dire negli anni '20: «beh, adesso basta parlare di Mussolini».
Se un po' di gente si è stufata non è detto tutta la gente si sia stufata.
Quindi facciamo che parlerò ancora di quel demente del demente tutte le volte che ne varrà la pena.
Secondo me.
Ultima nota. Non ho fatto propaganda elettorale. Non parlo di Bersani ecc. giusto perché sono solo una tacca sotto il demente come gradimento generale. Il che li rende tragicamente irrilevanti. Votare voterò, ma non chiedetemi consigli. Non sono in vena.
Diciamo che per il bene mio e dell'Italia in generale spero che lunedì pomeriggio ci dicano che il demente non ha vinto. Mi accontento.
Un cielo rapido e inafferrabile, da nordeuropa.
La gente sembra tranquilla, senza fretta. Qualcuno si ferma in libreria, qualcuno chiede suggerimenti. Ha voglia di chiacchierare, di scambiare opinioni. Un momento di pace, strano e inatteso in un momento nel quale siamo tutti sul limite di qualcosa di ancora sconosciuto ma inquietante. Che ce ne rendiamo conto o meno.
Il demente ha minacciato, giurato, maledetto, digrignato i denti. Si prepara a colpire chiunque si sia posto sulla sua strada. Entro pochi giorni dal voto. È davvero pericoloso, stavolta. La rovina, la galera, il disonore lo minacciano da vicino.
Ho sempre sentito dire in casa, da mia madre, da mia nonna, da mio padre: «Ha un sacco di soldi... chissà come li è fatti...». In famiglia si ricordano ancora di chi faceva borsa nera, di chi aiutava gli ebrei facendosi strapagare - i gioielli, la casa per un passaporto falso. Di chi spogliava i morti e di chi spogliava i vivi. Tutta gente che poi, dal 26 aprile 1945 in poi, ha ripreso a circolare con una nuova dignità, in apparenza immemore di come quei soldi erano stati raggranellati.
«... Chissà come se li è fatti... il demente...?»
All'inizio con la speculazione immobiliare. Aiutato dalla chiesa, ovviamente [cfr. Giovanni Ruggeri, Mario Guarino - Berlusconi, inchiesta sul signor TV - Roma 1987 ... 7 anni prima della «discesa in campo», n.d.r.]. Pagando, corrompendo, mentendo, confondendo... Un tot di peccati e peccatucci prolificati senza risparmio negli anni successivi e che pesano sulla schiena come una maledizione. Nonostante ci si presenti come eroici e spregiudicati imprenditori.
I peccati pesano.
Confondono, rendono ansiosi, conducono a rabbie improvvise e inattese, a produrre smorfie, versi, ghigni. Il demente perde spesso la calma, ultimamente. Non appena ha di fronte qualcuno che non è un suo ossequioso e tristo sicofante. Non appena si alza una voce che nota, osserva, riflette, dubita.
Il demente avanzando con l'età si comporta esattamente come il meno amato dei miei nonni. Non replica a tono ma s'incazza. Minaccia, disprezza, pronuncia qualche scemenza sui comunisti. Si atteggia a eroe pronto ad affrontare i gulag, Stalin, la proprietà dello stato, i trattori guasti delle fabbriche del popolo. Disapprova, alza il dito e ammonisce.
Con l'altra mano, intanto, si tocca sotto per controllare se il pacco c'è ancora.
Quel poco che ne rimane.
Mio nonno questo non lo faceva. Era arterioscleroticamente anticomunista - arterioscleronista , per farla breve, ma serio. O almeno si vergognava a controllare la dotazione davanti a uomini più giovani e ancora in funzione.
Il demente quando non teme comunisti e magistrati svacca e fa il deficiente con le donne.
Le sue e le non sue.
Le sue donne non si ribellano e lo lasciano sfogare. Con quella saggezza un po' ovvia e un po' furbetta che hanno certe donne. Pensano al portafoglio del demente e pensano: «Lascialo sfogare, quel vecchio caprone. Poi gli passa. Anzi, poi passa lui».
Non è così facile dire chi è peggio tra il demente e le sue donne.
Le donne non sue, fortunatamente la maggioranza dei possessori di cromosomi XX, non sopportano i suoi terrificanti modi da tamarro avanti negli anni. Per il quale le donne si dividono in sgnacchere e cessi. Il demente fa fatica a trattenersi quando incontra una donna di una certa età che resiste al suo fascino. Vorrebbe urlarle in faccia: «Vai a fare la calza, cesso!» ma non può. Così fa il cretino con la battutina da oratorio sullo specchio alla mattina.
E un simile demente è il capo del nostro governo.
Signùr, ma ci rendiamo conto?
Come fare capo del governo il mio povero nonno.
Con tutto che...
La gente stamattina forse si sentiva un po' meglio perché è possibile che il demente stia lentamente perdendo terreno. Che le sue fissazioni si rivelino essere, in fondo, soltanto sue. Non che gli italiani - in media - siano poi tanto meglio di lui, ma come mio nonno un po' si vergognano di mostrarsi davanti a tutti.
Il potere logora.
Vero.
Soprattutto perché crea il miraggio che sia superfluo controllarsi. Che laggente ti ami così come sei. Che il governo sia come il tinellino dell'amante, quello con il televisore. Che ci si possa mettere in mutande, canotta e calzini a guardare il Milan prima di trombare.
Il miraggio.
Poi è possibile che vada comunque a finire male.
Che il demente sia premiato per il suoi modi da neo-riccodrillo.
Un modo per rendere l'Italia un paese infrequentabile.
Bondi grasso e sciocco sorridente e soddisfatto in compagnia del capo-spacciatore Cicchitto, del ministro all'offesa La Russa e dello squallido poveruomo Gasparri.
Una galleria di orrori che nemmeno Lovecraft.
Da vomito immediato.
Se va così ho paura che non resterà, col tempo, altra possibilità che una torre sul finisterrae, dalle parti di Lisbona. Come Tabucchi. O una capanna di tronchi sopra Rejkyavik. Dirimpettaio a un grande giallista come Indridasson.
Una fine un po' triste per uno che da giovane aveva sognato la rivoluzione.
...
Dopo questa prometto di non parlare più del demente per un po'.
Frase un po' assurda a pensarci bene.
Come dire negli anni '20: «beh, adesso basta parlare di Mussolini».
Se un po' di gente si è stufata non è detto tutta la gente si sia stufata.
Quindi facciamo che parlerò ancora di quel demente del demente tutte le volte che ne varrà la pena.
Secondo me.
Ultima nota. Non ho fatto propaganda elettorale. Non parlo di Bersani ecc. giusto perché sono solo una tacca sotto il demente come gradimento generale. Il che li rende tragicamente irrilevanti. Votare voterò, ma non chiedetemi consigli. Non sono in vena.
Diciamo che per il bene mio e dell'Italia in generale spero che lunedì pomeriggio ci dicano che il demente non ha vinto. Mi accontento.
4 commenti:
cioè
per dire
ti ho letto ieri sera
che poi era anche una domenica non brutta
col sole il mare tanta birra le partite e i coprisedili dell'auto nuovi e un sacco di cose da italiano medio che fanno tanto benessere
e porcapassera
insomma
sei riuscito a innervosirmi
anzi
il demente mi ha innervosito
evabbè
era solo perché tu abbia sulla coscienza la mia serata innervosita
ecco
almeno il milan non ha vinto va
è già qualcosa
Sono desolato per la tua serata. Anche se dubito che la serata successiva sia stata migliore...
Per lo meno la mia non lo è stata. Avevo una candidata per la quale era veramente difficile entusiamarsi, ma che comunque il Gauleiter Cota ha battuto. Mi sono turato il naso per sostenere la sinistra italiota e ho perso. Comincio a essere un po' stufo, a essere sincero. Nervoso, ecco.
Il mio lunedi pomeriggio è stato quasi peggio del lunedi sera. Paesino di 1400 anime, campagna canavesana, due seggi in tutto. Io sto al secondo, e lì Cota ha preso il 60% contro il 40% del centrosinistra. E' un paesino con una scuola elementare con 40 alunni, tenuta in vita da una deroga regionale di centrosinistra che ha abbassato a 35 il numero minimo di alunni per non chiudere la scuola. Immagino che adesso la deroga salti, e con essa la scuola elementare del paese. Ma qui non lo sa nessuno o, peggio, non gliene frega niente a nessuno.
Ciao Piotr.
Fa molto piacere rileggerti.
In quanto alla tua domanda - immagino retorica - posso immaginare alcune cose.
1) Non lo sa nessuno o quasi
2) Se ne fottono alla grande, come supponi tu o, ancora
3) 1500 abitanti e 40 bambini. Come dire un bimbo ogni 40 persone... da brivido. Come dire che i bambini e la loro scuola non sono una priorità per la maggior parte della popolazione.
D'altro canto il numero di alunni delle elementari aumenta soltanto dove arrivano gli immigrati.
Che al tuo paese - se dio vuole, perdinci! - son pochi o non ci sono.
Quindi meglio niente scuola e tanta sicurezza. Buon divertimento!
Posta un commento