Osservazioni poco sistematiche e riflessioni confuse di un indeciso a tutto
5.3.10
Faticosamente...
È uscito. Sinceramente fino a un paio di mesi fa non ci avrei scommesso. Prima della famosa riunione dei redattori e collaboratori. La riunione dove ho constatato quanto LN fosse ormai, da un certo punto di vista, una rivista «nazionale». «Nazionale» perché per mettere insieme davvero i collaboratori della rivista avremmo dovuto farla a Roma e non a Torino, in modo che i redattori, siciliani, napoletani, toscani ecc. non fossero scomodi per incontrarci.
Torino è in Italia, forse, ma non ne sono poi troppo sicuro.
In bilico sul confine con la Francia, con un passato che di italiano ha proprio poco.
Nel 2006 abbiamo festeggiato l'assedio di Torino, con Pietro Micca che fa saltare i camminamenti per fermare i nemici. Che parlavano francese, esattamente come i nobiluomini piemontesi. Una guerra tra cugini, tra parenti. Cattiva, come tutti i litigi in famiglia.
Torino non sta troppo bene, ultimamente. Con la Fiat che le dà l'ennesimo addio. Un lungo addio. E tutti a chiedersi: «e adesso?». Il cadavere della Fiat è enorme e praticamente indigeribile per la città. Alla fine di corso Traiano hai di fronte la Mirafiori Fiat. Un insieme gigantesco di fabbricati, capannoni, padiglioni che tengono quasi un chilometro quadrato. Poi per ogni lavoratore Fiat ce ne sono altri 4 nell'indotto. A fare stoffa per i sedili, parti meccaniche, plastiche eccetera. Mirafiori, per dire, è un nome regalato al sud di Torino dai Savoia.
Fiat e Savoia sono concresciuti per anni e anni.
Puoi immaginare Torino senza Fiat?
Può esistere?
A fare che cosa? A organizzare olimpiadi tutti gli anni? Con gli operai riconvertiti a camerieri? I quadri a maggiordomi? I dirigenti a sommeiller?
Se se ne va la Fiat - e se ne andrà, ovviamente - che cosa andremo a fare noialtri?
Senza poli di eccellenza di alcun tipo, a veder passare il famoso TAV mezzo vuoto...
...
LN è uscito, dicevo. Con tre mesi di ritardo. Ultimo della vecchia-nuova serie. Una lettrice mi ha fatto notare che se LN cambia formato dovrà cambiargli piano in libreria. Metterlo su un piano più alto. Il che potrà anche far ridere, volendo, ma ha un significato preciso. LN cambia, si trasforma.
Diventa altro-da-sé.
Come Torino, verrebbe da dire.
Speriamo di avere un futuro in questa Italia. Che è quella di Berlusconi, ma per poco.
Ma non chiedete che cosa verrà dopo, per favore. Potrebbe anche essere peggio.
In quanto a me, in questo numero ho scribacchiato qualcosina sulla storia recente di LN. Più punti interrogativi che punti fermi. E un lungo articolo sulle mie ultime letture, ripescando, allungando e arricchendo un articolo uscito su queste pagine.
Per i prossimi numeri conto di fare qualcosa di più.
Ma non troppo, ahimé.
La libreria mi mangia vivo.
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2 commenti:
ops
avevo perso i feed
t'ho ritrovato
ecco
solo per dire che ti leggo
Ciao!
Non vedo l'ora di mettere le mani su LN-LibriNuovi nuovo (o seminuovo). La prossima settimana calerò sulla CS a ritirarlo. Ho visto già un cambiamento nell'indice, che ho apprezzato. Quanto al destino di Torino, ci restano il Cottolengo, i grissini, Culicchia, il clima. Non moriremo di fame né di mancanza di letture né di freddo. Ma forse sarebbe meglio...
a presto
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