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Il
comandante degli Hymn, un gu'Hijirr di mezza età, pallido e sottile
come un notturno fa scivolare sulle spalle l'elmo di cuoio e metallo
e scende da cavallo.
–
Signori, grazie! – Pronuncia inchinandosi profondamente.
Il
piccolo drappello di salvatori di Ulfa si inchina a sua volta. Oakin
sorride. – Gik, ked'hain golt! È stato un vero piacere!
– Io
sono Malliai, degli Ziudan di Ulfa. – Si presenta l'ufficiale. –
E sarò felice di scortarvi fino al palazzo della Lega. – Getta
un'occhiata al Notturno, poi incapace di resistere gli si rivolge: –
Signore… Siete solo?
Usif-Lizhi
annuisce. – Sì sono solo.
– E
da solo… – Malliai sembra deluso – I nemici fuggivano urlando
il nome dei Notturni e io ho pensato… Ecco, ho pensato che fossero
scesi a migliaia dalle loro rocche, per combattere contro gli amici
dell'Arciduca Konstantin, usupatore del trono di Dancemarare.
–
Era Artamiro il re dei Cancelli d'Occidente, quando siamo partiti. –
Interviene Usimbal.
Malliai
degli Ziudan scuote il capo. – A Canddermyn i soldati di
Dancemarare hanno consumato il loro tradimento. Hanno ucciso Artamiro
e con lui migliaia e migliaia di Syerdwin, Gu'hijirr e Lupi-Drago.
Una notte è durato il massacro, poi al mattino sono venuti Deshigu e
Nivel'Iun di Verhida a salvare chi era rimasto in vita. Pochi, in
verità.
– … Volete
dire che ora…
– Ora
siamo in guerra con i Cancelli d'Occidente, Marr di Ruthen e Lö. Re
Tydly il testardo regna a Farsoll e Teardraet regna a Dharlemhiun,
insieme con le Marr di Therrelise marciano verso Dancemarare per
abbattere l'Usurpatore. E noi…
–
… Siamo stati traditi e abbandonati. Il denaro di Dancemarare corre
a fiumi per queste terre, serve per corrompere funzionari e
ufficiali, per comprare le armi per i popoli del Kie. Delle
cinque città delle Lega ancora tre resistono. Uxsiel Flynnen è
abbandonata, Villa Lou conquistata dai Semurgh. Hedra e Tiagul Jòn
sono assediate e non abbiamo più loro notizie.
Il
Fiduciario della Lega è un umano scuro e imponente, dalle mani
grandi e dagli occhi neri come l'acqua di un pozzo. È seduto da solo
al vertice del tavolo delle conchiglie e indica i posti vuoti alla
sua destra e alla sua sinistra.
–
La conchiglia Marill di Uxsiel Flynnen è rovesciata. Il Dach di
Villa Lou è rovesciato. Forse dovrò rovesciare anche le altre
conchiglie. È l'ora più oscura per le Chiuse. Ma oggi… –
Allarga le braccia per raccogliere in un solo gesto i marinai della
Goren e i loro passeggeri. – Oggi una strana, piccola armata è
venuta a salvarci. Scesa dai quattro angoli del Mondo. Oggi ci
sentiamo meno soli, meno disperati.
Un
enorme urlo di gioia, un'onda di grida, canti e fischi si abbatte
sulla piccola compagnia. Proviene da ogni angolo della Sala delle
Intese, dai balconcini delle gilde dei mercanti, dai quali assistere
agli incontri tra i rappresentanti delle città, dalle porte gremite
di soldati e gente di Ulfa, dalle altissime finestre dai vetri
colorati di azzurro e viola.
Con
un gesto il Fiduciario Tendhai riporta il silenzio nella sala. –
Ora che abbiamo sconfitto l'orda del Kie possiamo inviare aiuti alla
città sorelle. Ora esiste una piccola speranza. – Il Fiduciario
della Lega attende che il clamore e gli applausi cessino per dire: –
Siederemo a consiglio. E domani sia giorno di festa e allegria.
–
Da dove venite? E qual'è la vostra destinazione, signori?
–
Le nostre strade si sono incontrate come i nostri destini. Io vengo
da Therrelise, oltre il Grande Circo dei Monti Nuovi, per cercare i
nemici che minacciano le nostre terre. Io e il Barone Enklu cerchiamo
i fantasmi di un'antica profezia. Khude il Silvano e Mahaderill la
fata ci accompagnano. Loro e il Notturno Usif-Lizhi devono giungere
al cospetto di Fiediun la Pietra, re di pietre e cristalli che vive
oltre le Montagne dell'Orlo. Oakin il marinaio ci ha accompagnati
fino qui.
–
E non credete, Duca, di aver qui finalmente trovato i vostri nemici?
E voi, Oakin, non pensate che il vostro viaggio sia terminato? E in
quanto a voi, Khude, Mahaderill e Usif-Lizhi quale strano compito vi
spinge tanto lontano in un'impresa tanto disperata? – Il Fiduciario
Tendhai disegna forme rotonde con le mani, come ad accarezzare le
parole. Sorride quietamente, affascinante come il dio-serpente della
gente del Kie. – Ulfa e la Lega hanno bisogno del vostro
coraggio e del terrore che i soli vostri nomi possono risvegliare nei
nemici. Vi chiediamo un mese, forse due. Quanto basterà perché
arrivino i rinforzi da Prospera, da Verdevima e dalle Terre di
Godren. Gli ambasciatori di re Tydly sono già venuti e sono stati
onesti. Hanno detto: «Il regno dell'Estuario dovrà
combattere a fianco di Therrelise e Dharlemhiun contro l'Usurpatore.
Ma nelle terre meridionali il generale Djugh Kai dei Rombodoro di
Bracewell sta raccogliendo un'armata che risalirà il Drew per venire
a voi. Dovete resistere per qualche settimana. Djugh Kai è un grande
generale e uomini e gu'hijirr corrono già sotto le sue bandiere».
Così ci hanno promesso. E noi dobbiamo attendere e resistere. Le
genti del Kie sono numerose ma non sono abituate a combattere
insieme. E hanno pessimi ufficiali.
–
Abbiamo visto quanto valgono i guerrieri del Kie e delle rocche
Muscose. Ma un esercito rapido a disperdersi è altrettanto rapido a
tornare sotto le bandiere quando la promessa di bottino è grande.
Un'armata nata per rapina non rischia disillusioni e un'orda di
attaccabrighe trova sempre un accordo quando si tratta di rubare.
–
Non avrei potuto esprimermi meglio, Barone Enklu. Ora sono
terrorizzati per aver provato ancora una volta la punta delle lance
degli Hymn e soprattutto per aver incontrato sulla loro strada
un'immaginaria armata di Notturni. Di Antayul, come li
chiamano loro, gli antichi signori del Kie. Ma tale paura
scomparirà presto se voi ve ne andrete. È una preghiera, quella che
vi rivolgo. Le Chiuse vi debbono troppo per ordinarvelo, ma possono
pregarvi. Restate al nostro fianco.
–
Che ne è stato della gente di Uxsiel Flynnen?
Nessuno
si era accorto che la piccola Moridee non aveva abbandonato la sala
con gli altri della Goren. La bambina, seminascosta nel'oscurità,
era rimasta accanto alla fata Mahaderill per tutto il tempo,
attendendo soltanto un istante di silenzio per porre la sua domanda.
Se
il Fiduciario è stupito per la sua presenza si guarda bene dal
mostrarlo. – Sono arrivate voci della sorte della gente di Uxsiel
Flynnen. Un incantesimo che tuttora non riusciamo a comprendere li ha
spinti ad abbandonare la loro città. Ne abbiamo paura perché questo
dimostra che grandi forze combattono dalla parte dei nostri nemici.
Qualcuno mormora che anche Queidhen l'Unico sia alleato di
Konstantin. Comunque la gente di Uxsiel è stata portata alle Rocche
Muscose ed è prigioniera dei Semurgh. Così si dice.
Un
fremito, il rumore dei cuori che esitano prima di battere un'altro
colpo, segue le parole del Fiduciario. Queidhen l'Unico, il
viaggiatore della Terra-tra-molti-istanti è schierato con Konstantin
contro di loro. La gente di Ulfa sembra loro anche più coraggiosa di
quanto avessero pensato. O forse semplicemente più testarda,
ciecamente testarda.
–
Ma Teardraet, il re dei Syerdwin, è un potente negromante, un nemico
all'altezza di Queidhen. Non tutto è perduto, noi non abbiamo
perduto ogni speranza. – Il Fiduciario esita , lascia che i
salvatori di Ulfa dispongano di qualche secondo ancora per
riflettere. – Allora, miei signori, posso tornare a rivolgermi la
mia – anzi la nostra – preghiera? Rimarrete accanto a noi per
liberare la Lega delle Chiuse dalla minaccia del nostro comune
nemico?
–
Dipende. Voi, fiduciario, siete ufficiale di re Tydly? – Chiede
Oakin.
L'uomo
sorride. – Certo, sono la maggiore autorità del regno
dell'Estuario a sud di Bracewell.
–
Allora, per quanto riguarda me e i miei marinai sarà sufficiente un
vostro comando. Ma io devo fedeltà e la mia parola ai nostri
passeggeri. È pur vero che non dispongo al momento della mia nave e
fuori da essa non possiedo alcuna autorità, ma una parola è una
parola. Non solo, noi tutti siamo debitori a questa bambina, Moridee,
della promessa di trovare e salvare suo padre. Vedete in quanti modi
siamo vincolati, mio signore?
–
Forse… – Per quanto la sua voce non suoni forte e decisa quanto
quella di un Lupo-Drago, il silenzio permette a tutti di udirla
chiaramente e Usif-Lizhi esita, poco abituato com'è ad essere al
centro dell'attenzione. – Forse, dicevo, è possibile trovare un
accordo, una soluzione. Noi tutti dobbiamo ritrovare il padre di
Moridee e alcuni di noi hanno molto viaggiato per giungere a sapere
ciò che ora sanno: "che venti tanto forti da scuotere Ruthen e
Lö" vengono da Dancemarare.
–
Ciò che avremmo potuto ben scoprire anche solo con alcune spie ben
pagate nel palazzo reale di Dancemarare. – Commenta amaramente
Enklu. – E, a quanto sembra, mentre avveniva il tradimento eravamo
troppo lontani e quindi inutili.
–
Qui abbiamo combattuto e vinto la nostra battaglia contro
l'usurpatore. Non ti crucciare, Enklu. D'altro canto – continua
Usif-Lizhi – Non credo esista altro modo per salvare il padre di
Moridee se non sconfiggere il Kie e liberare gli uxieliti
prigionieri. E infine, penso che, senza una buona e potente scorta,
sia impossibile per noi tre. – il notturno indica se stesso, il
silvano e la fata – giungere fino alla dimora di Fieduinn la
Pietra. Ora, siccome è impossibile chiedere una potente scorta ai
nostri amici di Ulfa, impegnati in una guerra dura e difficile, non
resta a noi altro da fare che sconfiggere quanto prima i guerrieri
del Kie, liberare così il padre di Moridee, tagliare le unghie del
nemico di Ruthen e Lö e ottenere l'aiuto degli Hymn per giungere da
Fieduinn.
–
Questo si chiama parlare! – Il Fiduciario raggiante di gioia si
inchina al notturno non osando abbracciarlo. – Per le scarpe della
dea Ghudrun, ho davvero assistito a un esempio rimarchevole di uso
del cervello. Potrete contare sulla più potente e agguerrita scorta
che si sia mai vista attraversare queste terre, mio signore. Una
volta sconfitti i predoni, metà degli Hymn saranno al vostro
seguito, pronti ad accompagnarvi fino al mare obliquo e oltre, se
necessario.
–
Grazie. Ci conto. Il nostro compito è estremamente importante. Voi
sapete del Cambiamento?
Il
fiduciario annuisce aggrottando le sopracciglia. – Una grande
magia, un incantesimo terribile che scende dalle terre del nord, così
ho udito dire. Rende la terra e quanto la abita simile a sterile
cristallo.
–
È la manifestazione visibile, tangibile della fine del nostro mondo.
– Non siamo chiamati a combatterlo, ma a comprenderlo. –
Interviene Mahaderill. – I Notturni sono stati i primi a sentirne
l'arrivo. Essi l'attendono come un uomo troppo anziano attende la
morte amica. Non si tratta di un incantesimo, credo, ma del respiro
del mondo. Solo chi ha visto susseguirsi molti respiri del mondo
potrà dirci se dobbiamo temere il Cambiamento oppure no.
Il
fiduciario annuisce, anche se dalla sua espressione smarrita non è
difficile intuire che ben poco ha compreso delle parole della fata. –
Bene, allora. Farò subito preparare delle stanze per voi qui, in
questo palazzo. Se siete d'accordo, domani qui, terremo consiglio di
guerra.
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