5.2.20

Il Mare Obliquo 54

Maldanea e Teardraet sono tornati a Casa Wessiun per condurre l'assedio al re deposto, Horr Vamaiun. Con loro ci sono i Syerdwin grigio-neri e i lupi-drago. La gente antica si prepara alla battaglia.
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– Ho visto le bandiere mentre arrivavo. Niente più bianco e vermiglio, ma solo il grigio e nero di Teardraet e l'oro-viola di Casa Wessiun.
– Ho legato la nostra sorte a quella del vostro consorte, Maldanea. Spero che gli antenati mi abbiano ben consigliato.
La giovane Syerdwin si volta a guardare dall'altissima finestra della Sala delle Acque le strade lucide di pioggia. Quanto tempo è passato dalla furiosa discussione con il primo ministro del Re Horr Vamaiun e la richiesta di matrimonio del Conte-Mago Teardraet? Essere ritornata nella propria rocca non ha mitigato le sue emozioni: la malinconia ed il senso di penosa insofferenza che ogni evento, anche il più banale, è capace di risvegliare in lei. Il viaggio sulla più grande nave della flotta del Conte-Mago, la "Yinnavaud", un alto vascello a tre ponti con un equipaggio di duecento marinai e cento soldati, se pure ha rappresentato un cambiamento rispetto le sue tristi giornate alla Residenza di Teardraet, non è servito a mitigare la sua solitudine.
Eppure sa di esserne solo lei la causa. Risponde a monosillabi a Dama Pascalina, cerca di evitare ogni incontro con il Conte-Mago e sfugge persino Difiduanna. Attende che qualcosa o qualcuno la scuota, la risvegli. Ha attraversato le strade del porto e quelle che salgono verso Rocca Wessiun tra centinaia di Syerdwin che l'hanno acclamata come una regina, ha visto Odden e Duff che l'hanno abbracciata, cinti dall'armatura di Capitani, ha incontrato nuovamente Toro, il capo della Guardia, pronto a partire per Dharlemhiun. Ha sorriso, abbracciato, promesso, ringraziato e adesso, alla presenza del Padre-Zio Conte Gast si sente svuotata, debole.
Ma anche lui sembra ormai soltanto l'ombra di se stesso, il Cambiamento per l'anziano Syerdwin è ormai vicino.
– Vorrei andarmene quando ogni cosa avrà ritrovato il suo equilibrio. – Dice il Conte Gast.
Forse ha letto nei suoi pensieri. Dicono le leggende che all'approssimarsi del Momento sorgono – brevi come arcobaleni – talenti divini.
– Il vostro Id'iun salirà tra pochi giorni al Trono delle Acque e voi sarete con lui.
Usa una forma di cortesia con lei, il vecchio Padre-Zio, come se avesse davanti una vera Lie e non la piccola Debah, che andava a nascondersi nella torre più alta per chiacchierare con una civetta e che lui andava a stanare, indignato, certo, ma in fondo divertito.
Il tempo l'ha trascinata con sè. Maldanea ha la sensazione di comprendere. Non può perdonare a nessuno ciò che le è accaduto.
– E Horr Vamaiun?
– Pochi lo difenderanno. Tutte le Rocche Syerdwin hanno perso molti dei propri nipoti nella battaglia di Canddermyn. Coloro che si sono salvati lo devono al Moeld ed ai Lupi-Drago. Horr Vamaiun è stato un alleato di Konstantin e dei suoi assassini, nessuno lo perdonerà.
Maldanea sorride. – E il suo primo ministro?
– Liest Kaidiun ha abbandonato il Palazzo delle Acque da alcuni giorni. Probabilmente si è rifugiato a Wentur o anche più a Nord. Corrono voci che voglia raccogliere un'Armata.
– E battersi per Konstantin?
Il Conte Gast annuisce grave. – È pazzo e disperato. L'Arciduca della Casa d'Occidente odia la Gente Antica. Sarà come abbracciare un serpente. Sempre che qualcuno lo segua, oltre ai servi ed alle concubine.
A ricordarle che il tempo è passato basterebbe quel conversare piano, sincero. Ora il Padre-Zio le parla come si deve parlare ad una Lie che conosce il mondo, i vizi e le bassezze di gente nuova e antica.
– Hanno posto blocchi sulla sua strada. E Vamaiun ha rinforzato la vecchia cinta dell'Anello del Fordongiano.
Un gruppo di armati con il mantello oro-viola di Casa Wessiun è appena uscito dalla porta di Mare. Le danno le spalle e Maldanea non può riconoscerli. Non si riparano dalla pioggia e camminano vicini, come a prendere forza l'uno dalla cadenza dei passi dell'altro. 

 
Nessun campo di battaglia ha più visto Wessiun in armi dai tempi dell'Assedio di Bàrdok. Il Conte Gast e chi è venuto prima di lui ha sempre operato per la pace, più dura e meno gloriosa del gioco sanguinoso della guerra.
– Wessiun si è mossa.
– Dell'armata inviata ai Cancelli d'Occidente ben pochi sono tornati. Non vi è più nessuno nelle Terre di Mare che dorma sotto il proprio tetto. Le vecchie Case hanno messo armi in mano a pescatori e servi e persino i Tenathanjun delle Terre Gelate hanno mandato soldati e denaro per abbattere Vamaiun.
– Sono in molti con lui?
– Non più di un migliaio tra cugini, vassalli di Casa Vamaiun, Debitori d'Acqua. In più c'è la Fama, la Guardia Reale: trecento cavalieri.. Molti della gente nuova e dei Lupi-Drago. Ma questi particolari guerreschi non sono il mio forte, dovresti chiedere a Toro Kalnediun. So che attendono il grosso dell'Armata di Teardraet per assalire Dharlemhiun e che le strade di terra e di mare sono in mano nostra. Tra pochi giorni è convocato il Liessthion che deporrà ufficialmente Vamaiun per eleggere il tuo Id'Iun. E rompere il patto con la Casa d'Occidente. – Il conte Gast la previene. – Konstantin non si muove ancora e comunque poco gli importa di Vamaiun. Si muoverà certamente contro Teardraet, il principe Tidly il Testardo e la Meridiana di Therrelise. A migliaia i Soldati Uhban stanno arrivando a Dancemarare e Konstantin sta cercando di comprare i mercenari delle Terre d'Oriente. Non sarà una guerra breve, né gloriosa.
– Avremo bisogno di molti alleati.
– Certo. Ma forse il Cambiamento la spegnerà come la pioggia spegne un torcia. Avanza dal Nord e da Sud-Est.
Maldanea non dimentica la promessa che si è scambiata con Teardreaet, ma a cosa servirebbe dire al vecchio Padre-Zio che andrà con lui nel Mondo-tra-molti-istanti? Dovranno recare un pegno e tenui ricordi per ritrovare la strada e forse non basterà loro il coraggio per comprendere.
Ma la giovane Wessiun ha spezzato ogni legame con Debah, ed ora anche la Casa risveglia in lei solo uno stupore infastidito, il desiderio di rimanere sola. – Siete mutata, Lie Maldanea. – Non è un commento, solo un'osservazione innocua.
– Sì. Il tempo leviga ma apre ferite.
– Cercherò di dimenticarvi. Non voglio Cambiare con questo ricordo di voi.
Maldanea ride. – I bagagli per il Cambiamento non si scelgono, Padre-Zio. Si giunge alla forma di mare come bimbi immemori.
– Così dicono. – Il conte Gast ride a sua volta. – Ma so che non siete felice e non posso fare nulla per voi. Voglio dimenticare di avervi incontrata quest'ultima volta.
Maldanea fa sì con la testa piano piano, come se avesse paura di rompere qualcosa. La luce chiara della pioggia rende la sua pelle chiara come cera e dà al suo tenue sorriso la sostanza del ricordo.


Il Lupo-Drago è alto e imponente. Lunghi peli grigi ne decorano il muso e gli occhi sono sottili e stanchi.
Entra nella sala, la percorre con passo quieto, meditato e depone la lunga spada ai piedi dello scranno dove siede Teardraet.
Il sovrano delle isole lo osserva a lungo, fissa lo sguardo in quello del vecchio soldato e con un lento movimento del capo accetta l'omaggio. Fa segno a Nivel'iun di rendere l'arma al visitatore.
– Le acque sono calme oggi, Marr Ghenerik. So perché siete qui. So che avete dovuto attraversare il ghiaccio e la pioggia e che siete stanco. – Con un cenno Teardraet fa portare la lupo-drago cibo e bevande caldi.
Ma l'ospite guarda solo per un attimo i vassoi appoggiati sui tavolini bassi. – No, Liest Teardraet. Vi ringrazio ma potrò riposare solo dopo. Non sono soddisfatto del mio compito. – Il lupo-drago chiude gli occhi. – Porto la mia spada e quella dei trecento cavalieri della Fama all'ombra del vostro braccio. – Recita d'un fiato.
– L'accolgo con gioia e riconoscenza. In questo tempo ogni vita risparmiata è una vittoria. Tradire chi tradisce non porta disonore. Non siete d'accordo?
Il Lupo-Drago approva con un cenno secco. – È stato il mio unico pensiero per tutto il viaggio da Dharlemhiun a Casa Wessiun. È il mio solo rifugio. Ma forse avrei dovuto spezzare la spada e mandare l'ultima parola alla Marrak.
– Talvolta vivere ancora può essere più coraggioso, Marr Ghenerik.
– Può essere, tutto può essere in tempi tanto brutali e folli.
Maldanea, seduta tra Teardraet e il Padre-Zio, non può fare a meno di provare simpatia e ammirazione per l'anziano capitano della Guardia Reale dei Syerdwin. La Fama era l'ultima forza organizzata e addestrata schierata con Vamaiun e ora davvero il trono delle Acque è a portata di mano del Moeld.
– Non vi chiederò di pugnalare l'Usurpatore alle spalle di notte, non temete. Vi chiedo solo di condurre i vostri cavalieri fuori dalla città al più presto. Non attenderò il resto della mia armata, tra due giorni Nivel'Iun e Deshigu della Meridiana di Therrelise attaccheranno. Con loro ci saranno le Case D'Acqua che hanno già mandato i loro soldati.
– Non sono ancora soldati addestrati, fuggiranno al primo scontro. – È il commento del Lupo-Drago.
– Non possiamo attendere che Konstantin rinforzi le sue file, Marr Ghenerik. Dobbiamo prendere Dharlemhiun subito, prima che Vamaiun termini di rinforzare il Fondongiano, e subito dopo marciare verso Dancemarare.
– Avrete bisogno di molti cavalieri, Liest Teardraet. E non è questo il tipo di guerra al quale sono abituati i Syerdwin: una guerra di terra e a cavallo.
– Muoveremo dai mari e sulla terra. Swyerdwin e Gu'Hijirr sono creature d'acqua ed hanno grandi flotte. Non voglio non dare neppure un minuto a Konstantin: egli crede nelle enormi armate e nei lunghi assedi e io voglio precederlo, colpirlo anche con deboli forze ma obbligarlo a prendere decisioni sbagliate… Conoscete l'antico gioco del Bianco-Nero?
– Sì. – Il Lupo-Drago risponde quasi distrattamente, la mente occupata a immaginare la guerra di Teardraet.
– Bene, saprete quindi che il giocatore che ha l'iniziativa e la tiene ha le maggiori possibilità di vincere.
– Se ha le risorse e le forze necessarie…
– La Gente Antica si è risvegliata, Marr Ghenerik, nulla sarà più come prima. Nulla, mai più.



2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Bravo Max !

Massimo Citi ha detto...

@Nick: grazie. Ben contento di rivederti.