Onestamente credevo, una volta cessata la mia attività di libraio, che le mie letture sarebbero nettamente diminuite, permettendomi persino di rileggere o di dare un'occhiata ai metri di librerie dove, lovecraftianamente, i miei "antichi" libri attendono e sognano, .
Credevo, ma ovviamente le cose sono andate in tutt'altro modo. Anzi, il risultato è paradossalmente l'inverso di quello atteso per alcuni banali motivi. Un tempo avevo soltanto una libreria - nel senso di attività commerciale - dove poter (o dover) cercare e poter nutrire la mia ingorda anima di lettore, mentre ora mi trovo con una quantità di tempo maggiore (anche qui non così tanto maggiore di quanto temessi, comunque), decine di recensioni on line o sui giornali o sulle riviste, librerie on line, Anobii, segnalazioni dai blog che seguo... e come se non bastasse libri visti in casa di amici e chiesti (un po' troppo) precipitosamente in prestito.
Il risultato è che solo di libri in qualche modo recuperati negli ultimi sei mesi - ivi compresi alcuni classici letterari come Saramago o Tolstoi scaricati per l'e-reader - direi che siamo felicemente intorno al centinaio di libri. Tenendo conto che anche se veloce non riesco a leggere più di un paio di libri alla settimana, direi che in sei mesi ho messo insieme il numero di libri che, se Dio mi mantiene in salute, posso leggere in un anno. Con un simile anticipo potrei chiedere alla Morte di poter morire soltanto se non avessi più nulla da leggere... Ma dubito che la Morte accetterebbe.
Oltre a questo mi capitano anche i libri ripescati per motivi che non hanno nulla a che vedere con il consueto procedere delle letture ma attengono ad altre necessità, come stendere un breve articolo o controllare una recensione da pubblicare su LN-LibriNuovi.
Ad aspettarmi c'è anche L'estranea di Patrick McGrath del quale ho già letto 250 pagine su 280 ma che non riesco a terminare. I motivi? Potrei semplicemente dire che la vicenda non mi acchiappa, ma mi rendo conto che come spiegazione è un po' poverina. Diciamo che ho costantemente la sensazione di leggere un libro già a suo tempo letto e regolarmente dimenticato. Di avere già letto di Constance, del suo matrimonio inutile, del padre di lei che non l'amava, di sua sorella suicida, del suo amante poco-di-buono, della governante del padre il cuimarito era l'amante della madre di Constance... eccetera. Un buon intreccio per un dramma familiare ma con gli scabrosi retroscena che appaiono costantemente quando il lettore li ha perlomeno già supposti e una protagonista, Constance, che è un'autistica - o forse un'ebefrenica - dai modi ampiamente prevedibili. [3] C'è poi Il fiume degli Dei di Ian McDonald, un Urania Jumbo, ovvero «I grandi romanzi in edizione integrale»: 516 pagine fitte fitte con un glossario di almeno di almeno 10 pagine. Fin qui letto fino a pagina 18. [4] E non potrei teoricamente dimenticare The Little Ice Age, How the Climate made History: 1300-1850 di Brian Fagan, un affascinante incontro tra la storia, la geologia, la climatologia
e l'ecologia. Che è, oltretutto, un libro che dovrei restituire... [5] O il saggio La battaglia di Canne di Massimo Bocchiola e Marco Sartori, il racconto di una delle più sanguinose battaglie dell'antichità... [6]. E non parlo dei libri conservati sull'e-reader per non complicare ulteriormente il quadro. Mettiamola così. Sempre ammesso che da queste parti passi qualcuno - ipotesi tutta da dimostrare - invito gli eventuali navigatori a consigliarmi due dei sei libri sopra indicati. Non ci metterete troppo tempo, vi basterà indicare: «Io leggerei 2 e 5 / Io leggerei 1 e 6...» Prometto che a ritorno dalle vacanze mi preoccuperò di recensire i due libri scelti (non) da me.




4 commenti:
Io ho letto il precedente libro di Shane Jones, Io sono Febbraio, e non mi è dispiaciuto. Ma non mi ha convinto molto. È una prosa piuttosto sperimentale, che gioca anche sulla dimensione dei caratteri e sugli spazi vuoti, prendendo in prestito un po' dalla poesia. Quanto alla trama, iniziava come una fiaba moderna, ma... ecco, alla fine contano più le emozioni della trama, che dopo un certo punto è come se si sfaldasse. Non so se in questo secondo libro (esito a definirlo romanzo) utilizzi lo stesso stile oppure no. Sarei per consigliartelo, così possiamo confrontarci!
@SX: questo libro mi sembra, da una rapida occhiata generale, piuttosto diverso. Lo leggerò, come da tuo suggerimento, dopodiché ne parlerò qui. Sarò ben contento di organizzare un confronto. E grazie del commento.
Io voto per "La leggenda del mostro di Limehouse", così poi mi racconti degli altri morti.
Morgana
@Morgana: questi giovani non hanno più rispetto né considerazione. Comunque va bene: prenderò su anche il mostro di Limehouse e poi ti racconto.
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