26.8.12

Un po' di musica, ma non troppo seriamente

Peter Hammill

Nel 1991 Peter Hammill, ex-voce solista dei Van der Graaf Generator, pubblicò, dopo un lavoro di composizione e arrangiamento iniziato nel 1973, The fall of House of Usher, ispirato al racconto di Edgar Allan Poe. Sua fu la voce del protagonista, Roderick Usher, mentre le altre voci furono di Sarah Jane Morris (il coro, ovvero la voce narrante e la Casa), Lene Lovich (Madeline Usher), Andy Bell (Montresor, un nome ricavato da un altro racconto di Poe, dal momento che al narratore Poe non aveva dato nome) ed Herbert Grönemeyer, l'erborista, personaggio inventato da Hammill e dal librettista, Chris Judge Smith, ex-membro dei VDGG.
Un'opera di un paio d'ore, inevitabilmente un po' musicalmente ineguale e che non fu mai messa in scena integralmente. In alcune occasioni Hammill ne eseguì alcuni brani nel corso di  esecuzioni dal vivo, ma l'unico modo per ascoltare l'opera per intero rimane il CD uscito in due edizioni, una prima nel 1991 ed una seconda, riveduta e ampliata nel 1999.
...
Io ne posseggo un'edizione, nascosta da qualche parte in casa. Dal momento che quando ho progettato questo post non sono riuscito a trovarlo, non so se si tratta dell'edizione del '91 o di quella del '99, anche se sospetto, a giudicare dalle copertine, che si tratti della prima. 
Non posso onestamente dire che sia uno dei miei dischi preferiti di PH. Hammill, infatti, è un interprete e un musicista profondamente personale, lunare e talvolta straordinario, dotato di una voce più unica che rara, ma anche un «disgraziato» affetto da una passione malsana per i temi più ovvi, retorici e magnieloquenti del classico ottocentesco. Ho acquistato almeno una dozzina dei suoi CD incisi da solista con esiti decisamente altalenanti, con tre o quattro dischi che ascolto con una certa frequenza e altri che giacciono dimenticati e impolverati in uno dei contenitori di CD di casa. 
The Fall of the House of Usher rientra ahimé in buona parte nella seconda delle categorie, quella del classico-in minore-un po' troppo reboante, ma ha comunque alcuni brani almeno notevoli e l'interpretazione offerta dalle due voci femminili, Sarah Jane Morris e Lene Lovich è decisamente notevole. 
Il brano che presento, il 16, She is dead, è un curioso tango, un po' "appesantito" dagli archi che, ancora una volta, litigano con la chitarra elettrica, ma egregiamente eseguito dalla Morris, da Hammill e da Bell. Buon ascolto a tutti.


1 commento:

S_3ves ha detto...

Peter Hamill mi (ci) accompagna da un bel pezzo di vita. È una delle voci maschili più emozionanti e suggestive che conosca. Ha composto pezzi inquietanti, commoventi, romantici nel senso migliore del termine. Poi, è vero, assecondando un assurdo amore per il melodramma ottocentesco, ha scritto robe da far rabbrividire. Ma a PH si può perdonare. E poi, il meglio del suo peggio, fa venir voglia di dirigere un pieno d'orchestra o di fingere di cantare sul suo bel vocione. Insomma mette allegria, come le manie di un vecchio amico. Comunque io House of Usher lo ascolto ogni tanto in auto, e diavolo, tra lui e Sarah Jane Morris, il traffico chi se lo ricorda più!