Da domani, 29 febbraio, metteremo in vendita ciò che rimane in magazzino al 50% di sconto.
Un altro giro di vite, appunto. L'ultimo.
In questo caso probabilmente i libri riusciranno a spuntarla sulle fotocopie. Gli autori meno noti guadagneranno un angolo nella libreria di qualcuno. I manuali d'uso troveranno un possibile praticante, i libri di poesia... No, purtroppo i libri di poesia non interessano neppure in una libreria che mette tutto in offerta. Gli autori già noti riescono a trovare un acquirente ma gli autori sconosciuti tali resteranno.
Abbiamo in casa una cinquantina malcontata di libercoli e libretti che gli autori ci hanno nel tempo spedito. Li abbiamo messi in vendita a 1 euro cadauno. Ma nemmeno così riescono a trovare un compratore.
È la poesia? Sono i lettori ignoranti e bestie? È la stagione? È la congiuntura astrale?
Ognuno può avanzare la propria ipotesi.
Esattamente come ognuno può improvvisarsi poeta.
Ho letto stamattina una delle poesie, scelta a caso da un libro preso a casa. Un vuoto reboante di dichiarazioni insulse e perentorie («Ah se tu... Allor io...») concluse da un interrogativo retorico («Chissà?»).
E un dubbio mi assale.
Se il problema della vendibilità dei libri di poesia non fossero i libri ma chi la frequenta? Chi risponde al richiamo dell'Arte senza che l'Arte si sia sognata di parlare?
Fatalmente anche in questo momento ritorno libraio. Ma prima ancora lettore, poco disponibile a lasciarmi suggestionare da quattro parole mal scelte e mal disposte.
In ogni caso come libraio sono a fine corsa.
Da fine marzo continuerò a esprimere i miei pareri senza più avere una libreria alle spalle.
Ma non credo che intimamente riuscirò a cambiare.
12 commenti:
Forza e coraggio, tanto sono convinto che-come già ti ho scritto- presto tornerai alla carica.
"Libraio una volta, libraio tutta la vita" .
@nick: magari alla carica no, ma al passo sostenuto o al trotto è possibile. Il mio più grosso problema, per il momento, è quello di non avere NESSUNA voglia di fare il libraio. Un po' come un alcolista che sta disintossicandosi. Ma penso passerà anche questa. In quanto ai libri di poesia scritti dagli autori allo stato brado, beh, non hai idea di quanto alcuni possono essere atroci. Sul serio.
Io sono assidua lettrice di poesie.
Posso dirti che alla parola "poesia" i più storcono il naso, temendo di sentirmi enunciare a memoria versi in rima o sciolti.
Se poi dici pentametro giambico devi correre a prendere i sali perchè svengono dalla noia.
Diceva bene Baudelaire, che i poeti vedono ciò che il comune mortale non vede, i fili sottili tra il mondo reale e il mondo spirituale. Non tutti hanno questa veggenza, la poesia è musica, è anima, è interpretazione.
La gente di oggi ha 1 blackberry e un iPod cosa vuoi se ne faccia di un poema?
Riguardo alla libreraia se riesco faccio un salto (sono davvero oberrata in questi giorni).
L'importante è che tu continui a essere il nostro Max! :-)
@Lady Simmons: fantastico. Sul serio. Sono purtroppo pochi i lettori di poesia e, oltre a questo, non pochi di essi sono a loro volta apprendisti poeti, da cui un atteggiamento di acido spleen con il quale considerano i non-poeti. Personalmente ho qualche personale passione - Paul Celan e Wislawa Symborska e pochi altri - e da loro ho imparato, innanzi tutto, che un vero poeta rispetta le parole. Vieni a trovarmi appena puoi.
@Consolata: credo che il «vecchio» Max poco o tanto cambierà. Ma non è detto che cambi in peggio.
Io leggo poca poesia e solo autori classici o moderni... qualcosa di contemporaneo, ma molto poco. Qualcosina scrivo, ma la verità è che lo considero un genere "difficile". E poi non è semplicemente un genere, bensì un modo di esprimersi maledettamente diverso dalla prosa (salvo punti di incontro, per esempio i "prose poem").
La Symborska piace molto anche a me, mentre Celan lo conosco pochissimo.
Mi piace leggere una poesia algiorno, anche senza un ordine preciso, da un libro, da un altro, e negli anni mi sono appuntata le mie preferite su un quaderno.
E si, ogni tanto ne scrivo, senza vomitare acido sugli altri poeti.
Passerò quanto prima.
@salomon xeno: verissimo. La poesia, nonostante sia fatta di parole, è profondamente diversa dalla prosa e anche - mi rendo conto della discordanza, soltanto apparente - dai testi delle canzoni. Ho tentato di scriverne quando avevo vent'anni e tentato di aggiustarne qualcuna come testo per brani musicali. In entrambi i casi preferisco non esprimermi sul livello della produzione... Ho comunque capito che scrivere una poesia non comporta meno lavoro della stesura di un racconto.
@Lady Simmons: passa quando vuoi. Se. come probabile, passerai di sabato, io ci sarò sabato 10/3 e sabato 24/3. Per l'occasione cercherò un libro di Paul Celan tanto per darti l'occasione di conoscerlo.
Mi piacciono moltissimo Paul Celan e Wislawa Symborska.
Però ultimamente tolti loro due la poesia mi dice poco.
Avevo attribuito la cosa ad un mio inaridimento emotivo, invece mi conforta sapere che non sono l'unica a trovare vuoti e insopportabili molti poetastri che sono in giro.
Non mi emozionano per niente mentre alcune vecchie poesie mi piacciono ancora molto. Prendi ad esempio (a piccole dosi) la Dickinson ancora ha delle poesie che mi emozionano.
però avevo attribuito la cosa alla nostalgia, alcuni vecchi poeti mi tenevano compagnia alle scuole superiori e all'università.
Però forse non è così.
Alcune liriche sono semplicemente belle, belle sempre.
Comunque la cosa più imbarazzante è stato il padre di un mio amico che mi ha omaggiato di un suo libretto di poesie(autostampato) dicendomi :"poi dimmi cosa ne pensi".
IL DRAMMA!
Erano orribili!Mi emozionano di più le frasi di alcuni spot, sul serio!
Ma come dirglielo?
Non sono riuscita ad essere onesta, diciamo che me la sono cavata dicendo che la poesia in genere non mi piace (BUGIA).
E tu Max?Quante bugie hai detto di questo genere?
Cily
@Cily: beh, ho perso il conto di quante volte ho dovuto rappezzare un commento molto diplomatico per commentare narrativa o poesia altrui. HO persino dovuto "inventare" uno pseudonimo per commentare libri che mi venivano spediti. Il mio pseudonimo era molto gentile ma molto netto e credo sia stato più volte odiato, detestato, criticato e trucidato in effigie. In particolare una signora ultratrentenne che mi aveva inviato un corposo librone di 400 e passa pagine della sua vita gli (mi) augurò di trascorrere la notte che aveva passato lei dopo aver letto il mio commento sul suo libro.
D'altro canto penso - professionalmente - che un commento dovrebbe essere moooolto gentile ma non nascondere nulla. Se poi c'è qualche pregio può essere adeguato sottolinearlo più volte, dopo aver tagliuzzato senza pietà il resto.
Sulla poesia, comunque, me le sono sempre cavata con poche parole, sollevando il problema della mia scarsa competenza. Poi da qualche tempo ho smesso, La vita è troppo breve per dedicare il tempo a leggere cattivi romanzi... Tu, comunque, non farti troppi problemi. Il vero poeta atroce è sempre pronto a liquidare con un «eccomi ancora una volta incompreso» qualsiasi commento non adorante dei suoi testi. Il vero poeta è pudico di ciò che scrive e difficilmente lo fa leggere a chiunque.
La poesia per me è la più pura espressione del proprio essere. Io scrivo poesie, mi definisco "poetessa" a volte, ma non credo di essere all'altezza di altri. Non ho mai pubblicato un libro di poesie tutto mio, ma alcuni miei versi sono finiti in antologie. Resta il fatto che le mie più belle poesie di solito non le faccio leggere, proprio perché dentro c'è qualcosa di profondamente personale. Ultimamente mi sto appassionando molto alla poesia in metrica e nel mio prossimo libro (se troverò un editore) ci saranno delle parti in versi in metrica. Un libro interamente di poesia, sono d'accordo con te, oggi è davvero difficile da vendere!
Spesso chi sostiene di occuparsi di poesia considera con superficialità e diffidenza gli strumenti del poetare. La metrica, il ritmo, l'assonanza. Personalmente, in quanto ipotetico autore, ho un grande rispetto per la musicalità interna in un testo di narrativa e tanto più mi sembra fondamentale nello scrivere poesia. Il non cogliere il ritmo interno di una lingua porta a un impoverirsi del linguaggio. E se ti mancano le parole, ti mancheranno anche i pensieri.
Ho fatto qualche prova di poesia da giovane ma ora ho smesso. Se pubblicare poesia - senza pagare la tiratura - è praticamente impossibile, anche pubblicare narrativa senza provenire da un scuola di narrativa è quantomeno problematico.
Mi sembra comunque una buona cosa pubblicare in antologia. Meglio ancora, probabilmente, organizzare serate o pomeriggi di lettura poetica. Ai giardini, per esempio, o sulle piazze, come fanno molti musicisti. E non è detto che i narratori non debbano imitare questo genere di performance. Tanti auguri di buon lavoro!
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