22.2.12

I libri che non vedrò...


... cominciano a essere tanti, forse troppi.
Eppure non riesco a provare un vera sofferenza. Anzi, è con un certo piacere che cancello senza aprirle le e-mail da grossisti e fornitori che presentano e annunciano le novità. 
In fondo sono tanti anni - più di trenta - che mi preoccupo di che cosa esce, che cerco di prevenire le mosse del nemico, che diffido del titolo «per il grande pubblico», che mi sfilo dalla «massiccia presenza in libreria», che dubito della «grande presenza su tutti i mezzi di comunicazione», che avanzo dubbi nemmeno troppo larvati sul «romanzo di grande qualità».
Perché l'ho fatto? Perché diavolo ho tenuto un atteggiamento così poco collaborativo? 
Sia chiaro, nemmeno gli ispettori editoriali - ovvero i rappresentanti - hanno mai mostrato entusiasmo e ancora meno convinzione nel sostenere le campagne escogitate dalla società di promozione o dall'editore. Ma cercavano di abbozzare e di sostenere in qualche modo il proprio budget per l'anno in corso, cercando di convincermi ad acquistare la 10/11 o la 12/13 o la 20/22, ovvero 10 copie + 1 omaggio eccetera. 
Le loro proposte erano normalmente accolte da reazioni che andavano dal «No», chiaro e netto a mediazioni di vario genere, tipo: «Va bene la 10/11, ma a 150 gg (pagamento a 150 giorni fine mese)» o tipo: «6/7 e basta discussioni», sempre ammesso che il libro risultasse almeno vagamente vendibile, per lo meno ai miei clienti. 
Ma mi chiedevo perché mai ero così poco collaborativo, condotta che - in ultima analisi - non pare avermi premiato più che tanto. 
Difficile dirlo. Probabilmente qualche incrostazione della mia gioventù da extraparlamentare, unita ai dubbi immancabili verso tutto ciò che è eccessivamente sostenuto. Esattamente il contrario, me ne accorgo ora, di ciò che è normale di questi tempi, dove solo ciò che è elogiato e pubblicizzato, in un parola strapompato, ha qualche speranza di essere notato e acquistato. 
Le librerie - parlandone in generale, come categoria commerciale di vendita - sono  i soggetti meno adatti a questo genere di promozione. Quelle dove è possibile si annidino individui rissosi, brontoloni, maligni, bastian contrario e sicuramente ostili alla campagne promozionali.
Adesso si è risolto il problema bypassando le librerie, di fatto gradualmente tagliate fuori dal core business, sia per difficoltà nei rifornimenti, sia per oggettivo svantaggio nelle condizioni di acquisto - sconto del 30-35% contro il 40-45% delle librerie di catena. 
Ma di tutto ciò, improvvisamente, mi accorgo che non me ne importa più quasi nulla. Sono più o meno trent'anni che mi oppongo all'organizzazione del mercato editoriale librario e altrettanti che mi batto per una diversa struttura del mercato. Ho sempre pensato che la diffusione sul territorio delle librerie - e delle biblioteche, detto per inciso - dovesse far parte del progetto di chiunque si proponesse di governare il paese. Che esistesse un modo per far crescere la percentuale dei lettori in Italia e questo modo si incarnasse, tra l'altro, nella diffusione delle librerie, soprattutto nelle periferie e in provincia. 
Adesso Amazon consegna i libri ovunque. 
Anche rapidamente, detto per inciso. 
Può darsi che questo finisca per unire l'Italia - montagna, provincia profonda, sud dimenticato - molto più di quanto avrebbe fatto il mio sogno di librerie ovunque. 
È possibile, forse. 
Ma nulla vale, a mio modestissimo parere, la scelta personale dei propri libri. «Entrare in libreria per vedere che cos'è uscito, scartabellare, guardare, farsi tentare», come diceva una mia cliente. 
Ma il mercato è profondamente mutato. E ancora di più muterà. Probabilmente ci abitueremo a selezionare le nostre letture sfogliando qualche pagina di un libro in vendita on-line. 
Potrebbe essere non male, tutto sommato. Anche se...
O leggere un libro o parti di esso in forma temporanea. 
O appoggiarsi a qualche e-book club sul modello di quello che presento in queste pagine
O abituarsi - o riabituarsi - a scaricare classici da leggere gratuitamente. 
Ancora due o tre anni fa non l'avrei creduto, ma è accaduto. 
Sta accadendo. 
...
Le novità librarie in fondo non sono così importanti. 
Non è facile per me ammetterlo. Ma adesso sto tornando a essere un singolo lettore, non un pre-lettore per conto di molti. 
Probabilmente un esercizio che mi mancherà, ma sto cercando di smettere.  


 



8 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Io sono convinto che anche come semplice lettore potrai fare molto per la letteratura che ami tanto (e uso il termine letteratura non a caso) ma dato che ormai, almeno un pò ti conosco non credo che rimmarrai un semplice lettore a lungo.
Sono convinto che Max "Orso capo" Citi tornerà presto sulla breccia.... ;)

Lucrezia Simmons ha detto...

Io spero che torni presto sulla breccia con i suoi scritti, oltre che con le sue argomentazioni da blogger.
Il mercato muta, ed è un fatto inarrestabile. Secoli fa la musica si ascoltava in una sala da musica, o in un salotto bene, di persona, col musicista presente. Poi si è passati al grammofono, poi al giradischi, poi al cd, poi all'mp3. Adesso ognuno si ascolta la musica da se' e vuole va ad un concerto.
Sicchè la stessa sorte toccherà ai libri di carta temo. Fra qualche secolo (o decennio) non esisteranno più.
Ma in ogni caso il tuo sentirti quasi meglio è più che naturale: ti sei tolto tante preoccupazioni se vogliamo. Di quelle quotidiane, che ti venivano in automatico, facevano parte di te.
Ma vedi? Un piccolo benefico effetto collaterale della tua mutata situazione da libraio a (come dicono gli inglesi in un modo adorabile) "gentleman of leisure".

Massimo Citi ha detto...

@Nick: effettivamente non ci sono abituato a fare il «semplice» lettore, anche se non si tratta certo di un'attività trascurabile. Per il momento, comunque, sto leggendo i fogli dell'agenzia per le entrate per prendere una Partita IVA e posso confermarti che non è una lettura particolarmente appassionante... Comunque hai ragione, non conosco altri pirla, pardon, volevo dire ingenui, cioè, no, «soggetti» affezionati alla letteratura come il sottoscritto. Già sapendo, come mr. Swann, che è un'amante crudele e fedifraga.
@Lady Simmons: hai ragione, sono un po' più tranquillo, anche se le preoccupazioni non mi hanno del tutto abbandonato. Oggi pomeriggio, per dire, viene un tizio della libreria che verrà al nostro posto. Una buona libreria, ma - che io sappia - in cattive condizioni economiche. E a costoro dovrei chiedere dei soldi. Cosa che ovviamente farò, ma con un minimo di magone. Cosa che, me ne rendo conto, fa di me un povero imbecille. Ma sono fatto (male) così. In quanto ai libri la parabola che indichi non credo sia lontano dalla realtà. Qualche libreria resterà, credo, ma legata alle generazioni che man mano scompariranno. In questo senso credo di avere, pardossalmente, compiuto un passo importante.

Romina Tamerici ha detto...

Sei arrivato alla fase "cerchiamo il lato positivo"... è un ottimo passo in avanti. Quando uscirai da questo periodo, stabilirai cosa fare. Per ora goditi la libertà da fornitori e promozioni, leggi per il puro piacere di farlo, poi con il tempo magari tornerai a fare il libraio, magari no, magari chissà... in ogni caso, continuerai ad amare la buona letteratura e a difenderla come un coraggioso cavaliere!

Massimo Citi ha detto...

@Romina: perdinci! E pensare che da piccolo apprezzato smodatamente i cattivi e i cattivissimi, mentre trovavo loffi e prevedibili i cavalieri buoni. Ma dev'esserci qualcosa di vero, nonostante tutto. Nella giostra mi trovo temporaneamente dalla parte dei buoni. Questione di abituarsi all'idea : )))

Michela ha detto...

Secondo me in questo scenario che hai prospettato un pre-lettore serve più che mai.
Già in libreria un consiglio è sempre apprezzato, se la persona che te lo dà è competente e affidabile. Se togli il fatto di sfogliare, leggere qua e là, farti un'idea in base al font, all'impaginazione, a tutti quegli elementi che ricavi dal libro come oggetto fisico da tenere tra le mani, di sicuro qualcuno che ti indirizzi è più che apprezzato. Certo, tu ne ricaveresti anche meno di prima, bisogna vedere se te la senti di farlo per la gloria :)

Michela ha detto...

Secondo me in questo scenario che hai prospettato un pre-lettore serve più che mai.
Già in libreria un consiglio è sempre apprezzato, se la persona che te lo dà è competente e affidabile. Se togli il fatto di sfogliare, leggere qua e là, farti un'idea in base al font, all'impaginazione, a tutti quegli elementi che ricavi dal libro come oggetto fisico da tenere tra le mani, di sicuro qualcuno che ti indirizzi è più che apprezzato. Certo, tu ne ricaveresti anche meno di prima, bisogna vedere se te la senti di farlo per la gloria :)

Massimo Citi ha detto...

@Michela: beh, se calcoli che, tenendo conto dell'andamento dei conti, negli ultimi due anni ho pagato per poter fare il mio lavoro direi che non ci sarebbe problema nel suggerire un libro anche senza guadagnarci alcunché. È un lavoro che in realtà ho sempre fatto e anche adesso sto facendo. Prova a passare sul blog http://ln-librinuovi-out-of-print.blogspot.com/. Se ne hai voglia potrai continuare a seguirmi, anzi seguirci, anche lì.