23.3.11

Ma quanto costano i libri?



Già. Ma quanto costano?
Troppo, secondo molti. Poco, secondo le esigenze del mercato editoriale librario.
E cosa intendiamo con il prezzo del libro? E di quale libro parliamo? Di quello distribuito in libreria o al supermercato o del libro che vi arriva per posta da una libreria on line? O dell'e-book distribuito on line? O di quello autoprocuratosi in maniera un po' rocambolesca - e un po' illegale - da e-mule? O di quello scaricato gratis dal il sito dell'autore? O di quello stampato, impaginato e spedito su richiesta?
Ecco, basta un veloce giro di orizzonte per comprendere che i modi per procurarsi un libro sono davvero molto vari ed eterogenei. Se vi ripugna sganciare dei verdoni per mantenere tutto l'apparato libraio-distributore-editore potete scaricare (legalmente) migliaia e migliaia di libri, anche se di autore poco o per niente noto, e leggerveli comodamente con un e-lettore. Se siete appassionati di best-seller potete ugualmente scaricarli (illegalmente) anche se, almeno fino a qualche tempo fa, l'aggiornamento non era troppo tempestivo - niente ultimo Wilbur Smith, quindi, perlomeno in italiano.
Potete impiegare il vostro magico lettore per scaricare a modico prezzo (dalla metà a un terzo del prezzo di copertina dell'originale cartaceo) una gamma finora non troppo ampia di libri in italiano. O qualche milione di libri in inglese.
E, infine, potete comprare i libri in carta e pagine.
Potete comprarli con lo sconto del 30% in occasione dell'ennesima promozione dell'editore o della catena di librerie. Anche qui, però, niente novità, ovviamente, trattandosi di campagne promozionali che riguardano le edizioni economiche, ma comunque libri generalmente discreti e acquistabili a 7 euro contro i 10 di copertina.
Insomma, stringi stringi il problema sembra ridursi all'eventuale disponibilità a basso prezzo o a un prezzo contenuto di:
1. Novità
2. Saggistica per scuole superiori o università.
Lasciamo perdere per questo giro la saggistica e andiamo sulla narrativa.
Facciamo un passo indietro.
Voi avete sempre sognato di fare l'editore.
Chi ha mai detto che si sogna soltanto di essere scrittori? O librai?
Avete un tot di denaro da spendere e volete creare due collan... No, collane non usa più. Due «Nubi», ecco, sul modello delle «nubi degli argomenti» dei blog. Una prevalentemente narrativa, l'altra tendenzialmente saggistica.
Reclutate con una certa fatica 3 o 4 romanzieri - nuovi, interessanti - e altrettanti autori di saggi. È soltanto un inizio, ovviamente. Nel frattempo prendete contatti, prenotate per Francoforte, arruolate traduttori, sentite agenzie letterarie, allacciate rapporti con intellettuali d'oltrealpe, meditate di organizzare un concorso letterario e cercate di risolvere l'annoso dilemma: «Cosa dico ai conoscenti che vorrebbero pubblicare un libro con me?».
Sentite i distributori nazionali, nel frattempo. Volete che quando i libri usciranno trovino subito la strada per la vendita.
Ma l'incontro si rivela un po' meno felice di quanto aveste supposto.
La distribuzione vi costerà un 40-45% del prezzo di copertina. Trenta alla libreria e 10-15 alla distribuzione. Se, come vi viene consigliato, vorrete entrare in una società di promozione dovrete sbucciarvi un altro 2-3%. Ovviamente i sovrasconti e le copie omaggio per le librerie sono a vostro carico. Un altro 2-3%. Totale: da un 50 a un 55% del prezzo di copertina se ne va indipendentemente dalla vendita o meno del libro. C'è poi un 5-6% per l'autore, il 4% di IVA, un tot (variabile) per la stampa e legatura... Senza contare che i pagamenti più lunghi concessi di fronte a ordini più cospicui saranno ancora a vostro carico. Insomma il margine lordo sul vostro libro A è intorno al 25-30%. Se in prima approssimazione avevate pensato a una collana decorosa di un prezzo non superiore agli 11-12 euro dovete riprendere in mano i vostri calcoli e rifarli.
«Se il vostro primo libro a 12 euro riuscirà a vendere cinque o seimila copie... saranno 18.000 euro lordi... con i quali dovrò campare io, mia moglie, i traduttori, Gisella dell'ufficio stampa, macchine, viaggi, telefono, internet... Se il libro lo vendessi a 13 euro? Sarebbero 19.500. Tanto vale... Facciamo 16 euro? Ma che brutto... Però... Vabbè, dai. Sono 24.000 euro. Me li pagheranno a centottanta giorni... Sì, ma poi preso il giro riuscirei a campare... »
Tutto da vedere, ovviamente.
La presenza del nostro nuovo editore non sarà - purtroppo per lui - troppo ben curata in libreria. Tra le librerie private qualcuno farà il possibile ma altri troveranno insufficienti - o scarsi, poco interessanti o chissacosaltro i romanzi - e le librerie di catena non vi metteranno in vetrina (bisogna concedere loro un ulteriore sovrasconto) e i vostri libri finiranno dietro cataste di best-seller. Rese a 60-90 giorni e addebito del distributore che vi arriva prima dell'accredito.
Siete partita da sei mesi e siete già nella m...
Tirate fuori altri libri. Acquistate i diritti di romanzi stranieri. Mettete in graticola il traduttore e riuscite a fare uscire i nuovi libri entro 3-4 mesi. Da 16 euro passate a 18 euro. Si tratta di rientrare, in fondo. Un paio di titoli li fate con copertina rigida. Questo vi permette di sparare 20 euro di copertina senza passare per un affamatore di popolo. Preparate e-video di promozione dei due romanzi, aprite una pagina su facebook e una su twitter, fate l'impossibile per essere presentati, recensiti, notati. Cominciate a pensare a una collana economica per i titoli già usciti... Tutto ciò vi impedisce, naturalmente, di occuparvi dei libri che pubblicate, ma una volta raggiunto un minimo di equilibrio potrete riuscite nuovamente a leggere...
Forse...
Più probabile che gettiate la spugna dopo due o tre anni di superlavoro, avendoci rimesso il piccolo capitale investito. Il progetto di tenere basso il prezzo dei libri è fallito nei primi sei mesi e i libri sono usciti con prezzi che chiunque avrà giudicato «troppo alti».
Ma il fatto di aver chiuso con l'editoria maggiore può anche non significare aver rinunciato del tutto al progetto di diventare editore. Pubblicare e-book o book on demand è ancora possibile, anzi «potrebbe essere il mio futuro».
Lasciare che il nostro giovane editore ritenti (sarete più fortunati...) [1] e fermiamoci un momento a riflettere su ciò che è accaduto. Dov'è il problema?
Il maggiore, ovviamente, è la quota del prezzo di copertina assorbita dal complesso distributore-libraio, una quota anche maggiore se si vuole apparire degnamente nelle librerie di catena. D'altro canto, a meno di avere un parere singolarmente semplificato e primitivo, il distributore si fa pagare per distribuire più o meno capillarmente il libro, recuperare le rese, controllare che i librai paghino a tempo - e già solo questo non è un lavoro tanto piccolo o leggero -tenere in piedi un sito e un magazzino regionale o multiregionale... È vero che, a differenza dell'editore, incassa senza rischiare (troppo) ma i suoi costi sono considerevoli. In quanto lettori possiamo pensare a una forma di limitazione sulla percentuale per ridurre il prezzo di copertina, ma difficile da far passare senza una rivoluzione del proletariato in armi.
Diminuire lo sconto alle librerie.
Fattibile, ma se lo fanno tutti e tutti insieme.
L'ideale - l'ho già detto, lo so, ma lo ripeto - sarebbe spazzare via tutte le campagne di sconto («Compra oggi che c'è lo sconto del 30%!!!!») a abbassare il prezzo di copertina di un 10-15% per tutto l'anno. E vietare lo sconto sui libri - o limitarlo a un 5% o a un 10% per un (breve) periodo ben definito, Come si fa in Francia, in Germania e non so in quanti altri paesi.
Ma qui siamo in Italia, perbacco. Meglio scrivere 10 euro per dodici mesi all'anno e poi scontarlo per due mesi all'anno a 7 euro. Per i polli che ci credono.
Viaggiando a forza di ultrasconti l'unico risultato sarà quello di far chiudere le librerie di prossimità a vantaggio delle megalibrerie del centro o dei centri commerciali. Se vi piace di più comprare i libri (che non saranno gli stessi libri, la quantità si trasforma sempre in qualità) in una megastia illuminata a giorno per 24 ore al giorno, buon divertimento.
E non venite a lamentarvi che i libri costano troppo.
Altri possibili canali non credo che esistano, perlomeno non con questo modello di sviluppo.
Tutti gli altri possibili canali, compreso l'autore che pubblica il proprio libro on line e in cambio vi chiede un piccolissimo obolo per leggerlo («Con 0,99 euro compra e leggi il nuovo libro di Zippolo Zufoli!») hanno qualche possibilità di successo, ovviamente, ma essenzialmente non funzionano nel senso che NON ARRIVANO A UN PUBBLICO SUFFICIENTEMENTE AMPIO.
Non ha importanza se siete sorprendentemente bravi o incredibilmente bestie, non riuscirete a raggiungere un vero pubblico, più o meno come se vi esibiste all'Olimpico senza impianto di amplificazione. Può darsi che gli attuali sviluppi dell'editoria mondiale non vi piacciano, ma in ogni caso temo proprio che non abbiate molte possibilità di essere candidati al prossimo Nobel.
«E come diavolo si fa a far dimuire il prezzo dei libri?»
Non credo esista una formula unica per affrontare il problema e soprattutto non ritengo possibile ottenere libri mano cari - se non marginalmente - nel settore novità. Qualcosa si può fare nel settore economici e non poco per i long-seller. Anche di più se rinunciate in partenza all'idea di avere il vostro libro in copertina e pagine. Certo, un e-book non è un libro come lo intendiamo normalmente, ma avere un prodotto diverso ma con gli stessi contenuti può essere una soluzione decente per il problema.
In realtà il problema, anzi IL PROBLEMA è in primo luogo quello della lingua (l'italiano) e in secondo luogo del numero di potenziali lettori. Una classificazione opinabile, se pensiamo a paesi come l'Olanda che ha un terzo della popolazione italiana e un mercato librario paragonabile al nostro per dimensioni. Quanto basta per stabilire che l'ordine dei problemi deve essere invertito...
Con una metà scarsa di lettori sul totale della popolazione italiana e un gruppo di tre milioni-tre milioni e mezzo di persone che leggono più di dodici libri all'anno (1 al mese...)[2] non è seriamente proponibile l'idea di far scendere il prezzo dei libri. Con tirature che solo raramente superano le diecimila copie è matematico che i libri dei quali potete scoprire l'esistenza in libreria o al supermercato costino (relativamente) cari.
Ma se vi viene qualche idea in proposito, sono qui ad ascoltarvi : )

[1] Un interessante esempio di evasione da questa legge è il progetto editoriale Alga che ha pubblicato nel 2010 cinque titoli di 200-300 pagg. rilegati decentemente e di gradevole aspetto a 3 (tre) euro cad. Ma, in realtà, la legge in apparenza vinta è stata in realtà confermata dal progetto. Il lavoro di progettazione, editing e controllo sui libri usciti è stato curato volontariamente dal (giovane) "gruppo" editoriale e dei loro amici. I libri non sono andati in distribuzione e sono stati distribuiti personalmente nel corso di eventi di ogni genere dal "gruppo" editoriale. In sostanza Alga ha evitato il gruppo distributore-propagandista-libraio e si è avvalso della collaborazione gratuita di curatori, editor, autori e promotori. I 3 euro sono serviti essenzialmente a pagare la stampa del libro e poco spese vive. Un risultato rimarchevole, in ogni caso.
[2] La classificazione di «forti lettori» in Italia viene concessa con almeno dodici libro l'anno.
Non alzate troppo la cresta: in Francia viene concessa con almeno 20 libri all'anno.



5 commenti:

Anonimo ha detto...

La risposta sta tutta qua:

La distribuzione vi costerà un 40-45% del prezzo di copertina. Trenta alla libreria e 10-15 alla distribuzione. Se, come vi viene consigliato, vorrete entrare in una società di promozione dovrete sbucciarvi un altro 2-3%

Alla fine guadagnano piu' i 'parassiti' che l'editore-autore...

Con l'avvento dell e-book la situazione cambia di poco: 15 euro per il libro di Eco in e-book mi sembra fuori dal mondo....
Quando gli autori capiranno che si possono pubblicare da soli ed avere un grosso guadagno allora forse le cose cambieranno e noi potremo goderci gli e-libri a 3/4 euro come in america

Massimo Citi ha detto...

Temo che la cosa sia un po' più complessa di così. Gli autori americani possono innanzitutto contare su un pubblico comunque molto ampio, sia per l'uso di internet che per l'abitudine all'e-commerce che, infine, per la pura e semplice abitudine alla lettura. Sono d'accordissimo che vendere un e-book a un prezzo ridotto di un quarto scarso rispetto al libro in formato cartaceo è piuttosto delirante, ma temo che il costo dei diritti d'autore, in questo caso, sia un po' più alto del consueto 5-6% sul prezzo di copertina... Vogliamo immaginare un 10-12%? Certo, distribuzione e libreria hanno margini molto più bassi - non ci sono costi di trasporto, stivaggio, esposizione ecc. - ma immagino ci sia anche una certa resistenza nell'abbattere il prezzo sotto un certo limite (psicologico). Il libro di Eco si sarebbe potuto vendere a 9-10 euro se:
- La Eco corp. fosse stata d'accordo.
- Se Rizzoli avesse concepito la possibilità di ridurre il proprio margine a fronte di un aumento COSPICUO delle vendite.
Ma, sinceramente, non credo che la vendita in e-book avrebbe potuto incrementare in maniera significativa le vendite. In Italia gli e-book sono parecchio sotto l'1% del totale delle vendite librarie...
Ultima nota. Sono d'accordo che gli autori potrebbero e forse dovrebbero vendere personalmente sui propri siti i propri libri, se non fosse che la legge sui diritti d'autore in Italia è MOLTO diversa da quella americana. Gli autori, in sostanza, NON POSSONO DISPORRE liberamente dei propri testi. I "parassiti", dei quali faccio parte anch'io - detto per inciso - tengono gli autori per le p... Liberi di disporre dei propri testi sono soltanto gli autori che non hanno firmato alcun contratto con un editore. Ovviamente è una questione del tutto aperta se merita leggerli, a 3-4 euro o anche gratis :)
Una risposta po' confusa, me ne rendo conto, ma è la situazione del mercato librario a essere decisamente confusa.

Anonimo ha detto...

A parte casi eclatanti come Eco che secondo me puo' permettersi di prendere lui per le @@ gli editori, penso che tantissimi autori minori potrebbero slegarsi dalla catena editore/distributore/libraio pubblicando da soli su internet: da una parte perderebbero il mercato tradizionale (ma un autore minore quanti libri riesce a vendere in italia?? 1000??) ma potrebbe gugnare 3/4 volte tanto vendendo direttamente... E il suo libro non sarebbe mai fuori catalogo...
Come dice il doctoraw il problema di quasi tutti gli scrittori e'farsi conoscere non riuscire a vendere... e se il prodotto vale il tam-tam della rete vale piu' di mille cartonati in libreria...

Massimo Citi ha detto...

Bel ragionamento.
Mi piacerebbe molto che fosse vero, che il tam-tam dei lettori in rete fosse effettivamente così efficace. Ma, onestamente, ne dubito. Ma non mi riferisco alla maggiore o minore accoglienza da parte del pubblico, ma all'attenzione del complesso dei media (quotidiani, giornali, TV ecc.) che costituiscono la vera garanzia per l'artista che conta di sopravvivere scrivendo. Bello essere liberi, ma la possibilità di scrivere discende direttamente dalla possibilità di vivere del proprio lavoro. E di diritti dei libri venduti non è affatto facile vivere, a meno - appunto - di sopravvivere di articolotti e articolesse, comparsate, presiedenze (nel senso di presiedere a qlcs) eccetera. Esperienza che so essere quella di autori che conosco personalmente.
Il problema sarebbe quello di sostituire le 1000 o più realisticamente le 10.000-20.000 copie - le tirature di un autore medio come ad es. Carlotto, Grasso, Niffoi, Celestini, Vichi Arpaia, Mari - con 40.000 o anche le 100.000 copie in formato e-book. Un obiettivo non facile da raggiungere visto le caratteristiche dei lettori italiani, relativamente pochi in rapporto all'offerta di titoli. Se non si raggiungono questi volumi di vendita diventa decisamente complesso sopravvivere, ovvero dedicare il proprio tempo alla scrittura.

Massimo Citi ha detto...

Ho dimenticato un particolare importante.
Penso che i "piccoli ma meritevoli autori", ovvero gli autori delle famose 1000 copie farebbero bene ad autodistribuirsi on line. Magari creando o appoggiandosi a siti o portali indipendenti. Temo che permanga il rischio di creare gallerie per «pittori della domenica», ma ho la sensazione che l'editoria maggiore abbia le porte ormai chiuse. Non un buon segno - per loro :)