Con oggi sono titolare di una partita IVA.
Cosa da poco, tutto sommato, ma utile nel momento in cui si renda necessario fatturare a qualcuno i miei possibili - o fantomatici - lavori.
Tutto sommato sono quietamente soddisfatto, un po' come da bambino quando mia zia mi regalò un libretto di risparmio. Non sapevo di preciso cos'era e a che cosa serviva ma tutti erano concordi nel dire che era bene e quindi, anche se avrei preferito di gran lunga una scatola - possibilmente grande - di Lego, mi sentii quietamente soddisfatto.
Il codice di categoria attribuitomi è 74.90.99, corrispondente a consulente aziendale, ovvero, secondo il certificato di attribuzione: «altre attività professionali NCA». Ho fatto notare che mi occupavo di editoria ma il gentile impiegato ha scacciato con un gesto risoluto le mie gentili rimostranze, dichiarando: «Con 'chisto ci fa'cchillo cavvuole».
E chi sono io per stare a discutere con un impiegato dell'Agenzia Entrate di Torino? Nella domanda ho inserito un «Consulente editoriale» che è stato accolto con un burbero cenno affermativo e poi via, verso nuove fantastiche avventure.
Lo dico in queste pagine tanto per avvisare il popolo lontano di questa novità. E anche per quel po' di stupore che accompagna sempre un cambiamento.
Adesso sono un soggetto fiscalmente attivo e qualunque cosa comprerò dovrò chiedermi se farmela fatturare o meno.
AmmiSgnùr, come dicono da queste parti.
2 commenti:
E ricorda: la fattura devi chiederla PRIMA dello scontrino
@Lady Simmons: imperdonabile il mio ritardo, ma oggi sono in libreria, a contemplare gli scaffali che lentamente si svuotano e a meditare su ciò che è o che non è accaduto. Non un buon trip, davvero.
Ti ringrazio del suggerimento, ma l'aver fatto il venditore per molto tempo mi ha preparato alla diarchia scontrino/fattura. E se non sarò abbastanza veloce nel gridare «a me una fattura, a me!» mi acconterò malinconicamente dello scontrino. Un megaabbraccio.
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