14.12.07

Confitto interiore (sparare a Umberto Eco?)

– Ma me lo dici tu a che cosa serve un blog se poi stai delle intere settimane senza scrivere neppure una parola?
– Ma tu lo sai che lavoro faccio? Ma tu lo sai che avevo la contabilità+lafatturazione+ lacorrezione& impaginazione di LN 44 e di FM11+deicoccidarimettereinsieme+ unromanzodaspedire a un concorso che tanto ne farà coriandoli+... no, basta non mi viene in mente altro.
- Niente di nuovo, insomma. La contabilità la fai per deprimerti, tanto lo sai già che la libreria è in perdita. La fatturazione... che tanto poi ti pagano a babbo morto. LN 44 e FM 11: i cataloghi delle buone intenzioni. Quando mai hai ottenuto uno straccio di segnalazione, di presentazione... quando mai vi hanno considerato - un quotidiano, un settimanale, la radio, una televisione locale - anche solo per dire: «cretini!». I cocci... vabbé. In quanto al tuo ultimo romanzo, lo sai che cosa ne penso: è fantascienza. Scritta in italiano. Una cosa da ridere. E comunque non va bene, lo sai meglio di me. Troppe immagini e poca azione. E sì che te l'hanno anche scritto. Non va bene. Ti preoccupi dei personaggi, dei luoghi, dei dialoghi e non hai ritmo...
- Ma un po' di ritmo nella scrittura, almeno quello, c'è.
- Un par di ciufoli, come dice il nostro amico Gordiano Lupi. Sai chissenefotte del ritmo, cioé dello stile della scrittura, in un romanzo di fantascienza? Ma da dove arrivi? Frasi brevi, pochi pensieri, zzzzoot! Uiiiinzzzz! Kerbluummm! «Stiamo perdendo l'allineamento subparallattico, comandante». «Uhm, attivate il campo di macrocollisione».
– Non vuol dire un cazzo.
- E allora? La fantascienza in forma scritta è diventata la parente povera, praticamente pezzente, di quella cinematografica. Immagina un montaggio cinematografico skizzato, quando scrivi, non fare la Emily Bronte (ci vanno i due puntini sulla e, lo so, ma non li trovo) della fantascienza. L'unico risultato sicuro è che gli uomini non ti leggono e le donne nemmeno perché non leggono fantascienza.
L'unica cosa decente che hai per le mani - parlo del nuovo blog di ALIA - su quello non hai ancora scritto nemmeno la risposta alla risposta a un post.
- Meditavo su cosa scriverci, per la verità.
- Te l'ho appena detto. Ti metti lì con i piedi sul tavolo e dichiari: «La letteratura fantastica deve imparare dal cinema. Se non si sa mutuare il linguaggio cinematografico in letteratura il fantastico è morto».
- Ma non è vero, cribbio. La letteratura ha un suo linguaggio. Tempi, forme, possibilità che il cinema...
- Sei patetico. La letteratura come linguaggio è morta, defunta da un bel pezzo e sta a puzzare sul tavolo di CSI Miami in attesa che qualcuno la apra come un merluzzo e dichiari: «morta di inedia, stenti e di una mezza dozzina di malattie». Lo sai no come legge ormai la gente? Non lo vedi? Non te ne stai dietro il banco di una libreria?
- Qualcuno che SA leggere è rimasto.
- Sempre meno. Lo sai benissimo. E poche curiosità, nessuna voglia di mettersi in gioco. Pappine precucinate, al massimo sperimentazioni a bassa voltaggio. Ironiche citazioni e giochi eruditi. Mi piacerebbe sparare a Umberto Eco, per dire.
- E che ha fatto, poveretto?
- Poveretto? Ci prende per i fondelli fin dai tempi del Nome della rosa, ecco che cosa fa. Ci presenta uno Sherlock Holmes vestito da frate e sulla trama di un gialletto innesta un po' di divulgazione filosofica, qualche battuta sapida e sapiente, elementi di storia e di politica per consegnarci il post-romanzo definitivo. Quello dove non esiste nulla di originale ma è tutto, integralmente, già letto e già digerito. Ma in fondo faceva parte del Gruppo '63. Aveva avvisato che il romanzo era morto già allora. Solo che invece di essere coerente ne ha scritto uno. Per celebrarne la morte. E via, tutti a comprarlo perché è furbo e ti fa sentire furbo, è colto e ti fa sentire colto, è astuto e ti fa sentire astuto. Per quattro soldi è un gran risultato.
- Te la prendi tu la responsabilità di questa intemerata?
- Ce la prendiamo noi.
- Ma... io mi sono divertito a leggere il Nome della rosa. Certo, la letteratura è un'altra cosa. Ma è un romanzo da compagnia. Non qualcosa che ti cambia la vita, ma comunque un piacevole incontro.
- Anche i successivi?
- Ehm... no, i successivi no. L'ultimo poi, la Regina Loana o qualcosa del genere,è stucchevole come una caramella già succhiata.
- Bisogna sparare a Eco, te lo dico io. E a tutti i post-qualcosa.
- Sono un non violento, io.
- Io no. Tutti al muro. All'alba, quando fa ancora freddo e quasi sei contento di non dover più battere i denti.
- Cribbio. Ma sei contorto, eh?
- Soltanto stufo. Vorrei leggere dei libri nuovi, non avanzi ricuciti e ricucinati.
- Hai ragione. Beh, qualcosa l'abbiamo scritto, non trovi.
- Già. Mi chiedo a chi interesserà.
- Me lo chiedo anch'io. Ma non è poi molto importante.

Nessun commento: