6.7.11

Oltre che cornuto...


Chiedo scusa per il tema assai poco, temo, friendly, ma quando succedono cose di questo genere viene voglia di bruciare automobili, lordare i muri di una chiesa con frasi oscene, picchiare la moglie o sparare al commercialista.
Avendo, a fatica, rinunciato a compiere questo genere di gesti - la moglie, oltretutto, me le avrebbe anche restituite - mi sfogo scrivendo qui e rompendo i cosiddetti agli sciagurati navigatori che dovessero passare...
La CS, libreria che mi onoro di presiedere dal 2007 dopo esserne stato amministratore per una trentina d'anni, ha un fido bancario. Un fido bancario - ovvero un prestito (costoso) che la banca concede per «elasticità di cassa» - che, visto il momento difficile,  è sostanzialmente impiegato all'80%-85% per buona parte dell'anno. Il suddetto fido ci costa alcuni migliaia di euro all'anno che debbono essere considerati sotto ogni profilo una perdita.  
La CS, in quanto società di capitali, è anche tenuta al versamento dell'IRES, ovvero un'imposta per il reddito delle società. 
Fino al 2010 è stato possibile scaricare parte dell'imposta con gli interessi passivi. 
Da quest'anno no. 
Totale, l'IRES della società si è sostanzialmente decuplicata.
Non solo. 
Dal momento che oltre all'imposta relativa all'anno 2010 debbo versare anche l'acconto relativo all'ann0 in corso, mi trovo con un paio di migliaia di euro da versare in pochi mesi, giunti in un momento di incassi che più nero di così non può essere... Basti dire che giugno 2011 è stato il mese più basso in termini di incassi dal 2007. 
Ovvero 2008<2007,  2008<2009, 2009<2010 e 2010<2011.
Da praticare il seppuku.
Il mio commercialista mi ha chiesto: «Ma non potete ridurre l'indebitamento?». Domanda che suscita il dubbio che i commercialisti non si rendano davvero conto dell'andamento economico del consumo al dettaglio e della situazione delle piccole imprese... 
Posso radere a zero il magazzino, come no, e così recuperare il debito con la banca. Solo che poi avrei non poche difficoltà a vendere libri senza averli in magazzino. 
«Sa, è per non pagare l'IRES»
Il lettore mi guarda strano e passa alla libreria successiva.
Il legislatore tributario si può vantare di aver così esteso la giurisprudenza europea alla realtà delle imprese italiane, questo senza però aver tenuto conto del grado di indebitamento delle imprese italiane. Particolarmente delle piccole imprese.  
Certo, a questo punto potrei prorompere in oscure e stravaganti minacce... Voto per la Lega, la prossima volta... per il Berlusca (ahahahah, buona questa)... mi incateno alla cancellata dell'ufficio imposte... chiudo Brunetta sotto una pattumiera rovesciata e lo minaccio di morte per asfissia se non mi riducono le tasse (e poi magari, distrattamente, me lo dimentico sotto la pattumiera) ... penetro in una scuola armato e minaccio di morte insegnanti e allievi... vado a suonare il sax in piazza con al collo il cartello «imprenditore rovinato dalle tasse» - sai le risate...
Ma non farò nemmeno questo.
La sensazione prevalente è il rifiuto e la stanchezza. 
Sono stanco, davvero stanco, di reggere l'anima con i denti. 
Stanco di tenere in piedi un'impresa della quale - evidentemente - non importa un accidente a nessuno.  
Mi passerà, immagino. Sono rognoso o forse dovrei dire soltanto testardo. 
Ma comincio a non poterne proprio più. 

4 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Mi dispiace. Lo so che le parole che potrei dirle io servirebbero a poco o niente. Però cerchi di tener duro.
Un caro saluto.

Massimo Citi ha detto...

Nessun problema. Anzi, ti ringrazio di cuore per l'intervento. Se non altro non mi sento troppo solo. Cerco di tener duro, sperando che poi, in fondo, serva a qualcuno.
A proposito: dammi del tu, per carità. Non sono più giovane, lo so, ma mi sforzo di non ricordarlo troppo spesso :)

Paolo ha detto...

E questo era il governo che secondo alcuni personaggi avrebbe fatto la riforma liberale.

Resisti Max, mi spiace solo che la tua libreria sia troppo lontana dai miei percorsi abituali, che grazie al lavoro stanno diventando sempre più abituali e sempre meno variati... Ma passeranno queste nottate.

Massimo Citi ha detto...

Grazie di cuore per il commento, anche quello al post successivo.
In quanto alla rivoluzione liberale... beh, in questo paese di piccoli ipocriti e grandi ladri un liberalismo coerente è persino meno probabile del socialismo bolscevico.
In ogni caso io conto di resistere. Anche perché non so fare altro :)