9.7.11

Maturanda / Maturata


In questi ultimi giorni la mia prediletta - e unica - figlia ha affrontato il suo esame di maturità.
Oggi pomeriggio ha saputo l'esito di tanto sbattersi & arrabbattarsi.
85/100.
Non male, non male.
È stato massacrante per lei e pesante anche per mia moglie. Mia moglie, infatti, è un'insegnante e quindi ha dovuto sostenere moralmente la piccola che in alcune occasioni sbandava come un peschereccio con mare forza 5. 
«Piccola» che ovviamente tanto piccola non è, dal momento che ha diciotto anni e passa. 
Ma si sa come sono i genitori... 
Io, comunque, sono stato un semplice rincalzo di valore limitato. Di quelli che riescono ad emergere dalla panchina soltanto quando tutta la squadra ha fatto un'indigestione di cozze. Per niente preparato in matematica, nonostante la frequenza del prestigioso liceo scientifico Galileo Ferraris - non a caso posto di fianco al glorioso Politecnico di Torino - mi sono sono reso utile (la domenica) con qualche veloce ripasso di Storia e Filosofia, qualche aiutino in Scienze e ben poco di più.
Ma anche grazie - o nonostante - il mio aiutino, la puella ce l'ha fatta. 
Sia gloria a lei.
Dal canto mio sono comunque rimasto sinceramente sorpreso dalla quantità di materiali e di nozioni che la disgraziata diciottenne si è digerita nel giro di un paio di mesi. Io ho fatto la mia maturità negli anni '70, più o meno nel pleistocene. E con un regolamento un po' meno allucinante del suo. Portavo due materie - scelte da me - e due affibbiate dalla commissione. Grazie al meccanismo annuale delle maturità era più o meno possibile indovinare le materie che sarebbero uscite e così da gennaio in avanti si potevano tranquillamente ignorare le materie che non erano nel piccolo club e dedicarsi soltanto a quelle che sarebbero «uscite». Nel mio anno uscirono fisica e filosofia. Che cosa portai io, sinceramente, non me lo ricordo. Ricordo un garbato litigio con il commissario di tedesco - uno Junker criptonazista - e una chiacchierata (pseudo)filosofica, ma nulla di più. E ricordo il lavoro del nostro «membro interno», la mia gloriosa e benedetta profia di tedesco. 
Presi 42/60, un modo gentile per non darmi del poveropirla ma quasi. 
Mia figlia ha dovuto sfidare una mezza dozzina di commissari sconosciuti - anche se il buon vecchio facebook/mettilafaccia ha reso un pochino meno oscuri i suddetti - e sostanzialmente TUTTE le materie del suo ultimo anno. 
Da matti. 
Mentre ascoltavo mia figlia che commentava Leopardi o compendiava D'Annunzio o rifletteva Pirandello o osservava Montale o contraddiceva Hegel o scuoteva Sartre mi sono chiesto chi è l'idiota - o il poco informato, via - che sproloquiava sui giovani poco informati, poco interessati, poco intelligenti, dispersivi, casinisti, infantili, drogati, tele- e computer-addicted, alcolisti & qualunquisti. 
Certo, quel genere di commenti era un po' sciocchino ma innocuo, va bene... certo ci sono anche quelli che non studiano (pochini, tra i liceali, temo)... certo si trattava di un purparlé (in piemontese finto-francese), ma komekazzo si fa a parlare così di un mezzo milione di giovani che bene o male si è rotto il k... per un esame che noialtri unzaccoalternativi abbiamo a suo tempo superato senza particolari problemi?

Forse la verità è che noialtri vecchi on-the-road non arriviamo poi da chissaquale splendida e indimenticabile età dell'oro, dove noi eravamo i prediletti della cultura. 
Forse la verità è che la scuola è peggio di una volta, ma non perché i giovani non si impegnano o non ci credono, ma perché si sono tagliati i fondi a sangue e la scuola pubblica - ora come ora - è un posto maledetto dove quattro insegnanti poveri pirla si sbattono (non tutti, va bene, ma molti) perché i giovani non perdano la voglia di studiare, informarsi, riflettere, meditare. 
E opporsi.   
Ecco, a vedere mia figlia che preparava la maturità ho capito che una speranza c'è ancora. 
Una bella speranza, luminosa e tenace.
E allora grazie, piccola. 
Dal solito, banale, papà.





2 commenti:

S_3ves ha detto...

caro Max
Come docente e come genitore condivido tutte le tue considerazioni ma, come "spettatore", devo dire che, a parte tutto, la maturità della ragazza è stata una bella esperienza. Mentre lei si aggirava per casa ripetendo come una furia tutto il programma dell'anno e altro ancora, io ascoltavo... mi sono tornate in mente un sacco di cose alle quali non pensavo da tanto: sonetti, episodi di storia, autori inglesi, filosofi... Ho imparato un mucchio di cose di arte che proprio non sapevo (ma l'avrò fatta, io, storia dell'arte? O tutto il poco che sapevo l'ho imparato negli anni, sul campo?) e di filosofia (lasciatemelo dire: il mio docente di storia e filosofia era UN CANE!- scusa Mirra, è solo un modo di dire). A conti fatti mi considero decisamente in attivo. Da docente, invece, mi resta il dubbio (nato ben prima di questi mesi della maturità) che non di rado venga se non incoraggiato, almeno premiato con voti alti uno studio mnemonico teso a ritenere - più che assimilare - tutta questa mole di informazioni.

Paolo ha detto...

Congratulazioni a Morgana - e a tutta la famiglia :-))