È stata necessaria un'attesa più lunga - Davide nella presentazione spiega il come e il perché - ma alla fine c'è.
Una prefazione e un'introduzione, sette racconti, centocinquanta pagine di testo, cinque immagini originali realizzate per l'occasione per un'ALIA anglostorica decisamente stimolante.
Gli autori presenti, a cominciare da Ted Chiang, rappresentano più che degnamente l'arte della narrazione fantastica nei paesi di lingua inglese.
A voi non resta che leggerli, preparandovi a una varietà di temi e linguaggi non troppo comune in un'antologia tradotta.
Ecco l'indice:
Che cosa ci si aspetta da noi di Ted Chiang
Il sentiero del Sole di Lillian Csernica
Lo spadaccino che non si chiamava Morte di Ellen Kushner
L’avventura dell’inquilino di Dorset Street di Michael Moorcock
Barbablu e il bisonte bianco, una storia di Rangergirl di Tim Pratt
Miss Carstairs e il Tritone di Delia Sherman
Corona di Karl Schroeder
A presto!
6 commenti:
Nessuno commenta, qui, così mi permetto la mia solita domanda/commento cretina.
Se Alia è una collana - con le sue tre versioni - perché non date un nome ad ogni uscita che la possa identificare? Che so, l'anno?
Alia anglosfera 2009.
Alia Italia 2008.
Così noi collezionisti non facciamo confusione, ecco.
Ciao Fran!
Il problema maggiore è che l'anno di identificazione rende l'antologia un «periodico», ovvero una rivista per gli eventuali recensori, riviste, ecc.
E ALIA non è una rivista.
Quindi l'unica soluzione è quella di escogitare per ogni edizione un titolo un po' diverso. ALIA Sol Levante, ALIA Autori Italiani, ALIA Anglostorie...
Certo, le idee finiscono. Per la prossima volta... beh, vedremo.
Capisco.
Il mio scopo era quello di inserire i libri CS che ho in anobii, ed ho notato come i diversi Alia siano già presenti in modo un po' sparso e con titoli non congruenti, ed è un peccato.
Non so che cosa tu pensi di anobii (potrebbe essere un buon argomento per un tuo post), ma secondo me ha preso una certa posizione tra i vari social network - e trovo interessante scoprire cosa dicono altri dei libri che leggo.
Ahimé, cara Fran... Anobii è un problema, anzi un problemone. Trovo molto interessante che migliaia di lettori commentino e discutano di libri, ma sono, per l'appunto, migliaia... Ho paura, per farla breve, di imbarcarmi in Anobii, ho paura delle discussioni nelle quali sarei fatalmente coinvolto... da non riuscire a fare praticamente null'altro nella vita. Così frequento sporadicamente Anobii, dò una lettura veloce e via. In quanto alla «confusione» che regna nel mondo di ALIA hai ovviamente ragione. In futuro qualcosa, comunque, cambierà. Non è escluso, per dire, che ALIA non finisca per diventare una «testata» a periodicità più o meno fissa dove raccogliere i testi dei vari autori anche di lingue e paesi diversi da quelli finora toccati. Si tratta di un pour parler, naturalmente, e tutte le strade sono ancora aperte, ma si tratta di una possibile scelta.
Non so, non sono una specialista di "social networks" e ho pochissimo tempo per indulgere in ore ed ore di sfrenata lettura, soprattutto su internet. Io mi limito a leggere cosa dicono altri di quello che sto leggendo.
Aggiungo poi i libri che leggo ed ho deciso di inserire un po' di quei libri che erano importante parte della mia libreria (insomma, quelli che rileggo ogni tanto), ma non mi sono messa ad esplorare altre possibilità.
Eppure per uno scrittore-libraio-editore potrebbe offrire molte più opportunità: scoprire quali libri legge la gente in combinazione (se hanno X sicuramente leggeranno anche Y...), e quali tipi di ragionamento portano a desiderare un libro od un altro.
Per non parlare della visibilità per CS e LN, che potrebbe diventare maggiore.
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