23.10.15

Inglese o italiano? O furbinglese?


«Non sapete l'inglese? Beh, peggio per voi».
Nessuno l'ha ancora dichiarato apertamente ma è l'aria che tira a sottointenderlo, a renderlo quasi necessario, fatale. 
Di pidgin'english - ovvero di inglese semplificato a uso del popolo bue - è piena la comunicazione sociale e politica, sui social network come nei messaggi del leader, tanto che non pochi hanno stabilito che qualunque cosa giunga dal governo pronunciata in inglese non può che essere un bidone. E in effetti il jobs act e la spending review non sono il massimo da nessun punto di vista, ma hanno finito per aprire la strada al penoso & pietoso «very bello» del ministro Franceschini, ovvero l'agenda degli eventi culturali italiani per gli stranieri che, detto per inciso, è stato da un punto di vista informatico un fiasco imbarazzante.

È segno non mediocre di amare la patria e coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua. (F. D. Guerrazzi)

Si può o meno essere d'accordo con Guerrazzi, noto piantagrane risorgimentale, ma è difficile capire il motivo di questa compulsione a inventare faticose e talvolta dubbie locuzioni in lingua inglese invece di limitarsi a uno «Atto (o documento) sul Lavoro» o un «Rapporto sulla Spesa». La sensazione che assale è che a dirlo in italiano si sarebbe rischiato di essere presi sul serio e magari discussi o contestati, mentre a dirlo in inglese si sarebbe fatta una figura da Top Manager o da Chief Executive Office anche se si stava semplicemente meditando di abolire l'articolo 18, anzi the eighteen article.


Ma tutto questo rotolarsi, ungersi, sporcarsi con l'inglese mi ricorda molto il Demente, ovvero il cavalier Sgrinfio Katodiko Granbricconi secondo il nome affibbiatogli nella storia per bambini «Coralinda»[*], al secolo Silvio Berlusconi, l'uomo delle «tre I», una delle quali corrispondeva alla I di Inglese.[**]
Ma Renzi e Berlusconi non solo altro che il penultimo epifenomeno della rivincita del Capitale, iniziata negli anni '80 e che nei paesi arretrati come l'Italia è arrivata tardi. L'uso dell'inglese dei furbastri (il «furbinglese») ha precisamente lo scopo di regalare a dei poveri bischeri (un toscanismo, lo so, ma l'amico di mia figlia è di Firenze) la fregatura che non sembri tale. In un paese dove solo il 40% della popolazione legge - in molti casi solo un libro all'anno -, dove la conoscenza delle lingue straniere è minima o rudimentale, dove i film si proiettano soltanto doppiati, il Jobs Act ha una funzione punitiva già solo per la sua apparenza statunitense che simula sbrigativa competenza. 
Questa simulazione di competenza è alla base dell'Italian way of government - il modo di governare all'italiana - e consola i poveracci che più o meno incolpevolmente non sanno e si consolano per i modi disinvolti di un simulatore divenuto primo ministro, anzi premier



[*] Chi avesse voglia di leggerlo può scaricarlo gratis da Lulu:
http://www.lulu.com/shop/massimo-citi/coralinda/ebook/product-16956138.html     

[**] Inglese che il nostro benamato cavaliere padroneggia male quasi come Renzi.

8 commenti:

Glò ha detto...

Non posso che aggiungere che concordo con quanto hai scritto, ahimè :P
Geniale, il furbinglese XD

Causa locandina, farò bruttissimi sogni -_-

Massimo Citi ha detto...

@Giò: la politica di Renzi assomiglia a un tappeto sotto il quale nascondere le porcherie, va tutto bene se nessuno lo sposta. Tutto sotto: tangenti, evasione fiscale, più tasse per molti meno tasse per pochi...

Nella Crosiglia ha detto...

Guarda cosa ti ho trovato..che blog sorprendente , pungente al punto giusto e purtroppo..si...veritiero..
Cosa posso aggiungere al post che dice tutto in maniera diretta ..questa è la nostra realtà confonderci con paroloni che chi legge un libro al mese , non capisce forse neppure fossero espressi in italiano..anche solo il piacere della conversazione è stato ammorbato con la tecnologia ..quindi?
Vado avanti nella lettura del tuo blog, mi sono iscritta con piacere e spero in un tuo graditissimo ricambio.
Una serena serata e un abbraccio, grazie!
http://rockmusicspace.blogspot.it/

Obsidian M ha detto...

L'utilizzo smodato di termini inglesi è un metodo furbetto che si trova spesso in ufficio. Potrei raccontarti milioni di episodi che ruotano attorno a termini come brainstorming, ownership, task... C'è davvero di che piangere!

Massimo Citi ha detto...

@Nella: ho eseguito e ricambio volentieri l'abbraccio. Ti ringrazio per l'apprezzamento. È un post sul quale non ho, in realtà, ragionato. Mi è venuto dal profondo, segno evidente che il mio cervello se l'era preparato prima ancora che ne fossi conscio. Per quanto contano i blogger non credo che servirà a qualcosa, se non a entrare in contatto con altri blogger. Il che, da un certo punto di vista, è già molto.

Massimo Citi ha detto...

@Obsidian: è successo anche a me. Tutte le volte che incontravo CEO di grandi editori questi sfoggiavano termini da seminario sulla produzione lasciando intendere che noialtri bottegai avevamo solo da imparare e tacere. Non tacevo quasi mai, in realtà, e in qualche caso ho saputo che alcuni dei coccodrilli in oggetto erano improvvisamente caduti in disgrazia. Una magra consolazione, ma sempre una consolazione.

Nella Crosiglia ha detto...

Ho incontrato caro Massimo blogger per puro caso e con l'andare del tempo ho trovato amici e amiche veramente preziosi.

Spero che con te la cosa possa trasformarsi nella medesima maniera..Hai visto mai?
Grazie per la tua preziosa iscrizione , te ne sono tanto grata..
Un bacio notturno!

Massimo Citi ha detto...

@Nella: grazie a te. Teniamoci in contatto :)