29.10.15

ALIA, Luna lontana e dintorni




Reduce dal successo...
No, calma un momento. 
Diciamo che il lavoro per creare una collana con il nome «ALIA» continua, tanto è vero che questo articolo esce anche su ALIA Evolution, l'organo ufficiale del gruppo di ALIA.
Dopo aver affibbiato anche a «Settembre», pubblicato in settembre (ovviamente) il quadratino magico: 


tra ieri e oggi ho pubblicato su Amazon anche «Luna lontana»[*], sempre con il logo «ALIA».
Seguiranno altri lavori. Cominceremo con Silvia Treves (immagino sia il suo racconto lungo, Cielo clemente, o forse un'antologia che raccolga i suoi racconti di sf) e Mario Giorgi. Il libro di Giorgi è un romanzo dal titolo «Società del Programma Spaziale» che naturalmente ho già letto e che, curiosamente, in tutti i nostri messaggi appare come SPS. Tanto è vero che per scriverlo qui ho dovuto controllare il titolo originale dal momento che continuavo a chiamarlo SPS. Ancora un minimo di tempo per riguardarlo e apparirà presto sulle pagine di Amazon.it. 
Dopodiché il progetto, anzi la collana «ALIA», prenderà il volo. Con gli altri, non pochi, candidati alla collana.
...
«Luna lontana» è un piccolo frammento della storia della Corrente. Anch'esso, come «Settembre», è ambientato su un pianeta dei Mondi Credenti, Cam, molto diverso dal pianeta Settembre. Niente soldati, nessuna guerra, nessun nemico fanatico o amico dalle dubbie intenzioni... «Luna lontana» è la storia di un bambino di 10-11 anni di nome Balthazar che, pur essendo nato e cresciuto sul pianeta Cam (gli altri due pianeti del sistema si chiamano Sem e Jafet) ogni notte sogna l'apparizione della Luna. Che luna è? Istintivo per ognuno di noi immaginare la nostra placida Selene ma Balthazar, che ha sentito soltanto descrivere il satellite della Terra, può immaginare e talvolta forse vedere una luna magica, una grande luce sospesa nel cielo. 
Ma il mondo intorno a Balthazar non si ferma. I suoi genitori adottivi, Edna e Vlado, tirano avanti come possono, lavorando e cercando di sbarcare il lunario in un mondo solo recentemente terraformato. E sono i problemi di Edna e la «presenza» di Glenna Reich - che qualcuno forse ricorderà di avere incontrato nel «Perdono a dio», ancora disponibile gratuitamente su Lulu - a porre Balthazar in una situazione non facile.


Tra i protagonisti della vicenda c'è anche HundAlexis, ovvero un OGM uomo-cane, responsabile degli impianti che ricercano acqua nella profondità di Sem. HundAlexis è una specie di secondo padre per Balthazar, ma è un individuo decisamente curioso e dal carattere non facile. 
Se vi state chiedendo se la storia finisce bene posso rassicurarvi, non mi interessa rendere la vita impossibile ai miei personaggi, solo talvolta non facile, ma nulla di più.
È possibile che qualcuno tra chi mi legge che l'abbia già scaricato, ho infatti pubblicato una versione di «Luna lontana» su Lulu gratuitamente qualche tempo fa. A quell'edizione risale la recensione del 2012 di Gelostellato (che ringrazio ancora). 
Adesso tento la via della pubblicazione a pagamento (modico, tuttavia) e con essa fissiamo la nascita ufficiale della collana ALIA. Potete trovarla QUI.
Rimanete sintonizzati. 
...
Di seguito l'intro alla versione pubblicata su Amazon.it.

Luna lontana è nato come proseguimento ideale de «Il perdono a dio», un racconto lungo (o un romanzo breve) dove appaiono per la prima volta i “Signori dei Nodi”, ovvero individui virtuali in grado di proiettarsi in forma replicata in ogni luogo. I “Signori” sono stati l'invenzione di una donna, Glenna Reich, morta e reincarnatasi attraverso il substrato, la rete subquantistica che unisce i mondi umani.
Luna lontana si è però rivelato qualcosa di molto diverso. Balthazar, un bimbo di 10-11 anni si è dimostrato un personaggio deciso e tenace, tanto da contrapporsi a Glenna Reich e sommessamente, quasi inavvertibilmente, vincere. Al suo fianco un altro personaggio importante per l'intero ciclo della Corrente: HundAlexis, una creatura nata, come tutti i tranx – o moreauviti o zoogeni –, da DNA umano e animale.
Ma i veri protagonisti della vicenda sono, probabilmente, Cam, il pianeta dove vive Balthazar e il suo nucleo, ed Etiopia, la Luna lontana e dimenticata.
A voi lettori decidere.
Un piccolo particolare: HundAlexis ritornerà in altre due vicende della Corrente, tutte e due ambientate in tempi successivi. In «Luna lontana» egli appare già invecchiato mentre nelle altre storie è decisamente più giovane. Prima di scervellarsi a cercare di comprendere la successione degli eventi o gongolare pensando che a un errore dell'autore, chiarisco che gli umani hanno diritto a un trattamento di ringiovanimento periodico, trattamento che non è previsto per gli zoogeni no. A meno che, come HundAlexis, non siano soggetti molto particolari. Il che potrà sembrare ingiusto, e probabilmente lo è, ma non è proficuo discuterne ora. Si tratta infatti del tema di un altro romanzo, peraltro piuttosto lungo, che uscirà presto: «Un problema di tempo».
Buona lettura!


[*] Piccola nota per i fanatici appassionati del passato remoto in sf: il romanzo è al passato remoto. Coraggio, vincerete! 
[**]Ulteriore nota alla nota: su Fronte & Retro esiste un documento qui dove si discute dell'uso dei tempi in narrativa. Può essere di qualche utilità rivederlo.

23.10.15

Inglese o italiano? O furbinglese?


«Non sapete l'inglese? Beh, peggio per voi».
Nessuno l'ha ancora dichiarato apertamente ma è l'aria che tira a sottointenderlo, a renderlo quasi necessario, fatale. 
Di pidgin'english - ovvero di inglese semplificato a uso del popolo bue - è piena la comunicazione sociale e politica, sui social network come nei messaggi del leader, tanto che non pochi hanno stabilito che qualunque cosa giunga dal governo pronunciata in inglese non può che essere un bidone. E in effetti il jobs act e la spending review non sono il massimo da nessun punto di vista, ma hanno finito per aprire la strada al penoso & pietoso «very bello» del ministro Franceschini, ovvero l'agenda degli eventi culturali italiani per gli stranieri che, detto per inciso, è stato da un punto di vista informatico un fiasco imbarazzante.

È segno non mediocre di amare la patria e coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua. (F. D. Guerrazzi)

Si può o meno essere d'accordo con Guerrazzi, noto piantagrane risorgimentale, ma è difficile capire il motivo di questa compulsione a inventare faticose e talvolta dubbie locuzioni in lingua inglese invece di limitarsi a uno «Atto (o documento) sul Lavoro» o un «Rapporto sulla Spesa». La sensazione che assale è che a dirlo in italiano si sarebbe rischiato di essere presi sul serio e magari discussi o contestati, mentre a dirlo in inglese si sarebbe fatta una figura da Top Manager o da Chief Executive Office anche se si stava semplicemente meditando di abolire l'articolo 18, anzi the eighteen article.


Ma tutto questo rotolarsi, ungersi, sporcarsi con l'inglese mi ricorda molto il Demente, ovvero il cavalier Sgrinfio Katodiko Granbricconi secondo il nome affibbiatogli nella storia per bambini «Coralinda»[*], al secolo Silvio Berlusconi, l'uomo delle «tre I», una delle quali corrispondeva alla I di Inglese.[**]
Ma Renzi e Berlusconi non solo altro che il penultimo epifenomeno della rivincita del Capitale, iniziata negli anni '80 e che nei paesi arretrati come l'Italia è arrivata tardi. L'uso dell'inglese dei furbastri (il «furbinglese») ha precisamente lo scopo di regalare a dei poveri bischeri (un toscanismo, lo so, ma l'amico di mia figlia è di Firenze) la fregatura che non sembri tale. In un paese dove solo il 40% della popolazione legge - in molti casi solo un libro all'anno -, dove la conoscenza delle lingue straniere è minima o rudimentale, dove i film si proiettano soltanto doppiati, il Jobs Act ha una funzione punitiva già solo per la sua apparenza statunitense che simula sbrigativa competenza. 
Questa simulazione di competenza è alla base dell'Italian way of government - il modo di governare all'italiana - e consola i poveracci che più o meno incolpevolmente non sanno e si consolano per i modi disinvolti di un simulatore divenuto primo ministro, anzi premier



[*] Chi avesse voglia di leggerlo può scaricarlo gratis da Lulu:
http://www.lulu.com/shop/massimo-citi/coralinda/ebook/product-16956138.html     

[**] Inglese che il nostro benamato cavaliere padroneggia male quasi come Renzi.

19.10.15

Visita al Museo


Il museo in questione è il Mu.Fant. (nome opinabile, ma tant'è), ovvero il Museo del Fantastico e della Fantascienza, sede via Reiss Romoli 43. Questo sabato, il 17 ottobre, c'era l'inaugurazione e, come si dice in questi casi, non potevo - né volevo - mancare. 
Via Reiss Romoli, per chi non conosce Torino, è un angolo posto all'estremo Nord della città, dove sorgono alti e malinconici casermoni, nati nel corso della massiccia immigrazione avvenuta a Torino negli anni '60. La sede del museo è in una ex-scuola media posta nel mezzo dei suddetti casermoni, dove mia moglie ha insegnato all'inizio degli anni '80. Infatti è stata mai moglie a guidarmi in questo luogo, distante almeno una decina di chilometri (di città, non di campagna) dalla casa avita. Tempo dell'attraversamento: 42' e 37'' e un numero non computabile di semafori. Ma siamo arrivati, abbiamo parcheggiato all'ombra (si fa per dire, faceva un tempo grigio tipicamente torinese) di uno dei casermoni e siamo partiti alla ricerca del Museo. Non c'è voluto molto per trovarlo, bastava seguire alcuni individui armati di macchina foto e con aria smarrita per individuarla. 
Ed eccolo, con striscione blu che l'annuncia. 
Il principale problema del Mu.Fant. era l'eccesso di "reperti", cioè poster, modelli di astronavi e altri futuribili mezzi di locomozione, riviste, gadget, abiti di scena, in rapporto allo spazio per l'esposizione. Ulteriore problema, l'esistenza di una vasta biblioteca tematica in parte lascito di Riccardo Valla a suo tempo relegata al IV piano mentre il resto dell'esposizione era al piano terreno. E che la biblioteca fosse vasta e ricca posso testimoniarlo personalmente dal momento che con mia moglie collaborammo a spostarla qualche mese fa... qui potete trovare il racconto dell'esperienza
Tutto ciò detto, una volta entrati nel museo, accolti da alcuni inquietanti individui vestiti da Visitors, [*] e saliti al primo piano abbiamo finalmente potuto accedere al museo. Beh, accedere è un parola grossa, diciamo che abbiamo «potuto tentare di vederlo facendoci largo tra fiumane di visitatori».
La nostra sensazione è comunque che il museo sia una cosa che merita vedere, anche se non siete appassionati di fantascienza o di fantastico. In particolare gradevolissimi e particolarmente meritevoli di attenzione - personalmente ci ho passato più o meno una mezz'ora - due sale dedicate al futuro "anteriore", ovvero alla visione del futuro a fine '800 e prima metà del '900. 



     

chiedo scusa per la qualità delle illustrazioni, ottenute con un telefono (lo so, lo so, lo usano tutti ma io non lo so usare - perlomeno non bene. In più l'illuminazione museale è per il momento ancora quella di una scuola media, quindi inadatta a un museo). 
Notevoli anche gli spazi dedicati alle serie "storiche" della sf come Spazio 1999 e Star Trek


gli spazi dedicati a Star Wars e ad altri grandi film come Il pianeta proibito o Ultimatum alla Terra. Sezioni dedicate alla sf in Italia, ovvero ai non pochi programmi dedicati alla fantascienza nella RAI degli anni '70 e al Cyberpunk: 
 
 
Ultimo accenno di una visita necessariamente frettolosa, la biblioteca, vasta e ricca. Da non perdere.
Piccolo disappunto: avrei dovuto incontrare Lady Simmons durante la mia visita, ma non sono riuscito a intercettarla. Troppo affollamento, evidentemente. 
Che cosa aggiungere? Beh, presto detto, consiglio caldamente i miei quattro lettori di visitare il Mu.Fant. o inserirlo tra i propri obiettivi in caso di visita a Torino, accanto alla Venaria, al Museo Egizio e agli altri musei. 
Tutta la mia stima per coraggiosi che hanno contribuito a rendere il museo una realtà, anche se defilata. Inventare un museo non è facile e sostenerlo ancora meno. 
Ultima cosa: il Mu.Fant. dal 1 gennaio 2016 entrerà ufficialmente tra i Musei della città. 
Giustamente.     

[*] Serie televisiva americana ritrasmessa in Italia nel 1986, dove gli amati visitatori della Terra si rivelano rettili alieni criptonazisti e umanivori e che hanno in progetto di rendere il nostro pianeta il loro allevamento. Esilarante con qualche buon momento.

13.10.15

Inciampi e soluzioni problematiche


Su ALIA Evolution oggi ho pubblicato un breve comunicato. 
Un fatto nuovo che riguarda ALIA 2.0 e più in generale il futuro di ALIA. Si tratterebbe, detto in poche parole, di dare una discendenza ad ALIA in forma di romanzi o antologie. Un'idea partorita da Mario Giorgi e da me e benedetta da Silvia Treves. Ma non voglio ripetermi anche qui. Leggete QUI il testo apparso su ALIA Evolution e Dio sia con voi...
...
Ma esistono problemi. Nemmeno troppo piccoli. Il primo di questi problemi è il sottoscritto. E non solo per me, sia chiaro. 
Ricordete tutti... ma forse è meglio che fornisca un link per chi non lo ricordasse: QUI ne ho parlato... dicevo, ricorderete tutti che qualche tempo fa lamentai l'eccessiva lunghezza del racconto (racconto?) scritto per entrare nel prossimo ALIA. Bene, una volta superati i 90.000 caratteri senza ancora intravedere il finale ho gettato la spugna. Amadeus, questo il titolo del racconto romanzo, diverrà per l'appunto un romanzo, presumibilmente sui 200/250.000 caratteri, quindi un romanzo breve, e vivrà una vita sua, senza ingombrare ALIA. A questo punto posso enunciare un ulteriore elemento per definire un racconto: «Nel tuo racconto non inserire più di tre personaggi, se non vuoi trovarti a riscrivere il ciclo di Dune o Dhalgren o i Tre Moschettieri».
A questo punto, e con tempi brevi, devo arrangiarmi a proporre qualcosa di nuovo. Senza allontanarmi dal ciclo della Corrente, dal momento che un racconto appartenente a quel ciclo ho promesso urbi et orbi.   
In questi casi si prende il pc e si cerca di cavarne qualcosa. E in fretta. Si ripescano situazioni appena accennate, scene scartate (non butto via niente, grazie al cielo), suggestioni dimenticate, immagini perdute, tutto ciò che può servire a imbastire una storia solida e credibile. 


Avevo una passione che non sono ancora riuscito a inserire in una storia per antiche civiltà aliene perdute, per i pianeti abbandonati, per i buchi neri, per la solitudine e per la morte come compagna di viaggio che ti soffia sulla nuca. Quindi ecco la (breve) storia di due astronaute – astronaute perché sono stufo di personaggi maschili – a corto di ossigeno finite per un grave incidente su un pianeta «illuminato» da un buco nero dove è probabile sia esistita... Vabbé, il resto lo saprete leggendo il racconto. Che non è finito, sia chiaro, e che mi costerà una certa fatica terminare ma che comunque per il 15 dicembre sarà in pista, lucido e nuovo di zecca. 
Spero.
Un problema non troppo diverso da quello di Silvia Treves, mia compagna di avventura in tutti i sensi, attualmente intorno a pagina dieci del suo racconto ambientato su un satellite di Urano, in un oceano seppellito sotto svariati chilometri di ghiaccio. Avete presente il lago subantartico di Vostok? Ecco, una cosa così. Qui è stata un'ambientazione non facile (è un eufemismo) a costarle un mesetto di lavoro di documentazione con  la sera prima di dormire ponendo domande improvvise tipo: «Ma secondo te come potrebbero muoversi eventuali creature viventi in un mondo completamente oscuro?» o «Quale sarà il rapporto tra temperatura e pressione a quelle profondità?» o ancora: «ma la bioluminiscenza potrà funzionare a temperature molto basse e pressioni elevate?», domande che, come ognuno potrà comprendere, sono il mio pane quotidiano. Già, la vita di due autori di sf è complicata. 


...
Ultimissima cosa, ho cambiato al copertina di Settembre, una volta raccolte una serie di impressioni (negative) sulla prima copertina scelta. Personalmente, a differenza di Davide Mana e di altri insigni personaggi non ho mai avuto molta considerazione per le copertine, meno che mai per quelle di sf, abituato com'ero a copertine più o meno assurde [*]. Ma... indubbiamente una copertina ha il suo peso, perlomeno per avere l'impulso a prendere (metaforicamente) in mano un libro e sbirciare. Quindi ho rifinito la copertina scartata e l'ho sparata nel web. Non penso che ne avrò un significativo ritorno ma se non altro non mi verranno in mente tutte le critiche – assolutamente giustificate – che ho ricevuto per la prima.
Per oggi ho finito. A presto!

  [*] Le copertine di Karel Thole erano in genere ottime ma avevano il grosso difetto di rendere appetibili anche pessimi libri, in più martoriati dal premiato trattamento dei dottori Pece e Piuma, al secolo Fruttero e Lucentini. Motivo in più per non fidarsi delle copertine.

8.10.15

Mondazzoli: un orrido pasticcio?


RCS Libri è stata acquistata da Mondadori. 
RCS Libri, per chi non lo sapesse, è un gruppo editoriale che comprende, oltre alla Rizzoli, Bompiani, Sonzogno, Fabbri, Marsilio, Rizzoli BUR, Etas, Archinto e Lizard, più o meno l'11-12% del mercato librario italiano. Di RCS Libri faceva parte anche Adelphi che, come si saprà, si è però ritirata dal gruppo con un autofinanziamento, tornando "libera" [*]. 
L'11-12% del fatturato librario sommato al 26-27% del gruppo Mondadori Libri (Mondadori, Einaudi, Electa, Sperling & Kupfer, Piemme) fa un valore compreso tra il 36 e il 38% del mercato librario italiano. A questo proposito Stefano Mauri, presidente di GEMS (gruppo Longanesi) ha dichiarato: 

[...] La fusione tra Penguin e Random House, due giganti, ha creato sì un colosso, ma che per l’Inghilterra vale tutto insieme il 26 per cento, e cioè proprio la quota che Mondadori ha oggi in Italia.

Curiosamente il nostro benamato Premier non ha trovato né il tempo né l'occasione per commentare un'acquisizione che minaccia il mercato librario e la libertà di espressione. 
Ma vediamo cosa ne hanno scritto un gruppo di autori di RCS Libri in una lettera che ha come primo firmatario Umberto Eco: 

Questa fusione darebbe vita a un colosso editoriale che non avrebbe pari in tutta Europa perché dominerebbe il mercato del libro in Italia per il 40 per cento. Un colosso del genere avrebbe enorme potere contrattuale nei confronti degli autori, dominerebbe le librerie, ucciderebbe a poco a poco le piccole case editrici e (risultato marginale ma non del tutto trascurabile) renderebbe ridicolmente prevedibili quelle competizioni che si chiamano premi letterari. Non è un caso che condividano la nostra preoccupazione autori di altre case: questo paventato evento rappresenterebbe una minaccia anche per loro e, a lungo andare, per la libertà di espressione. Non ci resta che confidare nell’Antitrust.

Umberto Eco

 «I soliti esagerati... poi, una volta acquistati saranno ben lieti di prendere i soldi di Mondadori. Pecunia non olet
Certo, non è improbabile, ma resta il fatto che un colosso che occupa il 40% dell'orizzonte editoriale a fronte di una serie di nani (il gruppo GEMS è il maggiore in questa galassia di stelle nane con un 5-6% del fatturato globale) può senza soverchie difficoltà determinare l'andamento della cultura in Italia
Ma vediamo un attimo cosa si può ragionevolmente prevedere sull'andamento del libro (cartaceo) in Italia: 

- La distribuzione:  Messaggerie-Pde, gruppo che distribuisce gran parte di ciò che non è Mondazzoli e, ovviamente, Mondadori Distribuzione. Insieme rappresentano la quasi totalità del distribuito in Italia. Il gruppo Messaggerie ha regole molto strette per accettare un nuovo editore mentre Mondadori distribuisce i propri editori e buonanotte. Se io CS_libri volessi far distribuire libri in forma cartacea da Messaggerie Libri dovrei calcolare che una percentuale pari all'incirca al 50-55% del prezzo di copertina se la tiene il distributore (percentuale che comprende anche il 30-33% della libreria) e dovrei inoltre tener presente che il distributore mi paga a 120-180 gg. E dal mio incasso devo poi sottrarre le copie rese. In più è richiesto un numero prefissato di novità/anno. Totale: CS_libri non ha i 200.000/300.000 € necessari a diventare editore – volendo pagare redattori, traduttori e ufficio stampa – e non andrà mai con Messaggerie Libri. Come tanti altri dovrà accontentarsi della Rete il che comporta, naturalmente, un'editoria fatta nei momenti liberi, ovvero più o meno hobbistica. 
Quanti sono i piccoli editori in questa situazione? Non pochi, suppongo, e la situazione creatasi con la nascita di Mondazzoli e con la probabile sempre più affannosa ricerca del best-seller non può che peggiorare.  
Ovviamente qualsiasi idea di una distribuzione indipendente sarebbe ben accolta nel settore, anche se il grosso problema in quel caso, è che il distributore dovrà anche fungere da banca per l'editore...


- Le librerie: Tasto dolente. Le librerie indipendenti hanno subito un netto calo di numero e di incassi negli ultimi 3-4 anni. La scomparsa della promozione RCS sostituita da Mondadori comporterà una distribuzione sempre più concentrata su pochi punti vendita, rendendo le librerie indipendenti sempre più legate ai grossisti e al loro stock, necessariamente ridotto. La Feltrinelli e le altre librerie di catena viaggiano da tempo con un buyer che acquista a livello nazionale, con susseguenti ed evidenti  storture nella distribuzione e nello stock delle singole librerie. Quanto alle librerie di catena Mondadori sono un gruppo che opera in franchising, ubicato nei centri storici (e non solo) e che raggruppa qualche centinaio di librerie. Non sono, come potrebbe apparire, il diavolo in persona, dal momento che il gestore può godere di una (molto) relativa autonomia, ma è presumibile che dovranno ridurre l'offerta e concentrarsi sull'offerta Mondadori-RCS gruppo, pena lo spezzarsi di un rapporto con un gruppo che fattura il 40% del mercato italiano. 
In sostanza è bene che chi cerca libri stampati da piccoli editori cominci a cercarli on line.  

- Gli autori: qui non si possono che fare ipotesi, ovviamente. Proviamo a chiedere a chi mi legge: che genere di autori ingaggereste allo scopo di vendere almeno 100.000 copie ad ogni uscita? Beh, un autore che costi poco (o che siate disposti a pagare poco), innanzittutto, il cui libro sia attentamente costruito per piacere a tutti o giù di lì. 
Il gusto medio dei lettori in Italia è organizzato in una maniera molto particolare. Su 24 mln di lettori (lo so che siamo 60 mln, ma i lettori di almeno un libro all'anno sono il 40% della popolazione) ci sono più o meno 3,5 mln che leggono molto (+ di 12 libri/anno) e hanno gusti estremamente differenziati e 12 mln che leggono molto poco (1 libro/anno), i deboli lettori. Un libro per diventare buon best-seller deve giungere a interessare anche i medi lettori (1-6 libri/anno) e i lettori deboli. Tanto per farvi un'idea della qualità media l'ultimo indiscusso best-seller in Italia è stato 50 sfumature di grigio. Dal momento che il mercato dei forti lettori non può creare grandi incassi in tempi brevi [**] come si regoleranno le major dell'editoria? È probabile cercando di sfornare altrettanti capolavori [***] graditi innanzitutto al pubblico femminile (60% dei lettori sono donne). 
Non stupisce che gli autori RCS abbiano steso una lettera come quella prima citata (e che riporto qui): la realtà è che con un player delle dimensioni di Mondadori-RCS modifica profondamente il rapporto tra autori ed editore, rendendo molto più pratico il banale ricatto: «o pubblichi con me, alle mie condizioni oppure puoi andare a pubblicare su Amazon.it.» Anche questa semplice realtà dovrebbe renderci tutti molto poco bendisposti verso la fusione. 



Fusione che, a ben vedere, poteva essere evitata se gli azionisti del gruppo RCS avessero deciso di ricapitalizzare il gruppo piuttosto che venderlo. D'altro canto l'RCS MediaGroup ha chiuso...
 
...i conti del 2014 con una perdita di circa cento milioni e un indebitamento finanziario intorno al mezzo miliardo. Il giudizio degli analisti è che per Rcs MediaGroup siano ormai percorribili due sole strade: un robusto aumento di capitale o ulteriori cessioni di quelli che con termini assolutamente eloquenti si chiamano “beni non strategici”, asset non core. La divisione Libri, il secondo gruppo nell’editoria libraria italiana, è considerata come parte della categoria e potrebbe garantire, con la vendita a Mondadori, 120-150 milioni di euro.(Da Internazionale: www.internazionale.it, Alessandro Gazoia

In altre parole la cattiva gestione della società non può che condurre alla cessione della divisione libri di RCS. Sic et simpliciter, senza la minima preoccupazione del fatto che si parli di beni sensibili come i libri. E gli autori.

Adesso tutto è nelle mani dell'Antitrust. 
Si può avere fiducia nell'Antitrust? 
Beh, in qualcosa si deve pure credere.
Ma ne riparleremo quando uscira il suo giudizio. 

Ovviamente esistono ancora gli e-book e l'autoeditoria, ma di questo parleremo in un'altra occasione. 
Ultima piccola nota, da non dimenticare: l'Italia è il fanalino di coda in Europa per il numero di lettori e per il fatturato pro capite, più o meno pari alla metà di quello tedesco e a due terzi di quello francese, con un 41% di lettori sulla popolazione raffrontato all'80% di Gran Bretagna e Germania. Questo non assolve le cattive scelte degli editori ma certo rende il quadro molto complesso.

...

[*] dalla dichiarazione di Roberto Calasso, presidente dell'Adelphi, all'indomani della cessione del gruppo RCS: 

Ho sempre pensato che la proprietà di una casa editrice fosse un elemento non trascurabile della sua qualità, così come lo è il numero di copie vendute dei libri che si pubblicano" e "quando la proprietà della maggioranza coincide con chi decide quali libri fare e in che modo, l'esposizione al rischio è massima e non ci sono scuse dietro cui trincerarsi. Ed è una bella sfida.

 [**] Ovviamente per «tempi brevi» si intendono quelli del management contemporaneo che calcola in mesi il proprio successo. Un editore che lavora per il prossimo ventennio è, a loro avviso, un pericoloso illuso o un perfetto cretino.

[***] Ritengo 50 sfumature di grigio un pessimo libro, senza se e senza ma.  Per svariati motivi, primo tra tutti per il principio che sottende, ovvero che una semplice casalinga può vendere come il più scafato degli scrittori, principio, a pensarci bene, estremamente pericoloso. Che poi il libro abbia reso meno sorde e grige le camere da letto di mezzo mondo non ha nulla a che vedere con il suo valore intrinseco. E ho timore a pensare a quale sarà il prossimo best-seller mondazzoliano.

6.10.15

Quello che accade nel frattempo


Sono stato tre giorni in montagna. Mattina sole, pomeriggio pioggia furiosa. Niente funghi, massacrati dalla tempesta ma una montagna di castagne, felicemente cadute giù dalle piante e precipitate nel fango e nelle pozzanghere. La domenica mattina, trascorsa a raccogliere castagne, resterà a lungo tra le migliori giornate della mia vita. 
Ma nel frattempo...
Sono accadute diverse cose. 
HugMented Podcast Fantascienza si è fatto vivo con LN-LIbriNuovi, chiedendo ai due coordinatori della rivista on line – cioè io e Silvia Treves – di intervenire nel corso del loro nono episodio dedicato agli universi paralleli, Hugmented #9. Abbiamo incoscientemente accettato, scoprendo che dovremo installare skype e preparare almeno un minimo il nostro – mio e di Silvia – intervento e che il contributo dovrà andare in onda (si dirà «andare in onda» per il podcasting?) entro questa settimana, il che, tenendo conto che mia moglie ha impegnati mattina e pomeriggio per 4 giorni su 5, non sarà facilissimo. Nel frattempo stiamo collezionando libri letti sul tema che minacciano di seppellirci. Silvia ha ripescato tre libri di autori «classici» della sf come Fritz Leiber, I tre tempi del destino; P.K.Dick, Scorrete lacrime, disse il poliziotto nella sua prima traduzione italiana, ovvero Episodio temporale e Cronomoto di Bob Shaw. Dal canto mio, avendo stabilito la sostanziale vicinanza/identità tra universi paralleli e ucronia ho estratto dalla mia libreria tre romanzi non etichettati come sf, Contropassato prossimo di Guido Morselli, Il complotto contro l'America di Philip Roth e Il sindacato dei poliziotti Yiddish di Michel Chabon e alcuni classici della sf come Pavana di Keith Roberts, La Svastica sul sole di P.K.Dick. e Il Signore della Svastica di Norman Spinrad/Adolf Hitler. 
Tutti romanzi ai quali sono legato da tempo e dei quali sono ben contento di parlare. Strano particolare, ben tre romanzi su sei riguardano il nazismo e Adolf Hitler, curioso, no? Ma forse no, tenendo conto della vicinanza nel tempo del nazismo e soprattutto la sua presenza nelle idee correnti. Il nazismo non è mai morto, da un certo punto di vista.
In questo momento ho il portatile – che non è il pc sul quale sto scrivendo – con Skype aperto in attesa di una risposta da HugMented podcast. Le cose corrono.


...
È uscita la prima recensione al mio «Settembre», sul blog Menestrello Itinerante di Davide Zampatori. Volendo si può leggere qui e a me ha fatto non poco piacere, anche e soprattutto nel constatare che buona parte dei suoi difetti sono stati azzeccati senza difficoltà. 
Buona mira? Possibile, ma è probabile che i difetti di «Settembre» – una copertina improvvisata, alcuni errori di troppo, un infodump probabilmente insufficiente – fossero troppo evidenti. In ogni caso sono estremamente grato a Davide per aver scritto: 

Non so se sia voluto, ma il pianeta tiene fede al suo nome e come il mese lascia quel senso di nostalgia indefinibile.

Tanto per rispondergli dirò che no, non è voluto. O forse sì, ma inconsciamente. E comunque aver creato una sensazione simile in chi legge è uno dei buoni motivi che ho per continuare a vivere. 



...
Altra cosa interessante per chi, come me, frequenta anche tangenzialmente FB: è nato il gruppo stranilibri, un gruppo che... vabbé lascio la parola a Giorgio Raffaelli:

StraniLibri è la sezione di StraniMondi dedicata agli editori di libri di genere: il luogo d'incontro ideale tra libri, lettori, autori ed editori.
Il gruppo StraniLibri su facebook vuole essere il corrispettivo in rete di questo spazio. Una piazza virtuale dove chiacchierare, discutere e confrontarsi sui libri fantastici, senza barriere di genere
  
Un buon programma, no? Ne approfitto per ricordare che in questo week-end, il 10-11 ottobre ci sarà il festival Strani Mondi al quale rimando per ulteriori info. Personalmente non potrò esserci per motivi familiari ma mi auguro che vada nel migliore dei modi. Il fantastico italiano ne ha MOLTO bisogno. 

Ultimissima cosa: ho appreso ieri che l'editoria italiana si è definitivamente suicidata con la fusione Mondadori-Rizzoli dalla quale, se Dio vuole, si è sottratta Adelphi. 
Penso che presto ritornerò su questo indefinibile e orrido pasticcio.

1.10.15

I blog e la realtà


Questo post mi è stato praticamente imposto. 
Gentilmente, sia chiaro. 
Con alate parole, naturalmente.
Ma in modo tale che fosse chiaro che, nel caso avessi mancato di scriverlo, non avrei visto l'anno nuovo. Men che meno gli anni successivi.
Oltre a questo sono stato anche diffidato di rivelare chi è stato l'autore delle minacce. 
Ohibò.
Ma andiamo con ordine. 
Qualche tempo fa – più o meno una settimana – il buon Nick il Noctuniano ha avuto la spaventevole... pardon, l'ottima idea di presentare al mondo i suoi blog preferiti, dividendoli in Must, ovvero i blog senza i quali non potrebbe vivere – o qualcosa del genere, le New Entries, ovvero i nuovi blog che possono ambire a diventare degli irrinunciabili, i Torna caro Blog, ovvero coloro che scrivono troppo raramente o si rifanno vivi dopo lunghissimi intervalli – presente l'orbita di Plutone? –, e infine i Desaparecidos ovvero i blog che non danno notizie di sè da troppo tempo. 
Nella categoria dei Must ha pensato bene di inserire anche Fronte & Retro, nonostante i miei sforzi per passare per un Desaparecido ormai di lunga data. 
Il mio vero problema è che ho e ho e ho avuto poco tempo per girare per la rete alla ricerca di blog che mi piacciano e, in secondo luogo, che sono un fenomenale rompic... Se dovessi mettere i blog in ordine inverso – da quello che mi piace meno in poi – metterei Fronte & Retro tra i primi, il che può forse dare un'idea di come ragiono. Trovo i miei post decentemente scritti (e ci mancherebbe) ma a parte questo insulsi, spesso poco informati, talvolta eccessivi, pietosi, patetici e inutilmente rissosi. 
Ma il mio metro di giudizio cambia (fortunatamente) se devo commentare i blog degli altri che trovo quasi sempre moooolto superiori al mio, nel senso di più informati, equilibrati, attenti, divertenti e intelligenti. 
D'altro canto, detto di passata, se non dedico al blog che poco tempo il risultato non può che essere questo. 

Ma adesso via con i must, ovviamente tutti a pari merito (*) anche se non so se saranno dieci o meno: 
- The Obsidian Mirror: perchè mi piace? Mah. Essenzialmente perché non ho idea di che cosa parlerà ma qualunque cosa tiri fuori so che mi interesserà e mi incuriosirà. Certo, io non ho una grande passione per l'horror e qualunque vampata di interesse durerà ben poco, ma sono comunque felice che esista un blog che si chiama Obsidian Mirror. 
- Malpertuis: che dire? Mi piace anche se non sempre ho il tempo di terminare i suoi lunghissimi e informatissimi articoli. Ovviamente non si discute. È tra i must e basta.
- Gerundio Presente:  il fatto che sia stata bannata dal gruppo FB «Romanzi di fantascienza» mi ha subito reso curioso come una scimmia. Inutile dire che non sono rimasto per nulla deluso. 
- Anaconda Anoressica, un blog in gran parte dedicato a recensioni di libri. Apparentemente quieto, senza troppe pretese, ma capace di osservazioni penetranti e commenti da levare la pelle. Non mi perdo un solo post. 
- A noi vivi, un multi-blog dedicato alla letteratura, al cinema, alla fotografia e a millanta altre attività umane. Un blog che centellino per non perdere intere mattinate. 
- Il grande marziano, non sempre sono d'accordo con i giudizi e le valutazioni date dal buon Vietti sulla vita contemporanea, la politica, la comunicazione, ma gli sono estremamente grato per averle scritte e cerco di non perdermene una.
- Argonauta Xeno e Il pozzo e lo straniero, due blog abbastanza letargici - «ma senti chi parla», «scusa, scusa»  -
ma comunque sempre meritevoli. 
E mi fermo qui.
Non che mi manchino altri possibili «Must» ma diciamo che questi... otto, otto blog sono ciò che leggo quotidianamente o perlomeno che leggo quando si decidono a postare qualcosa. 
Le new entries... beh, posso citarne due che ho inserito nel mio blogroll e che seguirò con attenzione: Un blog senza pre7eseLa nostra libreria ma dei quali preferisco non parlare per evitare grossi sfondoni o elogi fuori luogo. 
Torna caro blog...  categoria decisamente ricca, osservazione, a pensarsi bene, a suo modo deprimente. Mi limito a citare Simmon's Cottage e Il blog di Gelo che vorrei ritornassero un po' più vivi e vitali, anche se mi rendo conto che non è facile riprendere dopo qualche settimana di assenza e dopo aver scoperto che si sopravvive anche non scrivendo su un blog. 
Quanto ai Desaparecidos... sento in maniera lancinante la mancanza di Occhio alle espressioni, un blog diverso, stimolante, curioso, raffinato, intelligente... Non è la prima volta che mi lamento pubblicamente della sua assenza ma nulla da fare, non riappare. 
Il compito è fatto. Ovviamente non appena l'avrò pubblicato mi ritorneranno in mente alcuni blog che ho indegnamente dimenticato, trascurato, svilito, celato. E mi torneranno in mente i blog che ho finito per abbandonare perché profondamente cambiati e divenuti più o meno intollerabili. Può succedere, no? Anche se non posso evitare una sensazione di amarezza nel ricordarli.
...
I blog e la realtà. 
È il titolo di questo post ed è anche la lampada contro la quale noiatri mosconi-blogger continuiamo a sbattere la testa. La realtà è fatta anche di FB, di Twitter, di parole sparate nella websfera senza peso e senza importanza. Di milioni, miliardi di parole sprecate ogni giorno. Parole che è bene dimenticare, qualche volta. 
Noi che scriviamo blog restiamo convinti che le parole siano importanti, che abbiano un significato. 
Non si direbbe ma è una guerra quella che combattiamo. 
Senza molto speranze, ma la combattiamo.


[*] Ovviamente non ho citato Nick il Noctuniano e il suo blog dal momento che, tra l'altro, il nostro si è premurato di diffidare tutti dal citarlo. Non male, eh? Quindi non dirò che lo leggo abitualmente, che mi diverte, mi istruisce, mi consola, mi rallegra... Non l'ho detto, sia chiaro. Non ci ho nemmeno pensato. Nulla di nulla.