23.8.13

Seconda assenza



Lo so, non sono stato molto presente, ultimamente. Ho scritto poco, postato ancora meno, commentato nulla. Ma è un momento che - può sembrare strano, ma è così - sono preso molto di più di ciò che mi sarebbe parso possibile anche solo un paio di mesi fa. 
ALIA, innanzitutto, e i racconti inviati la cui lettura, le riflessioni, le considerazioni mi hanno obbligato a lunghi ponzamenti, da solo e in coro con la mia compagna. C'è poi il mio personale contributo all'antologia, del quale ho (faticosamente) scritto la prima parte ma la cui chiusura mi perseguita anche nei sogni. 
Poi è arrivata a un punto di svolta un altra non piccola occasione, cosa che se da un lato mi ha fatto piacere dall'altra mi ha obbligato a un surmenage del tutto imprevedibile. In tutto ciò abbiamo continuato a pubblicare nuovi testi e ripubblicarne altri sul sito di LN... Questo in una città silenziosa e semideserta, più deprimente di un giorno dei morti freddo, piovoso e solitario. Insomma, prego tutti quanti di avere pazienza, non appena sarò riuscito a uscire da tutte le gallerie che ho infilato in questo periodo ritornerò al blog in una maniera ragionevole. Nel frattempo ritorno in montagna fino al 31/8, sperando che «l'attesa perturbazione» non trasformi questa coda di vacanze in una lunga e molto zen contemplazione della pioggia che cade... 
... già hanno detto che quest'anno non ci sono funghi... 
Un grosso CIAO a tutti!
 
 

21.8.13

Le bambole in volo - undicesimo e dodicesimo movimento


Che cosa fareste, voialtri, se vi trovaste ad occupare una fabbrica della quale, in apparenza, non importa più nulla a nessuno? Il problema, in sostanza, è quello di evitare che il mondo si dimentichi di voi e del vostro lavoro. Il che, visti i tempi che corrono, non è affatto facile. Perché se è vero che il padrone non ci guadagna nulla a lasciare una fabbrica chiusa e nullafacente, ancora meno riuscite a ottenere voi, che, oltretutto, vivete sulle spese. 
Insomma, Gigio e gli altri debbono inventare qualcosa, qualcosa di grosso, qualcosa che non permetta alla gente di dimenticarli. 
Ecco, è qui che scatta l'interrutore e Gigio comincia a pensare e progettare, anche se perseguitato dal fratello maggiore che teme di essere cornuto, anche se visitato dal Partito del Proletariato in Lotta, anche se costretto dalle circostanze a fare della ex-fabbrica un rifugio di carità. 
Gigio decide e quello che ha deciso gli farà onore, credo. 
Ovviamente per il momento voi non ne capirete il più classico degli Ette, ma in fondo si scrive anche per nascondere qualcosa, in modo che ai lettori venga la curiosità di sapere qualcosa che comunque non cambierà loro la vita. 
Ma in fondo siamo tutti così. 
Per leggere cliccate QUI.  

18.8.13

Black jazz e Archie Shepp



Uno dei padri del free jazz, uno dei grandi sassofonisti degli anni '70, amico personale di John Coltrane, collaboratore di Cecil Taylor, sostenitore della tradizione africana nella musica nera americana... Archie Shepp ha dato moltissimo alla musica e per me è tuttora un onore averlo potuto ascoltare. 
Il pezzo che presento è tratto dall'album Blasé del 1980. Al sax tenore Shepp, alla voce Jeanne Lee, all'armonica Julio Finn. Da ascoltare a volume molto alto, trattenendo il fiato. 



17.8.13

Letture estive di qualcun altro


Come tutti ormai avranno capito, collaboro a un sito di recensioni librarie, LN-LibriNuovi. E già da parecchi anni mi sono sposato con una assurda, pardon, bizzarra creatura che insegna matematica, scrive lunghissimi post per festeggiare il compimento di ogni ciclo lunare – ma talvolta anche più raramente – sul suo blog Esercizi di dubbio
Quest'estate la creatura in oggetto si è impadronita (pagandolo, per carità) di un minilibretto di H.P.Lovecraft, autore che conosceva a menadito fin dalla più tenera età ma che, come è capitato a tutti, è stata costretta a leggere in cattive traduzioni condotte su opere di dubbia attendibilità. 
Il libretto in questione è intitolato «La casa stregata» e Silvia ha pensato bene di leggerlo, recensirlo per LN e commentarlo sul suo blog. Il motivo di tanto interesse? Beh, le posizioni politiche di Lovecraft sono state spesso al centro delle polemiche e delle discussioni tra i suoi appassionati. D'altro canto è difficile far finta di nulla davanti ad alcune "uscite" del Solitario di Providence, per quanto – ed è il nostro caso – lo si ami di sincero amore. 
Così Silvia ha pensato di recensire il libro di Lovecraft e nel contempo ridiscutere il tema, cercando di storicizzarlo e di renderlo meglio comprensibile per noi lettori del XXI secolo. Fateci un salto, vale la fatica. 

15.8.13

Le bambole in volo - nono e decimo movimento


Può essere un modo per festeggiare il ferragosto? Non credo, ma per lo meno è un modo per rispettare le scadenze promesse. 
Il nono e decimo movimento sembrano girare intorno alla situazione, sembrano una parentesi di disillusione a una situazione che ha poco di positivo e ancora meno sembra suscitare speranze. Si scivola sui problemi personali, sulle maledizioni della vita quotidiana viste da una posizione diversa, come da un binocolo tenuto al contrario o da una scatola dimenticata in scena. Gigio fa parte della vita ma ne è anche, almeno in parte, escluso. 
Il suo modo di giudicarla è una parziale ricompensa.
Cliccare QUI per leggere.  

13.8.13

Letture montanare


Ho scelto infine di portare con me un paio di libri, come promesso nel mio post Libri che (con)corrono. Cioé quasi due... infatti, mentre ripassavo mentalmente ciò che avevo preso e ciò che rischiavo di dimenticare, ho notato su uno scaffale un libro recuperato da poco, un piccolo BUR con copertina grigia del 1958 e, più veloce del pensiero, l'ho infilato nello zaino. 
I libri presi, quindi, sono stati tre: David contro l'Uragano di Shane Jones, La Leggenda del Mostro di Limehouse di Peter Ackroyd e, piccolo come un desiderio, I primi uomini nella Luna di H.G.Wells. Poi, mentre ero in vacanza ho inciampato in un mercatino di libri usati e... ma calma, di questo quarto ne parlerò tra un po'. 
Cominciamo con Shane Jones, autore newyorkese nato nel 1980. Daniel contro l'Uragano è il suo secondo libro, uscito nel 2013 da ISBN, successivo a Io sono Febbraio, uscito nel 2011. Confesso di averlo accostato con gioia un po' infantile ma debbo ammettere che passate le prime 10-20 pagine il mio entusiasmo si è almeno in parte ridimensionato. Sono intorno a pagina 100 su duecentoequarantaepassa e il vero problema è che non ho il minimo desiderio di continuare. Provo a spiegare perché, sperando che il semplice parlarne finisca per innescare il desiderio di continuare... 
Il protagonista è, come avrete intuito, Daniel, addetto alla costruzione di condotte petrolifere – talvolta, si suppone, immaginarie – con il colossale problema psicopatologico di immaginare che da un  momento all'altro tutto ciò che lo circonda sia spazzato via da un Uragano. Cosa che potrà anche divertire uno nato sulle rive del Mediterraneo, poco abituato agli uragani ma che si suppone non risulti poi così assurdo per un americano. Un bel tema, insomma, ma che viene condotto avanti con stanchezza, con fatica, giocando tutti i possibili giochi stilistici – il cambio di punto di vista, l'iperreale o il surreale che sostituiscono il reale, i dialoghi sospesi, le immagini ripetute, il ricorso alla poesia, al limerick, alla filastrocca, immaginando un quieto assurdo che penetra in ogni immagine e parola – con la sola conclusione possibile che il signor Shane Jones sa certo scrivere meravigliosamente ma che non abbia ancora deciso che cosa è davvero importante scrivere... 
No, non voglio liquidare l'ottimo lavoro di Shane Jones. Il suo peculiare modo di scrivere mi incanta e mi sorprende a ogni ritorno a capo, ma è inevitabile arrivare a chiedere un certo grado di tensione, un'attesa che si avverta nei dialoghi, nelle immagini, nei ricordi piuttosto che continuare ad accennare ad un Uragano inevitabile e fatale: 

L'Uragano ci gonfierà la faccia di acqua salata e morte [...] Era lui, dice un'osservatrice d'Uragano. Era l'Uragano. 

In ogni caso già stamattina ho ripreso la lettura e presto credo che apporterò i necessari cambiamenti a questa non-recensione in un post successivo. Se sarà necessario farlo, ovviamente. 


Discorso completamente diverso per il secondo libro, consigliatomi dalla mia ottima figlia: La leggenda del Mostro di Limehouse di Peter Ackroyd. 
Peter Ackroyd, per la cronaca, è un soggetto di questo genere: 


Peter Ackroyd CBE, FRSL (born 5 October 1949) is an English biographer, novelist, and critic with a particular interest in the history and culture of London. For his novels about English history and culture and his biographies of, among others, Charles Dickens, T. S. Eliot and Sir Thomas More he won the Somerset Maugham Award and two Whitbread Awards  (da wikipedia)

Il suo "mostro di Limehouse" racconta in prima persona a noi (ignari) lettori le sue abominevoli avventure nel suo «Diario del Signor John Cree», raccontandoci di qualche omicidio ai danni di prostitute nel quartiere di Limehouse – in una Londra che alla fine dell'Ottocento era piena di giovani donne che cercavano di sbarcare il lunario vendendosi agli angoli delle strade – del delitto progettato e in seguito fallito ai danni di Karl Marx, in quanto facoltoso e colto ebreo, e della strage che mr. John Cree compì sterminando un'intera famiglia e del nomignolo affibbiatogli dai parenti delle sue vittime, il Golem, a rappresentare un elemento feroce ed estraneo nella Londra di allora. 
Nel libro, accanto al diario di John Cree, compare anche il verbale degli interrogatori del processo a carico di Elizabeth Cree, accusata dell'omicidio del marito, frammenti della vita della stessa Elizabeth, divenuta attrice del varietà popolare della Londra di quegli anni e la storia di mr. Dan Leno, nano cabarettista e mito del teatro di strada. E che mr. Leno non sia un elemento così trascurabile della vicenda lo si può intuire leggendo il titolo originale dell'opera: Dan Leno and the Limehouse Golem.
Ci vuole un minimo di tempo per cominciare ad abituarsi ai frequenti cambi di punto di vista e al procedere della vicenda, ma una volta "partita", la Leggenda procede meravigliosamente, creando il desiderio di continuare la lettura anche mentre si cucina, si aspetta di uscire, si attende che arrivi il caffè eccetera, fino agli assoluti e feroci silenzio e ordine imposti dalle ultime pagine. Un ottimo finale, un colpo di scena che si può anche giungere a immaginare con un certo anticipo – è vero –, ma che giunge comunque inatteso ed efficacissimo. Un libro che consiglio per una lettura estiva ma anche per una serata immersi nelle nebbie dell'inverno o immersi nel crepuscolo autunnale o circondati dal canto primaverile degli uccelli. Insomma, un buon libro. Particolare non del tutto secondario, davvero ottimo il racconto di un Karl Marx anziano, rifugiato a Londra nell'ultima parte della sua vita.

Il terzo libro, I primi uomini nella Luna, di H.G.Wells è stato ovviamente letto per primo, ma non ne parlerò qui. Ne ho infatti steso una recensione che ho inviato alla rivista Fralerighe-Fantastico (nel link il numero 4) dove dovrebbe uscire nella prima metà di settembre. Comunque, se non una recensione, un commento qui è adeguato: un buon libro che merita non poche osservazioni e riflessioni.
Avevo parlato di un mercatino dell'usato librario, all'inizio dell'articolo. I mercatini dell'usato sono una rovina, per uno come me. E anche per mia moglie, detto di passata. Non tanto una rovina economica, quanto una rovina intellettuale. Diciamo che insieme siamo andati via con altri quattro libri, da dividere con la mia complice. Nella divisione, un po' losca e un po' affannosa mi sono trovato (provvisorio) proprietario di un romanzetto dal titolo Londra invisibile di Brian M. Stableford, ben noto autore steampunk. Qualcuno può stupirsi se ammetto di averlo letto? Tra i protagonisti di tale piccolo gioiello Nikola Tesla, Oscar Wilde, Matthew Phipps Shiel, autore della Nube Purpurea e, guarda le combinazioni, H.G.Wells. Oltre a loro un interessante individuo non esattamente umano che è anche protagonista e voce narrante della vicenda. Non posso aggiungere altro, ahimé, dal momento che la comproprietaria del volume mi ha diffidato dal parlarne pubblicamente («...che io devo ancora leggerlo!»), ma posso comunque garantire che si è trattato di una buona lettura, perfettamente all'altezza delle aspettative. Oltretutto devo ammettere che lo stile, sia pure reso attraverso le rispettive traduzioni, è curiosamente simile a quello del libro di Wells appena finito di leggere.

da www.enricobaccarini.com

Mia moglie ha invece recuperato un volumetto di H.P.Lovecraft, Le montagne della follia, scatenandomi il desiderio di rileggere L'orrore di Dunwich e Il richiamo di Chtulhu, contenuti in un'antologia che avevo proprio in montagna, Storie di fantasmi, a cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, edizioni Einaudi.
Ma comunque ho letto i racconti per ALIA e presto ne parlerò. Non ho scritto molto del mio racconto, questo è vero, ma conto di terminarlo entro il mese. E ho lungamente camminato in montagna - se qualcuno di preoccupa della mia salute - trovando in abbondanza fragole, mirtilli, lamponi e more. 

11.8.13

Quinto!


I Soft Machine furono una delle mie inattese passioni negli anni '70 e tuttora mi accompagnano come gruppo ma anche come alcuni dei singoli elementi, come Robert Wyatt o Elton Dean.
Dei SM apprezzavo - e tuttora apprezzo - il suond a metà tra il jazz, il rock sperimentale e la free music. 
Il quinto album del gruppo - Fifth, per l'appunto - è stato il primo che acquistai ed anche quello al quale, nonostante le critiche nel tempo collezionate, sono il più affezionato.
Ve lo offro qui sotto, sperando che rimanga al suo posto per un tempo sufficiente ad essere ascoltato.



9.8.13

Le bambole in volo - settimo ed ottavo movimento


La connessione non va sempre nello stesso modo, quassù. Ci sono giorni nei quali la connessione è labile, incerta e problematica e giorni - o meglio, momenti  - nei quali in apparenza i nostri 28Kb (o 14k o 7k) al secondo sono comunque garantiti e si può sperare di riuscire a finire qualcosa come rispondere a un commento sul blog o liberarsi di un messaggio dal solito spammatore (Casinocosmopol, l'ultimo, che dichiarava di avere apprezzato un articolo di argomento economico sul sito di LN...).
Ma quanto a pubblicare qualcosa sul blog, niente da fare...
Quindi provvedo soltanto ora, tornato dalla montagna, a pubblicare il post già da tempo preparato.  
Il settimo e l'ottavo movimento delle "Bambole" servono a rendere un po' più vitale e reale lo sfondo, a raccontare un pochino della storia della Mativa Giocattoli, a riferire come mai sono rimasti solo i quattro disperati che avete cominciato a conoscere e dove sono finiti gli altri, come si sopravvive in una fabbrica occupata e cosa si deve fare per sopravvivere. 
Premete QUI e buona lettura.